Sette- impossible
Erick
Purtroppo non potevo dirle i veri motivi per cui io mi comportavo così, la mia nuova vita per me era una benedizione ma anche una condanna. Brook non immaginava manco lontanamente che mi piacesse, e non solo da qualche giorno, ma da molto tempo ancor prima dell'incidente. Ora da una parte avrei avuto la possibilità di dichiararle i miei sentimenti, dall'altra mi sarebbe spezzato il cuore ad avere un rifiuto, cosa molto probabile siccome lei aveva una cotta per Dorian Hits.
Purtroppo quando si cresce insieme e facile che uno dei due si innamori dell'altro. Brook era una ragazza speciale, diversa dalle altre e non era la solita tutto trucco e smalti.
L'accompagnai fuori dalla biblioteca tenendola per mano a quel tocco rabbrividì, le sue mani erano come velluto e motivo dalla voglia di farmi sfiorare da esse.
Scendemmo le grosse scale dell'edificio e ci avviamo verso il marciapiede dove avevo accostato il mio nuovo gioiellino.
<<Allora che te ne pare?>> diedi una pacca sul cofano a questa nuova bimba rossa fiammeggiante.
<<E tua?!>> il suo sguardo si stranì
<<Si! Allora? Non è una bomba? Quattro cilindri, va che è una meraviglia>>
<<Erick, sei impazzito? Credevo non ti fossi più rimesso al voltante di macchine pericolose>>
La sua faccia si infuocò, e nei suoi occhi verde scuro riuscivo a vedere che stava ripercorrendo per fatidico giorno dello schianto.
<<A questa i freni funzionano>> dissi
<<Rassicurante sai? Peccato che anche quel giorno i freni funzionavano fino alla sera>>
Sapevo che in realtà non era arrabbiata davvero, lei si stava preoccupando e per quanto certe volte lo nascondesse si vedeva chiaramente che non ci teneva a perdermi nuovamente.
<<Bhe cucciola, questa runner ha camminato fino a qui dal magazzino in cui lo presa. Se non è successo nulla evidentemente funziona>>
<<Vaffanculo Erick!>>
Poi scappò nel parco vicino correndo in preda alle lacrime, sapevo anche che odiava farsi vedere piangere davanti a me.
Cominciai a rincorrerla fino a raggiungerla e afferrarle il gomito in una morsa. Fortuna che il mese di palestra che stavo facendo stava cominciando a dare i suoi frutti.
Il suo capo era volto verso il basso, tremava e la sua chioma rossa tinta era talmente folta e disordinata abbastanza da coprirle il volto minuto.
<<Hey...>> le presi il mento con il pollice e l'indice fino a sollevarle la testa e portare il suo sguardo alla mia altezza.
<<Mi dispiace, ma lo già fatta controllare da Carl, è tutto apposto>>
Carl era il meccanico della città, era il più formidabile, il prestigiatore delle macchine, potevi portargli anche una R8 ridotta a una scatoletta di tonno che lui sapeva fartela tornare come nuova.
<<Non mi metterei di sicuro più al volante di una macchina, se non ho la sicurezza che sia super sicura...ok?>>
Lei annuì solamente e si asciugò le lacrime con la manica della felpa tre volte più larga della sua taglia.
Si era già fatta sera, e dopo quella discussione Brooklyn si era improvvisata ammutolita con tutti, parlava poco e nel suo sguardo si poteva evincere benissimo il terrore che provava verso la mia nuova macchina.
Per farle assicurare per l'ennesima volta che era tutto apposto la invitai a salirci su al mio fianco, e portarla nel posto in cui andavamo sempre da bambini.
Era una collina isolata, fuori città, da lassù potevi scorgere tutta la città, di notte poi era una meraviglia, a coccolarti con il buio delle tenebre c'erano tutte le luci che viste dall'alto parevano piccole lucciole colorate.
<<Allora? Ti pare che sia ancora così pericolosa?>> le dissi guardandola, lei aveva gli occhi puntati verso il nulla. Penso lo facesse perché si sentisse a disagio e non sapesse che dire.
Senza rivolgermi la parola apri la portiera dell'auto e si avviò vicino allo strapiombo, fermandosi proprio a un centimetro. Scesi dalla macchina e la raggiunsi.
<<Quel giorno, mi è crollato il mondo addosso appena ho saputo che cosa ti era successo. Ero in comunità e sono uscita appena ho potuto, speravo che standoti vicino qualcuno o qualcosa ti potesse salvare...invece. Ora che la vita ci ha dato un altra possibilità ne sono grata, non voglio che questa volta non mi grazi più>>
<<Ci>> la corressi.
Tra noi crollò il silenzio, poi pensai che quello fosse il momento più opportuno per dirle qualcosa. Non potevo vivere con quel tormento, e neanche potevo passare il resto della mia esistenza a bruciarmi il fegato con alcol di ogni tipo e infilare il mio cazzo in qualsiasi altra vagina che non sia quella della mia migliore amica.
<<Brook?>> <<Er?>>
Dicemmo i nostri nomi all'unisono.
<<Prima tu>> le dissi
<<E da un po' che me lo chiedevo...anche se non lo conosci molto, comunque ci passi molto tempo più di me. Mi chiedevo se potessi farmi notare da Dorian, sai mi piace molto e siccome tu sei suo amico...>>
Quelle sue parole fecero più male di altre mille spade conficcate dentro al mio petto, soprattutto ripensando a ciò che le stavo per dire.
<<Oh...certo...>>
Poi mi guardò, punto i suoi occhioni su di me.
<<Te che volevi dirmi?>>
<<Ahm...nulla di importante>>
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top