Cane


Piccolo, color grigio e scodinzolante. Un cane correva tranquillo nel bosco.
Un tempo la sua padroncina adorava correre con lui, ma da quando lo aveva abbandonato lì lui continuava a correre sperando si rivederla tornare. Ma ormai erano passati anni e il cane percorreva le stesse strade più per abitudine che per vera speranza. E ora, mentre tornava dal paesino dove il solito signore gli lasciava sempre qualcosa da mangiare per cena, scodinzolava tranquillo, senza altri pensieri se non farsi una bella dormita. Ma quella notte nel bosco c'era qualcosa di strano. Si fermò mentre al suo naso arrivava un odore insolito.
Era sicuro di non averlo mai sentito prima, ma era al tempo stesso qualcosa di familiare.
Come se richiamasse in lui qualcosa di particolare, di conosciuto ma al tempo stesso non conosciuto.
Un istinto primitivo gli diceva cos'era, ma lui non riusciva a capirlo davvero.
Continuò a fiutare e a guardarsi intorno, sentendo tutti i rumori.
Alzò lo sguardo al cielo e vide la luna piena illuminare tutto, mentre un rumore alle sue spalle lo fece voltare, pronto ad attaccare o a scappare a seconda del pericolo. E vide dei grandi occhi rossi che lo fissavano.
E poi non vide più niente.

****

L'abitudine di fare colazione leggendo il giornale era una cosa che io odiavo. Era assurdo pensare che la cronaca del giorno prima potesse allietare la giornata. Buona nuova nessuna nuova, diceva un detto babbano che mia madre mi aveva ripetuto molte volte quando ero piccola, e sapevo che aveva ragione. La maggior parte dei giornali in prima pagina non aveva che notizie orribili, tipo morti, incidenti, catastrofi ecc.. come fa uno a iniziare bene la giornata se inizia a leggere queste cose??? Cosa assai diversa pensava Scorpius, che ogni mattina, accanto alla sua tazza di caffè, ci metteva sempre il giornale. Quella mattina lo guardai aprire il giornale con più attenzione del solito. Come un paio di giorni a questa parte, mi ero svegliata con la solita nausea e ora sorseggiavo un po' di tè molto leggero con il limone. E intanto guardavo il viso di Scorpius cambiare, a seconda della notizia che leggeva.
Mio padre e mia madre erano grandi lettori di giornali. Del resto mia madre era anche il direttore di uno dei giornali più importanti e letti tra i maghi. E loro mi avevano sempre insegnato che non bisogna mai interrompere una persona mentre legge il giornale. Ma pensare ai miei genitori in quel momento mi rese triste.
Non immaginavo neanche la loro reazione sia a matrimonio, che specialmente alla notizia dell'arrivo del bambino.
Specialmente dopo quello che era successo. Immaginai di dargli la notizia prima di "mrs. vipera".
Certo mio padre sarebbe impazzito per un po', ma gli altri sarebbero stati contenti, specialmente mia madre, e quindi alla fine tutto sarebbe andato bene. E poi sapevo che mio padre non avrebbe resistito al bambino. Lui adorava i bambini.
E per quanto l'idea di diventare nonno magari non gli andava molto, sarebbe stato un nonno meraviglioso.
Ma ora non si sarebbe scioccato solo mio padre.
Immaginavo la reazione di tutti i miei numerosi parenti. E immaginavo cosa sarebbe rimasto di Scorpius dopo un confronto con loro.
Mio figlio non poteva diventare orfano di padre ancor prima di nascere. Sorrisi e poi finì il tè. Guardai ancora Scorpius che era arrivato quasi a metà giornale. Lo poggiò sul tavolo e mi sorrise.
-come va' la nausea oggi?- chiese.
-controllabile. Cosa dice di interessante il giornale? Qualche notizia bella?- chiesi.
Lui mi fissò accigliato ma rispose,
-nessuna in particolare. Si lamentano di tutto come al solito- disse lui sapendo che non volevo sapere di più. Ma durante la sua lettura avevo notato che qualcosa l'aveva preoccupato.
Ma se non voleva dirlo forse era meglio non saperlo.

Lui si alzò e guardò l'ora.
-devo andare purtroppo. Allora, ci sentiamo a pranzo? Stavo pensando che possiamo andare insieme a mangiare qualcosa in quel ristorante vicino agli uffici del ministero dell'ultima volta. Che ne dici??- mi chiese mentre mi accarezzava la guancia. Io sorrisi sistemandogli meglio il colletto della camicia che portava.
-si. Così mi puoi raccontare com'è andata la "revisione" del tuo elaborato. Sono sicura che il tuo professore sarà enormemente sorpreso della scoperta che hai fatto. Ma mi raccomando, sai a cosa devi stare attento, vero?- chiesi seria guardandolo accigliata.
Lui sorrise e mi baciò le labbra.
-non ti preoccupare, sistemerò anche quel fatto. E starò molto più che attento. Non farò mai più qualcosa che ti possa ferire- disse per poi scomparire. Io fissai il punto dov'era scomparso con il cuore che singhiozzava.
-non fare promesse- sussurrai oramai al nulla.

