All'inizio il mio candore, la mia ingenuità, la mia innocenza lo avevano affascinato, o almeno era ciò che mi aveva sempre ripetuto. Ma a quanto pare alla fine aveva preferito qualcuno di meno noioso.
Quella era la cosa che mi bruciava di più. Essere stata definita monotona, frigida, puritana. Avevo ingoiato quelle offese e ostentato la mia solita maschera di indifferenza come facevo sempre quando mi sentivo ferita, ma dentro di me la collera ribolliva ancora. Era come se lui mi avesse mutilata, nel corpo e nell'anima. Ma poteva essere quello un motivo sufficiente per comportarmi da incosciente?
Sì.
«E se mi cerco semplicemente un nuovo compagno?» mormorai.
E se dimostri a te stessa che Fausto si sbagliava?
«E non posso farlo in un modo normale?».
Ecco, vedi. Lui aveva ragione. Tu sei normale e banale. Sei noiosa.
Queste le domande che continuavano a rimbalzarmi nella mente come se nella mia testa ci fosse un flipper. Ero sfinita e fuori dalla realtà visto che stavo anche iniziando a parlare da sola.
Ma ero anche eccitata come non ricordavo di esserlo mai stata e questo era un dato di fatto che non potevo negare, almeno con me stessa. Nei momenti di dormiveglia avevo fatto sogni erotici così nitidi che ne ero ancora turbata e faticavo ad accettare che non fossero reali. Il sesso non era mai stato protagonista del mio repertorio onirico prima di quella notte. Adesso ero sveglia, eppure le immagini del sogno continuavano a scorrermi davanti agli occhi, senza che riuscissi a scacciarle. Mi immaginavo a dire e fare cose di cui non mi sarei mai ritenuta capace e, nonostante l'imbarazzo che provavo, persino da sola, nella riservatezza della mia camera, il mio corpo reagiva.
Afferrai un cuscino, lo infilai tra le cosce e le strinsi forte, nel tentativo di procurarmi un po' di sollievo. Ero preda di una smania sessuale che mi faceva fremere come in balia di una strana febbre e il basso ventre mi pulsava e si contraeva, annaspando a vuoto. Forse avrei dovuto comprare uno di quegli aggeggi... un vibratore...
Avvampai e mi portai le mani al volto. La sola idea di me seduta davanti al computer nell'intento di scegliere un'affare del genere, bastò a farmi vergognare di me stessa. Ma il mio corpo provò tutt'altro che imbarazzo a quel pensiero e una fitta improvvisa in un punto interno della mia vagina mi fece desiderare di essere riempita da qualcosa di grosso e duro. Qualcosa in grado di lenire quei morsi spietati. Un bel membro maschile, caldo e umido. Chissà lo sconosciuto com'era, nudo.
A venerdì per la prossima puntata ;-)
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