VeNtOtTeSiMo CaPiToLo

Veronica mi sta letteralmente appiccicata durante tutto il tragitto in macchina, non sembra avere alcuna intenzione di abbandonarmi un solo istante. Finalmente torna a casa, siamo andati tutti a prenderla all'ospedale e lei sta letteralmente sprizzando felicità da ogni minimo poro della pelle. Ancora non riesce a credere che io sia ancora qui a New York, credeva che fossi tornata a Chino. Mi chiedo se sia il caso di dirle finalmente che non sono più la sua insegnante ma sua sorella. O forse dovrei lasciare che siano i suoi genitori a dirglielo nel modo migliore che potrebbero fare? Mi chiedo come la prenderebbe, ma a giudicare dall'affetto e dall'attaccamento che prova per me, direi che non le dispiacerà affatto.

Anch'io sono felicissima di vederla in salute e sorridente. I suoi occhi azzurri e limpidi sono costantemente socchiusi in un sorriso mentre mi guarda e continua a blaterare senza sosta: quella bocca sdentata non si rilassa un attimo, ma fa tenerezza. In testa ha un coloratissimo foulard per coprire il fatto che ancora non le sono ricresciuti i capelli, mentre continua a dichiarare che non vede l'ora di giocare con me nella sua cameretta. È da quando mi ha vista all'ospedale che ci pensa... non so se per me sia un bene o un male.

Logan ci osserva in silenzio seduto vicino a noi, con un sorriso dolce sul viso. Ogni giorno che passa mi sto innamorando sempre di più del mio bellissimo ragazzo, soprattutto per il fatto che sta dimostrando molta pazienza nei miei riguardi. Sono consapevole che la nostra storia sia del tutto differente rispetto alle storie che ha avuto prima di me, soprattutto perché sono io ad essere differente. Ma forse è proprio questo fatto che me lo fa adorare ancora di più: mi sento accettata così come sono, ed è una bellissima sensazione. Soprattutto perché so che con le altre ragazze ha sempre avuto una relazione molto più profonda... anche in quel senso, ma io ho un po' paura. Finora avevo preso in considerazione la cosa soltanto in maniera superficiale; anche con Nate ammetto che l'idea mi aveva accarezzato, ma dentro di me sapevo che non ero affatto pronta. Non voglio dire che adesso lo sono, per me sarebbe un salto nel buio, ma...

Dato che sono qui ho preso la palla al balzo e ho cercato di parlarne con mia madre, giustamente non sapevo con chi poter parlare di queste cose, e anche lei mi ha detto la stessa cosa che penso io: Logan sta dimostrando di volermi bene veramente. E a questo punto sono io che sto iniziando a vacillare. Non so cosa mi aspetta se decidessi di fare il grande salto, ed ho un po' paura, ma la curiosità è tanta. Mia madre mi ha ripetuto che la decisione è solo e soltanto mia, non devo dare retta a nessuno. Dice che ormai sono abbastanza grande da sapere se sono pronta per questo, ed è fiduciosa che prenderò la decisione giusta. Forse con queste parole crede di tranquillizzarmi, ma in realtà mi rende ancora più confusa. E se poi dovessi pentirmene? Mio padre mi ripeteva sempre che per certe cose sarebbe bene aspettare la prima notte di nozze, ma a questo punto mi chiedo se non fosse un ennesimo espediente per non lasciarmi andare troppo presto.

"Allora, verrai questa sera?" Mi chiede Veronica guardandomi speranzosa mentre continua ad abbracciarmi.

La guardo imbarazzata. "Perdonami tesoro, credo di non aver capito cosa mi hai detto." Ero talmente presa dalle mie considerazioni da essermi estraniata dai suoi discorsi.

"Se vuoi venire con me da Eveline. È la bambina che occupava la stanza accanto alla mia in ospedale, lei è uscita già da un paio di giorni e non vede l'ora che vada a casa sua. Verrai con me?"

"Mi piacerebbe tanto, ma credo che lei voglia stare da sola a giocare con te. Io sarei solo d'impiccio."

