Capitolo XXVI: Trappola di sguardi

-Sai come si chiama l' altro modo di fare l' amore? Sguardo. - Cit.

14 Agosto

-È notte inoltrata, sto correndo scalza lungo una strada sterrata tracciata da altri, ai lati una foresta buia e nera, in lontananza vedo Gianluca nel mezzo della strada farsi sempre più piccolo, non riesco a raggiungerlo, altre mani arrivano prima di me, ma non vedo i volti a cui appartengono-

Mi sveglio di soprassalto sono tutta sudata, strattono quasi il suo braccio senza rendermene conto e per poco non urlo il suo nome rischiando di svegliarlo. 
Ho il cuore a mille che batte ad un ritmo troppo sostenuto, potrebbe sentirlo anche lui mentre rimbomba nel petto, ma per fortuna dorme profondamente. Intanto mi muovo realizzando che sono ancora tra le braccia di Gianluca. Lascio che la mia mano scivoli su di lui, sul suo addome scolpito prima di sgusciare dal suo confortevole abbraccio scostandomi dalla presa, mentre dalla finestra filtra un leggero vento, non ho freddo ma essendo sudata rabbrividisco. Guardo l'ora le 05.30.

Un incubo, solo e soltanto un incubo.Un incubo certo ma così dannatamente reale tanto da sconvolgermi.

Mi passo una mano tra i capelli sposto le onde ribelli, un gesto meccanico che faccio spesso, soprattutto quando sono pensierosa o preoccupata. Mi stringo nelle mie stesse braccia cercando di confortarmi  mentre la notte volge in giorno e si prende quel che vuole senza farsi troppi problemi. Intanto mi volto d' istinto verso Gianluca, colui che ha rapito il mio cuore e stanotte anche il mio sonno, direi che quasi potrei fargliene una colpa.

Osservo il suo bel viso ancora addormentato, mi ritrovo a fantasticare sul suo corpo semi nudo che giace inerme nel letto, in tutto questo la cosa più bella è che lui è ancora qui nonostante le mie stranezze è davvero qui con me, anche se in questo momento se ne sta con la testa a ciondoloni mentre chissà chi o cosa sogna, sarà il caso di sistemarlo meglio. Mi avvicino piano. Gli sfioro il viso scostando un ciuffo ribelle, ribelle come la sua anima, testardo come il suo cuore . Non riesco a spostarlo tantomeno a tirarlo per le gambe per farlo sdraiare, rischierei di svegliarlo ma prima credo cadrei a terra come un sacco di patate . Mi guardo attorno in cerca di guanciali, recupero i cuscini del divano e li dispongo intorno a lui oltre a quelli del letto, cercando di non disturbarlo.

Raggiungo intanto la porta finestra aperta, fisso la luna nel cielo che sembra capirmi, mi accosto alla luce bianca e chiara del suo primo quarto. I pensieri mi tormentano togliendomi anche gli ultimi residui di sonno. Mi porto una mano alla fronte, chiudo gli occhi scacciando il pensiero di lui che fugge da me, scuoto la testa ma quelle immagini così nitide non vanno via.

Sento un fruscio, un cuscino cade con un tonfo sordo.

" Terremoto che succede?" È la voce calda di Gian seppur impastata dal sonno che mi coglie di sorpresa facendomi sussultare. Mi volto piano. È ancora nel letto.

" Tranquillo, dormi", gli dico dolcemente fissandolo, ho quasi vergogna a rivelargli il timore che mi ha colto con l' incubo, ritorno con lo sguardo alla luna, poggiando la schiena allo stipite della finestra.

Ma lui non mi ascolta, sento uno scricchiolio il suo passo battere sul pavimento. Mi raggiunge piano, resta di fianco a me, le sue braccia scivolano sulla mia vita, è un abbraccio silenzioso, molto gentile, la sua stretta calma il mio animo in tumulto.

Lo guardo voltandomi appena abbozzando un accenno di sorriso.

" Riposati", insisto fissando i suoi occhi verdi ancora dilatati per il sonno.

" Non senza di te", aggiunge accarezzandomi il viso seguendo la linea della mascella fino a terminare la sua carezza sul mento, involontariamente schiudo le labbra aride per riflesso.

Le dita della mia mano sfiorano la leggera barba sotto al suo mento, si avvicina piano fino a quando le nostre labbra non si incontrano. La sua stretta si fa più forte così come anche il bacio si fa più intenso.

Unica testimone dei nostri baci peccaminosi, la luna.

Tremo. Un brivido mi coglie mentre mi scosto da lui, la brezza notturna con fare birichino solleva impertinente la mia camicetta.

" Hai freddo?", domanda gentile accorgendosi del mio fremito facendomi da scudo con il suo corpo spostandosi e parandosi davanti a me, volgendo la schiena al balcone . 

" Tra le tue braccia no, non ho freddo", lo stringo a me, chiudo gli occhi per un istante posando il capo sul suo petto, mentre le mie dita percorrono i fasci di muscoli ben palpabili sulla schiena e lui si irrigidisce appena.

" Giò", biascica con un sospiro.

Fermo le mie carezze so cosa gli scatena questo contatto e non voglio complicargli la situazione. Prima di cena stavo per cedere al mio desiderio di lui senza rimorsi; adesso però, faccio un passo indietro, sono egoista penso solo a me, mi sento troppo fragile, troppo vulnerabile dinanzi ai suoi occhi per cadere preda degli istinti, questi occhi così dannatamente sensuali e magnetici, ed ho solo voglia di restare prigioniera nel suo abbraccio. Lo stringo ancora di più, voglio sentire il suo corpo contro il mio.

"Terremoto io non vado via, sono qui", risponde dolcemente assecondando il mio abbraccio capendo il mio bisogno di lui, intuendo che qualcosa mi turba.

" Ho bisogno di te, di sapere che resti", dico affondando con il viso nel suo petto.

" E dove vuoi che vada? Sei il posto migliore dove stare", ridacchia scostandosi da me per cercare il mio viso, mi sfiora le labbra con la punta delle dita, un tocco molto dolce.

" Gianluca", mormoro mentre il cuore già agitato fatica a calmare il suo battito.

Le parole muoiono in gola mentre ci scambiamo sguardi complici che nascondono troppe emozioni per poterle descrivere.

Intanto dalla camera di Ignazio accanto alla nostra, sentiamo provenire dei rumori che attraverso la finestra accostata e non completamente chiusa , lasciano ben intendere quello che sta accadendo.

" Alle 05.30 del mattino?", bisbiglio.

" Probabilmente non erano ancora sazi", precisa con tono malizioso.

Io e Gianluca ci guardiamo, sorridiamo chiusi nel silenzio dei nostri sguardi stretti nel nostro abbraccio; in lontananza intanto una striscia di cielo va schiarendosi.

" Vieni con me", esordisce Gianluca prendendomi per mano trascinandomi in stanza. Va in bagno, si rinfresca il viso, ritorna in camera ed indossa una felpa turchese  leggera sopra i Jeans, mi porge la giacca che ha lasciato sulla sedia.

"Mettila. Le mattine d' Abruzzo quando arriva l' aria dal mare sono fresche", mi dice recuperando un telo mare da quelli messi a disposizione dell' albergo. 

"Sono le 05.54, siamo svegli, andiamo in spiaggia a goderci l' alba, ti va?"

" Adesso?", chiedo con stupore ed entusiasmo

" Adesso. Tra un quarto d' ora circa a giudicare dalla luce, sorgerà il sole", mi dice con un sorriso mentre indossa le scarpe.

Siamo in spiaggia, attorno nessuno, solo noi due in piedi mano nella mano davanti al mare in prossimità degli scogli, dietro di noi nella sabbia l' affondo della forma dei nostri passi vicini. La natura è ancora addormentata c'è un silenzio innaturale. Ascolto il leggero suono delle onde, respiro i profumi portati dalla brezza,mi lascio catturare dalle mille sensazioni che in questo istante mi circondano perdendomi in quello che sarà il preludio del nuovo giorno, una sensazione che rapisce la mente e incanta gli occhi. Intanto stringo ancora di più la mano di Gianluca. Una stretta che ricambia.

Gianluca pov's

6.10 è quasi l' alba.

Lascio la presa su Giovanna mentre poso a terra il telo.

" Sediamoci qui", la invito a prendere posto accanto a me. Invece di sedersi accanto, si mette davanti porgendomi le spalle.

