Capitolo XX: Sfumature

-Anime che si cercano da sempre, anche se non si conoscono e , quando si conoscono per davvero sanno riconoscersi.- cit.


Piccole gocce di pioggia impetuose, rumoreggiano ancora cadendo dalla grondaia sul pavimento del terrazzo, nel silenzio creatosi si sente solo questo continuo tintinnio come brusio di sottofondo. Al suono continuo delle gocce, si unisce un odore di resina, abete e muschio, misti a salsedine, l' odore portato dal mare. Il paesaggio attorno resta avvolto da un silenzio solenne, un silenzio che si fa presagio di un qualcosa che sta per accadere ed infatti, ecco la sua domanda, ecco la mia risposta.
Lo guardo colpevole, tutto ciò che mi sta attorno sparisce, restiamo solo io e lui proiettati in un quadro impressionista, colori sbiaditi che si mescolano, il mare come cornice.
Mi sento addosso gli sguardi di Piero ed Ignazio, ma capiscono che questo momento è solo nostro e, che solo noi dobbiamo parlare.
<< Ignazio com'era quel brano musicale che mi volevi mostrare?>> , chiede Piero.
<< Dovevo mostrarti uno spartito per caso?>>, risponde, ma non afferra subito, poi capisce.
<< Ma si...quello di cui mi hai parlato prima..>>, Piero si avvicina ad Ignazio e, gli da una pacca sulla spalla.
<< A ciertu! lo s-partito>> aggiunge gesticolando, mimando il gesto di andare via seguito da un fischio, poi riferisce << Siamo da Piero>> .
Gianluca abbozza un sorriso consapevole della sceneggiata dei due, ma li sta ringraziando con gli occhi.
<< Vi raggiungiamo dopo se...se...Giovanna se la sente>>, risponde serio guardandomi.
<< A dopo ragazzi> Concludono in coro i due siciliani, per poi allontanarsi prendendosi sotto braccio. Se non sapessi che amano le donne, giurerei sarebbero una bella coppia.

Ritorno con lo sguardo su Gian, i suoi occhi stanno leggendomi dentro, questo nuovo confronto mi spaventa ma cerco di non darlo a vedere. Le sue braccia sono un rifugio sicuro dalla quale non vorrei fuggire, ma io sciolgo l' abbraccio, gli prendo le mani tra le mie, vedo il livido rosso sul dorso:
<< Ti fa male?>> ,chiedo.
<< Un po' ma passa >>, risponde secco.
<< Mi dispiace, io..io non pensavo che...che...insomma, che arrivasse a tanto>> , mi sento criminale senza colpa. Cerco un conforto nei suoi occhi, lo trovo ma lascio la presa, mi vergogno.Mi allontano qualche passo, lui sembra nervoso, cammina avanti e indietro, sento il rumore del suo passo, mi stringo nelle braccia ma non ho freddo, mi volto verso la balaustra, lo sguardo al mare mentre la quiete inizia a far rumore.
Gianluca dopo essersi fermato, si porta al mio fianco, vedo il suo profilo stagliarsi nelle ombre fiocamente illuminate, anche il suo sguardo indugia sulla distesa marina, se è vero che siamo due esseri simili, anche lui come me, sta riflettendo.
<< Perché non me ne hai parlato?>>, chiede con tono fermo, portando entrambe i gomiti sulla balaustra per poi guardarmi. I suoi occhi mi trafiggono, come punte acuminate, uno sguardo che colpisce e ferisce.
Gio: << Non volevo essere un problema per te>>, il tono basso.
Gian: << Non lo saresti stata. Se lo avessi fatto, sarei stato la tua soluzione>>, ribatte con sicurezza, ma l' amarezza è palpabile.Schiudo le labbra fugge un respiro.
<< Non volevo trascinarti in questa storia, volevo uscirne da sola>> insisto, poi continuo: << E poi...mi sono arrabbiata con te oggi alla Riserva per le cose non dette, eppure io prima di te, mi sono comportata nello stesso identico modo.>>, specifico.
Abbozza un sorriso amaro, quel suo mezzo sorriso che nonostante la strana situazione, scalda il cuore, smorza la tensione. Abbassa lo sguardo imbarazzato al ricordo di Marta, colpevole quanto me di una mancanza, ma capisce cosa mi si sta muovendo dentro; inadeguatezza, senso di colpa, anche lui si è sentito così giusto poche ore fa. Lo sa. Lo vedo.
É incessante il silenzio col suo incedere regolare, sembra quasi voglia sostituirsi al tempo, ed esso, come un signore, si inchina e si adegua al ritmo dispotico di questa insolenza . I minuti scorrono lenti, ma le parole iniziano a riempire lo spazio vuoto attorno a noi.
<< Cosa siamo io e te Gio?>> , esordisce Gian con tono regale guardandomi, lo vedo con la coda dell' occhio.
<< Bella domanda>> mi dico, dando voce al pensiero, è una domanda che mi sono posta diverse volte da quando ci siamo confessati e, anche adesso non so davvero come rispondere, anzi forse lo so, ma le insicurezze tornano. Alzo il viso dal mare, cerco i suoi occhi, li risiede la vera anima di una persona.
<< Siamo momenti Gian, attimi rubati al tempo, piccoli pezzi che si attirano come calamita, che quando sono insieme fanno un tutt'uno creando una storia.>>

