12. Come le convince lui, le donne
Quando ci si trova davanti un ostacolo,
la linea più breve tra due punti
può essere
una linea curva
Bertold Brecht, Vita di Galileo
È stato un po' più difficile del previsto ma ce l'ho fatta.
Una settimana dopo sono a Milano per un appuntamento con Mariele Sabatini.
Il punto di ritrovo è una bettola in una traversa della stazione, uno di quei locali di cui non credevo una donna raffinata come lei fosse a conoscenza. Ma ci sta che non voglia farsi vedere in giro, in fondo sto per proporle un'inchiesta scandalistica di tutto rispetto, che potrebbe far storcere diversi nasi nella Milano che conta. E non lo farò di certo gratis.
Mentre mi chiedo se ordinare l'ennesimo caffè ciofeca, giusto per tenere buono il barista che mi scruta in cagnesco da quando gli ho chiesto di indicarmi il tavolo più riservato della sala, la vedo entrare.
E sospiro, perché il piano di non dare nell'occhio è ufficialmente sfumato.
L'outfit à la Crudelia De Mon, che urla luxury old money a chilometri di distanza, l'avrei evitato per un posto del genere ma, con ogni probabilità, quando nasci sciura milanese lo resti sempre un po', anche nell'anima.
Solo un'occhiata circospetta tradisce il timore dell'errore mentre Mariele Sabatini si siede di fronte a me: ‹‹Hai detto di avere delle notizie importanti››.
Nessun convenevole, dritta al punto. Non che mi aspettassi qualcosa di diverso, visto l'atteggiamento dell'altra volta, eppure mi scopro comunque infastidita.
‹‹Già›› confermo ‹‹Ma le riferirò solo al giusto prezzo››.
Un'alzata di sopracciglia da parte sua è un invito più che sufficiente a continuare:
‹‹Ho accesso a delle fonti disposte a raccontare una versione inedita delle vicende romanzate da Elizabeth Jane alias Anna De Giorgis›› dichiaro ‹‹Compresi interessanti sviluppi che coinvolgono le nuove generazioni››.
La Sabatini non sembra affatto colpita: ‹‹E perché pensi che dovrebbe interessarmi?›› chiede, noncurante ‹‹I romanzi di Elizabeth Jane sono usciti vent'anni fa, circa››.
‹‹Ma sono dei long seller›› le faccio notare ‹‹Capaci di destare ancora l'attenzione del pubblico, come ha dimostrato anche il successo della serie tv che ne è stata tratta››.
‹‹Potrebbe essere un'arma a doppio taglio›› obietta la giornalista ‹‹E i piani alti non apprezzerebbero››.
Feminine, infatti, è il magazine femminile di punta di Athena Group, uno dei gruppi editoriali più vasti del Paese alla cui creazione Anna De Giorgis ha contribuito in maniera decisiva.
‹‹Sono una freelance›› affermo ‹‹Potrei comunque scrivere i pezzi e pubblicarli online per conto mio o venderli alla concorrenza››.
La Miranda Priestly dei poveri vorrebbe mantenere la facciata disinteressata ma un lieve tremolio della palpebra ne rivela il nervosismo: ‹‹Se li pubblicassimo noi, invece?››
Mi stringo nelle spalle: ‹‹Potreste controllare meglio la narrazione››.
Passa all'attacco: ‹‹Chi mi assicura che non stia bluffando?››
Mi aspettavo questa mossa, perciò ho fatto i compiti a casa:
‹‹La settimana scorsa a Villa Diamante si è tenuta una petite soirée per festeggiare il record di percorrenza della tratta Montecarlo - Venezia stabilito da Sirio Valderamo Sant'Orsola›› riferisco.
Sabatini fa spallucce: ‹‹La motonautica non è uno sport che suscita l'interesse del nostro pubblico di riferimento››.
‹‹Ma Sirio Valderamo Sant'Orsola potrebbe›› ribatto, facendo qualche ricerca sul web ‹‹Per via di questo spot pubblicitario che sta già spopolando sui social››.
Il video sponsorizza la nuova linea uomo dell'Atelier Monti, di cui la sorellastra è direttrice creativa da qualche anno.
La mia strategia sta cominciando a funzionare, a giudicare dal luccichio di interesse negli occhi dell'editor in chief di Feminine:
‹‹In effetti avevo sottovalutato la parentela con Ella Rubenstein›› ammette.
‹‹A cui non piace più essere chiamata così dopo il secondo matrimonio›› rivelo, con una pausa a effetto. Okay, questa l'ho un po' sparata, non avendoci mai avuto a che fare direttamente, ma dai borbottii in proposito di zio Ambrogio, che stravede per la diretta interessata nemmeno fosse figlia sua, mi è parso di capire così. Una buona giornalista deve saper leggere tra le righe, no?
