Capitolo 6

Ai sentì qualcuno entrare a casa del dottore, e riconobbe i suoi passi, ormai ci era abituata. Si affrettò a chiudere la porta a chiave e a nascondere i fogli, quasi stupendosi che, un detective come lui, non avesse già scoperto che nascondeva una specie di libro. Ma tanto, lui era un perfetto imbecille, quando si trattava di ragazze. Si accostò alla porta e sentì i discorsi con il dottor Agasa.

-...Ti ho già detto che non ho idea del perché Ai-kun si comporti così.

- Ma dottore! Mi sembra ovvio!

Ai trattenne il respiro.

-Ha trovato un antidoto all'APTX 4869!

-Non credo...

-Ora dove si trova?!

-In camera sua ma...

Ad Ai salì il panico sentendo Conan che stava arrivando in camera sua in fretta e furia. Lei si rimise la mascherina e corse nel letto, fingendosi addormentata.

-Haibara!

"Ingoralo, Ai... ingoralo..."

-Haibara! So che sei li! Apri la porta!

"Ignoralo..."

-Haibara! Apri questa porta!

-VAI VIA BASTARDO!- Urlò lei in lacrime- VATTENE!

Non sentì niente da fuori, sentiva solo il suo cuore battere troppo veloce, il suo cuore a mille, la sua vita insensata. Dopo secondi che parvero interminabili, decise finalmente di sedersi e ricominciare a scrivere; non le importava se Conan fosse ancora nei paraggi...

-Il diario della cenerentola alla ciliegia-

Quando Shiho si svegliò, si accorse di essere stesa sul divano del salotto. Frastornata, si domandò come ci fosse finita.

"Ora ricordo!" Pensò all'improvviso. Era contenta che non fosse stato solo un sogno. Fece per alzarsi, quando notò di avere una coperta addosso, che era sicura di non avere prima. Sorrise, e si andò a dare una sistemata. Non sapeva ancora cosa avrebbe fatto di preciso. Sapeva solo che, qualunque cosa fosse cambiata, in Shinichi c'era ancora quel bambino che aveva conosciuto tanto temo prima. Piegò la coperta e la mise sul suo letto, per poi pettinarsi e cambiarsi grembiule. Sentì qualcuno bussare alla porta.

-Avanti.

-Shiho!- Urlò Ayumi entrando- Scusami se ieri non sono venuta a consolarti! Quella megera mi ha fatta sgobbare fino a mezz'ora fa.

-Come?

Solo allora Shiho notò che Ayumi aveva delle occhiaie profonde.

-Vuoi riposarti un po'? Ti copro io.- Le disse dolcemente Shiho.

-Grazie, ma sei già in guai seri, no?

Shiho abbassò lo sguardo. Era vero, ma Shinichi non sembrava tanto arrabbiato con lei, o forse era ancora ubriaco.

-Terrò duro, Ayumi- Disse poi- Manca poco. Compirò la maggiore età, e a quel punto nessuno potrà farmi altro! Riavrò il palazzo e la villa! Tu riavrai tutti i debiti e potrai far venire qui i tuoi genitori e poi...- Non era da lei fantasticare, ma qualcosa si era riacceso in lei: speranza.

Scese in cucina a preparare la colazione, quella migliore che riuscisse a trovare nel libro di ricette.

-Ehi! Che ti è successo?- Domandò Yuri, entrando e fissandola

-Niente! Allora, sono già fuori i nostri ospiti?

-Sì, ma non ti consiglio di disturbarli perché...

Ma Shiho non la ascoltò, ed entrò nel salotto.

-Buongiorn...

La porcellana con lo zucchero le cadde a terra. Crak. Era sicura che a fare quel rumore non era stata la porcellana infranta a terra, ma il suo cuore. Shinichi e Ran si girarono, un attimo prima intenti a baciarsi teneramente (puah! Lasciatemelo dire, mi fa schivo scrivere queste scenette xD! Nd Sarah) sul divano. Il divano dove era stata seduta Shiho fino a poco tempo prima. Lei ingoiò pesantemente la saliva.

-Scusate, ho avuto un giramento.

-Pulisci questo disastro!- Sbottò Shinichi.

Questo le fece male, male per davvero. Perché capì che quella notte, porgendole una tisana o quello che era l'aveva presa in giro. Era diventato uno spietato calcolatore. Uno schifoso che si divertiva a far soffrire le donne.

-Faccio io!- Disse Yuri- Perché nel caso non se ne sia accorto, questa ragazza sta sanguinando!

Shiho osservò il suo polso: stava sanguinando davvero, per colpa di un pezzetto medio di porcellana.

-Il kit ce lo ha lei in camera. Sono spiacente ma devo andarlo a prendere.- Disse acidamente la donna rivolta sempre a Shinichi, che rimase a guardarla.- Tu vai in cucina e togliti la porcellana- Sussurrò poi a Shiho.

Lei entrò in cucina e, pazientemente, iniziò a togliersi i pezzetti di vetro con una pinzetta. Piangeva, per il dolore della porcellana, urlava dentro, per Shinichi.

-Tieni, medicati e... Shiho? E' stato solo un incidente,non è colpa tua, non piangere!- Disse Yuri correndole incontro.