Gianluca 's pov

Ascolto la sua risposta, nonostante non sia quella sperata, sono sorpreso, ma devo ricordarmi che lei ragiona con una sua logica, una logica strana, illogica forse, che si scosta da quella della massa a cui sono abituato. Le sue parole sono tanto profonde quanto dannatamente vere.
<< In una relazione quei piccoli pezzi che dici, quegli attimi rubati, significano molto, rappresentano la volontà di esserci e di costruire insieme qualcosa, non sono solo le grandi cose che rimangono dentro, spesso sono le piccole quelle che fanno più rumore, che lasciano ricordi più profondi, tu in questo momento mi fa stare bene , per quello vorrei che mi dicessi tutto>>, ribatto sfiorandole le braccia ancora avvolte sul suo corpo, alza il viso, i suoi occhi sono specchi in cui mi rifletto e vedo il mio vero io, sono occhi in cui vorrei non smettere di posare lo sguardo. Malinconia, forza e determinazione vi leggo dentro, ma anche tante fragilità e, sono queste sue fragilità che dovrò rafforzare se davvero voglio un noi, un suo sorriso mi illumina la giornata e, il solo sapere che qualcuno abbia voluto eclissare il mio sole, mi fa rabbia, ma è una rabbia insalubre, vorrei non dover sempre cercare risposte laddove non ci dovrebbero essere dubbi o domande.
<< Lo so che non è facile stare con uno come me, non lo nego , però davvero vorrei non ci fossero muri o paure a dominarci, sei importante per me, mettitelo bene in testa.>> , strofino la mia fronte sulla sua , come un koala con la sua compagna; cerco le sue mani, risalgo le sue braccia nude, fresche al tatto, poi continuo:
<< Quando quel verme davanti ad un tuo rifiuto ha osato metterti le mani addosso, non ci ho più visto, avrei voluto spaccargli il naso ma Piero mi ha fermato. Per evitare questi spiacevoli accadimenti per favore, parla con me, non rifugiarti tra le ombre della tua anima, ho bisogno di sentirti, di sapere che tu vuoi che io ci sia per te, fidati di me.>>.
Lentamente come la foglia che cade dal ramo, le lascio un bacio sulla fronte per poi scivolare timidamente sulla sua bocca alzandole il mento, la sfioro appena, seguono altri baci delicati, le mie mani cercano quindi le sue guance troppo calde,le avvolgo come prezioso diamante, mentre un pollice accarezza la sue labbra umide godendo della loro morbidezza. Solo Dio sa quanto vorrei assaporarle senza violarle in questo momento.
<< Resta con me.>> , chiede.
Si alza in punta di piedi per colmare la distanza tra noi, mentre le nostre labbra si scontrano. Il bacio diventa più desiderato, le labbra si schiudono, la punta della lingua solletica le mie labbra ed io inizio a sentire il calore salire, a desiderare di averla in esclusiva, come se fosse la cosa più urgente ed importante in questo silenzio rotto dai respiri accellerati dei corpi in fiamme.
<< Resta con me stanotte>> , domando con voce forzata senza smettere di baciarla, mentre la mente pensa solo a lei; ondate di calore pervadono il mio corpo , ho voglia solo di continuare questo rituale ed avere sempre di più un pezzo di lei...se lei mi permetterà di prenderlo.
-Cosa siamo io e te - penso mentre rispondo ai suoi baci, lasciando che le sue mani si posino prima sul mio torace, per poi risalire il mio viso, insinuarsi nei capelli. Incontro i suoi occhi, occhi che so, sanno resistere ai miei, non vi cedono facilmente, non è una con cui puoi giocare, ed è qui che comincia la sfida più bella che è a metà tra la voglia e la tortura. Siamo la voglia stessa di appartenerci, la tortura dell' attesa, il tempo che alimenta la speranza, siamo il silenzio prepotente che ci accarezza quando ci stringiamo... è davvero questo l' amore?