‹‹Sempre secondo le tue fantomatiche fonti?›› domanda, scettica, la Sabatini.
‹‹Già›› le assicuro con il sorriso che precede la vittoria ‹‹Le stesse che mi hanno fornito il materiale sufficiente per questi due articoli››.
Le allungo due bozze di pezzi su entrambi i fratelli, che torneranno presto sulla cresta dell'onda.
‹‹Su Ella Rubenstein non c'è nulla di nuovo›› obietta.
‹‹Infatti è un ritratto della sua vita controversa da pubblicare in prossimità dell'uscita del nuovo romanzo di Elizabeth Jane, Tango›› calo l'asso ‹‹Che pare si sia ispirata proprio alla storia d'amore tra la stilista e il suo nuovo marito, Tiberio Malaguti››.
La rivelazione la sconvolge, esattamente come avevo sperato: ‹‹Anna De Giorgis non lo farebbe mai, dati i rapporti tra loro››.
È il mio turno di fare spallucce: ‹‹Non dicono forse che tutti gli scrittori prendono ispirazione da persone che conoscono? E poi la De Giorgis l'ha già fatto, con Verrà la Morte e avrà i tuoi occhi››.
‹‹E sul fratello cos'altro hai?›› mi interroga ‹‹Questa improvvisa popolarità non durerà fino ad allora››.
‹‹Non pretenderai mica che scopra adesso tutte le mie carte›› esclamo, riprendendomi la mia roba. ‹‹Voglio un posto in redazione, altrimenti non se ne fa nulla››.
‹‹Anche io vorrei dirigere Vogue, ma è fuori dalla mia portata›› replica lei ‹‹Anche volendo darti una chance, l'organico della rivista è al completo››.
‹‹E cosa mi dici del tirocinio finale per il master della W.W.W?›› le ricordo.
Si prende un attimo prima di domandare: ‹‹Hai intenzione di partecipare? Sarebbe perfetto››.
‹‹In che senso?›› replico, guardinga.
‹‹Non posso assumerti in questo momento›› precisa Mariele ‹‹Ma se tu partecipassi al master, potrei prendere in considerazione gli articoli come prove da valutare in quell'ambito e, alla fine, se suscitassero l'interesse che credi, farti ottenere il posto a cui aspiri››.
‹‹Però non avrei nessuna certezza, mentre tu avresti gli articoli›› le faccio notare ‹‹Athena Group può anche essere un gruppo editoriale prestigioso ma non è l'unico. Io ho bisogno di garanzie››.
‹‹Non le troverai in questo lavoro, non più›› sentenzia lei ‹‹E di certo avresti un master in giornalismo rilasciato da una prestigiosa accademia di scrittura, una voce non da poco sul curriculum››.
Mi dà un buffetto amichevole sulla mano: ‹‹Pensaci, sarebbe la soluzione migliore per tutti››.
Mi lascia a riflettere e pure a saldare il conto dei numerosi caffè consumati in sua attesa, perché siamo entrambe consapevoli che chiedere di pagare contactless potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso.
Vago un po' per la città, senza meta.
Non sono sorpresa, bensì delusa per essermi in qualche modo fatta fregare sebbene credessi di poterla sfangare. Quello che ho detto a Mariele Sabatini è tutto vero e lo sa anche lei; potrei scrivere e vendere i pezzi al miglior offerente o postarli online con il giusto titolo clickbait, magari puntando su un blog personale, la potenza della polemica social e una buona strategia di personal branding.
Il mio sogno, però, è sempre stato lavorare in una redazione, intercettare gossip e nuove tendenze, spettegolare con le colleghe dei piani alti. In poche parole, Feminine.
E quindi l'idea del master riprende quota.
Mi sembra di girare in tondo, non solo in senso metaforico, dunque decido di incamminarmi verso l'accademia di cucina di Sveva, da cui la mia amica dovrebbe uscire a breve. In realtà ho bisogno di un consiglio da amica ma, quando vedo Viv, cambio subito idea.
‹‹Ehi, che succede?!›› esclamo, osservando preoccupata la sua espressione.
Sembra stia per piangere: ‹‹Scusa, Alby, ma non sono dell'umore adesso››.
‹‹Ancora quel Castelli?›› indago ‹‹È la volta buona che vado a conoscerlo e gliene dico quattro››.
‹‹Lascia perdere, ha ragione, non serve›› mi dissuade ‹‹E poi ho il turno al Mc fra poco, puoi aggiornarmi sul tuo appuntamento con la Sabatini se mi accompagni››.
‹‹Se tua madre sapesse che preferisci lavorare in un fast food anziché tornare a casa e aiutarla con la locanda, le verrebbe un colpo››.
