Pensieri di natale ... Non proprio

Mattina di Natale. Come era strano svegliarsi nel nostro letto da sola. Avrei tanto voluto svegliarmi tra le sue braccia come succedeva spesso. Invece sul suo cuscino, accanto a me, trovai solo un biglietto.

Buon Natale amore mio.
Sono dovuto andare a laboratorio ma tornerò in tempo per il pranzo di Natale dai tuoi. Il mio cellulare è sempre acceso, quindi appena ti svegli puoi chiamare e vediamo se ti raggiungo semplicemente lì.
ti amo.
Scorpius

Anch'io ti amo, pensai mentre mi alzavo. Indossai la camicia che aveva ieri. Adoravo mettere le sue cose. Specialmente perchè avevano il suo buon odore. Mi fermai un attimo pensando a quello che avevo detto a Scorpius sul fatto che non era un bene che fossimo così dipendenti l'uno dell'altro. Andai in cucina e aprì il frigo. Avevo fame. Ma non c'era niente che mi andava. Anche se non sapevo esattamente cosa volevo mangiare. Forse qualcosa di fritto. Ma avrei dovuto friggere, e non aveva senso sporcare tutto, e poi era mattina, il fritto non andava bene. Potevo bere una bella tazza di latte. Ma se solo ci pensavo non avevo più fame... uffa... allora chiusi il frigo e mi guardai intorno. Cosa potevo fare? Entrai nella mia stanza e guardai nella mia parte di libreria. Presi la dispensa che avrei dovuto studiare per l'esame di Teoria di pozioni avanzate. Gli esami erano stati organizzati il primo il 4 gennaio e poi il secondo turno il 20. Avevo escluso subito il 4 perchè sarebbe voluto dire studiare durante le vacanze, le stesse vacanze che pensavo di passare solo con Scorpius. Ma visto che le cose erano andate diversamente, perchè non tentare di preparare la materia? Era una di quelle più seccanti, divisa in tante parti e molto specifica. Se me la fossi tolta di mezzo subito avrei potuto pensare tranquillamente all'altro esame di trasfigurazione che avevo per il 26 gennaio. Sorrisi. Si, mi sarei messa a studiare!

***

aprì gli occhi e come ogni mattina da un po' di tempo mi ritrovai davanti un tetto di un azzurro chiarissimo. Quando avevo chiesto il permesso ai miei di dipingere la mia stanza e l'avevo fatto, poco prima che iniziasse la scuola, non pensavo minimamente ai colori. Solo dopo, quando li avevo scelti, avevo capito perchè l'avevo fatto. E cosa mi ricordassero, specialmente. In quel momento di illuminazione avrei voluto cambiarlo subito. Avrei voluto cambiare totalmente il colore che adesso vedevo ogni mattina, ma non ci ero riuscita. Neanche con tutta la mia buona volontà. Così ora vedevo il colore dei suoi occhi ogni mattina. E ogni mattina gli occhi mi pizzicavano e avrei preferito iniziare a scavare un tunnel verso l'oblio. Ma se c'era una cosa che non riuscivo a fare a lungo era deprimermi. Mi alzai e i piedi protestarono per il pavimento freddo, come al solito. Le pantofole erano chissà dove nel baule di Hogwarts. Toccai il medaglione che avevo al collo come ogni mattina e poi decisi di farmi una bella doccia. Fuori nevicava ma a parte il pavimento freddo si stava bene. Tolsi il medaglione e lo guardai un attimo. Indecisa alla fine l'aprì. Dentro, con un incantesimo che avevo imparato grazie a Rose, anche se lei non sapeva il perchè mi servisse, un fiore stava lì come fermo nel tempo. Fermo nel momento in cui l'avevo trovato sul mio cuscino, quel giorno in estate.