Lei diventa subito seria e si stacca. "No, non è vero! Sono sicura che anche per lei non ci saranno problemi."

Io sorrido per addolcirle la pillola e le accarezzo il viso. "Sono sicura che se è amica tua è una bambina dolcissima e buona come te, ma è anche vero che io non sono stata invitata, e poi sono sicura che lei abbia già organizzato un sacco di giochi da fare solo con te, senza adulti tra i piedi. Vi divertirete molto di più da sole."

Fa una smorfia delusa ma non replica. Mia madre decide di venire in nostro soccorso. "Sara ha ragione, tesoro. Tu ed Eveline avete la stessa età, vi divertirete di più tra di voi senza Sara, che è più grande."

Veronica torna a sedersi composta al suo posto, seriosa. "Va bene..."

Mi dispiace un po' per lei, ma il suo faccino triste mi fa venire da ridere lo stesso.

Arrivati a casa Veronica ha già dimenticato la discussione avvenuta in macchina e resta tutto il giorno attaccata a me, non mi lascerebbe andare nemmeno in bagno se dipendesse da lei. Mi fa piacere tutto questo affetto, ma devo ammettere che sta iniziando ad essere un po' asfissiante. Io ero così alla sua età? Non mi risulta assolutamente.

Finalmente verso le sei del pomeriggio mia madre la prepara per andare dalla sua amica Eveline ed io riesco a tirare un respiro di sollievo. La osservo mentre la veste e la sistema, se non fosse per i capelli non sembrerebbe che ha appena subito un ciclo di chemioterapia e una trasfusione di midollo osseo. Ha la solita vivacità di tutti gli altri bambini della sua età. Quando è finalmente pronta mia madre le infila un giacchetto pesante e la copre fino al naso. Se non fosse che si sposteranno in macchina solo per poche decine di metri non la farebbe mai uscire con questo freddo, ma tanto passerà la serata a casa della sua amica, e quasi sicuramente anche la notte, quindi non c'è nessun problema. Veronica non sta più nella pelle.

Quando escono tutti e tre per andare da questa amica torno in salotto alla ricerca di Logan. Gli ho permesso di non restare in camera con noi per non dover giocare con le bambole o con la cucina del piccolo cuoco, ed è stato ben contento di rifugiarsi in salotto insieme ad Andrea. Ma adesso non so più dove sia finito. Dopo aver salutato la famigliola felice mi decido di andare alla sua ricerca. Dato che in soggiorno non lo trovo lo cerco in cucina, ma ancora niente. Decido di andare a bussare alla sua stanza e finalmente mi invita ad entrare. Aprendo la porta lo trovo seduto al centro del suo letto che imbraccia una chitarra.

"E quella dove l'hai presa?"

Mi fa posto sul letto e mi siedo accanto a lui. "Me l'ha data Andrea. È del suo amico nonché proprietario della casa. Appena ha saputo che suono in una band ha insistito perché gli facessi sentire come me la cavo. Ha detto che gli piace. Non mi hai sentito suonare?"

Faccio cenno di no con la testa. "La stanza di Veronica è al piano di sotto, e poi abbiamo fatto tutto il tempo un gran baccano che era impossibile sentire qualsiasi cosa succedesse fuori dalla sua stanza."

"È davvero molto affezionata a te." Afferma con uno sguardo dolcissimo. Mi perdo per un attimo nei suoi occhi, poi annuisco.

"Sì, anche se devo ammettere che è un tantino appiccicosa. Stare tutto il pomeriggio in sua compagnia è un po' stancante."

"Allora ti ringrazio di avermi permesso di allontanarmi da voi." Ridacchia, e si avvicina per darmi un bacio sulle labbra. Chiudo gli occhi e rimango trasognata anche quando si stacca da me. Quando li riapro lui è a pochi centimetri dal mio viso che mi guarda in quel modo che mi fa accelerare i battiti del cuore da zero a cento in sei secondi. Sembro la pubblicità di una macchina potente. Velocemente si libera della chitarra poggiandola a terra e subito torna a baciarmi. Infila una mano tra i miei capelli e senza nemmeno rendercene conto ci ritroviamo distesi sul suo letto, a baciarci con foga.

