3.6


Stava decisamente vivendo la miglior vita possibile, aveva tagliato fuori tutte le delusioni e creò come un mondo parallelo composto solo da lui e dalle due donne della sua vita.

Ogni cosa che lo fece soffrire in passato non era più nemmeno un lontano ricordo, era al settimo cielo. Il problema fu proprio quello perché maggiore è l'altezza e maggiore sarà il dolore che proverai quando cadrai. Successe tutto piuttosto in fretta e lui era talmente all'interno del suo mondo che non si accorse di nulla.

Nulla fu lo stesso da quando sparì misteriosamente il farmacista del paese dal quale Cory andava periodicamente a prendere i medicinali prescritti dallo psicologo.

Riguardo quell'uomo girarono diverse voci, per alcuni aveva scoperto di essere stato tradito dalla moglie e che fosse scappato lontano in cerca di una nuova vita andando però in contro alla morte, secondo altri invece dopo la scomparsa del suo figlio più piccolo - di cui l'ultimo avvistamento è stato vicino al lago - si sia legato al collo un masso per morire annegando sott'acqua. Queste erano quelle più accreditate e comunque, anche secondo le altre storie, tutto portava alla morte del povero farmacista.

<<Cosa posso fare adesso?>> chiese preoccupato Cory in seduta dallo psicologo.

<<Temo proprio che non possa fare nulla signore, ci vorrà tempo prima che la farmacia torni ad essere operativa, sopratutto che arrivino le medicine di cui ha bisogno.>>

<<Forse non ne ho più così bisogno, la mia vita è migliore adesso. Probabilmente quello era semplicemente un brutto periodo.>>

<<Si fidi non è così semplice. Chi è abituato ad assumere determinate sostanze ha sempre dei problemi se interrompe bruscamente la cura, le sconsiglio di prendere così alla leggera certe cose. Le malattie mentali non sono uno scherzo.>>

<<Cosa potrebbe mai succedermi?>>

<<C'è il concreto rischio che possano tornare le allucinazioni e soffrire nuovamente di depressione e ansia, ragion per cui mi sento di consigliare un periodo di riposo. Si prenda delle ferie e si tenga impegnato come meglio riesce, stando in compagnia di sua moglie, oppure facendo lavori in casa e passare del tempo serenamente con sua figlia.>>

<<Effettivamente ho ancora dei giorni di ferie da parte.>>

<<Ottimo allora è deciso, chieda al più presto di iniziare la sua vacanza e mi raccomando: rimanga sempre calmo. Non deve cedere alle voci, tantomeno credere a qualunque cosa strana che possa accadere.>>

Concluse così con tono severo lo psicologo che poi salutò Cory accompagnandolo all'uscita. In un primo istante il nostro coraggioso sbirro era sorprendentemente felice ma quello stato d'animo svanì velocemente come una candela di compleanno su cui un bambino sta usando a piena potenza i polmoni per esprimere un desiderio.

Cambiò diverse volte umore quel giorno e quello successivo fu ancor più altalenante.

Purtroppo i veri problemi dovuti all'assenza dei medicinali si fece incredibilmente acuta già dal terzo giorno quando alle tre di notte Cory sentì una mano ricoperta di melma sulla fronte facendolo svegliare di scatto.

<<Fratellone riesci nuovamente a vedermi?>>

Dopo aver sentito la voce di Andrew vide che tre piccole sagome oscure con della luce bianca opaca sugli occhi lo stavano guardando. Quando una di esse si avvicinò a lui, gridò a squarciagola: <<Andate via!>>

Tutto ciò ovviamente fece svegliare immediatamente anche Hayley che disse:

<<Amore che succede? Tutto bene?>>

Lui era grondante di sudore freddo come il ghiaccio e con il cuore che batteva all'impazzata. Non rispose fino a quando non riuscì a calmarsi.

<<Non ti preoccupare, è stato tutto un brutto sogno. Scusami se ti ho svegliata.>>

<<Figurati... dai va tutto bene.>> rispose lei con tono apprensivo abbracciandolo.

Cory successivamente si alzò per andare in cucina a bere qualcosa però dopo essersi versato dell'acqua nel bicchiere sentì il suono delle onde del lago.

<<Papà stai bene?>> chiese Hope preoccupata affacciandosi dalla porta della cameretta.