Giovanna 's pov

Ho caldo, i suoi baci bruciano come fiamma viva;i brividi che mi attraversano partono dalle labbra per poi raggiungere il cuore, ed è li che mi esplode il prorompente desiderio di volerlo in tutti i modi possibili immaginabili, ma mi trattengo.
I suoi baci continuano, mi morde le labbra, le solletica, le stuzzica, io lo seguo lasciandomi trasportare dal forte sentimento che sento.
Forzo la mente a non cedere alla voglia, non sono quel tipo di persona che si concede con facilità, anzi, ma a volte quelle persone le invidio; sono persone davvero libere da pregiudizi, giudizi ed inibizioni, colgono l' attimo, rispondono all' impulso senza farsi troppi problemi o domande. Non sono una facile, ma con Gian è diverso. Riesco a resistere al suo magnetismo, al suo richiamo, ma con molta fatica trattengo le mie voglie.
Ci sono fantasie che si scoprono di avere solo se hai davanti la persona giusta, la persona a te affine, che ti corrisponde e lui sembra proprio essere questa persona. Non è solo attrazione fisica la mia, lo so, ma è un coinvolgimento emotivo e mentale a 360 gradi. Il tocco dolce ma deciso delle sue mani, resta addosso, il suo profumo mi cammina dentro, i suoi occhi verdi mi rubano tutto, anche il cuore ed io fatico a tenermelo.
Le sue mani calde scivolano sotto la mia canotta, risalgono la schiena ed io sussulto
<< Gian ..>> biascico.

Un rumore di passi ci raggiunge.

