Capitolo XVI : Quando l' amore diventa poesia...
-Il destino è quando incontri una persona che non stavi cercando, per poi renderti conto che non hai mai desiderato nient'altro altro di più bello al mondo - Cit.
Apro distrattamente la valigia per recuperare un pantalone lungo aderente nero e una leggera canotta bianca morbida in raso, perdo venti minuti abbondanti per asciugarmi dal bagno in piscina e vestirmi, quando in realtà ne basterebbero due, ma devo calmare il mio cuore.
Raccolgo i capelli in una coda alta, mi appoggio alla finestra con la schiena, ruoto il viso, guardo fuori il mondo, ma non è il mondo che trovo, nel vetro in controluce vedo il mio riflesso, un riflesso diverso, un riflesso sognante. Sfioro con la mano la mia immagine, ripenso al bacio che ci siamo scambiati io e Gianluca fuori dalla porta, un bacio desiderato. Un bacio silenzioso, labbra che si cercano con la paura di toccarsi per poi appartenersi, respiri affannati che mescolano il loro sapore, occhi chiusi mentre i corpi vigili si scambiano sensazioni a fior di pelle. Come è stato possibile tutto ciò? Destino forse?
Potrebbe, ma sarebbe la prima volta che non ho tutto contro. Spero solo di non essermi sbagliata su ciò che provo, mi sono buttata nell' impossibile divenuto possibile e lui? Lui davvero è sincero?
Domande, risposte, dubbi infiniti come all'inizio inizio di ogni storia, ma io e lui, non siamo la solita storia, anzi...noi cosa siamo adesso? Una chiarezza disarmante, che getta ombre, solo che qui mi sto giocando davvero il cuore. Non voglio illudermi ma ciò che provo è troppo forte, anche per me stessa. Dopo le nostre confessioni, dopo il nostro dichiararci in questo modo tutto nostro, dopo esserci rivelati così nel profondo, questa profondità potrebbe in qualche modo distruggerci?
Ho davvero paura.
Respiro cerco di distrarre la mente, è il caso che scenda, più resto qui a rimuginare, più mi assalgono i pensieri ed io non voglio.
Gianluca mi aspetta ed io, ho solo una settimana purtroppo per stare davvero con lui, per capirne abitudini e umori, non posso sprecarla, non così. Indosso la sua giacca grigia sopra la canotta, mi aiuta a realizzare che è proprio il suo profumo quello che ho addosso, metto l'unico paio di sandali rimasto, una zeppa piuttosto comoda, l'altro è ancora in ostaggio.
Scendo.
Loro sono sul palco, io mi appoggio ad una colonna illuminata di un gazebo in prossimità del tavolo che occupavo prima, Barbara e gli altri quando mi vedono, mi sorridono gentili, rispondo con un cenno, ma non è quello il mio posto, intanto resto ad osservare i tre muoversi sul palco, li guardo ammirata, tre splendidi ragazzi, semplici ed educati che amano fare musica, una musica classica, cantata con voci altisonanti.
Mentre li sto guardando, mi si avvicina con fare timido una ragazza piuttosto carina, capelli scuri raccolti in una treccia, occhi scuri, mentre i primi accordi di Grande Amore avvolgono la piscina.
"Ciao", mi dice
"Ciao a te", rispondo cortese senza conoscerla.
"Scusa se ti disturbo, mi chiamo Maristella, ma non sei tu quella che Ignazio e Piero hanno buttato in piscina prima?", il suo tono è eccitato, non confermo e non nego, chiede, ma lei ha capito che non ha sbagliato.
"Perché vorresti saperlo?", domando dolce.
"Perché ti ho vista con loro, sono quasi sicura sia tu, sono una fan ed oggi è il mio compleanno, lo so che ti sembrerà una richiesta assurda ma... mi chiedevo ... se potevi presentarmi Ignazio, lo adoro e vorrei solo una foto, sarebbe il regalo più prezioso>>. I suoi occhi sono grandi e speranzosi, capisco benissimo come si sente, io sono stata baciata dalla fortuna con Gian , lo dico e lo ammetto, quindi posso rompere il suo di incantesimo? No.
Anche io fino a giusto mezz'ora fa, guardavo Gianluca con gli stessi occhi. Le sorrido.