" Abbracciami per favore", assecondo il suo desiderio, mentre si sistema tra le mie gambe, la mia testa posata sulla sua spalla , le nostre mani si intrecciano davanti al suo corpo, è strano sentirla così fisica quando di solito cerca di mantenere un certo autocontrollo, la cosa se devo essere sincero non mi dispiace anche se mi rende sempre più instabile.

Quello che poco prima sembrava una striscia di luce lontana sul mare, ora a mano a mano che il sole si solleva con il suo splendore, appare come una linea rosacea. E' il chiarore dell'alba che accarezza dolcemente la superficie dell' acqua liberando il paesaggio dall'oscura luce della notte. Respiro tra le onde dei suoi capelli il profumo della libertà di viverci semplicemente come due ragazzi normali, fuggiti ai colori della notte per rifugiarci nel fulgore di un nuovo giorno.

" È l' istante perfetto. Cielo e mare si risvegliano e i loro sospiri si rivelano", dice con sguardo assente.

" Come sei poetica", ironizzo sulla sua osservazione.

" Da piccola mi raccontavano una leggenda, questa diceva che un tempo cielo e mare erano governati da due innamorati destinati a non incontrarsi mai, e che l'alba era la manifestazione dei loro sentimenti che si riflettono gli uni sugli altri, ecco perché il rosso e il rosa". Sospira ed io in risposta la stringo ancora di più baciandole una guancia. I nostri occhi sono fissi sull'orizzonte, guardano nella stessa direzione, mi sembra che le nostre anime tormentate comunichino attraverso il contatto delle nostre mani e si cerchino tra i nostri sguardi persi nell' alba. Una sensazione bellissima.

Lascio un attimo l' l'intreccio, infilo una mano tra la mia giacca che lei indossa e la sua camicia, sfiorando piano le sue curve cercando la tasca interna, da essa ne estraggo una scatolina bianca.

" Avrei voluto dartelo prima, ma ero davvero troppo stanco anche solo per muovermi", dico con un mezzo sorriso porgendole la scatolina. Quando realizza che le sto dando un regalo, noto un cambiamento nella sua presa.

" Gianluca", mi chiama timidamente con timore misto a stupore ed io rispondo.

" È per te. Aprilo",  le dico con una certa enfasi, più che altro spero le piaccia.

" Non dovevi", si volta nello spazio stretto creato tra le mie gambe dove lei ha trovato rifugio. Mi fissa con disappunto.

" Non spendere soldi per me", mi ammonisce.

"Avevo voglia di farti un regalo", spiego.

È in ginocchio, tiene tra le mani la scatolina come se fosse fragile.Apre piano con lentezza e dai suoi occhi che si illuminano all' istante quando vedono il contenuto, posso vedere che è un regalo gradito.

" Ti piace?", chiedo. Non risponde subito, ha gli occhi lucidi è commossa. Annuisce.

" Molto", la sua voce trasale.

La stringo fortemente cercando di darle conforto, mi si accoccola addosso stringendo la catenina in oro bianco con il ciondolo a forma di chiave ornato da pietre blu.

" Potresti?", mi chiede con mani e tono tremanti porgendomi la catenina. Si volta, si sposta i capelli a lato cosicché posso mettergliela al collo. 

" Ti sta bene", le dico.

Mi sorride grata per poi balzarmi al collo lasciando cadere a terra la mia giacca.

La mia mano si muove sicura tra i suoi capelli attirandola a me, resto sospeso a pochi centimetri dalle sue labbra.

"Io sono il mare, tu il cielo e questa è la chiave del mio cuore", le sussurro.

I suoi occhi chiarissimi cercano i miei e mi imprigionano facendomi perdere il senso dell'orientamento e del tempo da tanto sono pozze limpide e profonde, seppur segnate dalla stanchezza. 

" È bellissima", singhiozza " Grazie", intanto calde lacrime le rigano il viso con commozione segnando le gote.

" Non piangere, è solo un pensiero", cerco di calmare le sue emozioni.

" No. È molto di più", risponde grata asciugandosi il viso con il dorso della mano.

Sento le sue mani fredde e gentili insinuarsi sotto la felpa che indosso per poi posarle sul mio petto caldo e nudo, da lì risalgono piano sulle mie spalle, lente, inesorabili per poi accarezzarmi il collo. La lascio fare quando sento le sue labbra baciarmi il collo sotto l'orecchio, il contatto della sua pelle contro la mia mi provoca un formicolio che si estende in tutto il corpo accendendo un desiderio

Un bacio  tenero e coinvolgente è quello che ne scaturisce sullo sfondo di una meravigliosa alba mentre mi prende il viso fra le mani, fa per baciarmi di nuovo ma sono io stavolta a prendere l' iniziativa. Con fare sicuro la butto a terra rotolando a lato, ora sono sopra di lei. Fa una smorfia divertita, io sorrido. Una posizione che mi permette di ammirare davvero i lineamenti delicati del suo bel viso, illuminato dai tiepidi raggi di sole dell'alba alle nostre spalle.

Fisso le mie iridi nelle sue con una strana voglia che fatico a contenere e a nascondere, la catenina scende sensuale fra i suoi seni tra due bottoni sbottonati della camicetta.Le mie labbra si prendono il bacio rimasto in sospeso, una morbidezza che attira come calamita. Nel mentre imprigiono le sue mani nelle mie bloccandole a terra, scendo avido sul suo collo senza esitazione, mordo piano ricambiando la sua dolce tortura, so quanto le piace quando lo faccio; le sfugge un gemito dalle labbra di velluto, una mano resta a legare le sue ancorate a terra, l' altra si insinua maliziosa scivolando sul suo fianco nudo dove la camicia a deciso di lasciarmi spazio. 

Giovanna pov's

Mi inebrio del suo tocco, stringo i palmi affondandoli nella sabbia prigioniera di Lui, brividi accompagnano i suoi baci caldi e roventi, ma non mi sottraggo alla sua malia.Lui mi guarda con uno sguardo che non ho mai  provato sulla mia pelle prima di adesso. Il ciuffo spettinato, gli occhi grandi, le pupille dilatate, la barba leggermente lunga, un'eleganza ed una dolcezza d' altri tempi.

Un tocco bollente e al contempo delicato che mi sfiora piano senza fretta, che scotta sulla pelle imprimendosi come tatuaggio. Le sue mani percorrono leggere il mio corpo senza invadenza, si limita a contenere con fatica ciò che sente dentro, ad arginare un desiderio che percepisco chiaro dai suoi movimenti eppure si controlla, eppure 

I respiri accelerati si fondono confondendosi con il rumore delle onde, non ci spingiamo oltre il lecito siamo pur sempre su una spiaggia pubblica dove a breve arriverà gente a godersi la giornata di sole.

Gianluca con i suoi baci mi toglie il respiro, cerchiamo una tregua che non vogliamo realmente ma è necessaria.

È ancora sopra di me, mi guarda mentre mi accarezza il viso, la sua mano trema.

" Giò non puoi arrenderti così a me", mi rimprovera con tono caldo ma spezzato da un bisogno.
" Già sei pericolosa, così mi metti spalle al muro", scuote la testa deglutendo cercando un controllo che fatica a mantenere con me. Si sposta a lato sdraiandosi schiena a terra, chiude gli occhi portandosi un braccio in fronte.

" Gianluca tutto bene?", chiedo con apprensione mettendomi a sedere

" Si. Devo solo calmare gli istinti"

Sorrido a denti stretti mentre gli accarezzo il viso, ma capisco cosa intende, eppure benché sia chiara anche in me la voglia di lui, fatico a lasciarmi andare, legata alle corde della mia morale per la paura di scottarmi. Non è timidezza, non è la prima volta che sto con un ragazzo, è più la paura di arrivare fino in fondo e poi scoprire che per lui sono solo un gioco, una conquista. 

Pensieri strani da capire ed accettare, lui sembra sincero, ma io fatico a fidarmi nonostante mi abbia dato prova più di una volta dei suoi sentimenti.

"Gianluca so cosa vorresti, mi dispiace ma io ancora non...",

Apre gli occhi di scatto, si mette a sedere, posa due dita sulle mie labbra troncando le mie parole di netto.

