I


Aarschot(Belgio), 31 Luglio 1914

Aarschot era una comunità autonoma , in passato potente Ducato dei de Croÿ, sita nel cuore del paesaggio belga orientale dell'Hageland.
I de Croÿ erano una delle famiglie più antiche e influenti della cittadina belga possedendo il monopolio sulle più grandi industrie tessili presenti nel paese.
Non appena la carrozza si fermò, l'ufficiale Jean Michel Claeys scese per guardarsi attorno.
Quel giorno il sole splendeva alto in cielo, scaldando il terreno inaridito dall'afosa stagione estiva.
L'ufficiale si incamminò marciando verso il luogo indicato da una vecchia lettera che teneva ben salda tra le mani.
Era un uomo dalla corporatura decisa. Aveva dai vivaci occhi azzurri e dei capelli scuri riportati ordinatamente all'indietro che mostravano solo qualche filo grigio, ma che ben nascondeva la sua quinta decade di età dietro quel suo aspetto ancora giovanile.

L'uomo salì i gradini di un' imponente residenza e non appena fu al suo interno si ritrovò faccia a faccia con un lacchè, il quale non tardò a togliergli da sopra l'uniforme la leggera sopravveste che indossava.

Ringraziando proseguì fino ad arrivare ad una porta chiusa, dove un ben curato maggiordomo, poco più giovane di lui, lo stava attendendo.

-Suppongo che il Duca de Croÿ mi stia già aspettando.- affermò l'uomo con una certa fretta.

-La prego di seguirmi ufficiale Claeys.-

Voltatosi l'uomo si accinse ad aprire la pesante porta alle sue spalle, seguito dall'ufficiale che si ritrovò all'interno di un ampio salotto, dove il Duca De Croÿ, un corpulento uomo sulla quarantina, sedeva dinanzi ad una vasta scelta di dolci accompagnato da fumante caffè appena servito.

Solo dopo l'annuncio del maggiordomo, il Duca decise di alzarsi, andando a stringere la mano al suo più vecchio amico per poi invitarlo ad unirsi a lui al suo banchetto mattutino.
-Vi ringrazio, Auguste, ma ho già fatto colazione questa mattina-rifiutò cortesemente l'uomo sedendosi su una poltrona accanto al padrone di casa.
-Posso ben comprendervi, d'altronde avevate abitudini differenti quando risiedevate ad Anversa.- convenne il Duca.

-Certamente. Posso confidarvi di avere orari ben precisi anche a tavola.- confermò l'ufficiale, dinanzi alla spiccata diffidenza dell'amico.


- Sapete, non ho mai compreso per quale motivo siate rimasto nell'esercito dopo la perdita di vostra moglie.-

Immediatamente l'ufficiale riportò alla memoria l'immagine della giovane moglie.
-Comprendo il vostro disappunto, ma sono un uomo d'arme, inoltre non avevo alcun motivo per far ritorno a casa.-
Il Conte lo guardò stupito.
-Come nessun motivo!? Se ben ravviso avete una figlia!-
-Potete ben comprendere in cuor vostro che la piccola Liza ha sempre vissuto al fianco mio e di sua madre, per ciò quali altri mezzi avrei potuto riguardarle?                                       

Sono certo di aver preso la giusta decisione, vedendola ora al mio fianco.-

-Ne siete davvero convinto?-affermò il Duca deglutendo il caffè contenuto nella raffinata tazzina in porcellana bianca firmata Villeroy & Boch.

-Se la pensate così, dovete sapere che mia figlia non ha mai corso nessun pericolo al mio fianco.
Fin da subito è stata ben accolta dalle famiglie degli altri ufficiali, restando sempre estranea dal luogo d'azione.-
L'ufficiale Claeys corrugò la fronte riflettendo per poi riprendere parola.