Non lo sentiamo in realtà, sembra un suono ovattato, poi un colpo di tosse, poi un' altro. Al terzo colpo di tosse ci stacchiamo lasciandoci calmare dai nostri respiri, prima di capire a chi appartiene.Una voce conosciuta ci raggiunge. Jessica.
< Scusate...>> il tono è titubante.
Entrambi la guardiamo imbarazzati mettendo rapidamente una distanza minima tra noi. Gianluca si passa una mano sul collo, io rossa come un peperone, abbasso lo sguardo portando le braccia giunte davanti a me fissando la punta dei miei piedi. Alzo appena gli occhi Jessica sorride, forse non sa cosa ha combinato poco fa suo fratello.
<< Jessica..>>, dico facendo un cenno del capo vistosamente imbarazzata, anche per il comportamento di suo fratello << ecco...noi...>>
Gianluca si riavvicina a me venendomi in supporto:
<< Senti Jessica, già tuo fratello ha creato disagio, ti sarei grato se questa cosa restasse sul personale, non so se mi spiego>>, precisazione.
Lei ci squadra prima maliziosa,
<< Tranquilli ragazzi, io non ho visto nulla.>> aggiunge facendo l' occhiolino, poi curiosa: << Mio fratello? Diego era qui?>>, chiede indagatrice.
<< Si, quel bast..>> , fermo Gianluca che si sta infervorando, posandogli una mano sulle labbra.
<< No Gian, aspetta, lei non ha colpa>> puntualizzo.
<< Che è successo?>> , domanda allarmata.
<< Parla con Diego, è anche questa una faccenda personale>>. Concludo sbrigativa.
<< Capisco. Comunque tranquilli davvero...da me non trapelerà' nulla. >> , risponde sicura di se.
Gian: << Grazie...e' una cosa non ancora ufficializzata quindi...>>, mi guarda e sorride, i suoi occhi brillano, ed io annuisco alle sue parole.
<< Ero venuta a controllare se ci fosse qualcuno, dovrei chiudere la sala ristorante e la terrazza, se volete continuare il vostro discorso è aperta la terrazza sul solarium oppure la piscina>> , ci informa professionale nel suo ruolo. Entrambe avvampiamo.
<< Ci aspettano Piero ed Ignazio, è il caso di raggiungerli>> , dico.
<< Si be...qui fa anche troppo caldo...>>, ribatte Gian aprendosi il colletto della camicia. Jessica ci osserva divertita mentre le sfiliamo davanti salutandola. Mentre stiamo rientrando, la sua voce ci richiama:
<< Posso dirvi una cosa? Siete davvero belli insieme>>, osserva con un po' di malinconia, giurerei stia pensando a Piero in questo momento; << Spero di rivedervi tra un anno ancora così felici e affiatati>>.
-Che? Magari!- penso.
Mentre Jessica parla,la mia mente sogna, il mio corpo invece inciampa nei miei stessi piedi, Gian mi prende al volo con un mezzo sorriso e i nostri visi si cercano, mentre le labbra si sfiorano leggere dimenticandoci per un attimo, ora, luogo e soprattutto, circostanza.
<< Attenti che fuori dalla sala c' è ancora gente>>, aggiunge gentile chiudendo la terrazza.
Ci riprendiamo un attimo. Uno, due, tre respiri.
<< Pronta?>> domanda.
<< Pronta. >> rispondo.
Poi fingendo di essere semplici amici, usciamo. Davanti Gianluca, dietro io, passiamo tra la gente lasciando traccia senza ombra, uno scenario che mi rende frizzante, soprattutto quando vedo gli occhi delle donne e delle ragazze posarsi su Gianluca, fermarlo per una foto o due parole, lui ha un sorriso gentile per tutte, ma è bello sapere che il suo sorriso più bello lo dedica a me, o meglio, è quello che mi lascia intendere.
È fermo con una bella ragazza mora, capelli lunghi e lisci come seta, occhi profondi color cioccolato , fisico da gnocca con la G maiuscola, li osservo curiosa e, un po' gelosa ma passo oltre voltandomi appena. Gli passo accanto senza parlare, Gian allunga una mano, sfiora la mia inconsapevole o forse si? Ruota il suo sguardo per una frazione di secondo, i nostri occhi si incontrano, uno scambio naturale di energie, un mezzo dolcissimo sorriso che corrispondo, mentre ci rivoltiamo senza che nessuno se ne accorga, due estranei? Due amici? Due amanti? Nessuno lo sa; io vado verso le scale, lui resta con la mora, lei vuole una foto. Qualcuno mi ferma tra la folla prendendomi alle spalle; mi giro, guardo chi è. Un ragazzo alto, forse come Ignazio, biondo, occhi castani, occhiali, mi guarda, mi sorride:
<< Asia? Sei proprio tu? Sono Davide>> chiede, si presenta, un nome che fa male.
<< No mi spiace>> dico, lascia la presa, << credo tu abbia sbagliato persona>>
<< Davvero?Scusami>>, si corregge con imbarazzo, poi si allontana. Faccio per salire i primi gradini delle scale, lo sconosciuto mi raggiunge:
<< Permetti una domanda?>>
<< Cerco una ragazza che ti somiglia, si chiama Asia, era qui ieri, non è che l' hai vista?>>, mi guarda speranzoso.
<< Purtroppo no>>
<< Niente, ti ringrazio>>
Se ne va, sembra un cane bastonato. Forse quella ragazza era la sua Musica che resta, spero la trovi.

