SeStO cApItOlO

Dopo aver gentilmente scaraventato la mia valigia nel bagagliaio della sua auto, Logan mi fa salire e partiamo subito in quarta. Sto cercando di fargli cambiare idea, non ho alcuna intenzione di farmi accompagnare in macchina da lui fino a New York, ma da quell'orecchio non ci sente.

"Non voglio che tu mi accompagni, posso viaggiare benissimo da sola!"

"Non immagini nemmeno che tipi perversi puoi incontrare sul treno, specie in un tragitto così lungo. È da incoscienti!" Continua a dire giustificando la sua decisione.

Sbuffo tornando a guardare fuori dal finestrino, è davvero cocciuto. Ma chi gli ha detto che stavo partendo? Può essere stata solo Sandy, è l'unica a cui l'ho detto. Ma come gli è venuto in mente di prelevarmi senza il mio consenso e portarmi via? "Potrei denunciarti per rapimento, lo sai?" sbotto cercando di smuoverlo dalla sua posizione. "E in più mi hai sottratto la valigia dalle mani, me l'hai rubata!" Aggiungo ancora sconvolta.

Per tutta risposta mi lancia un'occhiata di traverso: "Perché, altrimenti saresti venuta di tua spontanea volontà?"

"Certo che no!"

"Allora vedi che ho fatto bene?"

Dio, mi sta facendo davvero saltare i nervi. "Guarda che sono una persona adulta, non ho bisogno della baby sitter."

"Oh, andiamo Sara, falla finita! Sei cresciuta in una piccola cittadina dell'entroterra della California, non sei mai uscita dalla tua zona di confort se non per trasferirti a pochi chilometri e iniziare a lavorare, non sai come funziona il mondo là fuori! E poi questa frase l'hai già detta."

"E quando l'avrei detta?"

"Quando poi ti ho dovuto salvare dalle grinfie di Earl."

A questa risposta non ribatto... cavolo, è vero! Rimango in silenzio per un pezzo, non gli darò mai la soddisfazione di avere ragione... finché non lo vedo prendere la strada con indicazioni per Las Vegas. "Ma dove stai andando?" chiedo allarmata.

"A New York," risponde ovvio.

"Adesso?!"

"Perché, quando avevi intenzione di partire?"

Mi ammutolisco, non credevo che stesse dicendo sul serio e che sarebbe partito subito. "Ma non devi andare a prendere dei vestiti... un ricambio..."

"Perché, così non ti vado bene?"

"Logan, non scherzare. Non so quanto tempo ci si metta ad arrivare da qui a New York ma lo hai detto tu stesso che non è una passeggiata!"

"Sara, non devi preoccuparti per me, io so badare a me stesso," Afferma senza nemmeno guardarmi, "e poi... ho sempre una valigia nel bagagliaio, per ogni evenienza." Confessa timidamente.

Rimango a bocca aperta, chi è che tiene sempre pronta una valigia in macchina per ogni evenienza? Ma decido di non fargli ulteriori domande. Però non capisco perché abbia deciso di fare questo per me. Pensavo fosse arrabbiato, invece ha deciso di aiutarmi, ed è strano dopo le parole che mi ha rivolto. "Perché lo stai facendo?" chiedo a bruciapelo.

Lui rimane in silenzio come se non mi avesse nemmeno sentito. Continuo a guardarlo insistentemente, in attesa di una risposta. Prima o poi dovrà rispondere! Finalmente lo vedo cambiare espressione. "Ho solo pensato che... non potevo lasciare che tu ti allontanassi da me senza prima un chiarimento."

Che cosa? Niente 'non pensavo veramente quello che ho detto' o 'mi dispiace, ti prego dimentica le mie parole'. In pratica ha fatto tutto questo casino, rapendomi dalla stazione e impedendomi di prendere il treno, solo per chiarire? Ma è matto? Lo guardo sconvolta... e delusa. Credevo che avesse cambiato idea, che volesse rimangiarsi quello che mi disse quella sera e far finta di niente. A quanto pare sono sempre la solita illusa.

"Ah... Sì, certo... sono d'accordo. Sarebbe un peccato rovinare la nostra amicizia..." Affermo algida. Non voglio che possa credere che io pensi ancora a lui in quel senso. In fin dei conti, se avesse voluto rimangiarsi quello che ha detto alla festa, avrebbe avuto tutto il tempo del mondo per poterlo fare, ma se si è ridotto all'ultimo momento solo per chiarire è evidente che non sente più per me quel tipo di sentimento. In fondo questo comportamento è coerente con il suo carattere... Anche Sandy me lo ha sempre descritto come un tipo molto protettivo, impulsivo, sì, ma sempre pronto a farsi in quattro per gli amici. È evidente che anch'io rientro in quella categoria.

