Cene, champagne e sorprese pt2
-vuoi esprimere un desiderio?- gli chiesi all'orecchio. Lei cercò i miei occhi e mi sorrise, mentre intorno a noi i fuochi d'artificio illuminavano tutta la città e il cielo, nascondendoci a sprazzi le stelle.
-come posso esprimere un desiderio dopo tutto questo. Tu sei tutto ciò che non sono mai riuscita a sperare perché mi è sempre sembrato troppo bello. E anche perché non riesco a immaginare un simile amore, è troppo immenso- disse sorridendo. Una luce bianca mi confermò che stava arrossendo, e la cosa mi fece sorridere mentre il mio cuore batteva a mille per le parole che mi aveva detto. E io ripensai al lungo discorso che mi ero fatto mille volte.
-io ho un desiderio. Un desiderio che possiamo esaudire insieme. Io e te.
Vorrei passare tutta la mia vita con te, condividere tutto, sia i lati negativi e specialmente i lati positivi di una vita insieme. Vorrei svegliarmi nella nostra casa con te accanto e addormentarmi la sera con te tra le braccia. Vorrei vedere il tuo sorriso splendido quando guarderai i nostri figli, vorrei stare con te fino alla fine dei miei giorni, perché anche la vecchiaia e l'ignoto della morte insieme a te non mi farà mai paura.
Ma tutto questo dipende dalla tua risposta- e mi inginocchiai davanti a lei. Lacrime scendevano dagli occhi di Amber, speravo per la commozione, mentre tiravo fuori il cofanetto e lo aprivo.
-vuoi esaudire il mio desiderio?-
-si, basta che sia davvero per sempre!- disse lei felice.
*****
I fuochi di artificio erano bellissimi. Ed erano tutti marca Weasley! Sorrisi mentre osservavo un drago volare per il giardino. Poi mi fece l'occhiolino, prima di andare un po' più lontano. E io, come se fossi di nuovo piccola, come se fosse uno strano sogno, lo seguì. Era così bello. E poi mi aveva chiesto lui di seguirlo. Mi ritrovai nel canneto e lo guardai volare verso il cielo. E poi mi voltai all'improvviso per un movimento appena sentito. E trovai lui. Sorrisi e gli misi subito le bracciai al collo, avvicinandomi a lui.
-sai che mi hai spaventato? Volevi farmi prendere un infarto?- scherzai. Lui mi guardò serio, mentre notavo nei suoi occhi una qualche inquietudine.
-è passato un anno. Un anno preciso da quando, grazie a te, ho iniziato a percepire un qualcosa nel petto. Un qualcosa che ancora non riesco a credere di avere. Ma altrimenti come farei a provare qualcosa per te?- mi chiese lui quasi afflitto. Lo guardai accigliata.
-da dove è venuta tutta questa allegria? Guarda che non riesco a stare dietro a tutto questo entusiasmo!- ironizzai. Lui sospirò. Sembrava volesse iniziare un discorso difficile e molto tetro.
Io lo guardai preoccupata, qualcosa simile al ghiaccio nel cuore.
Lo bloccai mettendogli due dita sulle labbra.
-Se quello che vuoi dirmi è qualcosa del tipo "siamo troppo diversi", o "potrei farti del male", oppure peggio ancora "sono un mostro e non merito amore" puoi anche evitare di sprecare il fiato. Se invece vuoi dirmi che mi amerai per sempre lo accetto!- dissi risoluta e alla fine sorrisi.
Lui mi baciò piano le dita sulla sua bocca. Poi chiuse gli occhi e li riaprì, mentre cambiavano. L'ombra si era acquietata, era più tranquilla e serena, il suo ghiaccio quasi sciolto.
-ti amerò per sempre, qualunque cosa possa mai succedere- disse lui. E poi mi baciò.
******
Un cuore che batteva forte. Anzi, l'eco di un cuore, quasi fossero due, mi lasciarono perplessa, nel mio piccolo oblio. Poi aprì gli occhi. Vidi gli occhi preoccupati e ansiosi di Scorpius e poi la stanza intorno a noi. Eravamo nella nostra stanza, sul letto. Il volto di Scorpius era la preoccupazione fatta in persona. Sorrisi toccandogli il viso e lisciando una ruga intorno agli occhi, perché era accigliato. L'espressione si addolcì ma gli occhi erano ancora preoccupati.