<< Avvicinati a loro a fine concerto, vedrai che Ignazio non ti negherà una foto, ne sono sicura.>>, non posso farla passare, non so chi sia anche se sembra una brava ragazza, non sono io la "buttafuori" di turno.
<< Dici?>>, è dubbiosa.
<< Perché dovrebbe? Ti faccio una confidenza...>> le strizzo l' occhio, << Se vuoi essere tra le prime a raggiungerli, piazzati a destra del palco. >>, le dico, li dietro le tende ci sono le scale, scenderanno sicuramente da li.La ragazza mi guarda con occhi pieni di gratitudine, poi mi saluta ringraziandomi e, senza chiedere altro, raggiunge la postazione.
Dei passi regolari e pesanti si avvicinano a me, guardo di lato, sono sorpresa di trovarmi lui accanto ma, non dico nulla, mi limito a restare sulle mie, ad ascoltare i ragazzi. É lui però, Michele Torpedine a rompere il silenzio per primo:
<< Buonasera Giovanna... stai meglio?>> , chiede, poi continua: << Dopo lo scherzo dei ragazzi mi sei sembrata piuttosto scossa...>>
Rispondo con garbo. << Meglio grazie. Ero scossa non per lo scherzo ma ..per questioni in sospeso che poi ho risolto...>> , sorrido mascherando l' imbarazzo nascosto dietro queste parole, ricordando quello che è accaduto poco fa.
Michele: << Risolto con chi? Con Gianluca o...con te stessa?>>, un mezzo sorriso stampato sul volto abbronzato, un volto dove i capelli d'argento risaltano.
Mi volto, lo guardo, la mia espressione è un misto di timidezza e stupore. Timidezza perché mi sono sentita nuda nei miei sentimenti davanti a lui, così vulnerabile; stupore perché forse lui, prima di me sapeva dei sentimenti di Gian.
<< Perché questa domanda?>>, chiedo curiosa.
Si appoggia anche lui alla spessa colonna accanto a me, il suo sguardo si perde verso il palco: << Perché Gianluca quando è tornato per cantare dopo che era salito con te a cambiarsi, è sceso con Ignazio e aveva stampato sul viso un sorriso che non gli vedevo addosso da molto. Ecco.>>
Mi volto verso di lui, occhi negli occhi non troppa distanza tra noi, lui mi sta scrutando, mi sta studiando, è un manager, fa il suo lavoro e, sa farlo bene direi, mentre accenna un sorriso io penso alla risposta da dare alle sue parole, ma so che sono sicuramente arrossita :
<< Qualcuno mi ha sempre detto che la vita è troppo breve, quindi rompi le regole, esci dagli schemi, perdona velocemente, bacia lentamente, ama profondamente, ridi.. non rimpiangere chi ti ha fatto sorridere, perché ha saputo entrarti dentro senza pretendere, lotta per i tuoi sentimenti, supera gli ostacoli, segui il cuore, ed io credo sia una grande verità>>.
Ho lo sguardo fisso, fisso su Gianluca, mi sembra di vedere il riflesso del mio corpo proteso verso di lui, lui che poi afferra la mia mano, è solo un' immagine astratta, creata dalla mia mente lo so, ma davvero credo in queste parole, le stesse che mi disse mio papà una volta.
<< Lo sapevo, non mi sono sbagliato, tu sei la ragazza giusta per lui>>, mi sorride, io sono spiazzata, totalmente, mi sento addosso una grossa responsabilità; detto ciò, sfila qualcosa di bianco da sotto la giacca, realizzo che mi consegna una busta:
<< Che cos'è?>>
<< Apri, è per te>> , poi così come venuto si allontana ed io resto immobile con la mano a mezz' aria ad osservare la sua figura allontanarsi tra la gente, sicuramente è una persona di grande carisma. Abbasso lo sguardo, apro la busta, dentro vi è un pass per il concerto di Verona del 24 Settembre 2019, non posso crederci, il cuore vuole uscire dal petto, vorrei poterlo ringraziare, ma le parole non sempre bastano per esprimere ciò che ho dentro, a volte servono forme, note, colori, è solo che non ho ancora trovato la tecnica giusta per esprimermi a dovere senza risultare grottesca, ma non è tutto, sul fondo poi c'è un passepartout per lo staff, senza scadenza, un lasciapassare universale, firmato personalmente da Michele Torpedine, santo cielo, quest' uomo mi ha proprio sorpreso.
