4. Parlarne tra amiche

Era la prima persona che avevo incontrato

capace di farmi apprezzare la conversazione,

nello stesso modo istintivo e sensuale

in cui apprezzavo un caffè

o la musica ad alto volume.

Sally Rooney, Parlarne tra amici

‹‹Che casino››.

Il commento della mia migliore amica riassume perfettamente gli avvenimenti di questo fine settimana, perciò non faccio altro che sollevare il mio calice di Nebbiolo verso di lei, a mo' di brindisi, per darle ragione.

‹‹E cosa pensi di fare?›› mi incalza.

‹‹Non ne ho idea›› confesso candidamente perché, se c'è qualcuno con cui posso essere onesta, quella è Sveva. ‹‹Potrebbe essere la mia occasione, ma lo credevo anche con Franzlander e sai com'è finita››.

‹‹Non ci posso credere che uno dei rapper più famosi al mondo sia venuto a cena alla locanda›› esclama, ancora sotto shock.

‹‹E poi se ne sia andato alla velocità della luce, per colpa mia›› aggiungo ‹‹Per favore non lo dire a tua madre, altrimenti è la volta buona che mi licenzia››.

‹‹Tranquilla›› mi assicura Viv ‹‹E poi, se vogliamo essere precise, la colpa non è tua ma di quello stronzo del suo assistente››.

Odiare ferocemente qualcuno che ha fatto un torto a una tua amica è una delle regole sacre dell'amicizia e il momento di silenzio che segue, durante il quale Sveva e io auguriamo il peggio al tizio che ha rovinato la mia occasione, dimostra che la nostra è solida quanto basta a poter ancora essere considerata tale, nonostante tutto.

‹‹Ma poi l'hai cercato?›› chiede la mia migliore amica.

‹‹Chi?›› domando, confusa.

‹‹Il tipo che stava con Franzlander›› chiarisce ‹‹Così, giusto per sapere››.

‹‹No, ricordo solo che lui l'ha chiamato Step›› rivelo ‹‹E che ha... Un aspetto peculiare››.

Sveva si aggiusta meglio sulla poltrona. Siamo a casa dei suoi, che sono già al locale, davanti al camino acceso.

Fuori si gela ancora e a nessuna delle due andava di congelarsi in giro.

Per fortuna, col fatto che la figlia è tornata a sorpresa e stanotte ho praticamente fatto chiusura, Ornella Dalmasso mi ha concesso una serata libera e quindi posso rimanere qui a scolarmi il suo vino riserva speciale DOP di non so che annata mentre parlo a Viv dei miei problemi.

‹‹In che senso?›› chiede appunto la mia migliore amica.

Mi prendo un attimo per richiamare alla mente il volto incriminato.

‹‹Ha lineamenti cesellati, come scolpiti apposta da uno scultore›› provo a spiegare ‹‹Zigomi affilati, occhi allungati, che sono in contrasto con tutto il resto››.

Sveva solleva un sopracciglio: ‹‹Tutto il resto?››

‹‹Sì, ha dei capelli castani folti, tra il mosso e il riccio, come i baffi›› lo descrivo ‹‹E, da come era vestito, presumo sia il classico tamarro con i tatuaggi e tutto il repertorio››.

‹‹Però, per averci litigato, lo hai guardato bene››.

L'osservazione maliziosa di Viv mi infastidisce ma minimizzo: ‹‹Beh, uno che se ne va in giro con un chiodo di pelle quando fuori c'è la neve non passa inosservato, specie da queste parti››.

‹‹Ragione in più per cercarlo online›› insiste lei ‹‹Così, se ripassasse, lo riconosceremmo››.

‹‹Mi auguro di no›› sentenzio ‹‹È l'ultima persona al mondo con cui vorrei avere di nuovo a che fare››.

‹‹Ma potresti essere preparata all'evenienza›› ribatte ‹‹In modo da rimetterlo in riga, in caso››.

Comincia a smanettare sul suo smartphone ma, con un balzo, glielo sottraggo:

‹‹Basta concentrarsi su di me›› taglio corto ‹‹Tu, piuttosto, che mi racconti?››

Mi aspetto che se ne esca con una battuta delle sue, invece incrocia le braccia.

‹‹Chef Castelli mi odia›› dichiara ‹‹Io non so se ce la faccio a resistere fino al diploma››.

‹‹Ti odia nel senso che ti mobbizza?›› chiedo, sollecita ‹‹Se è così devi denunciarlo, Sveva››.

‹‹Non lo so, non gli va mai bene quello che faccio›› sbuffa, imbronciata ‹‹Ha da ridire su tutto››.

‹‹Ma in senso costruttivo, per spronarti a migliorare oppure ti umilia e basta?›› indago.

‹‹Non lo capisco, ha sempre un'espressione imperturbabile, anche mentre mi urla contro›› dichiara Sveva ‹‹Secondo me mi odia perché ha saputo che i miei sono nella ristorazione da generazioni mentre lui si è fatto da solo››.