-Sto bene, stai tranquilla.- Disse a quel punto prendendo il vassoio con la colazione in una mano sola.

Le era venuta in mente un'idea geniale: se avrebbe causato un sacco di disastri quei due non avrebbero mai comprato la villa, e lei se la sarebbe ripresa.

Portò il vassoio e sorrise, tornandosene in cucina, guardando Yuri e facendole segno che andava tutto bene. Si avviò di nuovo alla villa, canticchiando. Arrivata, fece un respiro profondo e prese delle chiavi dalla tasca del suo grembiule. Ci aveva riflettuto tanto, e alla fine aveva deciso: avrebbe aperto quella porta e avrebbe rivissuto quei ricordi, cercando di essere forte. Peccato che non c'era Shinichi a tenerle le mani. Scosse la testa: Shinichi non era il bambino che conosceva. Punto. Prima se lo metteva in testa, meglio era. Girò la chiave e aprì la porta. Un mare di ricordi la invase, nel vedere il polveroso ingresso, con un quadro pieno di polvere, un mobile di legno di quercia e dei tappeti ormai ammuffiti. Si ricordava tutte le volte che da piccola prendeva qualcosa ad Akemi solo per farla arrabbiare, e si rincorrevano per tutta la casa. Ma tanto, sapeva bene che non si innervosiva affatto. D'istinto, tolse delicatamente un po' di polvere dal quadro e riuscì a vederne i componenti. Suo padre, non era ritratto di viso, ma si vedeva che aveva i tratti di sua sorella Akemi; i capelli, la postura... Poi c'era una donna, con i capelli lunghi e ramati, proprio come i suoi, che sorrideva e aveva degli occhi verde smeraldo. Si accorse dopo che stava sorridendo ad un bambina di al massimo cinque anni: Akemi. Akemi con due codini, un sorriso stupendo e un abitino da vera principessa, con in braccio un fagottino. Shiho sgranò gli occhi, nel vedersi in quel quadro. I capelli ramati si vedevano tirati indietro da un cerchietto, e i suoi occhi erano grandi e pieni di felicità. E aveva un sorriso che le fece quasi impressione, Non perché le facesse paura: non poteva credere che quella bambina era davvero lei e che sapeva sorridere così. Con le lacrime, salì e vide il soggiorno, la cucina. Sorrise: lei e Akemi erano felici con quel poco che avevano. Poi arrivò ai piani superiori, e vide la sua camera vuota, solo con il letto. Si sedette su di esso e un enorme nuovolone di polvere la fece tossire. Guardò con malinconia gli spettri di ciò che un tempo era in quella camera. Poi le venne in mente che la camera della sorella non era stata toccata. Si alzò e cercò di aprire la porta. Fortunatamente il chiavistello era rotto, e quindi bisognava solo spingere. Quando entrò, voleva scappare, non era pronta di vedere quello che poteva vedere. Ma poi, con i piedi pesanti, entrò nella stanza. Il colore verde acqua predominava. Le coperte, le tende e le pareti avevano il colore degli occhi di Akemi, e dei suoi. Entrò e vide i libri preferiti della sorella, qualche suo peluche, dei vestiti e poi... Foto. Un sacco di foto di lei e sua sorella. Shiho osservò quelle immagini scolorite predominare nella camera, eccetto l'ultima che si erano scattate. Evidentemente l'aveva portata con se. Era tutto come lo aveva lasciato. Poi notò due bamboline di pezza, con i tratti sia suoi che di Akemi.

"Ora ricordo, ce le eravamo fatte fare da Yuri per sentirci vicine..."

Erano nella plastica trasparente, quindi erano le uniche cose ben curate in tutta la casa. Shiho prese delicatamente la bambolina di Akemi delicatamente, quasi come se avesse paura che le si disintegrasse dalle mani. In fondo, era come se lei e Shiho, i fantasmi di ciò che era stata e quello della sorella, vivessero in quella camera. La Miyano continuò a stringere entrambe le bambole, piangendo. Di gioia e di dolore. Gioia, perché aveva rivisto quello che era, dolore, perché non lo sarebbe mai stata.

-Esci da qui.

Successe tutto velocemente. La bambolina di Akemi sul tappeto, lei che urlava il nome della sorella in qualche modo ritrovata, un braccio che la spingeva fuori. Ora aveva in mano solo la sua bambolina: erano state separate di nuovo. Poi sentiva una voce:

-Ma chi ti credi di essere?

"Akemi..."

-Questa proprietà non ti appartiene!

"Akemi... non lasciarmi..."

-Già mi hai causato abbastanza noie, compreso il prepararti una tisana! Non ti pare?

"AKEMI! NON ANDARTENE!"

Shiho cercò di lottare con tutte le sue forze, fin che non cadde a terra piangendo, stringendo la bambola, impotente contro Shinichi: l'ostacolo che la separava da un momento di ricordi.

"Almeno permettimi di riaverla, l'ultima volta! Entrerò li per l'ultima volta e poi..."

Ma fu costretta a correre via, piangendo disperata, mentre una figura li osservava da dietro l'albero, mordendosi il labbro.

SPOILER:

-Tu non puoi trattarla come ti pare! Lei ha un cuore!

-Ah sì?

E detto questo si avvicinò per baciarla...

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