e fu solo dolore e buio


Stone

Prigioniero.
Mi ero ripromesso di non esserlo più.
Non ero nato per essere prigioniero.
Ero io che imprigionavo le anime, non il contrario.
Ma ormai non avevo più libertà. Solo una insopportabile prigionia dentro a me stesso.
Il mio corpo era tornato schiavo della persona che speravo morta da tempo.
Il mio creatore. Colui che avrebbe fatto meglio a non nascere. Colui che si era divertito a scherzare con la natura umana.
Colui che ora voleva tutta la magia necessaria per poter distruggere il mondo.
Colui che voleva togliermi la mia ragione di vita.

*******

Lily

Stone...
mi alzai di colpo quella notte con il suo viso in mente.
Era un viso che non gli avevo mai visto.
Distrutto, dilaniato dal dolore, il viso che probabilmente avrebbe avuto un uomo sul rogo.
Mi alzai subito dal letto.
Non avrei mai preso di nuovo sonno.
Guardai la mia stanza.
Erano le tre di notte. Era ancora buio e tutti dormivano. Uscii dalla mia stanza nel silenzio più completo. Arrivata in cucina presi un bel bicchiere d'acqua. Ma mi fermai a guardare l'acqua nel bicchiere. Avevo fatto la scelta giusta?
Il mio futuro era davvero tra gli auror?
Oppure stavo solo inseguendo un modo per trovare Stone? Che tra l'altro non stava minimamente funzionando... era già passato un mese e non avevo fatto altro che studiare. Giorni e giorni a studiare, non potendo fare nient'altro.
E mi sentivo totalmente inutile, mentre era stato proprio questo desiderio a spingermi nella scelta.
Volevo essere davvero utile.
Volevo riuscire a proteggere Hope, volevo riuscire a trovare e salvare Stone, volevo agire contro quei dannati lupi.
E invece niente. Libri e libri da studiare, formule complesse, allenamenti quotidiani, ma niente che mi permettesse di avvicinarmi a una sola di queste cose.
Strinsi i pugni così forte che le nocche mi divennero bianche. Distesi le dita stupita da questa rabbia.
Dove sei Stone???????

******

Rose

Incredibili i progressi di Hope in quei mesi.
A cinque mesi aveva iniziato a muoversi.
Si girava, tentava di gattonare, si allungava a prendere le cose e le mettava in bocca.
A sei mesi, se gli tenevi le gambine riusciva ad alzarsi seduta. A sette tentava di alzarsi.
Il giorno in cui ci provò era con me.
Gli avevo appena chiuso la tutina e lei parlando come al suo solito (daadadada....gagagagaghagaga) mi tendeva le mani come quando si voleva sedere.
Con le sue piccole manine si era appesa con forza ai miei indici, e poi si era tirata su. Ma non come al solito. Questa volta aveva puntato i piedi e teneva le gambe e il corpo tesi, dritti come un chiodo.
Ed era riuscita ad alzarsi.
Difficile dire che era più sorpreso.
Se lei che aveva spalancato gli occhi e il suo viso si stava aprendo per un grande sorriso oppure io, che non riuscivo più a muovermi.
Ero pietrificata dalla sorpresa. Ma mi stavo per aprire in un gran sorriso, perchè era increbile. Perché era una meravigliosa impresa alzarsi a soli cinque mesi.
Peccato che mentre il suo sorriso si apriva contento lei aveva iniziato a volare.
Letteralmente.
Ora, se mi era sembrato più che strano che si alzasse ancora così piccola non vi racconto come mi sentii vedendola levitare di fronte a me. Solo le sue manine stretta alle mie la tenevano ancorata a terra.
E lei rideva contenta. Mentre io morivo dalla paura.
La mia bimba volava. Mia figlia volava.
E stupidamente il mio pensiero fu di come l'avrei detto a Scorpius.

-nostrai figlia si è alzata in piedi oggi!- raccontai a Scorpius appena tornato. Lui mi guardò incredulo.
-come? Si è alzata davvero in piedi???- chiese.
Annuii mentre lui prendeva la bimba in braccio e la baciava felice.
-ma sei bravvissima allora piccola. Ti meriti tutti i baci del mondo- e iniziò a baciargli la pancia, facendola ridere.
Mi rabbuiai ripensando a i mille modi in cui avevo pensato di dargli l'altra notizia.
Ma alla fine decisi sul momento.
-ha anche levitato- esclamai.
Si bloccò quasi a mezz'aria e cercò subito il mio sguardo.
Strinse a se la bambina e la guardò un attimo, accarezzandogli i capelli. Lei gongolava felice, facendo quello che gli piaceva sempre fare; tirare i capelli a Scorpius.
-ha levitato?- domandò.
-si. Si è sollevata in aria. È stata su almeno un minuto. Poi l'ho presa in braccio e a smesso- raccontai.
Incrociammo i nostri sguardi incerti.
-è una bella cosa. Fa parte di lei questo potere straordinario. Abbiamo... abbiamo una bimba speciale- disse dopo un po' Scorpius stringendosela a se. Sorrisi e abbracciai entrambi, per quanto potessi.
Scorpius mi circondò subito la vita con il braccio tenendomi piuù stretta.
-andrà tutto bene. Faremo del nostro meglio e andrà tutto bene Rose. Te lo prometto- e mi baciò.
E tra le sue braccia mi sentii finalmente tranquilla.

