Il volto della morte (parte 2)


Mi scrutò con avidità, i suoi occhi disumani sondarono a fondo il mio terrore.

- Ti piacerebbe fare una capatina dall'altra parte, vero? - mi provocò in modo ignobile, confermando implicitamente che quella possibilità era solo illusoria, un altro espediente per farmi soffrire. Ci godeva, la sua natura sadica era fin troppo evidente.

- Com'è possibile che esista un posto del genere? - risposi con un'altra domanda, alludendo a quel suo mondo desertico, in pratica sfidandolo. Sorrise, una mezza luna storta gli mosse per un attimo gli angoli della bocca. Lo divertivo, era lampante che mi considerasse poco più di una scimmia ammaestrata.

- Esistono angoli dell'universo che rimarranno sempre sconosciuti agli umani. Non sei in grado di capire, insetto. -

- Sei un uomo anche tu. - gli feci notare – Solo un uomo. - ribadii, tanto per farlo incazzare. La risposta non si fece attendere.

- Ti sbagli. Sono più di un uomo. -

- Ma meno di un dio. - lo stuzzicai ancora – I tuoi dei sono le creature che servi. Perché alla fine sei soltanto questo, il cane fedele di quei mostri. -

Cercavo di mostrarmi spavaldo, ma sentivo il cuore battere impazzito. Temevo potesse sfondarmi il petto.

- Tu parli troppo. - si limitò a replicare Zosser, mentre si avvicinava con calma ostentata – Dovrei strapparti la lingua. - aggiunse con noncuranza, ed ero certo dicesse sul serio.

- Va' a farti fottere! - urlai quando fu ad un passo da me. Caricai il destro e lo colpii con tutta la forza. Avvertii subito un dolore acuto e penetrante nella spalla offesa, che mi lasciò per un attimo senza fiato. Ma la sorpresa e l'orrore furono addirittura soverchianti. Quel cazzotto dritto in faccia gli aveva fatto volare via il cappello, rivelando il cranio scoperchiato, da cui spuntava il cervello intriso di sangue. Pulsava ritmicamente come se avesse vita propria, e mi chiesi se quel trattamento a dir poco estremo fosse un modo per tenere Zosser sotto controllo, o per donargli i suoi poteri. O ambo le cose.

- Che c'è? Non ti piace il mio taglio di capelli? Tranquillo, a te faranno di peggio. - e mi fu addosso.

Aveva una forza prodigiosa: sentivo i suoi pugni penetrarmi nella faccia, spaccandomela in più punti. Dopo pochi colpi finii a ruzzolare nella polvere, stordito e sanguinante. Guardai con autentica malinconia il mondo normale da cui venivo, lontano solo pochi passi. Mi rialzai a stento, e camminai ingobbito e traballante verso quella meta proibita. Fui subito raggiunto da Zosser, che mi afferrò per la spalla ferita e strinse senza pietà. Vidi il sangue uscire in abbondanza, fluendo copioso sul braccio fino alla mano. Il dolore fu atroce, ma strinsi i denti pur di non gridare. Non volevo dargli anche quella soddisfazione.

- Che tu sia maledetto! - sibilai a denti stretti, a pochi centimetri da quel volto crudele.

- Lo siamo entrambi. - fu la sua risposta, prima di gettarmi ancora una volta nella polvere, neanche fossi un sacco vuoto. Ormai non ero più in grado di rialzarmi, le mie forze si erano esaurite: riuscii non so come a mettermi in ginocchio, con movimenti lenti e goffi da vecchio, mentre con la mano sana tamponavo la ferita alla spalla. Il sangue si insinuava fra le dita lordandole di rosso, ma almeno frenavo in parte l'emorragia.

- Sei un uomo cattivo. - sentenziò l'infame dall'alto della sua esperienza in materia – Sarai un ottimo nutrimento per quelli che dimorano nell'ombra. Strazieranno la tua carne e berranno il tuo sangue, e sarai ancora vivo mentre lo faranno: creperai il più tardi possibile, e del tuo corpo non resterà più nulla. Ti divoreranno, prova solo ad immaginare quello che ti aspetta! -

Lo immaginai, e sentii invadermi dal freddo e dalla disperazione. Aveva ragione Miriam: avrei dovuto consegnarmi quando ancora potevo, mi sarei risparmiato un sacco di sofferenze inutili. E forse la mia morte sarebbe stata rapida.

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