-come ti senti?- chiese.
-bene. Anzi, direi benissimo, anche se so che tu pensi il contrario. Che mi sono persa?- chiesi sedendomi.
-un mio quasi infarto. Vuoi che andiamo dai tuoi? Vuoi qualcosa? Non ho la minima idea di cosa però chiedi e la prenderò- disse serio.
-avrei voglia di anguria a dire il vero. Ma non penso ci sia in giro in questo periodo. Comunque non ti preoccupare, la febbre deve avermi lasciato delle vitamine in meno. Avrò un calo di ferro a qualcosa del genere. Quindi tutto bene! Scusami se sono svenuta- dissi alzandomi. Lui mi attirò di nuovo sul letto, accanto a lui.
-Rose, domani andrai a farti un controllo completo. Dobbiamo scoprire perché stai male. Non penso che riuscirò a vederti svenire un'altra volta. Il mio cuore potrebbe non reggere- disse. Io sorrisi e lo baciai. Lo baciai con forza dandogli la dimostrazione che stavo bene. Anzi, più che bene in quel momento. Avevo solo una voglia matta. Mi staccai dalle sue labbra sorridendo.
-saresti ancora disposto a darmi qualunque cosa voglio?-chiesi.
Lui annuì, aspettandosi chissà cosa.
-andiamo a cercare dell'anguria?- chiesi.
*****
La guardai tra le mie braccia. Mi chiedevo come la sua anima potesse brillare così forte. Altro che fuochi di artificio o stelle. Altro che la luce della luna. Anche quella del sole sembrava una semplice candela in confronto a lei.
La guardai mentre tutto dentro di me chiedeva di averla. La volevo ma una piccola parte di me, minuscola, mi fermava. Quella che ormai, per quanto piccola, sembrava aver preso il sopravvento su di me. E mi faceva amare quest'anima pura e bianca che era da sempre il mio sogno, ma non in senso positivo.
Ci avevo pensato. Era così pazzesco. Era così sbagliato. Non so cosa gli avrei detto se lei non mi avesse fermato. Probabilmente una delle tante cose che aveva detto lei di non dire.
Era incredibile come potesse guardarmi dentro senza nessun potere. Ed era umiliante.
Dovevo essere io a guardarle dentro.
Io avevo poteri incredibili, io ero un mostro che raccoglieva tutto di tutti. Eppure dentro lei non vedevo altro che bianco. Era da tanto che quasi non osavo leggergli la mente. Guardavo un po' il suo futuro, per essere sempre lì quando avesse bisogno. Ma non vedevo più chiaramente. Forse l'amore offuscava tutto. Forse era il suo splendore, non sapevo. Ma per me lei era sempre una scoperta nuova, il che era sconvolgente per me. Ma era anche bello in un certo senso.
E stringerla tra le mie braccia e baciarla era una cosa così strana, così nuova ma così magnifica che non riuscivo quasi a esprimere tutto a parole.
Pensai un attimo alle mie motivazioni. Al pericolo che lei correva se quella piccola parte perdesse anche solo per un attimo la padronanza di tutto me stesso. Ma un cambiamento del bacio, che divenne più intenso, mi fece vacillare. Persi il filo del discorso. Mi persi in lei nuovamente.
******
Un'anguria. Guardai Rose sorridendo mentre metteva sul tagliere il nostro trofeo e mi guardava felice.
-vuoi che la taglio io?- chiesi mentre mi avvicinavo al cassetto delle posate.
Li scosse il capo e guardò l'anguria. Si accigliò leggermente, e poi l'anguria si divise in tanti spicchi perfetti. Ne prese uno contenta e iniziò a mangiarla di gusto. Io sorrisi e presi una fetta mangiandola più piano. Ma era davvero buona.
Guardai Rose mentre finiva la sua fetta soddisfatta e si asciugava una goccia colata fino al mento. Arrivai veloce e fermarla e gli leccai veloce ogni traccia di quella goccia. La sentì sospirare e poi mi prese la mano che avevo messo su suo viso, portandola al suo ventre. Quel gesto mi fece tornare subito i miei pensieri. La guardai negli occhi e li vidi riempirsi di lacrime.