Salgo le scale, dei passi dietro di me, faccio la curva e da sopra vedo Gianluca nella rampa di scale sotto, sta salendo. Sorrido e aumento il passo, da dietro sento che anche lui sta accelerando. Raggiungo il corridoio, lui ancora non c' è, solo quando da uno specchio a parete sul fondo del corridoio vedo il suo riflesso comparire dalle scale, inizio a correre. Lui corre come me, dallo specchio anche lui può vedere la mia espressione, ed io rido come una bambina mentre cerca di scappare dal lupo cattivo. Mi raggiunge, mi prende per un braccio, mi mette spalle al muro, l' altra mano all'altezza del mio viso poggiata al muro, mi fissa:
<< Dove volevi andare?>>, sorride malizioso, un sorriso maledetto che mi condurrà all' inferno lo so, << Forse scappavi da me?>> , insiste con voce di velluto, inclina la testa fa per baciarmi ma io sguscio dalle sue braccia e mi faccio inseguire ancora.
<< Ehi...>>, mi urla nel corridoio.
Siamo quasi vicini alla stanza di Piero, riesce a fermarmi ma questa volta appena mi giro, sfruttando la sua presa, spingo lui spalle al muro cogliendolo di sorpresa. Le sue mani mi prendono alla vita, le mie si posano sul rever della sua giacca bianca, mi stringe forte e le nostre labbra si cercano come sempre quando siamo così vicini. Noi due in piedi nel corridoio che porta alle nostre stanze a baciarci senza troppo pudore,con il rischio di essere visti. Un controsenso rispetto a poco fa. Ma in fondo siamo noi stessi un controsenso:
Lui bello, famoso, speciale; io normale, ordinaria, per certi versi folle.
<< Cosa voleva lui?>>, domanda in una pausa tra un bacio e una carezza, scrutandomi curioso.
<< Chi? Il biondino con gli occhi castani e gli occhiali?>>, esordisco fingendo innocenza.
<< L' hai guardato bene allora>> fa l' offeso. Mette il broncio.
<< Geloso forse?>>, chiedo in tono morbido.
<< Un po'>>, risponde fissandomi serio nelle iridi.
<< E la mora gnocca allora?>>, ribatto un po' stronza.
<< Era una fan che voleva una foto>> , controbatte.
<< Lo so. Chissà perché tutte belle le vostre fans>>, lo punzecchio. Lui sorride.
<< Gelosa?>>, mormora a fior di labbra.
<< Un po'>>, rispondo, sfiorando le sue.
Ci guardiamo entrambe seri, veri e autentici, gli accarezzo una guancia.
<< Ancora non mi hai detto che voleva il biondino però>>, insiste.
<< Cercava una ragazza>>, specifico.
<<E...perché' ha fermato proprio te tra tante?>>, questa cosa lo infastidisce.
<< Ha detto che somigliavo a questa fantomatica ragazza, Asia l' ha chiamata>> , dissipo il suo dubbio.
<< Se è così, di sicuro io l' avrei vista>>, esordisce scherzando. Lo guardo di sottecchi, lusingata dal complimento ma infastidita dal suo lato predatore.
<< Perché mi hai complicato la vita Gian?>>, domando seria mentre lascio che la mia bocca cerchi la sua.
<<Perché le cose semplici non mi piacciono>>, risponde prima di prendere le mie labbra voglioso.
<< Allora baciami e non ti fermare>>.

