Cinque- bad boy
Un mese era passato veloce, e Erick stranamente si stava staccando sempre di più. Mi domandavo se dipendesse dal nostro patto, e cercasse solo di tutelarsi da solo senza che gli altri scoprino nulla, ma anche fuori dalla scuola stava sempre di meno con me per uscire con i suoi nuovi amici, e qualche volta con quella serpe rifatta di Katerina.
Quando ancora stava frequentando la scuola privata mi ero sempre chiesta che tipo fosse a scuola, quali voti prendesse, quale fama avesse, che tipi fossero i suoi amici...Bhe ora lo so!
Erick era un genio a scuola, in poco più di una settimana aveva già i volti più alti di tutti gli studenti della Acrademy School, in tutte le materie, e le amicizie che si era creato di certo non erano tipi come Corner, un tipo quattrocchi e lentigginoso famoso per quanto sia imbranato. I suoi nuovi compagni di merende non erano che altro i tipi più stra fighi della scuola, che uscivano con tipe altrettanto più fighe, e coincidenza assurda nel suo gruppo c'era anche Dorian.
<<Vedo che non hai perso il vizio del fumo...>> gli dissi mentre estraeva il pacchetto dalla sua tasca dei jeans strappati.
<<Niente é cambiato>>
<<Già nulla...>>
Invece sì, e cambiato tutto.
Se solo potessi dirgli che mai avrei pensato di riaverlo accanto, e ora che è di nuovo con me e sempre in giro per i fatti suoi. Prima non girava così, ma mi rendo conto che vedere i suoi amici al di fuori delle ore scolastiche era un vero casino siccome i compiti premevano sempre di più e doveva stare appresso a una ragazzina petulante come me.
La sera cominciava a farsi sempre di più fredda, e mentre osservavo Erick a fumarsi la sua sigaretta mi dannavo quanto fosse bello, e come solo ora me ne stessi accorgendo. il suo petto ben definito, spalle massicce, guance rosee che si abbinavano perfettamente al suo colore olivastro della pelle.
Ricchi così morbidi da sembrare seta e raccolti in quella delineava ancora di più il suo viso scolpito. E infine quegli occhi, cazzo quegli occhi, scuri e malinconici, come se stessero nascondendo di tutto e di più; e non parlo solo dell'incidente ma come se ci fosse dell'altro.
<<Hey Grenville!>>
All'improvviso una voce mi distrò.
Finalmente l'appuntamento che stava aspettando era arrivato, dovrebbe solo ringraziarmi che per non lasciarlo solo su questo freddo muretto sono diventata un ghiacciolo alla fragola!
<<Ciao Rich>>
<<Uohh, cosa vedono i miei occhi? E questa bella pollastrella e la tua ragazza Er?>>
Pollastrella? Ma come osa, sono pur sempre una signora.
<<No, e la mia migliore amica>> rispose lui guardandomi indifferente.
<<Ah, allora non ti dispiace se ci faccio un giro...>> il ragazzo robusto e biondo di capelli, sembrava alla luce del lampione, cominciò a guardarmi con malizia e fare piccoli passi verso me.
<<Lasciala stare Rich, non è una puttana, non fa per te>>
<<Ok ok fratello! Allora che dici ci andiamo a fare un giro al Club? Lì ci aspetta anche Steve>>
<<Va bene>> <<Brook, ritorna in comunità, io arriverò molto tardi non aspettarmi alzata>>
Mi mise la mano sulla spalla tremante dal freddo, dandomi un lieve sorriso e guardandomi con quei suoi occhioni neri dall'alto in basso siccome ero molto più bassa di lui.
Quel suo tocco mi diede un forte scossone dentro me, e mi fece domandare se lui fosse stato sempre così o se veramente io non lo conoscevo per niente. Questo non era l'Erick di una volta, dolce e simpatico, mai avrebbe frequentato posti come il Club all'epoca.
Lo vidi allontanarsi da me con quel suo amico, e con una Ferrari nera super truccata, per quanto non fosse già potente di suo quella macchina, sgommarono via per impadronirsi della sera.
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