Questa è la storia di due innamorati: Gillian e Ryan.
Si conobbero da adolescenti ed inizialmente erano solo dei buoni amici ma dopo pochi mesi tra loro si instaurò un legame speciale. Per lei poter avere qualcuno vicino era fondamentale poiché fin da piccola, dato che suo padre era un fotografo, cambiò diverse volte città, spesso fermandosi nello stesso posto per periodi veramente brevi, il che ovviamente non la portò ad essere particolarmente estroversa, anzi tendeva a starsene in disparte sia a casa che a scuola passando il tempo a leggere un libro o sfogliare qualche album fotografico. Non le importava dunque come potessero essere etichettai, le bastava la sua compagnia.
Per lui invece questa relazione era vista quasi come un semplice passatempo. Prima di lei aveva già avuto altre ragazze, si divertì abbastanza con loro ma decisamente non ci fu mai neanche l'ombra di qualcosa di serio. Nonostante non fosse vista come una relazione vera e propria da nessuno dei due, il tempo passò e i loro sentimenti iniziarono ad essere sempre più forti. La dolce coppia, dopo diversi anni, si trasferì a Venezia.
Ryan inizialmente non fu particolarmente entusiasta di ciò, poiché dove vivevano aiutava la sua famiglia con il negozio di ferramenta e gli era sempre andato bene come lavoro, non richiedeva un grande sforzo e i soldi non mancavano mai. Gillian oltre, al fatto che era abituata a viaggiare, decise di seguire le orme del padre diventando una fotografa.
Differentemente dal suo vecchio, il quale preferiva fotografare paesaggi e animali, lei predilesse fotografare le persone. Divenne famosa in poco tempo e ci furono diverse mostre delle sue foto. Certo è che all'inizio fu prevalentemente grazie alla fama del padre, eppure qualcosa nelle sue foto era diversa dalle altre: ad esempio scattava foto a diversi soggetti, così da essere sempre varia e il meno prevedibile possibile e sopratutto cercò sempre di fare le foto nelle diverse ore del giorno per avere come dei filtri naturali.
La sua collezione più famosa fu "Sfumature umane" ossia una serie di sette semplici foto con sette soggetti differenti e altrettanti filtri aventi i colori dell'arcobaleno.
Ogni foto, dunque, rappresenta un'emozione diversa legata al colore. Con il passare degli anni, per assicurarsi dei soldi facili, decise di rendersi disponibile per fare foto su commissione per chiunque lo desiderasse e pagasse il giusto. Così facendo divenne comunque una delle fotografe più attive in tutta la città.
Suo marito Ryan invece era poco più di un animale domestico, solitamente irrequieto.
Il suo viso era caratterizzato da un sorriso falso costantemente stampato, quasi come un tatuaggio. Questo a causa della sua logorante frustrazione, non trovando lavoro si sentì come inferiore rispetto alla moglie. Oltretutto era finito in una città alla quale non sentiva di appartenere. Sentendosi però come in debito verso Gillian, continuò a sopportare in silenzio per lungo tempo questa situazione.
Gli anni per lei passarono veloci come fossero giorni, per lui invece sembrarono secoli.
Non pensate che però sia stato sempre rose e fiori tra di loro, vi furono diversi litigi. Mai violenti fortunatamente ma spesso emersero degli aspri rimpianti dalle loro parole. Come se non bastasse, ad inasprire inasprire il rapporto, Ryan voleva avere un figlio con lei ma Gillian temeva che un figlio avrebbe avuto una vita simile alla sua. Poco importa, dato che per quanto alla fine abbia ceduto all'idea e quindi vi furono diversi tentativi, questo bambino non arrivò mai.
Seguì un periodo cupo a causa della morte del padre di Gillian. Ne fu distrutta e Ryan, per cercare di far lavorare di meno sua moglie affinché elaborasse con calma il lutto, cercò disperatamente lavoro e dopo numerose porte sbattute in faccia trovò impiego come cameriere in un ristorante in periferia.
Per quanto lui ci provasse fu difficile abituarsi ai ritmi lavorativi e mai si abituò al dover parlare con le persone, era un tipo molto taciturno e sicuramente stando in casa come un cagnolino che aspetta la sua padrona - per non considerare il fatto che fosse uno straniero - non lo rese un grandissimo oratore. Gli capitò spesso di ripensare alla sua famiglia e al fatto che sia passato dal fare un lavoro semplice solo per lui a fare un lavoro faticoso principalmente per un'altra persona. Tutto ciò lo fece sentire come chiuso in una gabbia ma senza voler mai realmente uscire da essa.
Accettò comunque la sua condizione sopprimendo ogni possibile desiderio o sogno perché ogni volta che tornava a casa, stremato, vedendo gli occhi di Gillian illuminarsi di gioia anche se per poco tempo valeva più di qualunque paga. Sapeva che era la cosa giusta da fare perché la amava, ogni giorno per quanto pesante, lei rimaneva il suo faro nella notte tempestosa. Un giorno il nostro tenero Ryan fu anche messo a dura prova dalla signora Ricci, proprietaria del ristorante per il quale lavorava. Lei era molto attratta da lui e per ciò era sempre gentile nei suoi confronti. In realtà la signora era cortese con tutti, sia ospiti che lavoratori, però verso Ryan aveva come un'occhio di riguardo.