Ignazio e Piero's pov

<< Senti queste parole Piè...>>
La chitarra suona tre note, poi parte la calda voce di Ignazio:
<< Siamo il mare in tempesta, siamo il suono della nostalgia, il caldo abbraccio dell'estate, l'acqua che scorre, il colore dorato dell'alba...>>
Piero ascolta con attenzione:
<< Dato sfogo al tuo lato romantico Igna' ?>>, ironizza Piero.
<< Be...non ti piacciono? L' ho immaginata pensando a Gian e Gio.>>, aggiunge il ragazzo, poi continua:<< A proposito, credi che lui faccia sul serio con lei? Avranno parlato di ciò che è accaduto?>>
Piero: << Mi sembra molto preso, ma il vero problema tra loro sarà la lontananza se non stanno stare troppo lontani>>
Ignazio: << Diamo sempre colpa al lavoro, alle lunghe assenze per i tour e gli impegni, ma in realtà sarebbe anche semplice stare assieme, non dico facile, nulla è facile, dipende dal modo in cui le cose si gestiscono>>
Piero: << Io li vedo felici come è giusto che sia, spero che Gian non faccia lo stronzo>>
Ignazio: << Di minchiate ne abbiamo fatte, come darti torto, però con lei lo vedo diverso>> i due ragazzi si fissano, tengono a Gian e a Giovanna più di quel che pensano.
Piero: << A me insieme piacciono, spero abbiano chiarito >> esordisce Piero, mentre si pulisce le lenti degli occhiali.
<< A proposito, che fine hanno fatto?>> , chiede Ignazio posando la chitarra.
<< Mi pare di aver sentito la voce di Gian in corridoio>> , esordisce Piero alzando un sopracciglio dubbioso. Ignazio si alza seguito da Piero, va ad aprire.
La porta si apre e, poco distante nel corridoio vedono due figure che riconoscono.
<< Ma guardalo Piè! Noi lo aspettavamo e lui è li...>> .Ignazio incrocia le braccia al petto mentre scuote la testa e, sorride sornione.
<< Non è decisamente solo...a quanto pare hanno chiarito>>, aggiunge Piero con un sorriso, guardando le due figure avvinghiate,cercando di capire dove inizia uno e, finisce l' altra.
<< Dai andiamo, lasciamoli un po' soli, arriveranno>> Dice strattonando Ignazio per un braccio, ma Ignazio non vuole muoversi da li.
<< Ma guardalo! Cioè...non ti sembra troppo...insomma...>>, gesticola.
<< Andiamo >> insiste.
<< Io voglio proprio sapere perché....>>
<< Muoviti Ignazio>> conclude Piero perentorio, tirandolo con forza verso la stanza.<< Ehi!>> ribatte il marsalese.

Gianluca 's pov

La sua pelle mi tenta, resisto; le sue labbra mi invogliano, cedo. La sua sottile e consapevole gelosia, mi elettrizza ; un'altra ragazza sorriderebbe di tutta la questione che si è creata con la mora e il biondino, un'altra ragazza sarebbe lusingata all'idea che il suo ragazzo sia oggetto di desiderio altrui , un'altra ragazza sarebbe complice, non nemica. Un'altra ragazza certo, ma non lei.
Voci conosciute e vicine,mi riportano alla realtà'. Non siamo in camera, ma in un corridoio e, non possiamo trattenerci qui.
Una porta si apre, sento Piero ed Ignazio, la porta si richiude e capisco che è il caso di non lasciarsi andare così in un corridoio pubblico.
<< Credo che qualcuno ci stia aspettando..>>, mormora Giovanna scostandosi da me con un sorriso gentile.
<< Li hai sentiti?>>, domando sapendo già la risposta. Annuisce
<< È il caso di andare da loro>>, convengo.
Mano nella mano ci dirigiamo alla porta della camera di Piero. Busso.
Ci apre Ignazio che, dopo averci fatto un sorriso, ci invita ad entrare.
<< Piè ecco picchì nun arrivavano, sunnu andati do' chirurgo a rifarsi i labbra e ùora nun si staccano cchiù. >> ( trad. Dal siciliano- Piè ecco perché non arrivavano, sono andati dal chirurgo a rifarsi le labbra e ora non si staccano più..) , sghignazza Ignazio ironizzando sulla nostra condizione.
<< Che?>>, chiedo non capendo totalmente il dialetto del mio amico siciliano, ancora non riesco ad afferrare tutto.
<< C'avete i labbra rosse e screpolate e nun criu fussi pi u friddu>>,( trad. dal siciliano- avete le labbra rosse e screpolate e...non credo sia per il freddo) ci indica e, questa volta capisco
<<Ignazio quantu si pirla>>, aggiunge Piero squadrandoci.