" E allora? Sto impazzendo perché voglio averti è vero, ma sopravvivo." Specifica. Continua in tono più morbido: "Poi tu non mi rendi le cose semplici con i tuoi baci, i tuoi sospiri. E le tue carezze. Diciamo che tu capisci me, ed io capisco te, quindi non pensarci per favore", sorride sarcastico scostandomi i capelli dal viso con dolcezza.

Arrossisco violentemente a questa voglia diretta di me che ha espresso. 

" Ti fanno questo effetto le mie parole?", mormora.

" Si ma sai perché? Perché davanti a te mi sento nuda senza esserlo ", dico con sincerità spingendo lo sguardo oltre il mare.

" Ti destabilizzo così tanto?", chiede mentre poso la testa sulla sua spalla, è stupito di sentirmi parlare di lui così.

" Riesci a leggermi dentro come pochi, ha rispettare i miei silenzi a calmare le emozioni quando premono per distruggermi ", ruoto il viso cercando i suoi occhi. Mi stringe forte.

" Sono la tua camomilla allora", sorride ed io mi innamoro sempre più.

" Una camomilla condita con zenzero e peperoncino", voglio le sue labbra, voglio rubargli un respiro.

" Gian", mormoro.

" Dimmi", risponde.

" Baciami", pronuncio con decisione.

Mi guarda serio, prende il mio viso tra le mani, cattura e rapisce le mie labbra come se non l' avesse mai fatto prima.

Ed ecco un nuovo fiume che esonda, tanti, troppi sentimenti premono per spezzare gli argini, per abbattere muri costruiti sull' orgoglio, ed io cedo a questo desiderio .

Nel mentre suona un cellulare.

È quello di Gianluca e suona con una certa insistenza. Si stacca dalle mie labbra senza volerlo.

" Non ho ancora finito con te", mi sussurra accostandosi al mio orecchio prima di rispondere, ed io avvampo cercando aria fresca.

Gianluca pov's

" Pronto Piè?" - A quest' ora?-
" Pronto Gianlu. Io so pronto e tu? Do stai? Sono passato a chiamare te ed Ignazio per la riunione con Michele. "  - Cazzo! La riunione! Me ne ero scordato-
"Sono sceso in spiaggia." 
 " In spiaggia? Andiamo bene. Ignazio si stava intrattenendo con una rossa, e tu in spiaggia suppongo con Giovanna. Ma dico io." sbuffa -  effettivamente ho un bel intrattenimento -  faccio l' occhiolino a Giovanna.
" A che ora era?", mi passo una mano sugli occhi semichiusi cercando di rammentare quando è stato detto.
" Alle 08.00, poi lui deve andare", guardo l' ora, le 07.30.
" Arrivo Piè. Il tempo di rientrare e fare una doccia" , specifico.
" Ti aspetto fuori dalla tua porta" riattacca un po' infastidito. Sospiro

" Tutto ok Gian?", chiede inclinando la testa di lato.
" Ho una riunione alle 08.00 con i ragazzi e a quanto pare solo Piero si è ricordato", specifico.

" Mi dispiace Gian! È tutta colpa mia. Ti ho intrattenuto più del dovuto", esordisce alzandosi da terra recuperando il telo.

" Non preoccuparti è solo colpa mia, non l' avevo segnata", concludo stringendo la mano di Giovanna affrettando il passo.

Giovanna pov's

Sono sola, Gianluca ha una riunione e ne avrà per un paio d' ore. 

Dopo una doccia fresca scendo nella hall con l' idea di soffermarmi in piscina a leggere . Il profumo del caffè che proviene dal bar però inebria le narici. Seguo la scia trascinandomi sbadigliando, il pesante borsone. Raggiungo il bancone Jessica è di turno.

Appena mi vede mi sorride gentile.

" Ciao Giò"

" Giorno Jessica" biascico con un nuovo sbadiglio. Ride.

"Scusami ma stanotte ho dormito veramente poco", mi stiracchio.

" So quel che ti ci vuole, un caffè ristretto doppio senza zucchero"

" Sei la mia salvezza Jessica", rispondo posando un gomito sul bancone mettendo la testa sul pugno chiuso.

Sorride.

Mentre la macchinetta sprigiona l' aroma resuscita zombie, chiede:

" Come stai? Ieri pomeriggio si vedeva che stavi male", annuncia seria porgendomi la tazza.

" Si", mormoro mescolando il liquido scuro, " Mi succede quando sono emotivamente provata", confesso con un po' di imbarazzo.

"Cosa ti è successo ? Quella ragazza ti conosceva."

" Quella ragazza è la ex ragazza di Gianluca", mi affretto a rispondere e a dissipare dubbi.

" Ah. Allora capisco". 

Alzo il viso la vedo asciugare dei bicchieri.

" Sai, mai avrei pensato che, venendo qui in ferie, avrei trovato lui e loro ... insomma..."

Jessica mi sorride.

" A volte pensi di essere tu a governare il tuo io, ma spesso è il destino a farlo per te". Precisa. Ed ha ragione.

" Insieme state davvero bene", la guardo arrossendo.

" Dici?", la guardo.

" Dico" , continua. " A proposito di ieri, partecipa anche tu alla sfilata del negozio di mia cugina. Dai! Sarà divertente!"

" Non so. Non è la mia massima aspirazione", rispondo ed intanto noto un volantino accanto alla bacheca:

 " Gara di pizze?"Jessica si sporge.

" Si. Non lo sapevi?", chiede.

" Non ci ho fatto caso."

" Troppo impegnata con Gianluca?", mi fa l' occhiolino. Arrossisco.

" Forse", rispondo mentre credo che gli occhi abbiano lasciato intendere molto." Ci sono ancora posti?"

" Si. In tutto sono 10 posti. Due ancora da coprire, le iscrizioni chiudono a mezzogiorno. Vuoi iscriverti?"

" Mi piacerebbe, mio zio fa una pizza fantastica ed io non me la cavo male"

" Dai allora! Mettiti in gioco, la gara si svolge sullo spiazzo a mare sotto. Oggi pomeriggio dalle 16 alle 18.30. Poi alle 19.30 aperitivo con le pizze cucinate e vari stuzzichini ad opera dello chef e alle 20 la proclamazione del vincitore"

"Dai che partecipo!", scrivo il mio nome sulla tabella al buio senza davvero conoscerne le regole." Come si svolge?", chiedo dopo aver prenotato il posto.

" Quattro sfide, quattro pizze per intenderci. Mezz' ora a sfida. Se non ricordo male le prove sono: Pizza classica, Pizza fantasia, pizza dolce e pizza artistica", sorride.

" Che bello! Sarà interessante"

" Sai chi saranno i giudici speciali?", mi guarda con impazienza.Faccio no con la testa pensando a qualche pizzaiolo di Roseto.

" I ragazzi! Stamattina il direttore ha parlato con il loro manager, speriamo accettino"

" Davvero? Ma si accetteranno. Io dico che vederli in costume in qualità di giudici sarà per tutti una bella distrazione", ridacchio immaginando cosa potrebbero scatenare e poi che colpo prenderà Gian quando saprà che partecipo. 

" Come se non avessi già toccato con mano", scherza Jessica ironizzando sulla mia situazione.

" Sono una persona seria io, non faccio certe cose", rido stando al suo gioco.

" Permettimi di dirti che stai mentendo", sospira Jessica scuotendo la testa.

Rido divertita.

₪₪₪₪₪

Sono assopita sul comodo lettino a bordo piscina di un gazebo magnanimo che ha accolto il mio corpo tra le sue tende,indosso un top annodato sotto al seno e dei pantaloncini corti; sotto il costume. Non ho voglia di spogliarmi,sto bene avvolta dal tepore del sole, al collo il regalo di Gianluca che splende.

Ho gli occhi chiusi, ma non dormo. Mi godo semplicemente la quiete e la brezza del primo pomeriggio. Quasi tutti sono al mare, oltre a me qui ci sono una coppia piuttosto distante e due ragazze a farmi compagnia, almeno è quello che ho notato al mio arrivo. Aspetto i ragazzi. Sanno che sono qua, hanno detto che mi avrebbero raggiunto, è da stamattina che non li vedo; dopo la riunione hanno dovuto assentarsi per la registrazione di un video.

Mentre sono nel dormiveglia, sento una voce giungere ovattata e distante, mi chiama: 

" Giò?"

La riconoscerei tra mille. Il suono della sua voce ha il colore del suo calore, brucia. Le mie palpebre sono pesanti, gli occhi chiusi.