"Sara io..." fa una piccola pausa, non sembra convinto di quello che vuole dire, stringe le labbra e poi continua con tono più misurato, "so che sei stata licenziata dal lavoro."

Lo guardo di scatto, questa chi gliel'ha detta? "E tu come..."

"Me l'ha detto Sandy." Mi interrompe. "Ma diciamo che me lo immaginavo. Conosco Nate da tanto tempo e avrei dovuto aspettarmi che..."

"Cosa c'entra Nate, adesso?" lo blocco a metà frase. Ma perché ce l'ha tanto con lui? "Lui non c'entra niente. Sono stata licenziata perché il mio esame finale è andato male e il mio lavoro non era adeguato, non è certo lui che decide certe cose!" Concludo con fervore.

Lui sospira e decide di non aggiungere altro. Menomale! Ho già calpestato abbastanza i sentimenti di Nate, non c'è bisogno che gli dia anche la colpa per i miei insuccessi di lavoro. Evidentemente fare la maestra non era nel mio destino. Ci ho messo giorni interi ad accettare questo fatto, e adesso non mi va di riconsiderare la situazione solo perché, secondo Logan, sono stata licenziata per via di Nate.

Dopo due ore di viaggio silenzioso, iniziamo a percorrere il deserto del Nevada, mi accorgo distrattamente che Logan entra in una stazione di servizio per fare rifornimento. "Dove siamo?" chiedo guardandomi attorno.

"Mancano poche miglia a Las Vegas. Vuoi fare qualche puntatina?"

"Seh!" Ridacchio incredula, "e con quali soldi?"

Lui ridacchia divertito. "Hai mai giocato d'azzardo?"

"Assolutamente no! Non sono una di quelle persone!"

"Quali persone?"

"Quelle che buttano i soldi dentro a delle macchinette che non fanno mai vincere nessuno."

Lui ridacchia ancora prima di fermarsi davanti ad una pompa di benzina. "Credo proprio che ti ci porterò. Sarà interessante!"

Lo guardo preoccupata: "Stai scherzando, vero?"

Lui sorride a mezza bocca guardandomi strafottente e scende dall'auto senza rispondere. Rimango perplessa... no, non può dire sul serio, non credo che mi porterebbe nella tana della perdizione e del vizio solo per vedere come me la caverei. Nemmeno lui è così meschino. E comunque non credo di avere abbastanza soldi neanche per entrare in uno di quei posti.

Quando rimonta in macchina avverte: "Ho chiesto informazioni, c'è un motel poco più avanti, ci fermeremo lì per dormire, non è il caso di continuare a viaggiare tutta la notte."

Annuisco d'accordo. Effettivamente si sta avvicinando il crepuscolo e nemmeno a me piace viaggiare col buio. Quando finalmente arriviamo al motel che gli avevano indicato, scopriamo che è una sorta di bettola fatiscente. Parcheggia la sua auto di fronte a un caseggiato con le camere disposte su due piani. Sembra uno di quei posti che ho visto in uno di quei film horror che Emily voleva sempre farmi vedere. Si nota la poca pulizia del portico antistante le camere e delle scale che portano al piano di sopra. Il colore delle porte sembra un marrone sbiadito dal tempo, così come il giallo della facciata. "È l'unico posto dei dintorni dove possiamo dormire?" chiedo un po' schifata.

"Direi che è l'unico adatto alle nostre tasche." Ribatte lui.

Sbuffo stancamente: "Se mi avessi lasciato prendere il treno avrei avuto la mia bella cuccetta."

Lui mi rivolge uno sguardo serio. "Non voglio nemmeno pensarci."

Sono indecisa se sentirmi offesa perché crede che non sappia badare a me stessa o lusingata che mi voglia proteggere, ma non ho tempo per pensarci perché subito scende dall'auto dirigendosi direttamente verso la reception, senza nemmeno aspettarmi. Scendo di corsa e lo raggiungo. 

Spazio Autrice:

....e fu così che il viaggio ebbe inizio. 

E adesso che devono fermarsi per la notte secondo voi cosa accadrà? Logan riuscirà ancora a mantenere le mani a posto? Dormiranno nella stessa camera come il più classico del cliché?

Beh... un modo per scoprirlo c'è, indovinate un po' qual è?

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