32
Astoria
Quanto era tenera la mia nipotina. E quanto assomigliava al mio bambino. Ricordavo ancora il mio piccolo Scorpius.
Era bellissimo. Anche se all'epoca era stato dannatamente difficile stare con lui.
Ricordavo ancora tutti i problemi quando ero in cinta.
Seconda la mia cara guaritrice il mio bambino era in pericolo. Ero dovuta rimanere ferma e immobile per quasi nove mesi. Altrimenti avrei perso quel bambino.
Perché? Perché il mio corpo, per quale strana legge della natura, non era fatto per partorire un bambino.
Quando mi ero sposata era risultato che non avrei mai avuto un bambino. Ero affetta da infertilità.
E invece eccomi qui, con tra le braccia la mia nipotina. La figlia di mio figlio, che secondo tutti gli esperti non avrei mai dovuto avere.
Avevo lottato fino allo stremo per avere Scorpius.
Peccato che lui mi odiasse.
Fin dentro la pancia. In quei nove mesi non ero riuscita a mangiare niente che lui mi faceva vomitare tutto. Ero alimentata attraverso flebo.
Non riuscivo a dormire, non potevo stare sdraiata ne seduta per più di trenta minuti.
Ricordavo ancora con orrore ed esasperazione quei mesi. Era da tanto che non ci pensavo.
Tremavo quasi scossa dalla rabbia che ritornava.
Guardai Hope. Sorrideva spensierata nella sua culla, dormendo tranquilla.
Ricordavo anche che anche con tutti questi problemi, all'inizio ero positiva. Tutto sarebbe passato appena l'avrei preso in braccio. Tutto sarebbe cambiato.
Il suo sorriso, il suo viso da angelo, tutto di lui avrei amato. Del resto era pur sempre il mio bambino.
Ma lui aveva fin da subito fatto il torto peggiore a una madre. Si era rifiutato di prendere il latte dal mio seno. Ricordo ancora tutte le rassicurazioni degli altri. Era una cosa naturale per molti bambini.
I bambini che non sono nati col parto naturale lo fanno spesso. Certo, spesso. Peccato che dopo alcuni test abbiamo scoperto che il mio latte aveva una quantità di acidi che lo rendeva imbevibile.
Ecco l'ennesima batosta. Il mio corpo non era adatto a fare la madre. Inutile mentire ancora.
Ero una madre ma non potevo esserlo davvero.
Strinsi le mani mentre sentivo il dolore tornare ancora. Mentre ricordavo quei momenti terribili per me. Da quel momento in poi mi ero rifiutata di stare con lui. Non dovevo diventare madre. Non ero adatta.
Non ero una madre. Affidai il bambino all'elfo domestico. Era pur sempre il figlio che Draco voleva.
Il suo erede. Ma sarebbe stato meglio senza una madre che non poteva davvero essere una buona madre.
Quanto avevo sofferto. Draco aveva cercato di farmi ricredere innumerevoli volte. Ma appena prendevo in braccio Scorpius lui piangeva. Quando tentavo di dargli le pappa lui vomitava tutto.
Quando piangeva che si era fatto male correva dall'elfo. Io non ero sua madre per lui.
Avevo abbandonato presto le speranze.
Avevo deciso di non tentarci più.
****
Rose
-come stà la tua bimba?- mi chiese Marck, mio collega indicibile. Io sorrisi sedendomi accanto a lui al tavolo degli esperimenti.
-bene. È così bella. E stà già crescendo tanto.
Manca poco che ce la ritroviamo a gattonare in giro insieme a Briciola- risi al solo pensiero.
-è già così vivace? Il figlio di mio fratello ha sette mesi e ancora mangia e dorme soltanto- mi raccontò lui.
-no, Hope invece vuole già andare in giro.
Tra le braccia odia stare sdraiata. Vuole stare seduta.
E tra poco secondo me lo starà anche da sola.
Ieri mentre la vestivo si è riuscita a togliere le calze.
E rideva come una pazza- anche io avevo riso molto.
La mia bimba. Soffrivo a stargli così lontana.
Guardai l'orologio. Non la vedevo già da 60 minuti.
Un'infinità di tempo. Chissà cosa stava facendo.
Chissà se andava tutto bene. Chissà se anche lei sentiva la mia mancanza.
****
Astoria
Avevo sempre guardato con invidia l'elfo domestico mentre stava con Scorpius. Appena mi avvicinavo io lui piangeva disperato. Invece Hope sembrava apprezzare la mia pazienza. Quando si svegliò lanciando le sue piccole urla, mi vide affacciarmi dalla culla e smise subito. Allungò le braccia verso di me.
E io la presi subito.