" Terremoto?", è Gianluca, solo lui mi chiama così. Abbozzo un sorriso tenendo ancora gli occhi chiusi. Una carezza.

" Gian", biascico con ancora il torpore del sonno addosso. Mi muovo per stirarmi ma lui mi sussurra:

" Ferma...svegliati piano...", sento la sua mano accarezzarmi il viso, una leggera pressione sulla trama del lettino, si è seduto.Sento le sue labbra morbide scivolare leggere sulla mia pelle nuda, dapprima raggiungono il mio fianco, poi l'addome, inarco senza volerlo la schiena. Mi bacia piano, con una lentezza disarmante che tortura,  risale fino alle labbra. Brividi mi  sento addosso, come se mi toccassero nel profondo, dove nessuno è mai arrivato. Un bacio dolcissimo, il brivido del miele di un'ape affaccendata. Il respiro di un cuore innamorato. Un ultimo bacio. Un ultimo soffio.

" Gian", ripeto mentre nascondo un gemito, " non siamo...soli...", biascico aprendo piano gli occhi , lasciando intendere che dobbiamo rispetto ai presenti, intanto mi ritrovo davanti il suo viso illuminato alle spalle dal caldo sole.

" Lo so. Ma volevo farlo", risponde in un sussurro. 

Poco distante vedo giungere Piero ed Ignazio. Il primo composto, il secondo chiaramente felice e soddisfatto, a quanto pare ha avuto un risveglio appagante. Entrambe hanno gli asciugamani in spalla.

" Nel pomeriggio gara di pizze!", gioisce Ignazio nell' arrivare. Ridacchio.

" Sarete i giudici?", chiedo, memore delle parole di Jessica omettendo la mia partecipazione

" Io partecipo. Farete il tifo per me vero?", domando  entusiasta quando li ho tutti e tre vicini. Tutti e tre si guardano fingendo di non aver capito, Piero tossicchia, Gianluca abbassa lo sguardo, è Ignazio ad esordire per primo:

" Senza offesa bedda spero tiferanno per me", mi fa l' occhiolino.

" Cosa!?", esordisco.

" Partecipo". Sono sorpresa.

" Che?! Sei tu l' ultimo partecipante?", ogni gioia svanisce, mi porto una mano in fronte.

" Eccerto. Per me la pizza non ha segreti. Potevo rifiutarmi?", domanda conoscendo già la risposta. Un velo di delusione attraversa il mio viso, speravo di far loro una sorpresa.

" Che sfida! Ignazio il mago della pizza e Giovanna. Sarà divertente", sghignazza Piero, Gianluca se la ride, io e Ignazio ci guardiamo negli occhi:

" Anche se sei la ragazza dell' Abruzzese, ti tengo d' occhio", mi dice in tono minaccioso, mi addita avvicinandosi al mio viso

 "Che vinca il migliore Boschetto", lo fisso seria soffermandomi a mia volta poco distante dal suo viso e, dalle sue labbra. 

C' è tra noi da sempre, una tensione controllata, un'aria frizzante come acqua gassata. Mi prende per la vita, in un istante le sue mani grandi e calde premono sulla mia schiena, arrossisco e non riesco a sfuggirgli, mi stringe a se stampandomi un bacio in fronte sotto lo sguardo infastidito di Gian.

" Hei. Non allargarti troppo", gli risponde con un sibilo a denti stretti, prendendomi per un braccio tirandomi a sé con dolcezza per poi stringermi nel suo abbraccio facendomi sedere sulle sue ginocchia.

" Matri mia Gian..como si geloso", ironizza sbuffando Ignazio. Mi fa l' occhiolino ed io fingo di non vedere.

Il pomeriggio in piscina trascorre piuttosto serenamente tra un tuffo, una nuotata, tre giri di briscola in cui io e Gianluca abbiamo avuto la meglio su Piero ed Ignazio e, una merenda a base di frutta decisamente ricca. Nonostante la spensieratezza però c'è una strana atmosfera soprattutto attorno a me ed Ignazio, mentre siamo in piscina lui scherza come suo solito, eppure con me sembra essere diverso, forse è solo una mia impressione, mi prende in braccio, mi schizza, i ragazzi non dicono nulla ha sempre fatto così, non è la prima volta, però a volte Gianluca nonostante io non gli dia modo di pensare cose che potrebbero essere fraintese, sembra infastidito. Uno sguardo all' orologio e nel mentre una voce al megafono avvisa: 

-A tutti i partecipanti della sfida di pizza; prepararsi ai fornelli, tra dieci minuti si inizia-

Io e Ignazio ci guardiamo. 

Usciamo dall' acqua.

Lui si prepara riscaldando i muscoli di collo e braccia io mi preparo psicologicamente. È una sfida fatta per gioco, ma la tensione è simile a quella che provavo prima di ogni gara. Gianluca seduto sul lettino dietro di me, mi massaggia lentamente le spalle, sente che sono tesa. Mi lascia un delicato bacio nel centro ed io subito mi ammorbidisco.

" Qualcuno ha paura?", sbeffeggia Ignazio.

" Di certo non di te", ribatto con una smorfia sotto gli sguardi di Gian e Piero.

" Invece dovresti averne", risponde con la sua cadenza siciliana che mi fa sorridere, per poi aggiungere " Bresciana sei pronta a perdere?" , mima il gesto di affondarmi con una spada immaginaria.

" Non senza lottare", ribadisco alzandomi in piedi.

" Agguerrita la ragazza", osserva Piero

" Direi che parte con lo spirito giusto", conferma Gianluca.

Mi volto verso Gian, gli lascio un timido bacio sulle labbra.

" Vado a sconfiggere Ignazio", specifico dolcemente mentre mi rivesto.

" Vai e torna vincitrice", mi dice, un nuovo bacio, uno sguardo al marsalese da sopra la mia spalla poi continua cambiando tono:

" Non ti sembra esagerato presentarti così?", il suo tono è indispettito.

Guardo Gianluca.

" Cosa c'è di male?", mi squadro.

" Per me è in clima estivo con stile", borbotta Ignazio, ottenendo in risposta un occhiataccia poi prosegue:

" Tristano e Isotta, se avete finito con le smancerie e i trattati di guerra" ci squadra soffermandosi con insistenza su Gianluca soprattutto sull' ultima parte della frase,  "Credo che io e Giovanna dovremmo andare e anche voi giudici", esordisce con sicurezza.

I due annuiscono con un accenno di sorriso.

" E poi sono io l' autoritario di turno", lamenta Piero.

Saluto i ragazzi, loro devono recarsi al box giudici per prendere posto, mentre Io ed Ignazio scendiamo verso il luogo a mare dove si svolge la gara. Le postazioni prefabbricate di lavoro sono pronte, così come il banco ingredienti. Fa caldo ma non esageratamente, con questo clima l' impasto della pizza lievitera' di sicuro senza troppa fatica. I blocchi sono cinque da due posti l'uno e il caso, ci ha affidato in base al numero di iscrizione, i posti 9 e 10 e siamo uno di fronte all' altra.

" Era destino che ci sfidassimo Ignazio Boschetto", ridacchio mentre lo osservo.

Mi guarda a sua volta puntandosi con le braccia al bancone ed ha una strana luce negli occhi scuri, una scintilla che noto solo adesso perché mi trovo faccia a faccia con lui, in un contesto alla luce del sole decisamente insolito:

 " Peccato che il destino mi conceda solo questo di te", biascica per poi sorridermi soffermandosi più del dovuto forse, su di me, ed io non so bene come interpretare queste sue parole, o forse lo so, ma fingo di nuovo di non sapere.

Gianluca pov's

Indosso la camicia con stampa hawaiana lasciandola aperta sul davanti, mi avvio verso la nostra postazione dietro di me Piero.

" Gianlu che hai?", chiede.

" Niente Piè", ribatto.

Mi posa una mano sulla spalla fermandomi, sa che non è così.

" Sul serio, dimmi che hai", insiste.

Mi volto verso di lui.

" Dobbiamo andare",controbatto affrettando il passo.

Non so cosa mi stia succedendo ma dopo aver parlato stamattina con Ignazio, vedo i suoi atteggiamenti in modo diverso, distorto.