Sto così bene tra le sue braccia. Sento il suo corpo gravare sopra il mio, mentre con la bocca ci assaggiamo senza sosta, prosciugando ognuno l'ossigeno dell'altro. È una corsa senza scampo verso un traguardo sconosciuto. Un rincorrersi per non perdersi senza donarci del tutto. Sento le sue mani iniziare a vagare sotto il mio maglioncino, timide e calde, mentre il mio respiro diventa sempre più affannoso. Con un dito lo sento sfiorare il mio reggiseno ma a quel punto qualcosa nella mia psiche mi raffredda. La paura di fare qualcosa di sbagliato mi afferra, amara e sgradevole. Anche se sono sicura che Logan mi ami e che non mi deluderebbe mai non me la sento ancora di arrivare fino in fondo. Mi stacco da lui e gli afferro le mani per fermarle, cercando di far tornare il mio respiro ad un ritmo normale. Rimango immobile con gli occhi chiusi. Ho paura ad aprirli, ho paura che stia tirando veramente troppo la corda con lui. E se dovesse stancarsi di nuovo e andarsene?

Quando li apro vedo il suo viso sopra il mio, anche lui affannato e rosso. "Scusami, mi sono lasciato trasportare..." borbotta.

Si tira su e mi tira per un braccio, facendomi sedere sul letto. Mi ha appena chiesto scusa?

"Credo che dovrei essere io a chiederti scusa, non tu." Ribatto timidamente.

Lui mi osserva in silenzio ma poi balza in piedi passandosi una mano tra i capelli, frustrato. "No... sono io che dovrei sapere fino a che punto posso spingermi. Se c'è qualcuno che sa quando dovrebbe fermarsi quello sono solo io." Dice dandomi le spalle.

Restiamo in silenzio per alcuni istanti, cercando di recuperare lucidità.

"Credimi... da una parte non vorrei dovermi tirare sempre indietro, ma..."

A quel punto si volta verso di me e mi guarda seriamente. "Sara, non hai bisogno di giustificarti. Capisco benissimo la tua posizione, per te sarebbe una novità, lo so. Non sai fino a che punto arrivare, ed ogni volta ci spingiamo sempre un po' più in là e... non vorrei mai mancarti di rispetto." Si china in ginocchio di fronte a me e mi prende le mani. "So che per te sarebbe la prima volta, e voglio che tu ti senta pronta."

Sento le guance diventare rosse peggio di un semaforo. "Non vorrei che tu possa pensare che io ti stia rifiutando perché non ti voglio." Borbotto imbarazzata senza riuscire a guardarlo negli occhi. Lo sbircio e vedo che mi sorride, malizioso.

"Credo che se davvero non mi vorresti, non mi baceresti così." Sussurra dandomi un altro bacio. Subito si alza in piedi lasciandomi le mani. "Forse è proprio questo a rendermi la cosa sempre più difficile."

Ascolto i battiti del mio cuore farsi leggermente più lenti. "Perché non usciamo?" sbotto d'istinto.

Lui si volta per guardarmi sorpreso, ma subito mi sorride. Mi congratulo mentalmente con me stessa, almeno per il momento ho saputo cosa fare. Ma la prossima volta?

Spazio Autrice:

Ed un capitolo del cuore di Sara si è concluso, la piccola Veronica è tornata a casa in piena salute. Le cose forse stanno andando tutte al loro posto e possiamo iniziare a pensare ad argomenti più... importanti?

Hehehehehe, ok... lascio a voi la risposta.

Dato che oggi mi sono sentita generosa vi ho lasciato altri due capitoli. Spero che siano stati di vostro gradimento, e spero che mi lascerete anche un commento per farmi sapere cosa ne pensate di questa storia. Sono quelli che mi danno la carica e mi fanno capire veramente se il mio lavoro è apprezzato.

Un bacione a tutte!

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