III

Casa de Croÿ (Aarschot), sera del 1 Agosto 1914

Dopo il suo annuncio il Duca si allontanò a passi svelti, schivando alcuni servitori intenti a scaricare dalla carrozza di Elizabeth i suoi pesanti bauli.
Quando il marito fu lontano, la Duchessa indicò una paffuta donna sulla trentina in piedi all'ingresso dell'abitazione.
-Dovete essere stanca dopo questo lungo viaggio, ma non temete, la nostra governante Esther sarà lieta di accompagnarvi nelle vostre stanze. -affermò con orgoglio la donna poco prima di congedarsi anch'essa al seguito della figlia.

-Vi ringrazio Duchessa de Croÿ , al momento non desidero altro che rinfrescarmi. -replicò Elizabeth, cercando di star dietro ai passi svelti della governante.

Proprio in quel momento Camille, che era rimasta indietro rispetto al gruppo, si inchinò in una profonda reverenza in direzione delle signore, le quali però avevano già iniziato a salire i gradini della lunga scalinata principale.

Camille si presentava esteticamente come un'esile donna dall'età indefinita, dalla carnagione pallida e dai capelli ordinatamente raccolti in una ben curata crocchia.

Elizabeth ricordava ben poco della sua infanzia, e anche se questo poteva ferirla, in verità la costante presenza di Camille, si rivelava di vitale importanza, poiché solo lei riusciva a infonderle un gran senso di conforto.

La nuova stanza di Elizabeth, luminosa e ben arredata, disponeva di un comodo letto a baldacchino e di un caminetto.
Le finestre erano abbellite da tende voluminose che affacciavano al giardino della proprietà dei de Croÿ.
La ragazza ringraziò Esther e i lacchè, i quali uscirono per andare a prendere gli ultimi bauli rimasti da smontare dalla carrozza.
Quando i lacchè tornarono nella stanza con gli ultimi bagagli, Camille lì ringraziò e andò a chiudere la porta, mentre Elizabeth ne approfittò per dirigersi verso la finestra.
Il cielo era cupo e il giardino era circondato da una bassa nebbia che non lasciava intravedere niente ad occhio nudo.
-Questo soggiorno non sarà affatto piacevole. -affermò la ragazza aggrottando le sopracciglia.
-La Duchessa e sua figlia sono state molto dure, o forse sono io a vederla sotto questa cattiva luce? E' sbagliato Camille, che io mi senta così risentita dal comportamento che hanno tenuto nei nostri confronti? 
Hai forse udito ciò che hanno proferito al nostro arrivo!?
In verità ci detestano!-
Camille sospirò iniziando a disfare i bagagli mentre Elizabeth stirò le braccia fin sopra la testa, felice di non essere più all'interno di quella rumorosa e al quanto scomoda carrozza.
Le due donne avevano impiegato un giorno intero per arrivare a destinazione, su una carrozza  scortata da lacchè ben armati per ordine dello stesso Colonnello Claeys, visto che il clima tra gli Imperi Centrali e quelli dell'intesa, successivamente alla dichiarazione di guerra dell'Impero Austro-Ungarico alla Serbia, era diventato molto teso.-
Camille continuava a sistemare i vestiti mostrando ogni tanto il suo sdegno davanti a qualche piega sgualcita presente su quest'ultimi.
-Prima dello scoppio delle ostilità, ho conosciuto molte nobildonne dell'alta società, ma nessuna di loro si è mai rivelata tanto rigida, o dai modi così schietti, come la Duchessa de Croÿ.
Tutte le donne con cui abbiamo avuto il piacere di conversare in questi ultimi anni, ci hanno sempre accolte con il loro più caloroso benvenuto! Qua le nobildonne sono davvero così diverse?
Oh, vi prego, rispondetemi Camille!-
-Signorina, siete arrivata ad Aarschot! Molte cose potranno sembrarvi diverse.
Non vi hanno mai vista prima d'ora, dunque come potete così precocemente asserire di non  piacerle? Una volta che vi avranno conosciuta, vedrete che vi adoreranno!-

-Mi auguro con tutto il cuore che le vostre parole possano rivelarsi veritiere. - esclamò Elizabeth buttandosi a peso morto sul letto.
-Ho atteso con ansia questo giorno. Questa sarà l'occasione che stavamo cercando.
- Ne sono certa, Signorina. - affermò Camille poco prima che Elizabeth venisse definitivamente rapita dalla stanchezza della giornata, cadendo in un sonno profondo.

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