Raggiungo il palco.
Gli addetti nonostante non sia un vero concerto ma solo un' esibizione, sono vigili e attenti, mi fanno passare solo quando vedono il pass. Sono dietro le quinte improvvisate, li sto osservando da un'insolita prospettiva, che direi essere niente male, soprattutto quando vedo muoversi Gian e la pressione mi sale. Ha ancora come me i capelli bagnati, così conciato lo trovo estremamente sexy, il sapere poi che da ora in poi vista la reciproca confessione, potrò disporne a piacere be,mi scatena l' ormone e non va bene. Mi vergogno da sola per i miei lascivi pensieri.
Grande Amore bis finisce, salutano i presenti e mentre escono, i ragazzi mi vedono, sono sorpresi. Gli mosto il pass trionfante con un sorriso, loro mi salutano felici, Gian ha una luce negli occhi verdi che non avevo ancora notato, è forse perché ha ritrovato la sua giacca? Il pubblico fuori li richiama, i primi ad uscire sono Piero ed Ignazio, Gian è l' ultimo e, prima di tornare sul palco, mi avvolge rapido per le spalle con un braccio e, mi tira a se, dandomi un fugace quanto spiazzante bacio nell'ombra senza essere visto, prima di seguire gli amici sul palco; il cuore esplode, potrei morire all'istante.
Le luci si spengono su di loro. La serata fuori dal palco prosegue, loro tornano dietro le quinte diretti all'uscita
<< Piaciuto lo spettacolo? >>, chiede Ignazio
<< Direi un prima fila degno di nota>>, esordisco.
<< Dimmi un po', anche se hai la giacca di Gian...>> e, Ignazio guarda di sottecchi l' amico accanto, << ...a chi appartiene il fondo schiena più bello?>> . Non ho parole, sono sbigottita. Strabuzzo gli occhi , Piero tossicchia soffocando una risata, Gian lo fulmina con gli occhi e poi ribatte dandogli una pacca sulla nuca:
<< Igna' ma sei scimunito?>>
<< Che ho detto di male? Ho solo chiesto un parere>> , ribatte senza troppi problemi.
Piero da un colpetto sul fondo schiena di Ignazio. << A Bello! Marmo è! >> , dice con cadenza siciliana prendendosi gioco dell' amico mentre mi strizza l' occhio.
<< Barone mani a posto. Solo le ragazze possono toccare>>, guarda minaccioso Piero, poi mi passa accanto e mi si rivolge: << Testare con mano?>>
Io sono impassibile, ma vorrei solo scoppiare a ridere ma non mi sembra carino.
<<Dai Igna' muoviti!>>. Gian lo richiama e poi mi prende per mano senza farsi troppi problemi, mentre mi trascina poi verso l' uscita inseguendo Piero ed Ignazio.
<< Avete dei fans che aspettano >> dico allegramente, rivolgendomi ai tre, mentre stringo ancora la mano di Gianluca.
<< A proposito ...Ignazio...>>, lo chiamo. Lui si ferma e si volta, ma la prima cosa che nota sono le nostre mani intrecciate.
<< Io l' ho detto che mi sono perso qualcosa...>> , aggiunge sghignazzando, imbarazzata ritraggo subito la mano da quella di Gian.
<< Tranquilla, guarda che io e Piero già sospettavamo, non farti problemi, non con noi due almeno>>.
<< A quanto pare, ero l' unica a non rendersene conto>> , rispondo con amarezza alzando le spalle e con una sincerità spudorata. Troppe fette di salame sugli occhi, altro che fette, l'interno salame avevo. Gianluca cerca di confortarmi, capisce come mi sento visto che ci siamo reciprocamente dichiarati un'ora e mezza fa; siamo solo noi quattro al momento, mi passa un braccio attorno alle spalle mi tira nuovamente a sé e mi regala un dolcissimo bacio sulla tempia prima di sussurrarmi all'orecchio:
<< Ehi, io sono qui, sono qui con te.>>
Ruoto la testa a lato, incrocio i suoi occhi e il suo viso, le sue labbra incorniciate dal pizzetto curato, abbasso il capo cercando appoggio sul suo petto, respiro il suo profumo mentre il cuore cerca di calmarsi per quella vicinanza.