-Sua madre non avrebbe sopportato l'idea di vederci separati, per questo durante i miei lontani spostamenti, ho continuato a cercare una nuova casa per Elizabeth, prima ad Anversa e adesso nuovamente a Bruxelles.
Lì ha frequentato un ottimo percorso di studi, portato a termine proprio il mese scorso.
D'altronde desidero che mia figlia possa tornare a sentirsi parte di una vera famiglia, cogliendo così anche l' occasione di poter frequentare altri giovani della sua età.-
Rivolse un'occhiata intensa al Duca.
-Adesso però parlatemi di voi, caro amico. Come sta la vostra famiglia? -

-Ringrazio il vostro interesse, Jean. Disponiamo tutti di un'ottima salute.-

-Mia moglie, in compagnia delle nostre due figlie maggiori, è rincasata verso tarda notte. 

Ecco perché mi trovate, qui, intento a godere di un'ottima colazione.

Ma non disdiciate, è ovvio che benaccetti la compagnia della mia famiglia.-
-Naturalmente. -lo sostenne l'ospite. -Ad ogni modo, sono giunto a farvi visita sperando di chiedervi una piccola cortesia.-
-Prego. -asserì il Duca incuriosito, intimando l'uomo ad affrettare la sua richiesta.

-Mi rammarica chiedervelo, mio caro amico, ma già all'interno delle prime file dell'esercito non si parla altro dell'arrivo di una guerra imminente. Inoltre, come se non bastasse, questa mattina la Germania e l'Impero Austro-Ungarico hanno ordinato una mobilitazione generale...onestamente non ci vorrà ancora molto prima che tutte le nazione d'Europa ne rimangano gravemente coinvolte.- annunciò l'uomo con un'espressione scura in volto.

-Queste sono notizie certe, giunte questa mattina dal Fronte Meridionale.-

-Non vi posso che ringraziare ufficiale Claeys, ma in ogni caso noi non corriamo pericoli.
Potete stare tranquillo. Nessun uomo d'onore violerà i patti di non belligeranza, soprattutto a danno del nostro paese che per giunta si è appena dichiarato neutrale.-

-Non siate incosciente, Jean. Piuttosto, rassicuratevi per vostra figlia.-

-Duca de Croÿ, mio Caro amico, la mia richiesta vuole essere la seguente.


Credo sia giunto il momento che Elizabeth lasci definitivamente Anversa per la sua sicurezza, ho deciso che si fermi e viva una vita tranquilla lontano da tutto questo caos di cui più volte, a mio malincuore, è stata partecipe.

-Non posso contraddirvi. -esclamò colpito il padrone di casa.
-Avete già trovato delle buone mani a cui affidarla?-
L'ufficiale scosse la testa con vigore.
-Nessuno di cui mi fidi come voi, qui ad Aarschot.
-Capisco la vostra situazione, ma...-
-Non dovete preoccuparvi. Vi do la mia parola che non le arrecherà alcun disturbo. Non è una ragazza esigente, la mia Liza, al contrario è una giovane donna con la testa sulle spalle.-

-Per quanto tempo vorreste farla trattenere da noi?-
-Difficile dirlo, vi scriverò non appena avrò nuove notizie dal Fronte.
Questa sarà la mia ultima missione, poi chiederò di anticipare il mio congedo, così da concentrarmi finalmente su mia figlia.-
-Vorrei comprendere la vostra situazione... -
-Non affliggetevi, poiché non dovrete sborsare un Franco Belga per il suo soggiorno.
Farò in modo che disponga del proprio denaro, se siete d'accordo.- 

A suo malgrado, il Duca non riuscì a replicare.

-Dunque siamo d'accordo.
Vi chiedo cortesemente di informare anche vostra moglie, la Duchessa de Croÿ, dell'arrivo di mia figlia qui ad Aarschot.-

Soddisfatto, il Colonnello Claeys si congedò senza ulteriore indugio, lasciando il vecchio amico immobile sulla poltrona, con l'arduo compito di informare la cara moglie dell'arrivo di un' inattesa ospite.

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