Forse non ero stata una buona madre. Ma forse potevo riuscire a essere almeno una buona nonna.
Mentre mi avviavo con la bimba in braccio verso la cucina per prendere il latte, notai il cane che mi seguiva scodinzolando.
Un cane. Un cane era pericoloso per una bambina.
Era un portatore di germi, di pulci, di malattie varie.
Poteva perfino ammattire e azzannare il padrone.
O peggio la bambina.
Mi allontanai da lui ma continuò a seguirci lo stesso.
Non andava per niente bene. La bimba si lamentò tra le mie braccia e mi ricordai che dovevo prendere il latte. Lo presi e lo riscaldai con la magia.
Odiavo i fornelli. Io avevo da sempre detto agli elfi cosa cucinare, non avevo mai toccato davvero cibo non cotto.
Mi sedetti sul divano e lei iniziò a mangiare tranquilla.
Mi fermai a guardarla basita. Era una sensazione meravigliosa. Ero... ero felice.
Si, felice finalmente.
****
Piangeva. La nonna piangeva. Gli uomini.
Anzi, meglio, le donne. Che esseri strani erano.
Non si capivano neanche tra loro.
Guardai Hope. Anche lei sarebbe diventata come tutte le donne? Se era così, la mia futura esistenza mi avrebbe portato all'esaurimento.
****
Scorpius
Era l'ora X. Di sicuro Rose era di ritorno a casa.
Avrei aspettato due minuti. E poi dovevo chiamarla.
Dovevo assicurarmi che la bimba stesse bene.
Avevo già preso il telefono quando verso di me arrivò il capo. Lo posai subito in tasca mentre l'osservavo.
Camminava con i soliti mille fogli in mano, e come al solito camminava leggendoli. Quante cose aveva perso in quel modo? E quante altre persone erano state accusate da lui di averle perse quelle cose?
Ma infondo era solo sbadato. E non lo avrebbe mai ammesso però.
-Signor Malfoy. Ho letto i suoi ultimi lavori.
È riuscito egregiamente a realizzare la pozione contro quella specie insolita di lupi giganti. Ora la stiamo producendo e distribuendo come richiesto agli auror.
Ma voglio che lei si concentri ora su qualcos'altro-
e finalmente alzò gli occhi dai fogli.
-su cosa signore?- chiesi.
-su cosa sono quei lupi. Per aver realizzato quella pozione lei deve avere idea di cosa sono. Bene, voglio un lavoro serio e pieno di particolari su cosa sono o non sono. Su come sono nati. Perché non ci vuole certo un genio per capire che qualcuno qui ha scherzato con madre natura creandoli- disse.
-va bene signore. Devo procedere da solo?- domandai.
-no. Ecco la lista dei suoi collaboratori- e mi diede un foglio. Appena scomparve dalla porta io mi avviai verso l'uscita e chiamai a Rose.
-come stà Hope?- chiesi subito.
-bene. Stà dormendo. Ma scusami, non si saluta neanche?- scherzò lei fingendosi arrabbiata.
-ciao amore. Tutto a posto a lavoro?- chiesi ora più rilassato.
-si. Tutto a posto. Però Hope mi è mancata- rispose.
-e mia madre? Si è comportata bene dici?- chiesi preoccupato di nuovo dalla risposta.
Lei rise.
-Scorpius ti ho detto che non dovevi essere preoccupato. Ho trovato tua madre che addormentava Hope con una ninna nanna. Dovevi vedere che bel sorriso avevano entrambe. Ora se né andata subito, doveva fare delle cose. Ero indecisa se accompagnarla o meno ma c'era Hope che dormiva quindi non potevo.
Come va' invece a te? Che stai facendo?-
-solite cose. Poi ti racconto. Un bacio amore. A dopo- e chiusi. Ok, era andata bene. Hope stava bene.
Ma la mia inquietudine non passò. Ero ancora preoccupato. Insomma, la donna che aveva reso la mia infanzia tanto orribile, con l'aiuto di mio padre, non poteva essere svanita davvero. Lanciai una veloce occhiata ai miei collaboratori.
Jeffer Stuart
Nick Parker
erano due amici. Mi sarei trovato bene a lavorare con loro.
E poi lessi l'ultimo nome. Ma cos'era?
Una congiura?
Uno scherzo di cattivo gusto?
Ok, iniziavo a essere stanco del destino.
*****
Greyback
Ero in quella prigione da anni.
Avevo ormai perso il conto. Inoltre ero solo.
La mia trasformazione a ogni luna piena aveva reso impossibile assegnarmi un compagno di cella.
E ogni volta non potevo fare altro che distruggermi da solo. Stavo ululando alla luna come avevo fatto da tanti anni quando qualcuno mi rispose.
