L'oasi nera (parte 4)
Il silenzio che seguì era opprimente come un cuscino premuto sulla faccia. Miriam mi fissava senza la minima traccia di compassione, sfidandomi a parlare. Dal canto mio ero chiuso in un mutismo sciocco e disperato, a rimuginare su quella situazione che non riuscivo ad accettare. Avrei tanto voluto che fosse solo un brutto sogno, ma gli incubi finiscono prima o poi. Quando la tensione divenne insopportabile mi alzai dal letto e mi sedetti di fronte a quella strega. Feci l'unica domanda che contava davvero.
- Chi è quel figlio di puttana? -
- Max Zosser era un contadino. - rispose dopo un po' – Negli anni '20 del secolo scorso tirava avanti lavorando il fazzoletto di terra ereditato dal padre. E' così che sfamava moglie e figlia. -
La sua voce senza espressione rompeva finalmente il silenzio come un suono sgradevole, tipo le unghie che raschiano sulla lavagna. Quella donna era marcia dentro, su questo non avevo dubbi.
- Era un tipo taciturno, ma non per timidezza. - continuò - Parlava giusto il necessario, nascondendo i suoi veri pensieri, muovendosi in mezzo agli altri da straniero. Non si sapeva mai cosa gli passasse per la testa. Trascorreva la maggior parte della giornata a coltivare la terra, facendosi aiutare di tanto in tanto dalla moglie. Se si fosse passati da casa sua prima del tramonto, con ogni probabilità lo si sarebbe potuto sorprendere nel campo retrostante ad usare la zappa o a piantar semi. Portava sempre un cappello a larghe falde, da cui non si separava mai: d'estate lo proteggeva dal sole, d'inverno dalla pioggia e dalla neve. Lo teneva spesso calato sulla fronte, in modo che non si riuscisse a guardarlo bene in faccia. Secondo alcuni i suoi occhi azzurri erano di ghiaccio, vuoti e senz'anima. -
Miriam mi scrutò con attenzione, a sondare le mie reazioni.
- Continua. - la esortai.
- Il suo appezzamento era tutt'altro che grande, ma aveva sempre reso abbastanza per campare con dignità. Ma da un giorno all'altro quella terra divenne arida, e di stagione in stagione i raccolti andarono sempre peggio, riducendo Zosser e la sua famiglia in rovina. -
- Fu allora che da strano quell'uomo si fece cattivo: ormai litigava con chiunque, arrivava alle mani per un nonnulla, bestemmiava in chiesa, maltrattava la moglie... Il risentimento per la malasorte lo rese malvagio, tanto da spingerlo a consultare libri proibiti, dove scoprì le formule per evocare creature di altre dimensioni, mostri senza pietà o rimorso. Fu così che strinse un patto con le potenze oscure. -
- Non solo la terra sarebbe tornata rigogliosa, ma avrebbe fruttato dieci volte ciò che rendeva in passato! Ma il sacrificio sarebbe stato amaro, gli esseri dell'ombra hanno sete di sangue... Zosser accettò il patto scellerato, ed uccise moglie e figlia mentre dormivano, credendosi al sicuro nei loro letti: spaccò loro la testa nel sonno, usando la vanga con cui faticava ogni santo giorno. Il sangue si mischiò alle lacrime di quell'uomo perduto, che pianse tanto da svuotarsi di ogni residuo di umanità. Seppellì le sue vittime nel campo dietro casa, e la terra bevve il sangue del sacrificio. -
- Da allora gli affari andarono a gonfie vele: Zosser vendeva i frutti dei suoi raccolti straordinari in tutti i mercati rionali dei paesi limitrofi, diventando ricco in breve tempo. Giustificò l'improvvisa scomparsa di moglie e figlia raccontando che la consorte era fuggita con un altro uomo, ma era difficile credergli. Ormai viveva da nababbo, cambiando compagnia femminile con la stessa facilità con cui si cambiano i vestiti, e non mostrava mai dolore né preoccupazione per la famiglia scomparsa. Lo si vedeva spesso sorridere da sotto il solito cappellaccio, e molti trovarono che quel ghigno sinistro fosse una smorfia degna di un demonio. -
- Ma la gloria donata dalle potenze oscure non è fatta per durare. A tre anni esatti dalla scomparsa della sua famiglia, di Max Zosser si perse ogni traccia. La terra rimasta senza padrone avvizzì nel giro di poche settimane, putrefacendosi come un cadavere nella tomba, e la casa crollò all'improvviso, neanche fosse stata demolita da una magia. Corse voce che le sue vittime l'avessero trascinato all'inferno insieme a loro, e molti lo credettero probabile. In realtà a far sparire Zosser furono quelli che vivono nel buio: il sangue versato non bastava, riscossero ciò che restava del loro immondo credito confinandolo qui, facendone il loro servo, un assassino a caccia di altri assassini. Questo posto attira quelli come te, che non hanno pagato per il loro crimine: il sangue corrotto di Caino è un nettare prelibato per quei mostri. Si nutrono di malvagità, è così che accrescono il loro potere. –
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