TrEnToTtEsImO cApItOlO
Non credevo che ci sarebbe stata tutta questa gente, nonostante i suoi errori papà era un uomo stimato e benvoluto, c'è tutta la città!
Mia madre è stata tutto il tempo accanto a me, ogni tanto mi scostava i capelli dal viso mentre ascoltavo il discorso del prete, e Logan non mi ha lasciato nemmeno per un attimo, tenendo sempre un braccio attorno alla mia vita. Ma io avevo lo sguardo fisso sulla bara...
C'è una domanda che mi sta tartassando da quando mi sono alzata stamattina: se gli avessi risposto al telefono sarebbe successa la stessa cosa? O sarebbe ancora vivo? Non so darmi una risposta ma è un tarlo continuo che mi scava dall'interno.
Una volta finita la cerimonia, e la bara calata nella buca, tutti i presenti cominciano, uno per uno, a venire da me per un abbraccio o un gesto di conforto. Ricevo passiva tutte queste manifestazioni di cordoglio, e ascolto con un orecchio solo tutte queste parole di conforto, ma in realtà è come se non fossi nemmeno qui, come se non li sentissi. Sono in un limbo. Poi all'improvviso mi ritrovo Emily di fronte, che mi fissa coi suoi occhi chiari e pieni di lacrime. Senza dirmi niente mi abbraccia stretta. Come per un riflesso condizionato la abbraccio anch'io, ma mentre sono tra le sue braccia mi torna in mente Zack e quello che mi disse Amanda su di lei. Che strano, perché mi torna in mente proprio adesso? Si stacca e mi guarda a lungo, con gli occhi lucidi, ma non mi dice niente e passa a mia madre, che abbraccia a sua volta. Si ricorda di lei? Poco dopo sparisce tra la folla mentre io continuo a ricevere condoglianze da tutti i presenti. Sembra che non finiscano più!
Finalmente ci accingiamo ad andarcene, ormai papà è al suo posto e tutti i partecipanti al funerale se ne sono andati, tranne una manciata di persone che si attarda a ricordare il defunto per quel che ha fatto per la comunità e, sentendo i loro discorsi, per come è riuscito a crescere una figlia da solo. Li vedo gli sguardi biechi che lanciano verso mia madre e che subito distolgono per non dare nell'occhio. Chissà cosa penserebbero se sapessero che mio padre ha una buona parte di colpa per il suo allontanamento da me. Ma tanto, ormai, che importanza può avere? Anzi, forse è meglio lasciare il suo ricordo così com'è.
Decidiamo di tornare a casa della signora Ferguson per mangiare qualcosa tutti insieme. Salgo in macchina con Logan e seguiamo mia madre e la signora Ferguson fino a casa sua. C'è un po' di strada da fare, così rimango in silenzio ad osservare distrattamente la mia piccola città che scorre davanti ai miei occhi oltre il finestrino.
Senza volerlo mi sembra di vedere mio padre nella nostra cucina che mangia il suo ultimo pasto, si alza dal tavolo e lascia i piatti nel lavandino prima di far uscire Zeus dalla porta di entrata e chiuderla a chiave. Lo vedo cercare dentro la cassapanca sotto le scale quella corda per poi iniziare a salirle per recarsi in camera sua...
"C'era molta gente, vero?"
La voce di Logan mi fa sobbalzare. Mi volto verso di lui e vedo che mi guarda serio; ha sempre quello sguardo preoccupato che sta iniziando ad irritarmi.
"Sì... quasi tutti lo conoscevano in città."
Non ribatte e continua a guidare fino a destinazione. Mi dispiace un po' per lui, capisco che in questo momento sia difficile starmi accanto, ma non posso farci niente.
Parcheggiamo di lato appena oltre il cancello di entrata e corriamo subito a ripararci in casa dal freddo pungente di dicembre. Fra poco meno di una settimana sarà Natale ma dal mio umore non ho nessuna intenzione di festeggiarlo. Spero che nessuno insista su questo punto.
Facciamo un pranzo frugale e dopo esprimo il desiderio di stendermi un po' sul letto; non mi sento stanca, ma ho voglia di riposarmi, di ricariche le batterie di energia nuova. La signora Ferguson mi dà a disposizione la sua camera e io mi stendo vestita nel suo letto con una coperta addosso. In poco tempo mi lascio cullare in un sonno privo di sogni, dormo come un sasso per no so quanto tempo finché qualcosa non mi sveglia di colpo.
Apro gli occhi senza capire cosa mi abbia svegliato e ascolto i rumori intorno a me. Sento delle voci attutite provenire dal corridoio. Mi alzo e accosto l'orecchio alla porta per sentire meglio. Sento la voce di mia madre avvertire qualcuno che sto dormendo e che se vuole può aspettarmi. La voce che le risponde è quella di Emily.
"Se non vi dispiace mi piacerebbe aspettarla, almeno una mezz'oretta. Se non è di disturbo."
"Certo che no, vieni, accomodati in cucina, ti preparo qualcosa di caldo da bere." La invita mia madre.
Istintivamente spalanco la porta della stanza ed esco nel corridoio. Mia madre ed Emily si voltano verso di me, sorprese della mia presenza.
"Ti sei svegliata, tesoro. Emily è venuta a trovarti, perché non vieni con lei a prendere qualcosa di caldo da bere?" Mia madre è davvero un'ottima ospite, ma non so se mi va di prendere qualcosa con Emily.
"Che ci fai qui?" chiedo atona, facendo un passo verso di lei e chiudendo la porta alle spalle.
Emily sembra spaesata. "Sono venuta a sapere come stavi, e se potevo fare qualcosa per te."
"Perché?"
La vedo strabuzzare gli occhi. "Come perché? È morto tuo padre, io sarei devastata."