Un ululato forte, seguito da altri più deboli.
Ma dannatamente vicini.
Con tutte le mie forze tentai di uscire da quella dannata prigione per poter raggiungerli.
Ma non ce la facevo.
Non potevo farcela.
Ci avevo provato da anni. Era inutile.
Ma fino ad ora nessuno aveva mai tentato di liberarmi. Mentre mi arrendevo ululando più forte che potevo, la parete della cella andò in frantumi.
I miei occhi da lupo vedevano attraverso tutta quella cenere e polvere sparsa per l'aria.
Notai un uomo in piedi, la mano verso la parete come se fosse stato lui a distruggerla col suo potere.
E poi notai il grande lupo accanto a lui.
E tutta la mia rabbia, tutta la mia voglia di gettarmi contro quel dannato umano scomparve, perché ora vedevo solo quegli enormi occhi da lupo.
Avevamo una missione. Una missione che riuscì a farmi sapere attraverso quegli occhi.
E io avrei obbedito, avrei fatto tutto quello che volevano, mi sarei ripreso il mondo che mi avevano da sempre cacciato e che ora sarebbe diventato nostro.
Avrei ucciso tutti i maghi del mondo.
*****
Harry
Stavo dormendo serenamente quando l'incantesimo per la protezione della casa scattò, facendomi notare che qualcuno aveva tentato di smaterializzarsi in casa.
Mi alzai di scatto, mettendo gli occhiali e la bacchetta sempre a portata di mano, e andai verso la finestra.
Il mio giovane assistente era a terra davanti al cancello del giardino, sbalzato via dall'incantesimo.
Corsi fuori mentre Ginny mi guardava con gli occhi ancora pieni di sonno.
-cosa è successo?- domandò disorientata.
Fu quella stessa la domanda che posi a Broke, che tentava di rialzarsi in piedi.
-un attacco ad Azkaban. Un branco di quei super lupi- disse terrorizzato. Bastò un movimento di bacchetta.
Ero già vestito. Guardai Ginny che mi aveva raggiunta preoccupata.
-vai a casa e stai attenta a Lily. Io devo andare- la baciai con passione ma brevemente.
L'ultima cosa che vidi nei suoi occhi fu la sua supplica: "ritorna".
-hai chiamato Ron?- chiesi voltandomi verso Broke.
-dovevo prima avvisare lei. Vado ora?-
-si, digli che lo aspetto ad Azkaban- e mi smaterializzai.
***
Rose
Mi alzai di scatto. Era stato un rumore così forte che non potevo sbagliarmi.
Poi sentì un ringhio forte e pieno di rabbia.
Scossi Scorpius mentre scendevo dal letto e corsi nella stanza di Hope.
E rimasi impietrita sulla porta.
La parete con la finestra era distrutta.
Un enorme lupo torreggiava sulle macerie.
Ringhiava verso Briciola, che in piedi proteggeva la culla. E dentro la culla Hope era seduta a guardare il lupo. Non piangeva come avrebbe fatto qualsiasi altra bambina, anzi a dire il vero come avrebbe fatto anche qualsiasi persona.
Sentì Scorpius arrivare dietro di me e appellare con la bacchetta le pozioni che aveva fatto per distruggere i lupi. Io non guardavo il lupo.
Non riuscivo a togliere gli occhi da quelli di Hope.
Che ricambiava lo sguardo.
I suoi occhi grigi lampeggiarono di una luce dorata.
Poi Hope chiuse gli occhi.
E il lupo iniziò l'attacco.
Ma bastò un gesto con la mano.
Feci volare il lupo lontano, a sbattere contro l'altra parete.
Mi guardai la mano.
Il mio potere era tornato.
E Scorpius lanciò la pozione al lupo.
Quello si disintegrò poco dopo mentre correvamo da Hope.
Che ci sorprese.
Aveva ripreso a dormire....
*****
Lily
Stavo sognando. Era uno strano sogno.
Ero nel deserto di Sharm el Sheik, bellissimo come era nei miei ricordi.
Intorno a me solo il silenzio.
Neanche un filo di vento.
Ero a piedi nudi sulla sabbia.
Mi sorpresi a sorridere per il calore inaspettato di quella bella sabbia argentata per i raggi della luna.
Del resto per quei raggi ora vedevo tutto in bianco e nero. E fu mentre guardavo la luna che sentì che stava arrivando.
Mi voltai subito e da una duna arrivò Stone.
Camminava piano e la luna risaltava la sua pelle e i suoi capelli chiari.
Corsi verso di lui. Ma anche se andavamo l'uno verso l'altro, non ci avvicinavamo.
-Stone- gridai disperata. E poi si accese un fuoco blu.