‹‹Quindi pensa che tu sia raccomandata e te la fa pagare per questo?›› ipotizzo ‹‹Lo sa che hai una laurea in Marketing e Gestione di Impresa alla Bocconi oltre ad aver fatto corsi su corsi per migliorare le tue conoscenze?››

Beve un sorso del suo vino, poi aggiunge:

‹‹Il problema non è il mio curriculum, fidati››. Sembra pensarci un attimo. ‹‹È un'antipatia personale, del tutto reciproca s'intende››.

‹‹Solo che tu non puoi fargliela pesare perché lui è il capo e basta una parola di troppo perché ti sbattano fuori dall'Accademia mentre lui sì?›› esclamo.

‹‹Già›› ammette lei, eppure c'è qualcosa nella sua espressione che non mi convince del tutto.

Dunque approfitto della conoscenza del codice di sblocco del suo smartphone per smanettarci io su.

‹‹Ma che fai?!›› si agita la mia migliore amica, tentando di riprenderselo.

‹‹Cerco di capire quanto sia brutto, Mr. Antipatia Personale›› affermo ‹‹Dopotutto, una brava giornalista verifica sempre le proprie fonti››.

‹‹E ne tutela la privacy›› replica lei, riuscendo nell'intento.

‹‹Sveva Dalmasso, hai forse qualcosa da nascondere?›› la sfido, tra il serio e il faceto.

‹‹Non più di te nel non voler parlare dell'assistente di Franzlander›› rilancia lei.

Stiamo a fissarci con un sorrisino scemo stampato in faccia, quello che ci viene su da una vita quando stiamo per fare insieme una cazzata delle nostre.

E infatti, impugnando ciascuna il proprio telefono, diamo il via alle ricerche sul rispettivo uomo del mistero l'una dell'altra. Io però parto avvantaggiata perché conosco nome e cognome di Mr. Antipatia Reciproca, quindi digito a colpo sicuro Claudio Castelli sulla barra di ricerca.

Appaiono diversi risultati, tra cui un link al sito della scuola di cucina che frequenta Sveva e poi parecchi articoli di giornale. Ma sono i profili social a regalare le maggiori soddisfazioni, perché il tipo è pieno di foto realizzate da professionisti che, programmi di foto ritocco o meno, ne restituiscono un'immagine piuttosto piacente.

Capelli sale e pepe corredati da barba da hipster ben curata, occhi scuri con lo sguardo di chi è convinto di avere il mondo ai propri piedi, ha un certo fascino affabulatorio che ricorda certi cuochi stellati prestati alla tv.

‹‹Allora?›› si informa Viv, con un leggero rossore sulle guance a enfatizzare il contrasto tra il castano ramato dei suoi capelli e gli occhi chiari.

‹‹Ha un suo perché›› ammetto ‹‹Che però non è più importante dei motivi per cui ti tratta di merda››.

‹‹E lui?›› chiede lei di rimando, sventolandomi sotto il naso il display del cellulare con la foto dell'uomo che spero di non dover mai più rivedere di persona in vita mia.

‹‹Lo hai trovato?!›› esclamo ‹‹Come hai fatto?››

‹‹Mi è bastato googlare le scarse info in mio possesso, cara la mia giornalista›› mi prende in giro Viv ‹‹Comunque Step fa molto Tre metri sopra il cielo come diminutivo››.

‹‹Beh, in ogni caso avrebbe sbagliato Babi›› sbotto ‹‹Perché io somiglio molto di più a quella che non si fa mettere in un angolo››.

Sveva scoppia a ridere: ‹‹E magari Stefano Borghi di anni quaranta, general manager della catena di pub e birrifici a chilometro zero dei Kittander, potrebbe scoprirlo presto, se decidessi di accettare l'offerta di tuo zio e trasferirti››.

‹‹Mi sposterei a Como, non a Milano, almeno all'inizio›› puntualizzo ‹‹E Mr Zigomi Affilati può andarsene all'inferno, per quanto mi riguarda››.

‹‹E poi sarei io quella che si agita per niente›› ironizza la mia migliore amica.

Ripenso all'incontro surreale dell'altra sera e non posso fare a meno di constatare che sono ancora arrabbiata: ‹‹Era la mia grande occasione e lui me l'ha portata via senza motivo, senza conoscermi nemmeno››.

‹‹Ha protetto il suo capo›› osserva Sveva ‹‹Magari avresti fatto lo stesso››.

Penso a Ornella Dalmasso e un sorriso mi piega le labbra: ‹‹Non ho dubbi che tua madre saprebbe difendersi benissimo da sola››.

‹‹Infatti sono io ad aver bisogno di un aiuto›› ironizza la figlia ‹‹Send help››.

‹‹So when you're near me, darling, can't you hear me, S.O.S.?›› comincio a canticchiare, alticcia e la serata finisce con un rewatch d'obbligo di Mamma mia e le canzoni degli ABBA imparate a memoria cantate mano sul cuore.

Un'isola greca, inciuci e tre uomini tra cui Pierce Brosnan e Colin Firth che si contendono le sue attenzioni. Donna Sheridan e le sue amiche avevano capito tutto.

Spazio autrice

Questo è uno dei capitoli che, finora, mi sono più divertita a scrivere!

Se vi va, aspetto le vostre impressioni nei commenti.

A presto!

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