VeNtIsEiEsImO cApItOlO
Il giorno dopo stiamo cercando di preparare la pizza. Questa non l'avevo mai fatta, nemmeno quando ero piccola, ma mia madre sta cercando di insegnarmela partendo da zero quindi sono elettrizzata al massimo. Mentre siamo in cucina ad impastare la pasta sentiamo dei rumori provenire dalla porta d'ingresso. Miryam, la cameriera, appare in cucina avvisandoci del ritorno del signor Bartoli e io rimango impalata con gli occhi fissi sulla porta, con il cuore a mille e trattenendo il fiato, in attesa. Quando Andrea appare sulla soglia della cucina, da solo, mi sento invadere da una forte delusione.
Che scema, cosa credevo? Non so perché mi aspettavo di vedere apparire anche Logan insieme a lui. Perché avrebbe dovuto dirmi una cosa diversa dalla realtà? Logan è tornato a Chino. Ha preferito allontanarsi fisicamente da me piuttosto che vedermi allontanarmi da lui in preda alle mie insicurezze insensate.
Che poi... Se anche fosse veramente andato a letto con Lily cosa cambierebbe? Gli dissi che non gli avevo promesso niente, nemmeno lui avevo promesso niente a me, perché dovrei prendermela? Perché l'ho fatto? Sono proprio una stupida. In fin dei conti io ero lì con Nate.
Andrea ci guarda sorridendo con i vestiti umidi, dobbiamo essere davvero un quadretto divertente viste dalla sua prospettiva. Si avvicina sorpreso da questo momento di intimità familiare e dà un bacio a sua moglie. "Non so se ci avete fatto caso, ma fuori ha iniziato a nevicare."
Ci guardiamo in faccia sbalordite e corriamo a guardare dalla finestra, senza nemmeno prenderci la briga di pulirci le mani. Mia madre scosta le tende, impregnandole di olio e farina mischiata con acqua, ma sembra non accorgersene nemmeno.
"Che bellezza la neve!"
"Un Natale con la neve è decisamente più bello." Esclama la signora Ferguson.
Sorrido annuendo, ma non aggiungo altro. Non mi sento di festeggiare in questo momento. Pensando al Natale mi sono tornati in mente tutti i Natali festeggiati con papà nella nostra casa a San Bernardino e il buon umore già precario è definitivamente scomparso. Mi piacerebbe davvero tanto passare questo prossimo Natale con mio padre e con Logan, ma so già che una cosa simile sarà impossibile. Per pareggiare un po' la situazione mi piacerebbe anche passarlo con mia madre, una maniera per rifarmi di tutti i Natali che non ho passato insieme a lei, ma so che in questo modo mio padre resterebbe solo, e anche se in un certo senso se lo meriterebbe, passare il Natale da soli è troppo triste perfino per lui. Nessuno si merita di passare queste feste in solitudine.
"Signora Ferguson, da quant'è che non vede mio padre?" chiedo istintivamente. Lei si blocca a guardarmi un po' dispiaciuta, sembra restia a rispondermi, ma poi prende coraggio e mi porta a sedermi con lei su una sedia.
"In realtà è anche per questo che avevo chiamato tua madre e sono venuta qui." Fa una piccola pausa, sembra aver paura a proseguire, ma poi prende coraggio. "Negli ultimi giorni tuo padre sembra essersi chiuso in se stesso. Da prima della mia partenza non esce più di casa e ha pure ridotto il numero degli animali a cui sta dietro. Ha mandato in ferie la ragazza che lo assisteva e si vede in città solo quando deve uscire per comprarsi da mangiare, altrimenti non esce mai."
Questa non me la aspettavo proprio. "Ma perché... cosa gli è successo?"
"Beh... io ho provato ad andarlo a trovare per capire il suo problema, ma non vuole parlare con nessuno. Forse è successo qualcosa tra voi?"
Ero talmente presa da questo viaggio, da Veronica, da Logan e da mia madre da dimenticarmi totalmente di lui e del fatto che non mi avesse più chiamato dopo quelle quattordici chiamate perse. Ho pensato molte volte a richiamarlo, ma da una parte non volevo, perché sapevo che sarebbe stato in grado di rovinarmi l'umore cercando di farmi sentire in colpa per essermene andata senza avvisarlo, e poi sicuramente avrebbe ricominciato a rinfacciarmi che non so essere una brava figlia e ritirare fuori i vecchi discorsi. Non so cosa fare.
"Ma perché non me lo ha detto prima?"
Lei sembra dispiaciuta. "Volevo farlo, credimi, ma ho pensato che questa era l'unica occasione in cui avresti potuto chiarirti con tua madre, volevo soltanto che prima tu avessi la possibilità di ascoltarla e perdonarla per la sua assenza. Mi dispiace bambina mia, ma ho pensato per una volta prima alla mia amica e poi a tuo padre. Perdonami."
"Credo che dovrei cercare di parlare con lui..." dico alzandomi in piedi e allontanandomi digitando il suo numero sul mio cellulare. Lo sento squillare a vuoto ma lui non risponde. "Non capisco, non mi risponde."