*****

Lily

Sbuffai decisamente infastidita.
Ecco un aspetto della mia vita che avrei cambiato se avessi potuto.
Cosa? L'essere la figlia di Harry Potter.
Non fraintendetemi, sono orgogliosa di mio padre.
E capisco anche le mille persone che lo trovano un eroe. Lui lo è davvero.
Ma la sua fama è sempre stata un problema per noi figli. Non so come hanno fatto i miei fratelli a entrare tra gli auror e non uscire pazzi per tutte le persone che ci perseguitano. E non dimentichiamo quelli che ci provano soltanto perchè sono ls figlia di Harry Potter.
Tutti felici di mettersi in buon luce con mio padre.
Tutti che mi si avvicinavano offrendomi aiuto, cene, pranzi e chi più ne abbia più ne metta.
Certe volte avrei voluto picchiarli.
Ma non potevo farlo. O almeno non all'accademia. Altrimenti mi avrebbero portato di fronte a mio padre.
Immaginai la scena.
Io, trascinata dagli auror di servizi. Mio padre che si alza dalla scrivania e mi guarda preoccupato.
-cosa è successo?- -sua figlia ha picchiato un collega- gli avrebbero risposto loro. Lui li avrebbe cacciati via e poi mi avrebbe guardato negli occhi.
-perché hai picchiato un ragazzo?- avrebbe chiesto.
-perché era un idiota- gli avrei risposto io. E poi sarebbe scoppiato a ridere. Mio padre adorava verdermi così combattiva. Voleva che mi facessi valere e diceva sempre che gli ricordavo la mamma quando facevo in quel modo.
Ma non l'avrei sopportato in un certo senso.
Non lo so il perché... forse perché non mi andava di essere felice. Forse perché ormai non riuscivo a ridere...
forse perché in testa avevo solo Stone, l'idea che lui fosse scomparso, che fosse in pericolo e bisognoso di aiuto. Odiavo stare senza fare niente.
La biblioteca ormai era l'unico posto dove riuscissi a studiare. Mi fermai lì e iniziai a leggere la lezione che avremo affrontato il giorno dopo. Mi piaceva sapere le cose in anticipo. Così potevo ascoltare e capire meglio la lezione.
Ma quel pomeriggio evidentemente non potevo restare in pace.
Avevo letto solo due pagine quando qualcuno si sedette di fronte a me.
-ciao Lily. Ma studi sempre tu?- chiese una voce maschile divertita.
Non alzai lo sguardo ma riconobbi il ragazzo.
Era uno dei pochi miei colleghi che non odiavo.
Si chiamava Riccardo ed era simpatico e studioso, anche se mi prendeva spesso in giro scherzando a me.
Mi sedevo quasi sempre con lui a lezione di pozioni e mi aiutava molto volentieri e senza chiedere niente in cambio. Anche se io insistevo e infatti ero riuscita a dargli qualche ripetizioni sulla materia che gli usciva peggio, segretezza e inseguimento.
Avevo passato dei simpatici pomeriggi con lui.
-esattamente come fai tu Riky. Cosa c'è?- domandai.
-ecco... vedi... pensavo che sarebbe stato divertente andare al cinema insieme oggi. È uscito quel film comico con i tuoi due attori preferiti, ricordi? Magari ti passo a prendere io e ci andiamo insieme!- propose. Alzai lo sguardo incredula. Poi mi accigliai.
Ecco, ora odiavo anche lui.
-no grazie. Ho un impegno, scusami- e mi alzai freddamente.
Probabilmente cercò di dirmi qualcosa ma ormai ero scappata via.
Perché doveva essere tutto così complicato???
perché il mio cuore faceva sempre così male???
perché Stone non era tornato da me????????