*****

Ero arrivato troppo tardi. Avevo già suonato il campanello quando avevo avvertito che lui si era smaterializzato. E poco dopo venne ad aprire Rose. Era ancora in vestaglia e benché il suo sguardo prima era molto triste, guardandomi cambiò totalmente.
-sei tornato- disse e mi sorrise. Non capì il perché.
Era stata tutta colpa mia se mesi fa lei stava per morire. E ora invece era contenta che fossi tornato. Non la capivo proprio.
-Lily sa che sei tornato?- chiese un attimo interdetta.
-Volevo parlare con Scorpius ma a quanto vedo non c'è- dissi semplicemente ignorando la domanda.
-si, se né appena andato. Vuoi qualcosa in particolare? Ti posso aiutare?- domandò.
-no... io...- la guardai meglio. C'era qualcosa di diverso in lei. Qualcosa che risvegliò tutti i miei poteri di predatore. Ero stato creato per trovare le anime peggiori e potenti dell'universo. E ora sentivo vicino una tale potenza che mi fece irrigidire. Ma non capivo come facesse a venire da Rose. Insomma, la sua anima era decisamente migliore della maggior parte delle persone sulla terra. Il suo potere così particolare la teneva anche un gradino più su di molti maghi che si definivano grandiosi e potenti. Ma la potenza che c'era ora in lei era ben diversa. Era qualcosa di...
qualcosa nel mio aspetto, oltre che nelle mie sensazioni doveva essere cambiato. La vidi indietreggiare e toccarsi appena lo stomaco.
-scusami- disse per poi scappare dentro. Rimasi decisamente interdetto, mentre il mio istinto mi ordinava di fermarla e ucciderla subito, per prendere quell'anima intrisa di potere. Mi appoggiai allo stipite della porta. Non potevo ucciderla. Non potevo fare una cosa del genere.
Ma dovevo capire cosa stava succedendo. Ma non ora. Dovevo andare a sfamarmi. Non potevo rischiare di perdere il controllo. Chiusi la porta aperta a poi svanì, verso casa di Scorpius. Volevo andare con lui a recuperare le ultime scatole, ma sarei andato ora da solo visto che non c'era.
Non potevo fare altrimenti, se non voleva che mi cibassi dell'anima della sua amata.

****

Tirai lo scarico facendo andare via i resti della mia colazione e mi sciacqua la bocca dal sapore bruttissimo del vomito. Non sarei riuscita ad andare avanti così per molto. Ero alla 9° settimana il che voleva dire che dovevo aspettare almeno fino alla 12° che la nausea sparisse. O almeno così speravo. Non avrei resistito già tre settimane, figuriamoci di più. Pulita la bocca tornai da Stone, che però non c'era. Doveva essersene andato. Magari era andato da Scorpius.
Qualcosa dentro di me era contento che se ne fosse andato. Era cambiato mentre mi guardava.
I suoi occhi erano proprio cambiati di colore, scurendosi e arrivando a diventare rossi, si era irrigidito e avevo provato un moto di paura verso di lui, prima che il mio stomaco rispondesse rivoltandosi. Quest'incontro mi aveva spossato più di quanto potessi immaginare. Andai nella mia stanza e mi iniziai a vestire, altrimenti sarei arrivata in ritardo. Avevo scelto i jeans che adoravo molto. Erano normali, blu scuro, con le cuciture verdi ed evidenti che mi piacevano tanto. Erano anche pantaloni che mi stavano generalmente larghi e con cui quindi andavo sempre in giro perché erano il massimo della comodità. E ora li chiusi guardandomi allo specchio. La mia pancia ora era leggermente rotonda, i miei fianchi si erano allargati un po' e i jeans che tanto adoravo perché mi stavano larghi ora andavano leggermente stretti. Anzi, semplicemente stretti. Non mi era mai successo fino ad allora. Mi toccai la pancia e sorrisi come un ebete. Il mio bombo stava crescendo. Pensai a quanto stesse effettivamente crescendo. L'altra volta avevo letto da qualche parte l'informazione sulla nausea che scompariva alla 12° settimana ma non sapevo nient'altro sull'argomento. Mi cambiai anche la maglia e poi, messo il cappotto uscì. Ma non più per andare a lezione. Ma per andare in biblioteca.