La serata prosegue in compagnia di Giovanna, Piero ed Ignazio, tra musica e risate, fino a quando qualcuno bussa alla porta di Piero. Tutti e tre guardiamo il narese,
<< Aspetti qualcuno? >>, chiedo.
<< Non che io sappia>>, risponde.
<< Hai un appuntamento al buio con una bionda boccolona?>> , aggiunge Ignazio,punzecchiandolo sul fatto che facesse il provolone con una ragazza incontrata in terrazza durante l' aperitivo.
<< Me ne sarei ricordato. E poi secondo te se fosse così, sarei stato un' ora e mezza qui con te in camera mia per altro, ad aspettare Romeo e Giulietta?>>, sogghigna indicando me e Giovanna.
Entrambe capiamo l' allusione e ridiamo del paragone, anche se di fatto, spererei in un finale diverso tra noi.
<< Magari qualcuno ha sbagliato>> , aggiunge Giovanna.
<< Nessuno si sbaglia bussando per caso alla porta di Barone>> , osserva Ignazio. Ed effettivamente non ha torto.
<< Vado ad aprire>>.
Piero si alza dalla scrivania, con passo deciso ed espressione composta, va ad aprire.

Giovanna's  pov

<< Buonasera, mi scuso per l' ora ma...ho appena finito il turno>> dice una voce gentile, ma si sente una cadenza che stona e, si intravede un vestito rosso.
<< Jessica?>> , si stupisce Piero sentendone il tono e,nel vederla con tutta probabilità, con ancora addosso la divisa rossa della reception.
<< Si..be...per caso Giovanna è qui?>>
Sussulto nel sentire il mio nome.
<< Perché la cerchi?>>, domanda Piero come per proteggere la mia privacy
<< Ho bussato in camera sua, ma non ha risposto, l' ho vista in terrazza con Gianluca un' oretta fa e mi sono ricordata che hanno detto che tu li stavi aspettando, quindi...>>, ha un tono piuttosto dispiaciuto.
Piero guarda verso di noi, Gian annuisce a dare conferma alla versione raccontata, poi guarda me mentre mi stringe involontariamente la mano.
<< È qui>>, risponde Piero mentre apre di più la porta e, la vedo. I capelli scompigliati la divisa che le cade perfettamente sul corpo, ha gli occhi tristi, accenna un cenno di saluto e un - buonasera - verso Ignazio e Gianluca.
<< Giovanna ecco io...come stai?>>
Mi alzo, la raggiungo portandomi accanto a Piero, lui mi fa spazio spostandosi e in una frazione di secondo Jessica mi abbraccia.
<< bene adesso...ah>> , esordisco sorpresa.
<< I tuoi polsi..ti chiedo scusa, davvero perdonami>>
Gianluca sembra scattare in piedi, sento la sedia spostarsi.
<< Calma Gian..>>, è Ignazio.
Resto spiazzata dalla sua stretta e, non so se abbracciarla o meno, ruoto lo sguardo verso Piero confusa, ma credo di sapere il perché.
<< Io...>>, rispondo per monosillabo, poi torno su di lei e, la scosto gentilmente.<< Aspetta>>
Mi volto verso i ragazzi:
<< Scusatemi un attimo>>
Tutti e tre capiscono la situazione, Gianluca mi osserva serio,di sicuro dopo vorrà sapere.
<< Siamo qui>>. Aggiunge Gian.