Vorrei baciarlo capisco che loro due sanno, che non si fanno problemi, ma non so se sia il caso di farlo, in fondo è passata solo un' ora e mezza dalla nostra confessione, non me la sento di espormi così adesso, non davanti a Piero ed Ignazio, soprattutto perché sarebbe un bacio troppo intimo.
<< Cosa volevi dirmi?>>, domanda Boschetto con un sorriso, dopo essersi cambiato la maglia prima di uscire.
<< C' è una ragazza morettina, appena a lato della scala, oggi è il suo compleanno, mi ha detto di chiamarsi Maristella, è una vostra fan, adora Te e vorrebbe una foto, la renderesti la ragazza più felice del mondo.>>, dico accoccolandomi a Gian che intanto ha appoggiato la schiena al vicino muro e, ha ancora il suo braccio sulle mie spalle.
<< Allora mi devo fare bello per lei>> , esordisce il Marsalese facendomi l' occhiolino.
Poco dopo sono fuori.
Resto in disparte, a margine come la cornice su uno splendido quadro, metto via il pass, non voglio intromettermi, ho detto a Gian di raggiungermi appena finisce, saprà come trovarmi ed intanto, mi mescolo tra la folla per spostarmi da li, nel mentre vedo se la ragazza è riuscita nel suo intento ed infatti, eccola là tra le braccia del suo Ignazio, Piero è con due gemelle, due biondine e Gian...eccolo il mio Gian dov' è, una rossa piuttosto formosa e provocante, sta facendo la provolona con lui, mi ci dovrò abituare.
Primo pensiero: -Adesso vado la e la smonto!-
Secondo pensiero:- È una fan, è giusto che parli con Lui e si goda il momento-
Terzo pensiero:- È una fan, è normale che si approcci a lui, ma se osa solo sfiorarlo o baciarlo, giuro che le smonto le extension, le strappo le ciglia finte, le mordo le labbra così si sgonfiano e, la faccio affogare in piscina-
Quarto pensiero: - Non partire prevenuta, non giudicare, non è stupido, sa come comportarsi-
Faccio un respiro e decido di accogliere l' opzione quattro, non devo essere gelosa, è il suo lavoro, il suo mondo, una scelta che devo rispettare a discapito del cuore. Sospiro, credo che farò fatica a convivere con questo suo lato pubblico.
Mi volto, meno vedo meglio è, mi devo fidare. Nel mentre mi sento afferrare ad un braccio, una presa forte, giro il viso e ne incontro uno conosciuto.
<< Diego?>>, esordisco sorpresa.
<<Non è troppo grande questa giacca per te? >> mi squadra con odio, << ...e poi...le iniziali sul taschino...GG chi potrebbe mai essere?>> , sfotte senza rispetto.
<< Non dovrebbe interessarti il modo in cui mi vesto>>, rispondo acida strattonando la sua presa.
<< Infatti. Sono quelle iniziali che mi indispongono>> , controbatte.
<< Lasciami, queste iniziali potrebbero essere benissimo le mie, il mio nome completo è Giovanna Gusmeri>>, insisto puntigliosa.
<< ...Senti un po'...>>, lascia la presa, ma non è dispiaciuto per i suoi modi elefantiaci;<< ...Tutto bene? Ieri sera eri sconvolta...>>
<< Sto bene...grazie>> , mormoro.
<< Sicura? >>
Mi guarda con occhi indagatori, siamo uno fronte all' altra nella zona più esterna della piscina, attorno gente ma non se ne cura troppo.
<< Si>>
<< Che avevi? >> , chiede con insistenza
<< Cose personali, cose che non dovrebbero interessarti almeno>>. Non mi smuovo dalle mie idee. Non mi piace mettere in piazza i fatti miei.
Si avvicina di qualche passo. Mi fissa serio, si passa una mano tra i capelli, è impacciato, pensieroso,<< Mi interessano invece, mi spiace se qualcuno ti ferisce, lo so che non ti conosco e, non ho titolo per dire una cosa del genere, però...pero' tu mi piaci>>. Trattengo il fiato, un fugace tentativo di congelare parole e pensieri, fermare le emozioni.