Allora: cambiamenti della madre.
Inizia a leggere.
-perdita dell'appetito.
Ci riflettei su. In realtà tranne la mattina avevo sempre una grande fame...
-continua nausea. Si questa c'era.
-gambe e piedi gonfi per ritenzione idrica.
In effetti trovavo un po' più scomodo stare in piedi rispetto al solito.
-i fianchi si allargano e vari disturbi.
Ecco spiegato il mistero pantaloni. Sorrisi passando alla parte che più agognavo di leggere :
cambiamenti del bambino
-si formano bocca, lingua, naso, polsi, orecchie, palpebre, apparato nervoso e muscolare.
-si sviluppa lo stomaco, la vescica e il retto.
-si inizia a sviluppare l'organo sessuale.
Sorrisi. Il mio bambino aveva già le palpebre. E un naso. E le orecchie. E tutto il resto!
Quasi mi vennero le lacrime agli occhi mentre mi sfioravo lo stomaco. Ma un attimo.
Io sono appena entrata al terzo mese. Questo era il secondo. Continuai a leggere saltando direttamente al mio piccolo.
-si sentono i battiti. Questo lo sapevo già con grande commozione mia. Il cuore del mio piccolino era meraviglioso. Non penso possa esistere suono più bello di quello.
-gli arti sono proporzionali secondo la lunghezza del corpo.
-il sistema nervoso è completamente formato.
-Ha la sensibilità al tatto.
-inizia a muoversi.
Il mio bambino di muoveva. Poteva muoversi. E iniziava a sentire le cose. Possedeva il tatto.
Ora si che mi stavano scendendo le lacrime dagli occhi. Era così bello!
Felice presi quel libro enorme che volevo studiare e magari far vedere anche a Scorpius. L'avrei preso in prestito e poi riportato in biblioteca.
Sorrisi felice mentre mi incamminavo verso a casa a piedi. Come mi sembrava bello in mondo quella mattina. Come era straordinario il cielo azzurro, le nuvole bianche con tutte quelle belle nuvole. Com'erano belli i fiori e il verde che c'era intorno. Per non parlare degli alberi, che secondo me era meravigliosi. Ad un certo punto, l'unica cosa che mi fece fermare e riflettere sulla mia felicità fu un cane. Era piccolino, un bastardino sicuro, e stava accucciato piagnucolando.
Mi avvicinai guardandolo. Avevo il pelo grigo chiaro, due occhioni marroni enormi e le orecchie che stavano all'insù erano ora abbassate perché era triste. Era davvero minuscolo, doveva avere solo qualche mese. E non aveva guinzaglio.
Mi inginocchiai e provai ad accarezzarlo.
Lui prese a leccarmi la mano e le sue orecchie si alzarono mentre mi guardava e leccava curioso. Io presi a ridere.
-sei davvero un bel cucciolotto- dissi prendendolo in braccio. Non riuscivo a pensare che mentre ero così felice lui potesse essere triste. Doveva essere felice con me. Intanto cercai di ricordarmi cosa mi aveva detto Scorpius dei cani.
Non ne aveva mai avuto uno. Ma c'era un'informazione che non ricordavo bene...
mi strinsi nelle spalle e poi il cane mi leccò la guancia e io scoppiai a ridere.
Come potevo non portarlo a casa?

******

Uscì dall'aula ancora incredulo. Ce l'avevo fatta. Era incredibile. Ero diventato un indicibile. Avrei voluto abbracciare il mio professore quando, dopo aver visto la mia scoperta mi aveva fatto incontrare con tutti gli altri professori e con il responsabile della sezione misteri del ministero della magia. Specialmente dopo la grande notizia.
Notizia rovinata un po' dalla persona che avevo accanto. Stefany. Anche lei aveva avuto questo premio. E alla fine non potevo neanche dire che non fosse un po' merito anche suo. Del resto l'ultima parte dell'esperimento era stata utile.
Prima di avermi pugnalato alle spalle, intendevo.
Stavo per andarmene per il mio appuntamento con Rose quando lei mi fermò poco prima che mi smaterializzassi.
-Scorpius posso parlarti?- chiese.
La guardai gelido.
-cosa vuoi?- chiesi sgarbato.
-mi dispiace davvero. So che è colpa mia che tu e Rose vi siete lasciati ma secondo me è meglio così. Insomma, puoi trovare mille volte qualcuno meglio di lei e ...- ma la interruppi arrabbiato.
-io e Rose non ci siamo lasciati. Io la amo, e l'amore supera anche i tuoi sporchi piani. Spero di non rivederti più- e me ne andai, lasciandola spiazzata. Speravo davvero non mi desse più fastidio.

Arrivato al luogo dell'appuntamento andai verso dentro sicuro, aspettandomi che Rose fosse al nostro solito tavolo, quando la notai invece nei tavolini fuori.
Mi avvicinai a lei incuriosito. La vidi sfogliare un libro enorme e sorridere felice.
Quanto l'amavo? Quanto era bella quando era così felice? Tutte le mie preoccupazioni scomparivano quando la vedevo. Solo che, arrivato al tavolo notai che c'era qualcosa che non andava. Al guinzaglio, legato al polso di Rose, un cagnolino piccolino scodinzolava verso di me.
-io odio i cani- dissi.

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