Forte, luminoso e inquietante si diffuse sulla sabbia mantenendo una retta.
Arrivò fino a Stone e lo avvolse totalmente.
Poi lo inghiottì.
Io mi tentativi di raggiungerlo non servivano ancora a niente. Restava sempre lontano.
E poi il fuoco si spense.
Rimase Stone, sdraiato a terra.
E finalmente riuscivo a muovermi. Gli arrivai subito accanto. Gli toccai il collo.
Respirava.
Il suo cuore batteva. Era vivo.
Ma appena aprì gli occhi capii immediatamente che non era lui.
I suoi occhi bruciavano di quel fuoco blu.
Un fuoco blu caldo, troppo caldo.
Mi sedetti di scatto gridando.
Avevo le coperte che mi avvolgevano quasi stritolandomi per quanto mi ero rigirata.
Ero sudata e il cuore mi batteva a mille.
Mi liberai dalla coperta e mi alzai barcollando.
Dentro bruciavo. Bruciavo viva, spaventata, non sapendo cosa fare.
-Lily stai bene?- chiese mia madre entrando di corsa.
La vidi con la bacchetta guardarsi intorno preoccupata e corsi stringendola forte.
Quel calore che avevo dentro era sbagliato.
Era terribile. Era distruttivo.
Il calore di mia madre invece era buono, era giusto.
-ho... penso sia stata un incubo... scusami per averti svegliato- dissi mentre il calore dato dall'amore mi salvava da quello di quell'incubo.
-non ti preoccupare amore- disse lei spostandomi i capelli appiccicati alla fronte per il sudore.
Io la guardai. Era vestita. E aveva la bacchetta nella tasca ora. E aveva l'aria di essere sveglia da un bel po'.
-mamma cosa è successo?- domandai preoccupata.
-niente. Cerca di dormire un altro po'- sorrise.
-mamma. Dimmi subito cosa è successo?- gli risposi severa. Lei esitò.
-c'è stato un attacco ad Azkaban. Sono scappati dei prigionieri e papà è andato di corsa a tentare di sistemare le cose...ma non ci dobbiamo preoccupare. Andrà tutto bene- disse rassicurante.
Io la guardai seria. Non dovevo preoccuparmi?
Ma come potevo non preoccuparmi???
***
Harry
Ricordi...
Macerie. ..
Morti...
Incantesimi ovunque...
era tutto nella mia testa.
Ricordavo perfettamente quella notte di battaglia a Hogwarts. Lotta che aveva fatto centinaia di morti, che aveva distrutto famiglie. Notte in cui tutto era finito ma dove tutto era anche iniziato.
Mi lanciai nella mischia ringraziando la provvista di pozione che Scorpius e gli indicibili mi aveva fornito. Ma gli evasi avevano preso le bacchette delle guardie.
E ora c'erano anche loro da combattere.
-guardate, è arrivato Potter. È da quando mi hai rinchiuso qui con ti vedo. Ti ricordi che ho giurato di ucciderti?- chiese uno dei mille mangiamorte che avevo arrestato e chiuso in cella. La vita in prigione e tutti gli anni di distanza avevano reso i suoi tratti irriconoscibili. Non sapevo chi fosse, troppe persone che avevano giurato di uccidermi sia all'epoca che prima.
Ma dovevo concentrarmi sulla lotta.
***
Astoria
Avevo ritrovato tutte le cose d Scorpius da piccolo.
Tutte le sue tutine, tutte i suoi giocattoli.
Li avevo gelosamente tenuti. Perché?
Perché io amavo mio figlio. Lo amavo anche se lui non mi amava. Cosa avevo fatto di sbagliato per farmi odiare? Era lui che mi aveva cacciato in tutto questo tempo... ma ora non mi interessava. Mia nipote mi amava. Mia nuora si fidava. E mi sarei fatta amare anche da mio figlio. Gli avrei mostrato che lo amavo.
In un modo o nell'altro.
****
Harry
Ero riuscito a riportare una calma generale.
Stavamo controllando chi era riuscito a scappare quando un ululato mi fece girare.
Fu più veloce di quanto immaginassi.
Non ebbi neanche il tempo di vedere il lupo mannaro che mi aveva già colpito. Mi aveva squarciato il petto con una delle sue zampe.
Vidi le sue fauci avvicinarsi alla mia gola quando qualcuno lo fermò. Mentre perdevo i sensi e il dolore era sempre più forte, notai l'uomo accanto a noi.
La poca luce che c'era illuminava appena il suo viso.
Ma lo riconobbi. Mentre lui si avvicinava impassibile e con un solo movimento della mano riusciva a tenere fermo il lupo mannaro, mi lasciai andare a un gorgoglio inanimato.
-Stone...-
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