<< Cosa? Non credo di aver capito bene>>, fingo di non aver capito, fingo di non aver sentito queste parole.
Sono ancora incredula per questo suo coraggio, elaboro il tutto per potergli rispondere , quando un profumo che conosco e indosso, si fa più vicino, più presente. È Gianluca che si avvicina, da dietro mi prende per la vita, mi tira a sé e io mi ritrovo di spalle contro il suo busto protetta dalle sue braccia.
<< Qualche problema? Sembrava steste discutendo>> chiede, il tono nervoso mentre posa il suo viso sulla mia spalla. Diego risponde:
<< Nessuna discussione>> , taglia corto, sbrigativo, fissandolo in cagnesco, forse il gesto di Gian l' ha infastidito. Quando si vuole rifiutare l'approccio di qualcuno, sembra sempre più efficace dire "no, sono fidanzata" rispetto a "no, non sono interessata", perché spesso gli uomini rispettano più gli altri uomini che il nostro diritto a dire di no, ma in questo momento non so nemmeno come considerarmi, ma Diego non mi interessa, non vorrei ferirlo troppo comunque.
<< Senti Diego...>>, faccio per rispondergli ma lui mi blocca con un gesto di mano, << Lascia stare, non ora.>> , detto ciò si allontana, la sua figura diviene sempre più sbiadita da dietro il vetro della porta.
<< Sul serio, tutto bene?>>, mi chiede Gian incuriosito forse dall'avermi trovata in sua compagnia, << Che voleva?>>
<< In realtà non lo so di preciso, mi ha posto la tua stessa domanda.>>, ometto la confessione in merito, più tardi dovrò dirglielo.
Gianluca slega la presa.Io mi volto verso di lui.
<< Allontaniamoci da qui, io ho finito per stasera. Una passeggiata sul lungo mare, io e te. Non chiedo altro>>
Annuisco.
Camminiamo mano nella mano, siamo solo io lui , la sabbia e il mare; una sensazione strana. Non è la prima volta che passeggio con un ragazzo in riva al mare, ma è la prima volta che mi sento così bene e le farfalle nello stomaco volano libere, senza freni.
<<Cosa c'è?>>, mi chiede con un sorriso sbieco, in sottofondo il rumore delle onde.
<< Sono felice. Solo questo>>
<< Solo questo? E...come mai lo sei?>>, sorride.
<< Dovresti saperlo...>>, ricambio il sorriso.
<< Sarò vanitoso ma...direi proprio che lo so...>>, replica e poi continua,<< ...mi piacerebbe però sentirlo direttamente dalla tua voce>>
Si ferma, si porta davanti a me, non lascia la sua presa, anzi mi stringe entrambe le mani per poi prendere i miei polsi, cerca il mio sguardo.
<<Sai cosa mi servirebbe adesso?>>, il suo tono è caldo, profondo, <<Vorrei avere le tue labbra sulle mie>> si avvicina piano mordendosi il labbro inferiore, un gesto che fa spesso, magari senza rendersene conto, << vorrei rubare un tuo respiro, farlo mio.>> Il tono si fa più sexy. Azzera le distanze, la testa si inclina leggermente, sento il suo di respiro sulle mie labbra, << Ho bisogno di baciarti, di sentirti..qui e adesso...>>, soffre per questa mancanza, ed io poso le mie labbra sulle sue, dapprima un bacio lieve all'angolo della bocca..
<< Una richiesta che posso soddisfare...>> rispondo pacata, con tono morbido, tirandomela anche un po'. Lascio la presa, porto le mie braccia attorno al suo collo, lui mi prende alla vita, con un braccio mi tira a sé, con l'altro, mi accarezza la schiena e per venti minuti abbondanti, non esiste niente e nessuno all'infuori dei nostri baci, dei nostri sussulti e sospiri.Sento la stoffa leggera della canotta tremare sotto la sua mano aperta sulla mia schiena, adagiandosi nell' incavo tra le scapole, nonostante la giacca. Brividi.
Sensazioni che mi prendono , troppo.
Gianluca 's pov
Siamo solo io e lei finalmente. Senza impegni in vista, senza gente attorno, non amo mettere in piazza i miei affari privati, soprattutto quando mi sto giocando il cuore.
