Tre- Il desiderio

<<Hey! Sveglia...>>

<<Mmmh, ancora cinque minuti>>

<<Brooklyn svegliati, puzzi da morire, inoltre la comunità ti starà cercando!>>

Una voce mi stava invitando a svegliarmi, nel sonno-veglia non riuscivo a distinguere a chi mi stesse invogliando, e sinceramente stordita come ero non ricordavo di essermi addormentata sul freddo pavimento della catapecchia.
Mi misi seduta, e mi strofinai gli occhi per tornare alla realtà e vedere da un palmo del mio naso. Davanti a me una figura in piedi, sembrerebbe un ragazzo dalla voce profonda e roca, solo dopo pochi secondi l'immagine di esso diventò più nitida e con mio grande stupore Erick era lì!

Sobbalzai urlando dallo spavento fino ad andare a sbattere contro con la schiena contro al muro della finestra.
Il mio corpo era pietrificato alla vista, i miei occhi increduli alla loro vista.
Dentro di me un uragano di emozioni, il mio cervello era lì che mi suggeriva di dargli una botta sulla testa, prima che si rivelasse uno zombie e mi mangiasse il cervello. Il mio cuore invece, era colmo di gioia finalmente tutto sarebbe stato come prima o più o meno.
Ma in quel momento non riuscivo ne assecondare ne il mio cuore ne il mio cervello...ero solo immobile.

<<Calma! So che può sembrare strano...>> porse le braccia in avanti per tranquillizzarmi <<E tutto così assurdo anche per me, ma è fantastico!>>

Non poteva essere lui, i morti non resuscitano, ma il suo modo di parlare, la sua r moscia appena accentuata, i suoi gesti, lo rendevano ancora più realistico e unico.

<<Ok...quale altro brutale scherzo di Katerina e company e mai questo? Vi assicuro, non è divertente!>>

<<No Brook, non è uno scherzo!>>
Sul suo volto nacque un sorriso, quel sorriso che non vedevo da ben tre anni.

<<Va bene, allora io ho bevuto troppo...>>

<<Ascoltami orsetta io->>
<<Aspetta! Come mi hai chiamata?>> lo interruppi.
Orsetta, ha davvero detto così? solo lui mi chiamava così, li porsi quella domanda nella speranza che non sia stata un'allucinazione delle mie orecchie.

<<orsetta...>>
A quella parola le guance mi andarono a fuoco, le ginocchia divennero molli a tale punto da quasi non reggermi più in piedi, e le lacrime premevano per uscire.

<<Erick...>>
Mi staccai dal muro, e con passi distorti e molleggianti mi dirigevo verso lui, fino ad arrivare al suo busto e circondarlo con tutta la forza che avevo nelle mie braccia.
<<Er! Sei davvero tu!>>
In un baleno riuscì a bagnare la sua maglietta attillata.
Poi le sue muscolose braccia mi circondarono la mingherlina schiena e al suo tocco rabbrividì e finalmente ritornò a vivere in me quella sensazione di protezione che non provavo più da tanto tempo.

<<Come e stato possibile tutto questo?>> domandai guardandolo negli occhi.

<<Il tuo desiderio Brook! Ha fatto in modo che...che io sia qui, con te...>>
E la mia testa ritornò a posarsi sulla sua spalla.

<<Brook...non devi andare a scuola?>>

<<Oh cazzo! Sono in un ritardo spaventosissimo, e io sono ancora vestita da coniglio, e oggi ho anche il compito di storia!>>

Vi riassumo in breve cosa e successo dopo quel momento, siamo usciti di corsa dalla casa, sono tornata alla comunità correndo e Miranda per poco non moriva soffocata dalla fetta biscottata alla vista di Erick, inutile spiegare che per non destare nessun sospetto ho detto che lui si chiama "Cole" e che si, e tremendamente somigliante a Er, ma poco importava in quel momento se la gente ci abbia creduto o no, nella mia testa si stava interrottamente ripetendo
"La guerra di Troia descritta nel poema di Omero, si dice fosse stata combattuta tra Achei e Troiani, la causa? Il rapimento di Elena"
alla fine riuscì ad entrare a scuola per la seconda ora e fare il compito.

<<Si può sapere che fine avevi fatto?>>
Mi chiese Trecy una volta uscite dall'aula della lezione di biologia.

<<Non ho sentito la sveglia...>>
Avevo il pallino di volerle raccontare tutto, sapevo di potermi fidare di lei e lei di sicuro sarebbe stata la prima persona stramba a cui racconterei che gli alieni stanno invadendo la terra e lei ci crederebbe, ma avevo deciso di non farlo, in questo istituto pure i muri hanno le orecchie e se disgraziatamente uno soltanto di questi dementi sentisse anche solo una parola, la voce farebbe il giro di tutta la scuola e poi della piccola città. Oltre alla ragazza stramba sarei anche "la ragazza che sussurrava ai fantasmi", e a dirla tutta al nomignolo stramba mi ero affezionata!
Prima o poi le avrei raccontato tutto, ma non ora...non qui.

<<Sarà, ma ti vedo strana, sembra che tu abbia visto un fantasma>>

<<...Cosa? Pufff...ma che i fantasmi non esistono>>

Se...come no

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