Esco dalla stanza con Jessica chiudendo la porta dietro di me.
Non restiamo nel corridoio, ma ci sediamo nel salottino adiacente, quello in cui ho sonnecchiato al mio arrivo.Jessica è impacciata, non sa bene come approcciarsi e comportarsi, è nervosa continua a torturarsi la gonna stropicciandone il tessuto.
<< Giovanna senti, mi..mi dispiace....per...insomma...Diego>> , balbetta tenendo gli occhi bassi.<< Ho parlato... con lui, più che.... altro ci ....ho discusso>>
Guardo Jessica, comprendo la sua difficoltà ma convengo che non è colpa sua
<< Non è colpa tua.>> chiarisco.
<< Si invece. Avevo capito che qualcosa lo disturbava, soprattutto vedevo come guardava Gianluca che dico, un po' di rispetto voglio dire, ma non pensavo che fossi tu il vertice del triangolo>>. Ribatte tutta d' un fiato, più sicura di se. Respira.
<< Nemmeno io sapevo di esserlo, o meglio, a tuo fratello già avevo risposto senza citare Gianluca, credo tu capisca il perché>>.
Jessica annuisce. << Mi scuso per lui, ti chiedo solo di non sporgere denuncia, vedi, lui non è cattivo..e' solo impulsivo...non si comporta mai così, eppure stasera l' ha fatto>>
<<Nessuna denuncia. Si è scusato con entrambi. Sa di aver sbagliato>>, poso le mie mani sulle sue, alle mie parole sembra calmarsi.
<< Ti ringrazio davvero di cuore. Non so come farmi perdonare per la mancanza>>, continua.
<< Si è preso un dritto in pieno stomaco, credo che non serva altro, ha capito>>, aggiungo.
Jessica: << Ora vado, grazie davvero. Lo terrò lontano da te e da Gianluca, prometto>>
<< So che lo farai>>

Ritorno dai ragazzi.
<< Tutto ok?>> ,chiede Gianluca.
<< Tutto ok. >>, rispondo.
<< Vieni qui>>, chiede dolce.
Mi siedo sulle sue gambe mi abbraccia e per la prima volta, non mi faccio problemi davanti a Piero ed Ignazio.

Dopo la serata con i ragazzi, io e Gianluca ci ritiriamo in camera sua. Resto a dormire da lui, -Come se non fosse già successo - ricordo la serata e, la nottata in cui accadde.
Uno spiffero d' aria ci raggiunge mentre apriamo la porta. Una tenda si muove, la finestra è rimasta aperta su quello che era il sole del pomeriggio volto in pioggia sul far della sera. Non fa poi così freddo in questa stanza d' albergo, è più il contrasto tra il pomeriggio estivo e questa sera quasi autunnale, con il vento fresco e pregno d' umido e, le ombre lunghe a rinfrescare. Gianluca mi stringe a sé mentre chiude la finestra, friziona le mie braccia e la mia schiena con le mani come per scaldarla, un brivido mi coglie mi rifugio in questo spazio che sa di lui, tra il petto e il viso, un profumo che inebria.Restiamo un istante fermi così, l'una nelle braccia dell'altro.Poi le bocche si cercano spontaneamente, si uniscono in un lungo bacio, allargo le braccia che tenevo ripiegate per prendere il suo viso tra le mani...

Giovanna- Ogni volta che il mio sguardo incontra il tuo, mi sento nuda, i vestiti si fanno invisibili, fili di seta tra le pieghe dei pensieri troppo audaci da esprimere, i tuoi occhi mi scrutano entrandomi dentro, scivolando sul mio corpo.- un pensiero

Gianluca- Mi è impossibile fare la cosa giusta adesso, soprattutto se quella sbagliata mi piace da impazzire, il problema è che la cosa sbagliata potrebbe essere giusta in questo momento e viceversa.- un pensiero

Un nuovo lungo bacio che sa di noi, poi ci accoccoliamo sul letto l' una accanto all'altro senza pretendere nulla e, ancora vestiti, sprofondiamo in un sonno profondo accompagnati da Morfeo e dai nostri respiri che si fanno sempre più lenti e regolari.

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