"Ma tu conosci qualche motivo per cui lui dovrebbe comportarsi così?"
"Mentre venivo qui la mia padrona di casa mi ha telefonato dicendomi che era venuto a casa mia per cercarmi, facendo una scenata, e lei ha dovuto dirgli che stavo venendo qui da mia madre, non glielo avevo detto. A quel punto lui se n'è andato su tutte le furie e lei ha espresso il timore che sarebbe venuto fin qui per trovarmi o portarmi via, non lo so. Ho notato che ha provato a chiamarmi mentre venivo qui ma non ho sentito il cellulare e quando ho riprovato a richiamarlo io non mi ha risposto... come adesso."
"È strano," fa mia madre avvicinandosi, "ho paura che si stia facendo un'idea sbagliata della situazione. Riprova a chiamarlo tra un po', può darsi che abbia solo bisogno di stare da solo e pensare al fatto che tu te ne sia andata senza dirglielo. Ci sta che si senta tradito, ma è anche vero che non può tenerti legato a sé per tutta la vita. Credo che abbia bisogno di capire che non sei di sua proprietà."
Annuisco concorde, anche se ho sentito una sfumatura di stizza nella voce di mia madre.
Cerco di non pensarci e mi dedico a farcire la pizza insieme a lei e alla signora Ferguson. Ben presto sono talmente assorta nel mio lavoro da estraniarmi completamente dal resto del mondo. Inforniamo la prima pizza e mentre questa cuoce ne prepariamo un'altra. Mi chino davanti al forno ad osservarla estasiata mentre cuoce. Vederla gonfiare e dorarsi mentre la mozzarella si scioglie e si fonde, diventando quella cremina che già riesco ad assaporare anche solo a guardarla mi fa smaniare. Non vedo l'ora di assaggiarla. Rimango china davanti al forno ad osservare la pizza ancora un po', poi mi rialzo e mi volto verso la porta della cucina e rimango pietrificata.
Proprio al centro dello stipite c'è Logan, rosso in viso, infreddolito e con in mano la sua valigia che mi guarda. Mia madre, Felicity e Andrea sono immobili a fissarci, evidentemente aspettando una mia reazione. Il cuore mi ha appena fatto un salto in gola, fa quasi male da quanto ha ricominciato a correre.
Mi guardo intorno e all'improvviso mi accorgo che in cucina non c'è più nessuno, sono tutti spariti. Forse sono andati in salotto passando dalla porta di comunicazione senza farsene accorgere. Torno a fissare Logan, l'emozione mi impedisce di muovermi.
Lui lascia cadere la sua valigia a terra e si avvicina a me di qualche passo. "Sono partito dal Nevada con l'intenzione di tornare a Chino. Credevo che tu avessi solo bisogno di schiarirti le idee, non lo so, magari avevi solo bisogno di tranquillità per poter pensare. Ma poi ho fatto dieci chilometri e mi sono fermato..." Si avvicina ancora, adesso è di fronte a me che mi guarda negli occhi. "Mi sono fermato e ho pensato che non volevo tornare a Chino senza di te. Non volevo che tu pensassi che non ti volessi più, o che non mi interessava quello che ti succedeva. Così sono tornato indietro. Sono tornato qui sperando che tu possa darmi una possibilità di spiegarti. Io non mi ricordo quello che successe quella sera perché ero ubriaco. Ricordo solo che Lily mi ha..."
A questo punto gli impedisco di continuare a parlare. Mi getto su di lui e lo bacio, appoggiando le mani sulle sue spalle per arrivare alle sue labbra. Mi aggrappo a lui, lasciando che mi stringa in un abbraccio e risponda al mio bacio, che è esattamente quello che fa dopo un attimo di sorpresa. Mi bacia, mi adora... mi ama, anzi, ci amiamo come non siamo mai riusciti a fare. Come io non sono mai riuscita a fare.
In questo momento dimentico tutto, mio padre, mia madre, la pizza... esistiamo solo noi due, al centro della cucina, che finalmente ci manifestiamo nel modo più profondo il sentimento che ci unisce.
Quando si stacca mi guarda negli occhi. "Pensavo che prima avresti voluto un chiarimento su quella sera..."
"Non importa..." lo interrompo scuotendo la testa. "Io mi fido di te, e poi... credo di amarti, Logan, e se hai commesso un errore quel giorno è anche vero che non stavamo insieme. Non ho nessun diritto di arrabbiarmi..."
"Hai appena detto che mi ami?" Sbotta di colpo in modo serio.
Deglutisco. Cavolo, l'ho detto? Rimango in silenzio guardandolo imbarazzata. Sicuramente sono arrossita, è il mio marchio di fabbrica. Lui sorride e mi abbraccia, alzandomi in aria e facendomi girare. Lancio un urlo di spavento e quando mi rimette a terra torna a baciarmi.
Oddio, non posso essere più felice di così.
Arrivederci al più presto... Kiss!!!
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