6.4
Quando uscì per la prima volta dalla villa, appena giunto in città, rimase così turbato e spaventato dal grande numero di persone, che stavano passeggiando serenamente nei dintorni del teatro, che senza accorgersene si sentì male e si nascose in un vicolo per vomitare dalla tensione. Gli si avvicinò una coppia che cercò di aiutarlo ma lui, con sguardo terrorizzato, gli fece cenno di andare via. L'enorme shock che aveva segnato la sua vita fece crescere in lui un'ansia sociale ai limiti della sopportabilità.
Fortunatamente era arrivato in largo anticipo, poco dopo le nove di sera, così da potersi calmare e concentrarsi su come entrare nel teatro e, successivamente, come agire.
Infiltrarsi non fu semplice poiché lo spettacolo teatrale ideato da Walton dal titolo "Il tridente del mare oscuro" era già iniziato e le porte erano chiuse, inoltre indosso aveva praticamente degli stracci, quindi a stento sarebbe riuscito a varcare l'ingresso. Quando lo spettacolo finì, alcuni dei lavoratori del teatro, si concessero di uscire dalle uscite secondarie per parlare in pace e riposarsi dopo la serata, così lui senza dare nell'occhio e senza fare rumore, entrò. Nonostante fosse vestito come un uomo di strada nessuno degli altri lavoratori, o di quei pochi spettatori che ancora dovevano uscire, lo notarono forse perché pensavano fosse uno degli attori che ancora non aveva cambiato l'abito.
Era la prima volta che entrava in un teatro moderno - per i tempi ovviamente - e ne rimase incantato, infatti in alcuni momenti fu difficile per lui tronare a concentrarsi sull'obbiettivo.
Sostanzialmente per quanto fosse passato il tempo era ancora un bambino mentalmente, non aveva avuto occasione di vedere quasi per nulla il mondo reale.
Mancavano venti minuti alle due di notte quando tutto il teatro era ormai quasi svuotato, così il falciatore, dopo aver visto la preda, si nascose in uno degli oggetti di scena.
Era praticamente una vecchia barca da pescatore con sopra un telo, non decisamente un nascondiglio perfetto e sicuramente non il più comodo ma lui se lo fece andare bene.
Oltretutto, per festeggiare Walton, decise di alzare il gomito quindi a stento si accorse del gruppo di attori che se ne andavano, figuriamoci controllare se nella barca ci potesse essere qualcuno.
<<Deduco che come al solito ci tiene lei a chiudere il teatro vero?>> chiese un giovane ragazzo del personale del teatro poco prima di uscire.
<<Esatto! Questo posto è mio e lo chiudo quando meglio credo. Ora vattene.>> rispose lui con tono burbero.
Dopo quelle parole, così gentili, seguì poi un altro sorso direttamente dalla bottiglia di rum che teneva in mano.
Era il classico egocentrico bastardo che crede di essere migliore di tutti gli altri e solo gli applausi della gente riempivano quel vuoto venutosi a creare quando accettò di vendersi a quel gruppo criminale. Sapeva che era sbagliato, quindi perché l'ha fatto?
Semplice, perché era la cosa più facile da fare. Gli avevano assicurato il successo e un teatro tutto suo in cambio che alcune zone dell'edificio potessero essere usate per nascondere oppio e vari alcolici da rivendere.
Ancora una volta il limite per raggiungere i propri obbiettivi era stato superato.
Erano le due in punto quando il drammaturgo stava per spegnere le ultime luci, fu allora che il falciatore, con il favore delle ombre, uscì dal nascondiglio per avvicinarsi all'uomo.
Lo avvinghiò con un braccio attorno al collo per poi fargli perdere l'equilibrio facendolo cadere verso di lui. Mentre il corpo ormai era scivolato, lui strinse ancora di più la presa facendogli mancare lentamente l'ossigeno.
Jonesy Walton cercò di implorarlo di non ucciderlo ma non riuscì nemmeno a parlare, l'aria era insufficiente ed il suo volto si stava colorando di un rosso accesso mentre, sempre più disperatamente e con grande fatica, cercava di ispirare.
Con tutta la forza che gli rimaneva cercò inutilmente di liberarsi, come una mosca che però è già stata intrappolata dalla ragnatela, mentre si dimenava però fece cadere una maschera che era lì vicino. Era una classica grande maschera bianca del teatro che però aveva due grandi occhi con le pupille a forma di rombo colorate di giallo dorato, mentre l'iride era colorato di grigio scuro. Le note di colore più insolite e accese erano quelle del resto all'occhio, avente un colore verde scuro con però dei piccoli e fini cerchi verde chiaro che crearono un effetto semi ipnotico.
Aveva anche due sopracciglia spesse disegnate e colorate di nero ma ciò che più saltava all'occhio era il sorriso smagliante stilizzato che occupava la gran parte della parte bassa dell'oggetto di scena. Caddero anche altri oggetti ma quello che più attirò l'attenzione del falciatore fu proprio quella maschera, così affascinante nella sua semplicità.
Quando il nostro sicario diede la stretta finale al collo di Walton provò un brivido lungo tutto il corpo. La sensazione di sentire il corpo diventare freddo lo fece sentire realizzato.
Anche se in un primo istante rimase perfino spaventato ed incredulo per ciò che aveva fatto, la felicità di sentirsi potente e aver fatto morire nel terrore quell'uomo fu per lui una soddisfazione colma di felicità oltre ogni misura.
Dunque prese la maschera e uscì dal teatro raggiungendo l'autista per tornare alla villa.
Così l'11 novembre del 1926 San Francisco, senza saperlo, iniziò un nuovo incubo.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top