‹‹Altro ottimo motivo per tenere la bocca chiusa›› dichiara la mia migliore amica con fare minaccioso ‹‹Manca poco al diploma e, per allora, mi farò venire una buona idea per convincere i miei a farmi restare in città››.
‹‹Se può servire, puoi raccontare del master›› suggerisco ‹‹A proposito di sogni, pare sia l'unico modo per realizzare i miei, ergo entrare a Feminine››.
‹‹Sei seria?›› esclama Viv, come se ne andasse della sua vita ‹‹Quindi è deciso, non ci stai più solo pensando?››
Quando me lo chiede, capisco che è così.
Il dado è tratto e, forse, non mi dispiace neppure troppo.
‹‹Quando va via il tuo coinquilino?›› domando. Per tutta risposta, mi sventola un mazzo di chiavi sotto il naso: ‹‹Già andato, sarebbe proprio utile averti in giro per casa››.
‹‹Ammettilo che è perché ti secca il doppio turno di pulizie›› bofonchio ‹‹E condividere l'account di Netflix››.
‹‹Beccata!›› esclama, ridendo. ‹‹Hai già compilato tutto?››
‹‹No, le submussion si chiudono fra qualche giorno›› la informo ‹‹E devo dirlo a mia madre e allo zio››.
‹‹Se vuoi, lo facciamo insieme quando stacco›› propone la mia migliore amica ‹‹Anche perché sono proprio curiosa di vedere quel ramo del lago di Como››.
‹‹E non solo quello, magari›› rilancio ‹‹Grazie, Viv, sei un tesoro››.
‹‹Ricordatelo quando ti toccherà aspettare due ore per usare il bagno›› ironizza lei ‹‹E scendere a buttare la spazzatura››.
‹‹Farò del mio meglio›› le assicuro, mentre entriamo nel suo attuale posto di lavoro. Occupo un tavolo ordinando una brioche e un caffè americano, dopodiché apro il portatile sul sito della Writing Word Workshop. Prendo un respiro profondo, poi compilo tutto e, giusto quando sto per inviare la candidatura al master per il lavoro dei miei sogni, giunge al tavolo la mia ordinazione. E a portarla è proprio la mia migliore amica. Lo prendo come un segno:
‹‹Insieme?›› domando.
‹‹Insieme›› conferma.
Ed è così che pigiamo sul tasto apposito.
Non si torna più indietro.
Per rendere ancora più memorabile questo autentico colpo di testa, mi autoregalo Heart of Glass, il romanzo di Anna De Giorgis alias Elizabeth Jane incentrato sui Kittander, preso in stazione prima di salire sul regionale per Como. In fondo, tutto ha avuto inizio la sera in cui ho incontrato Franzlander a cena dai Dalmasso, quindi mi sembra appropriato come simbolo.
Sveva è gasata come non mai perché, nonostante abiti da anni a Milano per la scuola di cucina, non ha mai fatto un giro approfondito nei dintorni.
Quando dal taxi che ci porta a casa dalla stazione vede il lago, lancia un urletto di stupore.
‹‹Beh, sì, può fare questo effetto›› le concedo, magnanima, come se non fossi stata tramortita da una sorta di sindrome di Stendhal, la prima volta che l'ho visto, abituata com'ero alle montagne.
‹‹Sveva, che sorpresa!›› esclama mamma vedendoci, mentre lo zio si limita a un'educata stretta di mano dopo le presentazioni.
Aspetto comunque il pranzo per le grandi rivelazioni.
‹‹Viv non è qui solo per un saluto›› esclamo dopo che ci siamo messi tutti a tavola ‹‹Ho deciso di accettare la proposta dello zio e di iscrivermi al master della Writing Word Workshop a Milano››.
‹‹Bene, bene›› commenta lui.
‹‹Verrà a stare da me›› aggiunge la mia migliore amica ‹‹Uno dei miei coinquilini ha liberato casa, di recente››.
‹‹Ma non vi libererete mica di me›› esclamo ‹‹Tornerò ogni fine settimana e voi mi verrete a trovare››.
‹‹La mia bambina diventa grande e lascia il nido›› singhiozza mia madre.
‹‹Mamma, per favore›› sbuffo ‹‹Ho trent'anni, non quindici››.
‹‹Sì, lo so, ma una mamma certe cose le sente a tutte le età›› mormora lei, asciugandosi gli occhi.
‹‹Quindi possiamo considerare superato il mese di prova?›› vuole sapere zio Ambrogio che, nel frattempo, ha tirato fuori una bottiglia di Vermentino, abbinamento perfetto per accompagnare il risotto agli scampi preparato da Sveva.