Flashback - 14.08.19 ore 11

La terrazza della sala ristorante non è mai stata così sgombra come ora, poca gente a godersi il sole d' Abruzzo del mattino. Sono appoggiato alla balaustra, fisso la piscina sottostante perdendomi nel blu che mi ricorda i suoi occhi. Da qualche ora non la vedo e già mi manca. Come farò se già sto messo così? Con i ragazzi e il Manager, abbiamo parlato del tour Musica dopo il 24 Settembre in Arena che culminerà in autunno con un tour nelle città più importanti in Europa e in America Latina. Tre mesi poi , da Gennaio a Marzo con la presenza della sua assenza. Alla famiglia sono sopravvissuto con fatica, ma a Lei? Lei verrà con me? Lei sarà ancora con me oppure avrà trovato qualcuno che non sarò io, che saprà starle vicino come merita? 

Una tazza di caffè fumante mi inebria con la sua aroma, accanto a me Ignazio con una maglia arancione, il suo colore preferito ed io, nemmeno me ne sono accorto.

Allunga la tazza.

" Vuoi?" , chiede mentre me la porge.

" Grazie".

Sorseggio piano la bevanda ancora calda.

" Gianlu cuosa hai? Pare si luntano"

" Sinceramente?", domando mentre lui annuisce "Pensavo a Giovanna"

" Per il Tour vero?", ha colpito nel segno.

Annuisco.

"Hai presente quel nodo alla gola, quella sensazione di affanno ed inquietudine che ti prende quando hai paura di qualcosa? Beh, io ultimamente mi sento spesso così". Fisso il mare in lontananza, mi sento conchiglia nella vastità dell' abisso .

" Perché?", chiede mettendosi accanto a me fissando anche lui l' acqua.

" Perché ho paura di perdere ciò che è la mia felicità adesso. Lei", rispondo abbassando sugli occhi  gli occhiali scuri.

" Perché dovresti perderla? Se i vostri sentimenti sono sinceri il problema non dovresti portelo", insiste accarezzandosi il pizzetto con fare dubbioso.

" Perché in questo momento mi vengono in mente tutti i mie difetti. E non mi importa se magari fino a due secondi fa avevo l'autostima a mille, ma adesso ho paura di non essere abbastanza per lei", il mio tono è abbattuto.

" Gianlu, Giovanna è una bella ragazza, bella nell'animo intendo, forse troppo dolce, troppo gentile, troppo rispettosa, troppo sensibile. Ma anche troppo chiusa in se stessa e fragile, prigioniera probabilmente di un passato non proprio felice", mi osserva ed io lo ascolto " proprio per questi suoi tratti esageratamente naturali piace, potresti vederli come difetti, ma non lo sono anzi, aumentano ancora di più la voglia di avvicinarla per conoscerla, e il bello è che lei è così. Sincera. Senza maschere, senza apparenze". Sorride.

Parole strane uscite dalla bocca di Ignazio.

" La distanza ti fa paura, il non poterla vedere tutti i giorni ti devasta, il non poterle stare vicino come merita o come vorresti, ti genera ansie e preoccupazioni che potrebbero destabilizzarti, potrebbero essere motivo di disequilibrio e distrarti dai tuoi obiettivi, ecco perché questi dubbi. La tua paura è comprensibile ma quante ragazze ti hanno cambiato le carte in tavola come lei?" , precisa Ignazio.

" Nessuna fino ad ora", specifico, ed è una grande verità.

"Allora rischia Gianlu. Altri sappi che potrebbero arrivare è vero, mettilo in conto, la vita che facciamo non è semplice da seguire lo sai anche tu, e in questo stato di disagio mentale, ti convinci che lei possa sostituirti con qualcuno, questo ti butta giù, ti porta ad un bivio interiore combattuto tra ragione e paranoia.Non tutti possono tenere il passo, non puoi nemmeno pretenderlo. Però ricordati che nonostante i suoi turbamenti, ha scelto di aprirsi con te, solo in seguito ad una tua forzatura." 

Mi volto verso Ignazio, lo fisso in silenzio bevendo il caffè, sta snocciolando ogni mio tormento.

" Mi conosci bene", un mezzo sorriso mentre il buio che mi attanaglia, sta lasciando spazio ad un gruppo di nuvole bianche. Un respiro d' ossigeno tra anidride carbonica. Lui mi mette una mano sulla spalla.

" Sono 10 anni che ci scontriamo ed incontriamo", specifica, poi ritorna al discorso iniziale." Giovanna non è stupida ne arrivista. Se avesse voluto usarti, visto che è qui in ferie, non ci avrebbe impiegato quasi due settimane per capire e confessarti i suoi sentimenti. Di te si è fidata, ti ha affidato il cuore, ma tu sei disposto ad affidarle il tuo?", parole forti che mi smuovono l' anima.

" Ignazio, le ho già affidato la chiave del mio cuore", rispondo sicuro di me, ricordando parole già usate con lei. Lui annuisce ed è serio.

Ritorno a guardare il mare immaginando di vederla correre stretta a me e averla accanto in un futuro prossimo.

"Vedi di prenderti cura del suo". Ignazio si sposta ho capito il suo discorso.

Prima di raggiungere Michele e Piero si volta ancora una volta verso di me, il sole alle spalle che fa risaltare la sua massiccia figura:

" Alla fine Gianlu in amore, quello che tutti desiderano, è avere la fortuna di trovare qualcuno che li guardi come se non ci fosse al mondo niente di più bello, al di là dell' essere e dell' apparire. Giovanna ha trovato il vero Gianluca che si nascondeva nelle sue stesse insicurezze, tu stesso non sai quanto sia stata grande la tua fortuna nell' incontrarla, nel aver saputo entrarle nel cuore"

" Ignazio", lo richiamo, sono sorpreso e sbattuto dalle sue parole. Ha espresso un pensiero molto profondo, Lui non si è mai pronunciato così nei confronti di Giovanna, non con me. È la prima volta. Non so se anche per lui come per Diego, lei sia percepita come qualcosa di più di un' amica, ma spererei di no, come potrei gestire i nostri cuori? Chiedo. Sono diretto.

" Senti, cosa è Lei per te?", il mio tono è basso e lento. Ho paura di sentire una sua risposta, una risposta che coincida con il mio pensiero.

" Non fare domande troppo personali.Chiedimi cosa sia Lei per te invece."

Non risponde alla mia domanda, svia ma io assecondo la sua richiesta:" Cosa pensi che sia Lei nei miei confronti?"

" L'altra metà della mela  Ginoble". 

Detto ciò si allontana voltandosi con un sorriso, testa bassa.

Pochi metri e ancora si ferma voltandosi

" Gianlu vèni o ti fossilizzi li?

 Talia chi idda nun jè in piscina ùora( trad. dai siciliano: Gianluca vieni o ti fossilizzi li? Guarda che Lei non è in piscina ora)", ride ed ecco l' Ignazio di sempre.

" Arrivo"

Raggiungo con Piero la postazione. La gara non è ancora iniziata ma li vedo davanti a me l'uno di fronte all' altra.

"Gianlu per favore, dimmi cosa c'è. Sai che ti starò addosso fino a quando non lo saprò", insiste Piero. Lo guardo con sufficienza.

Riassumo brevemente il discorso fatto con Ignazio in mattinata e Piero mi ascolta concentrato, rilassandosi sulla poltrona. Le mani congiunte davanti al viso, gomiti sui braccioli della poltrona, sguardo fisso verso un punto che solo lui identifica. Sta chiaramente riflettendo.

" Sarò sincero Gian, a Ignazio Giovanna piace, lo so perché quella volta che ha ascoltato la canzone di Ignazio e poi tu le hai portato le chiavi dimenticate della camera, abbiamo parlato di lei e di te, di quel che abbiamo potuto constatare; stamattina poi, te lo ha proprio detto evitando volutamente di rispondere alla tua domanda. Ma sai benissimo che lui non ci proverebbe mai con lei proprio perché ha visto il sentimento che c'è tra voi. Tu e lei siete pericolosamente attratti l'uno dall'altra, basta solo guardarvi nella stessa stanza per capire che tra voi c'è qualcosa che vi lega fortemente.Giocate a rincorrervi e desiderarvi in ogni istante. A pelle certe cose si capiscono, gli occhi non mentono", altre parole che mi colpiscono, - Solo io mi sento così vulnerabile nelle mie insicurezze? Solo io ho paura?

" Sospettavo per Ignazio  ma non pensavo di aver intuito", guardo Piero, a sua volta mi guarda con un mezzo sorriso.