-ritorniamo a quello che volevi chiedermi prima?- chiese. Con l'altra mano gli asciugai una delle troppe lacrime per poterle asciugare tutte.
-Rose io...- pensai alla richiesta che gli volevo fare. Pensai alla piccola cosa che avevo in tasca.
Ma nel farlo avevo distolto gli occhi da lei e subito la sua mano mi richiamò all'attenzione.
-penso di essere incinta. E anche da un po'... ho almeno due mesi di ritardo- disse lei sorprendendomi.
-così tanto? E perché non mi hai detto niente?- chiesi sconcertato.
-perché non me ne ero resa conto fino a stamattina. Ricordi l'altra volta? Tutta la tensione che ho avuto addosso fino a quando non abbiamo scoperto che non era vero? Non volevo più ripeterlo. Ero terrorizzata dal fatto che il mese successivo sarei stata lì a pensare e contare di nuovo i giorni. Allora ho lasciato stare tutto. Ho ignorato il calendario dove prima segnavo i giorni, ho ignorato il tutto. Ed è andato tutto bene, fino a stamattina, dove ho fatto due più due di tutto quello che mi è successo. Allora ho fatto un rapido calcolo e ho realizzato che.. che potrei davvero esserlo...- le lacrime continuavo a scendere e io abbandonai il suo ventre per prendere tutto il suo viso tra le mani.
-Rose perché questo fiume? È una cosa meravigliosa- dissi. Lei scosse il capo, tirò su col naso e forse tentò di trattenere le lacrime.
-è sbagliato. Non doveva essere ora. Non doveva andare così- disse tra i singhiozzi. La strinsi forte a me e lei si aggrappò al mio collo.
-se deve andare così, vuol dire che doveva andare così. È si, probabilmente è troppo presto. Probabilmente sarebbe stato meglio tra qualche anno, ma ciò non vuol dire che questo non ci farà fare quello che volevamo fare prima. Faremo di tutto per realizzare i nostri sogni, del resto questo è un nostro sogno anche, giusto? Solo un po' presto ma non per questo sgradito. Anzi, è una cosa meravigliosa. E la supereremo insieme- lei mi baciò. Sentivo il sapore delle sue lacrime insieme al suo sapore e anche il suo bisogno di affetto. Speravo di essere riuscito a rincuorarla. Speravo di riuscire a mantenere queste promesse.
E speravo che quello che stavo per fare non avesse peggiorato le cose. Mi staccai da lei e guardai il suo viso ora sorridente, tra le lacrime.
-come stai?- chiesi come uno sciocco.
-come una fontana- rispose ridendo.
Sorrisi anch'io, poi gli presi la mano e la guardai negli occhi diventando serio.
-è da un po' che ci penso. Anzi, da un bel po'. È anche da un po' che penso al discorso da fare. O a come fare la sorpresa. Avevo pensato che momento più bello di questa sera non potesse essere. Che il mio discorso era stato così ben pensato che avrebbe reso tutto perfetto e indimenticabile. Ma quello che stò dicendo non centra niente col discorso che avevo pensato. Non una parola è uguale e infatti mi trovo a vaneggiare..- sorrisi mentre lei rideva, e mi guardava incoraggiante.
-solo di una cosa mi stò rammaricando. Di aver aspettato a chiedertelo. Perché ora sembra che siano due cose estremamente legate, ma non è così. Tu oggi mi hai dato una possibile notizia che mi stà rendendo l'uomo più felice della terra.
Ma io ero qui per chiederti di farmi diventare l'uomo più felice della terra, sposandomi- presi il cofanetto nero e l'aprì.
-vuoi rendermi doppiamente l'uomo più felice della terra?- chiesi inginocchiandomi.
Altre lacrime scendevano dagli occhi di Rose, che però annuì, forse incapace di continuare. Presi l'anello dalla custodia e glielo infilai al dito. Lo guardai notando come gli stava bene, e poi tornai al suo viso.
Lei fece un grande respiro.
-ora puoi baciare la tua promessa sposa- disse lei in un sussurro. Io sorrisi e la baciai, mentre tre cuore battevano forti ed emozionati quasi all'unisono.
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