Era un venerdì sera molto uggioso e il ristorante era quasi vuoto quando lei gli chiese di parlargli in privato. Lui temette di aver fatto qualcosa di sbagliato ed effettivamente così fu anche se non lo sapeva ancora. La proprietaria cercò di metterlo a suo agio con qualche domanda comune per poi iniziare a fargli dei complimenti, dopodiché si avvicinò sensualmente verso di lui, infine lo baciò.
Sentì un fremito lungo tutto il corpo come una scarica d'adrenalina, il cuore gli batté all'impazzata e non era l'unico organo sovreccitato. Inizialmente si lasciò trascinare dalla situazione e ricambiò stringendola a se. Poco dopo le loro labbra si staccarono e i corpi si allontanarono. Si sentii vivo come non mai ed era felice ma la sua coscienza frenò tutto.
<<Signora Ricci mi spiace ma è tutto così sbagliato, io sono già felicemente sposato.>> disse Ryan imbarazzato e con lo sguardo rivolto a terra come un cane bastonato.
<<Lo so benissimo ma vedi...>> replicò la donna avvicinandosi nuovamente per proseguire dicendo:
<<So anche che spesso felicità e matrimonio non possono veramente esistere nella stessa frase. Poi tu mi piaci Ryan, sei molto affascinante. Sai io sono anche molto sola quindi pensavo potessi farmi compagnia, se capisci cosa intendo dire.>>
Gli strusciò una mano sulla spalla con fare sensuale mentre lo fissava con uno sguardo da predatrice. Il nostro fedele Ryan le spostò la mano e si ritrasse dicendo:
<<Mi dispiace signora ma come sa sono già innamorato di un'altra donna e non ho intenzione di tradirla. Ora con permesso tornerei a lavorare.>>
La signora Ricci non era abituata ad essere rifiutata e da quel giorno smise di essere gentile nel confronti del povero Ryan. Fortunatamente, per quanto ostile, non lo licenziò subito e riuscì a lavorare qualche altro mese, finché la proprietaria non pagò un suo lontano cugino per entrare nel locale ed iniziare una rissa che coinvolgesse anche il nostro eroe romantico per poi scaricargli la colpa e quindi avere una scusa valida per liberarsene. I giorni seguenti pensò diverse volte a quella che sarebbe potuta essere la sua vita se quel venerdì avesse ceduto e seguito gli istinti.
La sua vita tornò ad essere opprimente come sempre. Gillian, invece, dopo tutto quel tempo di pausa - ad eccezione di qualche semplice set fotografico su commissione, - voleva tornare ad essere la fotografa di prima. Voleva osare di più rispetto al solito e girò molto per la lagunare città di Venezia in cerca d'ispirazione finché un giorno non trovò, in un vecchio negozio, un enorme specchio nero.
Alto più di due metri e largo uno, composto da vetro di Murano su dell'ebano scurissimo con rilievi metallizzati che formavano figure floreali. Quando entrò chiese cordialmente al negoziante quanto costasse e lui rise a squarciagola.
<<Lei deve essere folle o disperata per volere quel maledetto specchio.>> disse il venditore rivolgendosi con voce roca dietro il bancone impolverato alla signora.
<<Anche se fosse non credo siano fatti suoi.>> rispose Gillian con aria di superiorità.
<<Non vedo cosa ci sia di male non ho mai visto uno specchio così singolare.>>
<<Forse perché è meglio così signora. Ci sono delle storie su quello specchio, è qui perché almeno in questo piccolo negozio, nascosto all'interno della grande Venezia, nessun altro soffrirà a causa sua.>>
<<Non capisco di cosa stia parlando, potrebbe far soffrire solo qualche narcisista che ama osservare il proprio riflesso sullo specchio e vedere solamente un'ombra.>>
Il venditore si alzò e la fissò negli occhi puntandole il tremolante indice destro contro dicendole: <<Signora lei non capisce e spero che non capirà mai, perché se realizzerà ciò che le sto per dire rimpiangerà questo acquisto più di ogni altra cosa.>>
Gillian per un momento si fermò a riflettere velocemente sulla sua vita e rispose:
<<Sarebbe solo uno dei vari rimpianti nella mia vita, non ho di certo paura di averne uno in più. Ora come ora il rimpianto più grande sarebbe lasciare qui questo meraviglioso specchio. Lei non capisce, finalmente dopo diverso tempo sento un briciolo d'ispirazione per fare nuove foto e riprendere seriamente a lavorare. Potrei avere la possibilità di fare qualcosa di unico e non intendo lasciar perdere.>>
L'anziano commerciante sospirò abbassando la testa per poi scuoterla lentamente in segno di rassegnazione, dopodiché si allontanò dalla sua postazione si avvicinò allo specchio evitando però di guardarlo ed infine disse:
<<Noto che è piuttosto decisa a prenderlo allora, credo però debba sapere alcune...>>
<<Non mi interessa nulla delle stupide storie che possono esserci dietro. L'unica cosa che mi interessa è semplicemente il prezzo.>> replicò con tono autoritario la fotografa.
<<Sinceramente signora non lo so, però possiamo trovare un accordo.>>
Dopo una lunga contrattazione Gillian lo comprò e quando il giorno dopo tornò con un furgone per prenderlo e portarlo nel suo studio, fu l'unico momento in cui vide un sorriso sulla faccia del venditore. Un sorriso enigmatico però, molto tirato quasi come se indossasse una maschera, mentre salutava il mezzo andarsene da davanti il suo negozio.
Iniziò così una nuova sfida per la nostra coppia, questa iniziativa di Gillian era una vera a propria scommessa.
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