Le nostre mani si cercano nel blu oltremare di questa limpida sera, io la attiro a me, voglio sentire il suo calore, il suo profumo, le accarezzo la schiena, ma preferirei non ci fossero millimetri di stoffa a coprire la sua pelle, ma devo controllarmi. Non so perché mi sento così vulnerabile con lei, sento il bisogno di assaporare le sue labbra e godermele. Voglio regalarle baci sul collo, quelli che non finiscono mai, quelli che potrei stare lì per ore. Quelli delicati, soffiati, lascivi e pieni di desiderio si. Quelli che, stanco, torno violento a reclamare le sue labbra per consumarle. Ho bisogno dei brividi che mi fa provare. Ho bisogno delle sensazioni date dal fondersi delle nostre labbra. Ho bisogno di lei che si stringe a me. Ho bisogno di tutto questo cazzo e solo con lei ho questi istinti. Ho avuto varie donne, amanti, fidanzate vere o presunte, ma nessuna come lei. Semplice e spontanea, riservata sui suoi sentimenti, se non avessi forzato la mano con lei, non saremmo qui.
Mi sono sentito un po' stronzo e un po' bastardo, avevo intuito che avesse una certa simpatia per me, mai esposta però, si sono poi create situazioni anche assurde che mi hanno portato ad averla vicina in modi che nemmeno potevo immaginare, lei è il mio imprevisto più bello e vorrei davvero tenerla con me.
Ci stacchiamo da questo bacio infinito, le labbra rosse e gonfie per esserci lasciati trasportare dai reciproci sentimenti, fronte contro fronte, respiro contro respiro, un nuovo bacio, più gentile. Un sorriso il suo, di quelli con cui vorrei svegliarmi al mattino.
La osservo.
<< Vedo che la mia giacca ti piace, ti sta anche bene.>> dico, calmando un po' i bollenti spiriti che fremono.
<< Si mi piace, potrei anche tenerla sai? Ha le mie stesse iniziali Giovanna Gusmeri e ha il tuo profumo.>>.
Le prendo le mani, sorrido, anche l' alfabeto si diverte a concatenare le nostre vite, le bacio il dorso con delicatezza, felice per questa coincidenza, ancora il suo cognome non lo conoscevo.
<< Io ho le tue scarpe invece, credo che dovrei restituirle visto che non ci faccio nulla>> , rispondo soddisfatto di quel trofeo.
<< Le hai provate? Credo che quel modello ti sfinirebbe la gamba e guadagneresti centimetri in altezza>>, mi punzecchia nel punto debole. Mi passo la lingua sulle labbra,sono dubbioso, poi la prendo alla sprovvista per la vita , la sollevo da terra con non troppa fatica, l' ultima volta che l' ho sollevata era un peso morto, ora no.
<< Tu resti comunque più bassa di me>>, ridacchio mentre la faccio girare in aria.
<< Gian mettimi giù, ti farai male!>> ride, le sue mani sulle mie spalle.
La lascio scendere, siamo uno fronte all'altra, faccio per baciarla ma lei mi sguscia via dalla presa.
<< Hei!>> protesto per questa sua mancanza, poi mi supera, si volta verso di me.
<< Se vuoi baciarmi, prima devi prendermi, non sono una preda facile.>>, mi provoca volutamente, ed inizio a correre. << Chi arriva prima allo scoglio?>> urla a mezz'aria, intanto ride, annuisco e prendo a correre anche io.
Lei è di poco davanti a me, è veloce ma io di più, l'ho quasi raggiunta quando la vedo perdere l' equilibrio, buttarsi in avanti, e cadere; prima c'era, ora non c'è più, mi sa che ha inciampato in qualcosa, una scarpa vola e finisce direttamente in testa a me che intanto, l' ho raggiunta e la trovo faccia a terra nella sabbia. Si tira su, seduta sulle ginocchia, sabbia tra i capelli e sul viso, un' espressione buffa. Mi assicuro che stia bene, le poso una mano sulla spalla, con l' altra le libero i ricci dalla sabbia.
<< Tutto bene? >> trattengo una risata, ma mi si legge in faccia tutto il divertimento.