‹‹Manca ancora qualche giorno al termine›› gli ricordo ‹‹Ma tu che ne dici?››
Per tutta risposta, stappa e versa il vino in dosi generose: ‹‹Che dovremmo brindare. Al tuo master e alle seconde possibilità››.
Così facciamo perciò, un po' brille, Viv e io saliamo in camera mia per stenderci un attimo.
‹‹Ma ci pensi, Alby?›› esclama la mia migliore amica ‹‹Mi sembra ieri che stavamo in camera mia ad ascoltare Stupida Bionda sognando di andare a vivere insieme in una grande città e adesso stiamo per farlo davvero››.
‹‹E dai Viv, la sbronza sentimentale con mezzo bicchiere no›› la prendo in giro ‹‹Vabbé che andiamo per i trentuno ma, se proprio dobbiamo ubriacarci, facciamolo con cognizione di causa››.
‹‹Scusa ma dopo settimane di turni massacranti al Mc, non mi va proprio di fare serata in giro›› mugugna lei, stropicciandosi la faccia. ‹‹Il massimo che posso concederti è tisana, copertina e streaming, anche se non ti assicuro di rimanere sveglia fino alla fine››.
‹‹Nemmeno una passeggiatina sul lungolago?›› tento ‹‹Fa la sua figura, dopo trent'anni di montagne››.
‹‹E va bene›› cede Sveva ‹‹Ma non tiriamo tardi che domani devo prendere il primo treno››.
‹‹Affare fatto›› le concedo, e siamo fuori in tempo record.
Sto giusto scattando un paio di foto instagrammabili alla mia amica quando vengo quasi travolta dall'irruenza di un cagnolino. Non si tratta di un cane qualsiasi, però.
‹‹Fester!›› urlo, chinandomi ad accarezzarlo mentre mi fa le feste.
‹‹Non so più abituata coi cuccioli›› esclama una voce non distante ‹‹Mannaggia a Step e a quando mi ha chiesto di tenerglielo››.
Mi alzo di scatto, osservando un volto noto armeggiare con un guinzaglio:
‹‹Lorella!››
La mia collega per una sera alza gli occhi e mi riconosce: ‹‹Bina, che fai fuori co sto freddo?››
‹‹Stavo mostrando Como alla mia amica›› la informo, passando alle presentazioni.
Dopo che lei e Sveva si sono strette la mano esaurendo i convenevoli, passo alla domanda che mi sta più a cuore al momento: ‹‹Come mai Fester sta con te?››
‹‹Che lo conosci, il signorino?›› replica ‹‹Step è dovuto partire per lavoro e me lo ha lasciato per qualche giorno››.
‹‹Lo sapevo che non poteva tenerlo›› sbotto, indispettita ‹‹Però sono contenta che ci sia tu a prendertene cura››.
‹‹Ne avevo uno, anni fa›› rivela ‹‹Quando se n'è andato, ho giurato di non prenderne più perché il dolore è stato forte ma a Step non posso dire di no, quindi eccomi qua, a fare la dogsitter››.
‹‹Ma poi come si fa a rifiutare un musino del genere?!›› mormoro con una vocina da deficiente che mi esce solo con gli animali o i neonati. ‹‹Come le convince lui, le donne, nessuno››.
‹‹Sì, è tutto molto bello, ma potremmo andare a parlare dove non si congela?›› interviene Viv.
‹‹Possiamo berci una cosa a casa mia, se volete›› propone Lorella ‹‹C'è un po' di strada da fare ma non è molto lontano››.
Si volta senza aggiungere altro, così a Sveva e me non rimane altro che seguirla, con un Fester scodinzolante alle calcagna.
Dovrei essere stanca, invece mi sento parecchio su di giri. Chissà che, in fondo, casa Frigerio non riveli sorprese.
Spazio autrice
Ciao a tutti/e!
Per chi temeva che non avrei più aggiornato: here we are!
Per chi, invece, si fosse perso/a la novità: continuerò a scrivere Mille nonostante stia procedendo alla ripubblicazione sulla piattaforma di Clair de Lune, spin off autoconclusivo di Quello che siamo diventati, alias l'altra storia presente su questo profilo, prima di una serie di spin off rivisitazioni in chiave moderna dei romanzi di Jane Austen, di cui potrete trovare qualche riferimento anche qui, perché i miei personaggi si muovono in uno stesso universo narrativo e, potenzialmente, potrebbero conoscersi tutti fra loro. Fine momento spam.
Alloraaa, pare che il trasferimento di Alba a Milano per il master s'abbia da fare.
Pensate porterà qualcosa di buono?
E su Lorella, che mi dite?
Se vi va, vi aspetto come sempre nei commenti.
È un piacere leggere le vostre teorie.
Spero sia stata una buona lettura.
Grazie per essere passati/e
A presto!
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