" Non mentire. L' intuito è un punto a tuo favore Gianlu. Ti ricordo che sei stato tu ad intuire che il testo di Grande Amore ci avrebbe portato sul podio di Sanremo", mi ricorda ed io so che le sue parole sono vere, lo ricordò anche in un intervista. Prosegue: 

" Credimi Gianlu; Ignazio non tradirebbe mai la tua fiducia", continua," E lei non rovinerebbe mai il tuo legame con Ignazio. Non so perché mi fido così tanto di lei, semplicemente mi sembra sincera", conclude lui dandomi una leggera pacca amichevole che rimbomba sulla spalla. 

" Poi se permetti, solo tu conosci il sapore dei suoi baci, quello che ti fa provare. Dopo tutte le ragazze che hai avuto, avrai imparato a capire chi ti vuole solo per notorietà e chi invece, è sincera nei tuoi confronti ".

Annuisco alle sue parole, se sto così per lei è perché davvero mi fa stare bene, perché forse è davvero la mia metà.

Intanto alzo lo sguardo, li vedo. Ridono. 

Poi trovo gli occhi di Giovanna fissi per un istante su di me. La guardo, sorrido in sua direzione, mi sorride mentre la brezza del mare gioca con le sue morbide onde e per un attimo davanti al suo sorriso mi sento perso.

" Ti confesso una cosa Piè. Il sapore di lei addosso è un qualcosa che mi prende troppo, è ciò che vorrei anche adesso, ti sembra normale?", specifico con frustrazione pensando a lei e a ciò che mi fa provare e, la cosa strana è che non è il sesso a cui mi riferisco, ma proprio la sua persona.

" Se sei innamorato...", sorride lasciando il discorso in sospeso ed io sorrido con lui.

La gara intanto è iniziata. I pizzaioli sono agguerriti ma Ignazio e Giovanna sono i più goliardici, se la ridono alla grande tra mattarelli, farina volata in viso da soffi scomposti e, pomodorini volanti che ogni tanto si schiantano al suolo schizzando ovunque.

Io e Piero cerchiamo di essere imparziali, ma non nego che la nostra attenzione è principalmente concentrata su di loro. E forse non solo la nostra. Sentiamo alle spalle gli altri tre giudici commentare alternativamente:

"Boschetto è in gamba!"

" La sorella ha una pizzeria, di sicuro se la cava"

" Ma anche la ragazza al numero 9 se la gioca. Ma si conoscono? Sembrano in sintonia" , a questa osservazione mi assale un po' di gelosia, ma cerco di controllarmi

" Io sto osservando il concorrente al 5 ma loro due già dal modo in cui impastano, sono i favoriti."

" Anche il 2 e la bionda al 7"

In questo momento mi sento un po' la pettegola che origlia in quartiere, ma dato che stanno parlando di un amico e, della mia ragazza diciamo, non posso non allungare orecchio.

Giovanna pov's

Ignazio mi soffia della farina in faccia per rallentarmi sporcandomi gli occhiali. Io replico tirandogli due pomodorini che stringo tra le mani e che si schiantano sulla sua maglietta

"Jè a mo magghia preferita!" ( trad. dal siciliano - È la mia maglia preferita) 

" Ben ti sta". Ridiamo complici.

Continuo ad impastare.

Mio zio mi dice sempre che per fare la pizza perfetta, bisogna prendere in considerazione molti fattori che non sempre vengono curati, sei i principali:

 - Aspetto: Deve essere prima di tutto invitante, con i condimenti disposti con cura e non buttati sopra casualmente. La mozzarella si deve presentare squagliata in modo omogeneo non plasticosa ne simile a una sottiletta
- Forma: Deve essere tondeggiante. Armonica. Forme allungate o troppo irregolari vogliono dire cattiva stesura 
- Cottura: Se il fondo della pizza si solleva  si è fatta una cotture frettolosa con graduazione troppo bassa.
Il fondo della pizza non deve neanche essere bruciato eccessivamente a causa della troppa farina utilizzata in stesura che, a contatto con il suolo del forno, carbonizza.
-Olfatto: La pasta deve avere il profumo del pane fresco. Si devono distinguere acidità del pomodoro e lattosita' della mozzarella. Deve sentirsi l' odore erbaceo del basilico fresco e dell' origano.
- Consistenza: Leggero e scioglievole in bocca
- Ingredienti:
Pomodoro. Di qualità con un'acidità bilanciata.
Sale. Non deve sentirsi in eccesso.
Mozzarella.Deve sentirsi la densa lattosita'
Olio evo. Per l'olio devono sentirsi aromi fruttati, non deve essere rancido.

In conclusione per la pizza perfetta serve ricerca di equilibrio. Un' armonia dei sapori dell'impasto con quelli dei condimenti, nessuno deve predominare.

Tempo scaduto. Prima pizza andata.
Secondo e terzo round fatti.
Arrivata in finale con Ignazio e il concorrente numero cinque.
Finale: la pizza artistica e qui viene il bello.

Sporca di farina arrotolo le maniche.

Ormai la mia camicia è da lavare perché a momenti divento io una pizza tra farina, pomodoro, e origano sparsi persino nei capelli. Prendo un foglio, faccio uno schizzo. Voglio realizzare una pizza alle verdure a forma di fiore con cinque petali decorati con pomodoro e mozzarella, nel centro a fare da cuore, zucchine grigliate piegate. Con le uova bollite vorrei realizzare delle calle e con i cornetti i gambi. Inizio.

20 minuti dopo.

Non so cosa stiano realizzando gli altri, siamo disposti a triangolo e ognuno di noi si volta le spalle. I Giudici ufficiali e Gian con Piero, girano attorno alle postazioni. Avverto il profumo di Gianluca quando é vicino, non posso dire nulla, non devo mostrare le mie emozioni, ma alzo il viso, incrocio il verde screziato di nocciola dei suoi occhi e per un attimo dimentico il mio progetto. È Piero che sa a farmi riprendere.

" Dai che gli altri concorrenti stanno infornando! Manca poco". Incalza.

Annuisco, uno scambio di sguardi, un sorriso per Gianluca, procedo.

Mi volto per infornare la pizza, ma nello spostamento il concorrente numero cinque non guardando, si scontra con me; 

" Scusami", mi dice, ma io sto per cadere e devo salvare la pizza, nel mentre due mani forti mi prendono alla vita da dietro bloccando la caduta. Mi ritrovo con la schiena contro il busto di Ignazio, il suo respiro sul collo. Arrossisco peggio del pomodoro, non so se sia per l' imbarazzo della scena o per il contatto ravvicinato. Sussulto.

" Fai attenzione, ti stai giocando la pizza", mi sussurra suadente Ignazio.

Mi rimetto in piedi, il cuore a mille, vado ad infornare ma nel rientro evito il suo sguardo, trovo però quello di Gianluca. Mi osserva serio. Attendo il tempo di cottura della pizza, la sforno appena in tempo.

La gara è finita. 
Ora tocca ai giudici giudicare.

Mentre attendiamo le votazioni io ed Ignazio ci spostiamo dall' area prendendo posto su due lettini. Il profumo di salsedine risale dal mare investendoci. L' altro concorrente raggiunge intanto la sua ragazza per darle un vistoso bacio.

" Che bello!", esordisco guardando in sua direzione.

" Che cosa?" , chiede Ignazio

" Il concorrente e la sua ragazza, la bella moretta che era in prima fila", specifico dandogli info.

" Credo che tu non abbia niente da invidiarle", ribatte guardandomi con un mezzo sorriso

" Non è un fattore fisico Ignazio. È bello vederli innamorati ", preciso.

" E tu non lo sei?", domanda a bruciapelo inclinando la testa di lato, " Guarda che lui ci crede davvero". Mi scruta, cerca di leggere la verità nei miei occhi.

" Cosa credi? Che io non ci creda?", lo fisso sicura di me, con enfasi.

" Non rispondi alla mia domanda però", borbotta.

" Sono innamorata di lui si, nemmeno sai quanto mi ha sconvolto in positivo la vita" confesso, poi continuo: " Ignazio, io ho davvero paura di perderlo"  testa bassa, fisso la sabbia davanti a me disegnando cerchi con la punta del piede.