******

Scorpius

Non so se voi avete bambini o avete mai avuto a che fare con una bambina di otto mesi.
Io si. E vi dirò che è ancora peggio di quando sono di poci giorni.
Va bene, piangono, strillano, dormono e mangiano.
A, dimenticavo, fanno i loro bisogni.
Molto probabilmente ti scegliano ogni tre ore se non di meno per mangiare e essere cambiati, ti fanno stare la notte sveglio per le coliche, ti rigettano sui vestiti tutta la pappa. Ma vi assicuro che è molto meglio in quel modo, rispetto a quando sono più grandi.
Perché quando sono più grandi non mangiano e dormono soltanto.
No, loro vogliono andare in giro, scoprire tutti i modi per farsi male, distruggere tutte le cose a portata di mano, buttano il cibo per terra o addosso a te, togliersi i vestiti, arrampicarsi, camminare, mangiare ogni cosa che trovano per terra.....
insomma un delirio di cose tutte da far venire i capelli bianchi.
Quindi, se mi vedete con l'aria malaticcia, magari con occhiaie fino a terra, magari con i capelli sporchi di pappa o altro, non pensate che sono pazzo.
Riuscirete benissimo a capire che è sabato, giorno in cui sono libero solo io per tutta la giornata e resto da solo con Hope.
Giorno in cui la mia bellissima figliola mi fa capire quanto sia fortunato ad avere una moglie che non si lamenta mai e che ci ama completamente e veramente. Altrimenti mi avrebbe ucciso molto tempo fa. Quando eravamo insieme ce la cavavamo molto meglio. Hope era più calma quando c'era sua madre, bastava la sua presenza a tranquillizzarla. Ma oggi lavorava tutto il giorno.
Erano passate già due ore da quando eravamo soli e in soggiorno sembrava essere scoppiata la terza guerra mondiale.
Perché, dimenticavo di dire, che Hope era magica.
E gli bastava davvero poco per far esplodere davvero le cose.
-Hope è l'ora dello yogurt! Hai fame?- chiesi fingendo molto più entusiasmo di quanto in realtà ne avevo.
Hope, che era seduta su quel che era rimasto del divano iniziò a battere le mani e gridare
-tie!!!!!!!!!! tsie!!!!!! sorrisi alla mia piccola e la presi in braccio. Lei si aggrappò con tutte le sue forze felice. Ma appena la misi sul seggiolone iniziò a strillare.
-noooooo- strillava non mollando il collo.
-piccola ma non posso darti la pappa se non stai seduta- cercai di spiegargli. Ma lei non mollava.
Perciò la presi in braccio di nuovo e andammo al frigo a prendere lo yogurt. Afferrato il barattolo cercai di chiuderlo più velocemente possibile. Ma lei aveva già iniziato a far levitare le cose. La tazza col sugo cadde a terra proprio sopra i miei piedi e la bottiglia d'acqua la seguii inevitabilmente, poco prima che ruscissi a chiudere il frigo.
Evitai di saltellare tenendomi il piede solo perché avevo Hope in braccio ma imprecai ad alta voce.
Poi guardai Hope. Spero non ricordi la parola che avevo detto, altrimenti Rose mi avrebbe ucciso davvero.
-Hope non si fa! Guarda che macello hai combinato!- la sgridai indicandogli il pavimento e il mio pantalone, ormai tutto rosso e bagnato.
-degtjarrrrrr- mi rispose lei con aria seria.
Basta col mio lavoro, da oggi in poi dovevo pensare costruire un traduttore per bambini.
Questa volta riuscii a metterla nel seggiolino e legargli il bavaglino.
-apri la bocca e fai ahmmm- dissi avvicinando il cucchiaio pieno. Lei obbedii e inghiottii felice.
-com'è lo yogurt alla fragola?- gli chiesi.
Lei si avvicinò la manina stretta a pugno con solo l'indice disteso e lo mosse sulla guancia per dire buono. Sorrisi orgoglioso. Avevano iniziato a imparare le cose che gli insegnavamo.
Era un piccolo genio la mia piccola, pensai orgoglioso.
Gli porsi il secondo cucchiaio e proprio quando era arravata alla bocca aperta, lei la socchiuse, mettendosi a soffiare.
E mi ritrovai lo yogurt tutto in faccia.
E mentre lei scoppiava a ridere pensai a quello stupido di Al che gli aveva insegnato a soffiare.

****

Lily

Stavo tornando verso casa quando lo percepii ancor prima di vederlo. Mi voltai e lo vidi in lontananza.
E iniziai a correre verso di lui.
Perché era lui, era Stone. Era davvero Stone.
Ed era lì per me, era tornato da me.
Arrivata da lui lo abbracciai forte ma lui non rispose.
Gli guardai il viso e lo vidi davvero. Era come nel mio sogno. Era e non era lui.
Mi prese con forza i polsi in una morsa gelata e sorrisi, un sorriso terrifincante, un sorriso da cattivo.
-sei mia- e poi mi baciò. E fu solo dolore e buio...

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