"Ma io non sono te," rispondo di getto, senza nemmeno pensare a quello che sto dicendo.
Emily sembra mortificata. "Scusa se sono venuta, se sapevo che non avresti gradito la mia visita ne avrei fatto a meno." Borbotta abbassando lo sguardo, e subito si dirige verso la porta d'entrata. "Arrivederci signora, sono felice di averla rivista." Dice a mia madre prima di uscire. Ma con prontezza la blocco con la mano sulla maniglia.
"Posso farti alcune domande su una cosa che riguarda solo te e me?" chiedo a bruciapelo, senza nemmeno scusarmi per come la sto trattando.
"Dimmi."
"Cosa ne sai tu di Zack?"
Vedo la sua espressione farsi sorpresa. "Zack?"
"Oh, avanti, non dirmi che non ti ricordi di lui! Prima liceo, la mia prima cotta, mi aveva chiesto di uscire ma poi non si fece vedere. Tu ne sai qualcosa?"
Finalmente si volta completamente verso di me con un'espressione frastornata. "No, mi dispiace. Ma perché ti interessa, adesso?"
"Strano che non ne sai niente, perché da quello che mi ha detto tua sorella invece dovresti saperne molto più del normale."
"Di cosa stai parlando?"
"Sto parlando del fatto che dopo avermi dato appuntamento e non essersi presentato è venuto a casa tua ed è rimasto per diverso tempo in salotto con te a parlare. Posso sapere di cosa avete parlato?"
"Ma cosa c'entra adesso? È passato talmente tanto tempo che non posso ricordarmelo. Non dirmi che pensi ancora a lui."
"Non è per questo che te lo sto chiedendo." Sbotto irritata dal suo tono di voce. "Sto dicendo che ho validi motivi di pensare che sia colpa tua se lui non si fece mai vedere al nostro appuntamento, ma anzi, già dal giorno dopo iniziò ad uscire con un'altra ragazza e smise definitivamente di parlare con me."
Rimane in silenzio a guardarmi sconcertata, poi si avvicina di un passo, confusa. "È evidente che sei sconvolta per quello che ti è successo, e lo comprendo, quindi farò finta di niente e tornerò quando sarai più calma, va bene?"
"No, non va bene per niente!" esclamo adirata. Ho bene in mente le parole che mi rivolse il giorno dopo quando piangevo per la delusione e lei tentava di consolarmi, se questo era il suo intento. "Perché il giorno dopo non mi hai detto che era venuto a casa tua per parlarti? Perché non mi hai detto quello di cui avete parlato?"
Finalmente sembra ricordare, la sua espressione muta ancora, da sconcertata a dispiaciuta. "Sara, eravamo delle bambine... e io... cercavo solo di mantenere la nostra amicizia così com'era."
La osservo cercando di capire il senso di quello che mi ha detto, ma più ci penso e meno la capisco. "Credi davvero che se io mi fossi messa con Zack la nostra amicizia ne avrebbe risentito?"
"Non... non volevo correre rischi." Balbetta timidamente.
Non posso crederci. In tutti questi anni mi sono fatta infinocchiare da un'amicizia fasulla, solo... ma poi per cosa? "Ma perché lo hai fatto?"
A questo punto non mi risponde, abbassa lo sguardo, completamente a disagio. "Non lo so."
"Sì che lo sai, solo che non vuoi ammetterlo!" sbotto alzando la voce. A questo punto Logan appare a fianco di mia madre, che è rimasta in silenzio tutto il tempo a guardarci, impietrita. Manca la signora Ferguson e abbiamo fatto l'en plein.
"Io... non potevo permettermelo."
Non poteva permetterselo? "Ma che stai dicendo? Cosa c'entravi tu tra me e Zack? Eri innamorata di lui?"
"No!" risponde di colpo. "È solo che all'epoca ero sicura che se tu avessi avuto un ragazzo per te sarebbe stato come una distrazione, e non mi avresti più aiutato... con le materie in cui non andavo bene, e i miei genitori non avrebbero più avuto fiducia in me..."
Adesso capisco. Di colpo ho infiniti flash di lei che mi chiede di aiutarla continuamente per studiare o di insegnarle cose tipo matematica che non ha mai voluto imparare da sola, che veniva a casa mia solo quando il giorno dopo ci sarebbe stata un'importante verifica, o che mi chiedeva costantemente di andare da lei per studiare e basta. Sono state rare le volte in cui siamo state insieme divertendoci come due amiche spensierate.
"Io per te non sono stata altro che questo, vero? Solo un aiuto per lo studio, nient'altro." Borbotto decisa, ormai mi è tutto chiaro.
"No, ma che stai dicendo! Tu sei sempre stata la mia migliore amica!"
"Forse perché non ne avevi altre?"
A quelle parole vedo affiorarle delle lacrime. Starà fingendo? Non lo so, ma nel dubbio non voglio farmi prendere per i fondelli ancora da lei. "Aveva ragione tua sorella, non sei la santa che mostri di essere."
A queste parole la lascio lì, al centro del corridoio, e mi volto per tornare in cucina, seguita a ruota da Logan che mi guarda sconcertato.
Lo so, starà pensando che questo comportamento non è da me, e in effetti non mi riconosco più nemmeno io.
Spazio Autrice:
Siamo quasi arrivati a capolinea di questa seconda parte di storia. Mancano pochissimi capitoli.
Con questo capitolo abbiamo visto una Sara inedita, strana... assente. Credo che prima di adesso non aveva mai parlato a nessuno come ha fatto con Emily, anzi, no non credo, lo so per certo! ehehehhe
Ho paura per quello che possa iniziare a pensare...
shhh, non dico niente... alla prossima!!!
Kiss!!
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