" Chissà perché è un discorso già sentito", mormora ridacchiando mettendosi comodo. La sua postura mi distrae, sono innamorata di Gianluca certo, ma il fascino di Ignazio e Piero con le loro particolarità, non si discute. Sono fatta di carne anche io.

" Come?", chiedo confusa.

" Niente. Vai avanti". 

" Domenica riparto. Sarò lontana e se lui non volesse aspettarmi? Se lui si stufasse?", un pensiero mi annebbia la mente offuscando la luce.

" Tu credi davvero che i suoi sentimenti siano così fragili? Gianluca quando ama, ama sul serio. Ci sta mettendo il cuore come non ha mai fatto e te lo posso giurare".

La sua mano calda, mi alza il viso, cerca i miei occhi di nuovo.

" Ignazio cosa...", dico titubante, le labbra aride, mi scosto da lui in un gesto lento ma continuo a guardarlo.

" Non sapete entrambe quanto siete simili, e quanto siete fortunati nell' appartenervi. Non dubitare del suo cuore", insiste ma il suo sguardo è velato da una malinconia nostalgica. Intanto dietro Ignazio vedo Gianluca avvicinarsi. Forse ha visto tutto, forse no. 

" Il responso è pronto ragazzi, vi aspettano", è serio.

Cerco un contatto con il suo viso. Noto astio verso Ignazio, cosa che non dovrebbe esistere. Si calma solo quando il marsalese chiarisce.

" Arriviamo", si alza " Posso dirti una cosa Gianlu? ", lo osserva, sembra uno scontro fra titani, ed il titano più grande è sicuramente Ignazio. "Ho avuto modo di constatare che voi due siete molto simili e nemmeno ve ne rendete conto", esordisce fissando l' amico con sguardo sicuro.

" Avete avuto la fortuna di trovarvi tra miliardi di persone, ora abbiate il coraggio di tenervi stretti", raggiunge Gianluca, gli posa una mano sulla spalla poi aggiunge in un sussurro che, vista la vicinanza posso udire: " Baciala Gianlu, altrimenti lo farà qualcun altro", sorride quindi dopo avermi fatto l' occhiolino per poi andarsene così. Un fulmine a ciel sereno.

Gianluca dapprima mi guarda, poi sposta lo sguardo sulla schiena di Ignazio che si sta allontanando, sorride da solo ritrovando il buon umore ed i suoi tratti si fanno più morbidi e dolci, " Sembri una pizza! Lo sai che sei stata molto brava?" , mi toglie due foglie di basilico dai capelli con un sorriso. 

" Perché ce l' hai con Ignazio?", domando buttandola li. Si siede accanto a me.

" Sensazioni. Ma non ce l' ho con lui, solo che la vostra complicità a volte mi spiazza", comprendo che è la gelosia a modulare la sua voce.

" Se avessi voluto Ignazio, non avrei baciato te", sussurro arrossendo accarezzandogli una guancia.

" Gio io..io ...ti..", fa per dirmi qualcosa ma Piero reclama la nostra presenza

" Hei voi due! Venite o no?".

Raggiungiamo vicini ma distanti, il gazebo della giuria. Gian si schiera tra i giudici, io resto con Ignazio e l' altro concorrente in piedi dinanzi a loro, come se fossi sotto esame, la cosa è alquanto imbarazzante, sono nervosa, infatti continuo a torturarmi le mani dietro la schiena. Dietro di noi i concorrenti purtroppo eliminati.

Uno dei giudici, presumo il capo giuria, parla:

" Complimenti a tutti e soprattutto ai tre finalisti. Tre pizze molto belle da vedere e anche molto buone. Il primo e il secondo quasi a parimerito. Tra un'ora e mezza, ci vediamo in piscina per il risultato finale.

" Grazie a tutti "

₪₪₪₪₪

Sono nella mia stanza, recupero il vestito bianco monospalla dall'orlo sbieco che voglio indossare mentre aspetto Gianluca, al collo sempre il suo pendente e al braccio una serie di bracciali d' argento. Il bagnoschiuma al muschio bianco aleggia ancora nella stanza mentre mi asciugo i capelli.

Qualcuno bussa. Dovrebbe essere lui.

Apro e quando lo vedo, quasi svengo; mi sento per un attimo mancare.

Gianluca è fantastico, pantaloni scuri, una camicia bianca con i primi bottoni aperti a coprire un fisico tonico e muscoloso ben visibile, abbronzato, due pettorali da favola con addominali scolpiti da Michelangelo quasi, che si notano sotto il tessuto aderente. La barba appena lunga, i capelli ordinatamente spettinati ad incorniciare un viso dalla parvenza curata ma selvaggia, due occhi  verdi profondi e intensi, sensuali come pochi ma nello stesso tempo dolci, che risaltano sull' incarnato ambrato. Sudo freddo, forse è l' effetto doccia, ma io credo sia più effetto Gianluca.

Mi fissa, mi squadra non dice nulla, i nostri occhi si scontrano.Fatico a sostenere il suo sguardo, arrossisco nuovamente.

" I capelli bagnati ti fanno ancora più sexy", mormora con un sorriso furbetto poi entra e chiudo la porta.

Si avvicina senza abbassare lo sguardo, mi prende le mani, mi tira leggermente a se facendomi cozzare volontariamente sul suo petto prendendomi con un braccio alla vita, le mie braccia restano ferme ed immobili lungo i fianchi presa in contropiede dal suo gesto.  Un bacio delicato e sfiorato, lento, sospirato.

" Adoro il tuo sapore", i suoi occhi guardano le mie labbra umide, un istante e le sue labbra sono di nuovo su di me. Ed ecco che con questo tocco più impertinente le paure spariscono. Respiro il suo respiro, un dolce brivido risale la schiena. Prendo il suo volto tra le mani, un attimo senza fine in cui le lingue si cercano frenetiche ed io potrei morire qui ed oggi, stretta tra le sue forti braccia.

 "Potresti spiegarmi una cosa?", chiedo dolcemente staccandomi da lui in cerca di respiro, mettendogli le braccia attorno al collo.

Lui mi guarda mordendosi un labbro:

" Dimmi"

"Oggi durante la gara, ti ho sorpreso più volte a guardarmi e più volte mi hai piacevolmente distratto, ma avrei una curiosità: Mi guardi perché ti piace semplicemente guardarmi o perché ti piace l'effetto che ha su di me il tuo sguardo?", mormoro con un sussurro caldo.

"Mi piace l' effetto che ti faccio."

Arrossisco e abbasso gli occhi mentre lui mi sfiora con le labbra la spalla nuda, poi mi fissa diretto e ride.

"Gian", lo richiamo alzando gli occhi ritrovando i suoi, mentre affogo ancora una volta nel verde delle sue iridi.

" Che c'è?", ridacchia insistendo con lo sguardo.

" Ma quanto sei bello?", la butto li. Sorrido.

" Mai quanto te". Replica.

Mi sposta una ciocca bagnata portandola dietro l' orecchio, poi inclina la testa, sfiora le mie labbra con il pollice cercando ancora una volta la mia bocca.

₪₪₪₪₪

Raggiungiamo la piscina insieme, poi ci separiamo. Stasera lui siederà con i giudici e gli organizzatori , io starò invece dall' altra parte, ad un tavolo con i concorrenti della gara.

I nostri tavoli sono disposti a T, i giudici in orizzontale dietro al buffet, io e i concorrenti con rispettive compagne e compagni, posti in verticale ad un tavolo rotondo davanti invece al buffet. Mi siedo in posizione piuttosto centrale ma devo ruotare il viso per vedere i giudici. Davanti a me siede un ragazzo castano, accanto sulla destra ho una biondina dal corto caschetto; dall'altro lato invece, ho una ragazza mora dall'alta coda. Anche se c'è un tavolo imbandito a dividerci, da qui posso scorgere la figura di Gianluca accanto ad Ignazio e Piero, anche loro molto eleganti e decisamente gnocchi. Mi ritrovo ad addentare piano un pezzo di pizza, scherzo con la ragazza dal corto caschetto biondo, alzo poi lo sguardo quasi d' istinto verso di lui e incrocio il suo. La cosa però non sfugge alla giovane che resta a guardarmi con un sorriso. 

Se c'è una cosa che mi imbarazza ma al contempo mi piace,  è sapere che Gianluca  mi sta osservando, arrossisco al nostro sottile gioco di sguardi mentre mi fa  sentire anche a distanza, che le sue attenzioni sono su di me,  anche quando ci sono persone che gli parlano e ragazze o ragazzi attorno a me che si raccontano. Intanto lo vedo armeggiare con il cellulare.