****

Natale. Era la mattina di Natale cavolo. Perchè mi dovevo ritrovare lì, a cercare di salvare un esperimento che stavo per pensare di finire e invece era di nuovo da iniziare? E perchè? Perchè Stefany aveva preso i miei appunti. E che aveva fatto dei miei appunti quando tutto era andato a fuoco? Erano diventati cenere. Chiusi gli occhi dopo quattro ore di lavoro, tentando di ricordare tutto quello che avevo fatto. Ripetendo passo per passo ogni momento, ogni esperimento che avevo fatto. Ma avevo fatto appena metà del lavoro che avevo fatto in quei giorni quando Stefany mi distrasse. Mi voltai verso di lei perchè mi aveva toccato la spalla. Mi sorpresi a vederla accigliata, seduta sulla sedia dove in teoria mi sarei dovuto sedere io, perchè era giusto dietro di me e meno di dieci minuti fa ero seduto io. Aprì un largo sorriso.
-è da ore che ti chiamo. Certo che il lavoro ti prende molto... cosa c'è altro che ti prende in questo modo?- mi chiese forse curiosa. Io iniziavo a odiare semplicemente lei. Che cavolo gli doveva interessare? E cosa voleva intendere? Io stavo solo cercando di fare il mio lavoro, mi sembra che sia semplice come concetto.
Stavo per rispondergli con una di queste cose quando il telefono squillò. Ansioso lo presi subito e riconoscendo il numero mi venne da ridere.
-dormigliona, sai che ore sono?- chiesi appena aperta la chiamata. La sentì ridere dall'altra parte del telefono.
-guarda che non mi sono appena svegliata. Piuttosto tu sei diventato un gallo, che ti alzi appena spunta il sole? Oppure sei solo un laboratoriomane? - mi provocò lei dall'altro capo del telefono.
-dove sei?- chiesi ridendo.
-dove sei tu? Sei al laboratorio, giusto?- domandò lei ignorando la mia domanda.
-si. E tu dove sei?- chiesi di nuovo.
-se apri la porta lo scoprirai!- disse semplicemente. Chiusi subito la chiamata e andai alla porta.
E mi trovai Rose davanti. Era bellissima come sempre. E portava un maglione e dei pantaloni che la rendevano se possibile ancora più bella. Lei mi abbracciò e io ricambiai, mentre la baciavo dolcemente. Poi la guardai negli occhi e ... la magia di interruppe.
-quindi questa è???- chiese Stefany accanto a me, in maniera scontrosa. La guardai incredulo, voltandomi verso di lei.
-lei è Rose, la mia ragazza. Rose- dissi freddamente.
-Rose, questa è Stefany, la mia collega con la quale devo fare questo progetto- gli spiegai staccandomi ma non lasciandogli la mano. Le due ragazze si guardarono torve. Anzi, non vedevo precisamente l'espressione di Rose perchè era di fianco a me e quando l'avevo baciata glieli avevo messi un po' sul viso. Ma lo sguardo di Stefany era di sicuro molto ostile. Mi accigliai. Cosa cavolo aveva contro Rose?
-allora, puoi finire, vero?- chiese Rose tornando a guardarmi. Adoravo quel sorriso.
-certo- gli dissi sistemandogli un attimo i capelli. Poi tornai a guardare Stefany che mi sorrise anche lei.
-ci sentiamo più tardi allora! Per metterci d'accordo per domani!- in annuì e me ne andai con Rose, scomparendo appena fuori dalla porta. Ero ancora accigliato.

****

Non pensavo si potesse odiare qualcuno così, dal nulla. Non pensavo avrei mai odiato qualcuno dalla prima volta che la vedevo. Insomma, uno dovrebbe conoscerla per poter dire sicuro, sai la odio. Invece Stefany l'ho odiata dal primo momento. Da quando si era avvicinata a Scorpius. E pensai ai miei pensieri sulla gelosia. Eccola qui, che l'avrei sperimentata. Ma non c'era motivo di essere gelosi, vero?
Durante il pranzo mi sforzai di non lasciarmi andare oltre con i pensieri, ma di tanto in tanto guardavo Scorpius e mi chiedevo cosa stesse pensando. Anche lui sembrava pensieroso. Chissà cosa vedeva quando guardava Stefany.
Era indubbiamente una bella ragazza e la cosa mi rendeva nervosa. Io non ero una bella ragazza. Diciamo una ragazza semplice, banale, nella norma. Anzi forse troppo minuta. Ma di certo non bella. Non come lei. O come Lily che ora era comparsa con un bel piatto di portata e con i capelli che gli danzavano sul vestito bellissimo che aveva.
Non mi era mai importato del mio aspetto. Non ci avevo mai fatto caso, comunque. Ma quel giorno rimasi a pensare molto al mio aspetto. Più di quanto razionalmente avrei mai fatto. E quando tornai a casa, mentre mi mettevo la camicia da notte, mi guardai un attimo allo specchio. No, niente di particolare. Sempre la solita, banale e nella norma figura che si rispecchiava. Chiusi gli occhi e andai da Scorpius, che leggeva degli appunti a letto. Appena mi notò posò subito tutto e mi guardò felice. Ecco, quando lui mi guardava in quel modo avevo la sensazione di essere bella. Mi sentivo amata e la cosa mi riscaldava dentro. Mi rendeva felice fino all'inverosimile.
Mi lanciai quasi su di lui e l'abbracciai mentre ridevo felice. Anche lui rideva e mi prese il viso tra le mani, baciandomi dolcemente. Poi il bacio divenne più passionale e io lo strinsi ancora di più e poi si staccò un attimo da me per sorridermi.
-ti amo mia pazza- mi disse e poi annullò ogni distanza e ci perdemmo in noi, finalmente festeggiando il natale che, bè in teoria era finito ma non per noi.

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