Tossicchia.
<< Si...tutto bene...sono inciampata... in una roccia sporgente>>, dice con un vistoso imbarazzo, tra un colpo di tosse e l' altro.
<< Scusami se cerco di non ridere, ma avresti vinto l'oscar come miglior caduta>>
<< Niente di più facile...>>, ironizza sulla situazione
<< Credo che questa sia tua.>> , le porgo la scarpa ma vedo che si è strappata su un lato.<< E credo proprio di doverti restituire per forza i sandali.>>
Osserva la sua scarpa stringendola tra le mani dispiaciuta, sospira annuendo.
Allungo una mano, l'aiuto a rialzarsi.
<< Grazie...>> , mi lascia un bacio sulla guancia, la trattengo per un braccio.
La tiro a me, la prendo in braccio, lei protesta ma io non la lascio, non le resta che accoccolarsi addosso e raggiungo lo scoglio, meta iniziale della nostra corsa.
<< Sicura di non esserti fatta male?>>
<< Tutto ok, la sabbia è morbida>>
La adagio delicatamente sulla parte piatta della roccia, siamo pericolosamente vicini, i suoi occhi mi fissano luminosi dietro gli occhiali,mi prende alla sprovvista tirandomi a sé per la maglietta e mi bacia, un bacio che di casto ha decisamente poco. Le poso una mano sulla coscia per non caderle addosso e, con l' altra libera mi appoggio allo scoglio.
E mi sembra di precipitare, in uno spazio vuoto tra cielo e mare.
Restiamo a parlare per un po' dopo le tenerezze prima di rientrare, lei rigorosamente scalza, io con le sue scarpe in mano. Raggiungiamo l' albergo mano nella mano, non mi importa se qualcuno mi vede.Passa quindi dalla mia stanza a ritirare i suoi sandali, ma per quel che mi riguarda, non credo ne uscirà tanto presto.
Giovanna 's pov
Entro in camera di Gian con rispetto e imbarazzo, non è la prima volta che entro qui, ma adesso ha tutto un'altro sapore. So che domani mattina presto ha un impegno, non mi tratterro' troppo. Ha chiuso delicatamente la porta, le luci soffuse, le tende tirate a lato, un panorama mozzafiato sul mare.
<< Ti piace?>>, è dolce.
<< Uno spettacolo suggestivo>>
Lo sento improvvisamente dietro di me,si avvicina alle mie spalle, mi sposta i capelli di lato con tocco gentile sussulto al suo tocco e,mi accarezza dolcemente. Ho le spalle contratte, lo so, lo sente.
<< Rilassati>> , mormora con tono seducente mentre mi prende per la vita e bacia morbido il mio collo, mentre fa scorrere la sua giacca troppo larga sul mio corpo, lungo le mie braccia. Ho le spalle nude centimetri di pelle scoperta che aspettano solo di essere sfiorati dalle sue labbra in questo momento; sono bloccata così, con le braccia incastrate in un blazer maschile in piedi davanti ad una finestra in cui vedo il nostro riflesso.Non ho bisogno di dirgli di toccarmi, sono i nostri corpi a comunicarlo. L'aria si carica di elettricità la sento crescere, percepibile a fior di pelle, mano a mano che siamo vicini i nostri corpi si reclamano. La nostra pelle ci chiama. Mi bacia teneramente mentre già prigioniera della sua giacca, mi imprigiona nel suo abbraccio stringendomi le mani, restiamo così per un po', a baciarci e a contemplare il paesaggio fuori.
<< Se penso che fino a qualche ora fa, questo non mi era permesso...>> , dice dispiaciuto,me lo dice come se fossi io la cosa più desiderata e poi, un nuovo bacio.
<< La vita è imprevedibile, non sai quante volte in cui ti ho avuto vicino in questo periodo, ho pensato di tenerti lontano, per la paura di non essere alla tua altezza, invece ora...eccoci qui.>>
<< Alla mia altezza? >>, esordisce sorpreso << Ma tu l'hai capito o no che sei il mio imprevisto più bello? Non ho mai trovato una ragazza come te, ed ora che sei qui, vorrei semplicemente tenerti con me. Ognuno vale, ognuno è importante e senza paragoni. Non esiste la parola all'altezza, non con me.>>
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