" Sei una fan?", mi chiede lei.

" Si nota così tanto?", preciso, mascherando la realtà dietro i miei sguardi.

" Si vede che ti piacciono . Spesso guardi in loro direzione", ride scherzosa.

" Molto. Gli ascolto da sempre", ribatto omettendo cose troppo personali.

Nel mentre un trillo avvisa che mi è arrivato un messaggio su Whatsapp.

Guardo. Gianluca.

Scambio di messaggi tra Gian e Gio.

Gianluca💖: - Terremoto potresti per favore sistemarti la scollatura? Non che voglia dirti cosa fare, ci mancherebbe, ma il ragazzo castano li davanti, non smette di guardarti e sinceramente mi sta facendo  girare gli attributi -

Ridacchio, alzo lo sguardo ed effettivamente incrocio quello del ragazzo che subito si rifugia nel suo piatto.

Giovanna💞: - Quanta finezza...eri partito bene comunque sai?. È gelosia questa? La scollatura la sistemo per quanto posso, ma siamo a tavola smetti di usare il cellulare, è da maleducati. -

Gianluca💖: Forse non hai capito una cosa terremoto. Se smetto di usare il telefono vengo io stesso a sistemarti lo scollo -

Giovanna💞: - Allora abbiamo un problema, lo scollo si apre perché il reggiseno a fascia aderisce al tessuto dell' abito.-

Gianluca💖: - Vuoi farmi andar fuori di matto vero?-

Giovanna💞: - Ma che dici! Posa intanto quel telefono, per favore.

Gianluca💖: - Ok. Salgo in camera a prendere la giacca, così ho la scusa per non usare il telefono e almeno ti porto qualcosa per coprirti.

Giovanna💞: - Smettila Gian❤.

Gianluca pov's

Sono nervoso. Quel bell'imbusto castano mi urta. Cerco di non espormi troppo, so che non sta facendo nulla di male, in fondo guarda ma lo fa in modo troppo esplicito e poco discreto e lei stasera con quel semplice abito bianco è proprio affascinante. Sbuffo. Mi piacerebbe essere li con lei e poterla stringere, far sapere ai presenti che lei è mia.

Per fortuna ora ci sono le premiazioni a distrarmi un po', io e Piero abbiamo dato il nostro giudizio, ma non conosciamo il responso dei giudici.

Iniziano chiamando sul palco Ignazio, Giovanna e Manuel, il concorrente con il numero cinque. Proiettano  le foto delle pizze sul grande schermo alle nostre spalle e ovviamente gli applausi vanno a tutti e tre, poi iniziano:

" Al terzo posto abbiamo la pizza di Manuel, il concorrente numero cinque! Complimenti!", esordisce il capo giuria. Partono gli applausi ed è Piero a consegnare per primo, il trofeo al ragazzo.

" Complimenti. Ottimo lavoro"

Intanto io e Piero come Giovanna ed Ignazio, ci scambiamo sguardi sorpresi. 

Ignazio si avvicina a Giovanna, si stringono sorridendo mentre lui le mette un braccio dietro al collo, Piero mi guarda, forse per cercare di contenere il mio lato impulsivo che stasera è messo a dura prova, gli faccio un cenno che è tutto apposto.

" Al secondo posto si è classificata la pizza del concorrente numero nove, Giovanna! Complimenti!", anche qui applausi ma tocca a me consegnare il premio.

 Mi avvicino piano tenendo gli occhi fissi su di lei.

" Brava", dico " Ottima presentazione". Sorrido consegnando il premio sfiorando la sua mano. Ricambia con un dolce sorriso mentre Ignazio le scocca un bacio sulla guancia. Mi fa l' occhiolino, mi provoca volutamente. Quando fa così potrei odiarlo.

" Al primo posto vince la pizza di Ignazio! Bravo! Oltre che ad avere una bella voce, ha anche un talento come pizzaiolo. Complimenti'. 

Qui uno scrosciare di mani inneggia Ignazio. Manuel e Giovanna lo abbracciano, è Piero a portare la coppa chiamando anche me. Ci stringiamo accanto a lui. 

La serata prosegue tra complimenti e commenti dei presenti mentre gustiamo pizza a volontà. Io e lei vicini ma separati negli stessi metri quadri. Mentre converso e parlo, cerco spesso un contatto visivo con lei, a volte lo trovo, a volte mi sfugge.
Ma in un attimo quando i nostri sguardi si incrociano e si trovano tra le luci soffuse della piscina, il mondo si annulla ed esistiamo solo noi due, lo sento, lo percepisco e forse anche Lei.
Ci guardiamo mentre distanti sorseggiamo il nostro vino, gli stessi calici alti, mi mordo le labbra quando una goccia dorata le sfugge scivolando sul collo. Ci sfioriamo piano con gli occhi dietro le ciglia folte e scure anche solo per dirci, trattienimi, cercami non te ne andare, stringimi.

A volte bastano gli occhi per fare l'amore e questa sera i nostri occhi sono come due inquieti amanti.

Poso il bicchiere sul muretto mentre lei declina un' invito al ballo. Guardo i ragazzi, faccio loro un cenno col capo e capiscono che sto andando da lei. 

Mi avvicino piano, poso dolcemente una mano sul suo braccio, facendola voltare. 

" Sei troppo bella stasera e troppe mani che non sono le mie, ti hanno già stretto", sussurro piano al suo orecchio con una punta di gelosia visto che ha concesso a diversi ragazzi di ballare con lei.

" Allora mancavi proprio tu", mi sorride complice, la prendo per la vita,  la tiro a me cercando i suoi occhi, un contatto pericoloso il nostro perché gli occhi si amano prima del cuore, si baciano prima delle labbra, fanno l' amore prima del corpo. La catenina che le  ho regalato, risplende investita dalle timide luci della piscina. Impongo la mia presenza su di lei.

"Vieni più vicino", le sussurro stringendo la presa mentre i nostri corpi si cercano, poi aggiungo mentre parte un lento:

" Balla con me e per me". Lei annuisce timidamente.

Sfioro il suo fianco assecondando l'istinto irrefrenabile di scambiarsi piccoli tocchi leggeri. Con le mani inseguo con discrezione le linee del suo corpo attraverso il  tessuto, sento il suo corpo rabbrividire al mio tocco, mi stringe ancora di più. La fisso. Ed è proprio la barriera dei vestiti a regalare l'effetto più "ascendente" sul mio desiderio di lei.

In questo momento se non fossimo circondati da persone, sento che potrei rapirla, potrei portarla lontano da questa piscina, preda del profondo e pulsante bisogno che ho di sentire i nostri abiti che si tolgono di dosso da soli. Ho voglia di lei, lei che non sa nemmeno quanto la desideri, credo che potrei impazzire se vado avanti così 

Ma conosco i miei limiti, l' unico problema è che non conosco i suoi.

Giovanna pov's

Io e Gianluca non abbiamo mai danzato assieme, ma stasera è la prima volta. So che lui non è avvezzo al ballo eppure stasera balliamo un lento. Ciò che scaturisce da noi è un ballo silenzioso, che cancella la parola, danziamo un dialogo tra le nostre due anime ribelli. Corpi a contatto, corpi che si avvicinano, si incontrano, si allontanano, si scontrano. Tra noi in questi passi abbozzati, si crea un'intimità emozionale che inebria e richiama pulsioni.

Il ballo sta per finire, siamo vicinissimi ed io quasi cedo alle sue labbra reclamando di più,  poi mi rendo conto che non siamo soli, c'è gente attorno benché in questo momento io veda solo lui.

Mi sorride mentre mi allontano ma negli occhi vi leggo una luce sempre più luminosa, la pupilla dilatata traccia di un desiderio che lo sta bruciando dentro, un desiderio che vorrei colmare , placare, ma qualcosa mi blocca.

Sempre e solo la mia morale. 

La paura di donarmi completamente a lui per poi restare solo scottata da questa bruciante passione.

" Perdonami Gian.", dico colpevole.

Mi guarda non capendo subito, poi viene richiamato dai ragazzi. La gente reclama la loro voce sul palco.

Un ultimo sguardo.

Lui deve andare.
Io devo allontanarmi.
Ho bisogno di stare sola con i miei pensieri.

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