L'uomo di casa si strizzò gli occhi dalla stanchezza e poi si girò verso sua figlia.

Vide un'altra sagoma dietro la bambina, il che lo paralizzò dalla paura e vedendo che quell'essere stava per mettere le mani sulle sue spalle lui corse da lei, si inginocchiò e la strinse forte a se chiudendo gli occhi.

<<Lei presto sarà con noi e i signori del lago.>> disse una voce infantile e un'altra disse: <<Non puoi farci nulla.>> ne seguirono altre finché poi un coro stridulo proveniente dalle numerose sagome che apparvero attorno a loro due disse:

<<Segui il buio Cory, non puoi opporti.>>

Fece il possibile per non dare peso all'accaduto e quando tutto finì accompagnò in camera la piccola Hope per poi tornare anche lui a dormire.

Quello fu solo il primo di una serie di strani avvenimenti, primo su tutti la notte successiva i genitori si svegliarono perché sentirono Hope parlare con qualcuno e quando Cory andò a controllare vide vicino al letto di sua figlia due sagome più grandi rispetto alle altre.

Sia la piccola che gli esseri si voltarono verso il poliziotto che rimase pietrificato vedendo quella scena agghiacciante. Erano due ombre distinte ma molto vicine tra loro, una sembrò reggersi su un antico bastone completamente coperto di melma maleodorante e alghe mentre sulla testa sembrava esserci un cappello a cilindro antico e molto rovinato, l'altra invece era ricurva su se stessa a causa di un'enorme gobba e sembrò stringere nella mano una borsa, anch'essa bagnata e coperta d'alghe.

<<Papà che c'è? Stavo parlando con i signori Lakeson, vogliono che presto vada via con loro per stare con gli altri bambini.>> disse entusiasta la piccola.

<<No! Hope non sono reali.>> rispose lui lentamente avvicinandosi al letto tenendo lo sguardo fisso su quelle creature tenebrose.

Anche se aveva detto ciò una, parte di lui stava dubitò di quella osservazione.

<<Ne sei così certo?>> chiesero con voce profonda e stranamente lontana.

Dal nulla venne fuori un'altra sagoma che afferrò la mano di Cory e disse:

<<Fratellone lei verrà con noi presto e tutto questo è reale, credo sia giunto il momento di accettare la realtà.>>

<<A-Andrew? Quindi sei davvero tu di nuovo?>>

<<Certo che sono io. Non temere per lei, sembra una bella ragazza ed educata, verrà trattata bene da tutti noi come sempre. Smettila di avere paura.>>

Cory però perse il controllo e corse contro le due grandi sagome le quali rimassero immobili come per sfidarlo. Improvvisamente però si fermò, non riusciva a respirare, così cadde sulle proprie ginocchia ed iniziò a rigettare fuori dalla bocca acqua come se stesse annegando.

<<Avete ancora nove giorni e quando l'acqua sarà nera capirai che il momento è giunto.>> dissero i Lakeson prima di svanire nel nulla.

Quando poi entrò in camera anche Hayley, vedendo suo marito in quelle condizioni, chiese subito cosa fosse successo e Hope confusa disse:

<<Mamma... non ricordo nulla, che sta succedendo a papà? Vi ho svegliati io?>>

Apparentemente l'unico condannato a ricordare era Cory che improvvisò dicendo:

<<Scusate colpa mia, avevo dimenticato la tv accesa e mi ero preoccupato per nulla. Comunque scusate ho delle fortissime fitte alla pancia, tornate pure a dormire.>>

Dopo aver passato molto tempo nell'indifferenza e in un mondo fittizio dove potesse realmente credere di poter avere una vita normale rivivere quelle cose fu come schiantarsi contro un muro di mattoni a tutta velocità.

La mattina successiva uscì a correre per cercare di non pensare ma ovunque andasse vide comparire vicino alla strada o fuori dalle case quelle oscure sagome. Ogni volta cercò di fingere di non vederle e accelerare il passo ma erano ovunque e sentì sempre nella sua testa delle voci che dicevano "nove giorni".

Tutta quella pressione lo portò a bere di nascosto grandi quantità di alcool fino a collassare e quello fu il punto di non ritorno dell'agente dal cuore d'oro. 

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