VeNtOtTeSiMo CaPiToLo
Sono totalmente imbambolata, il mio cervello è andato in letargo e non risponde più ai comandi. Cosa sta succedendo? È mio padre quello seduto in cucina che mi guarda, anzi, che ha visto me e Nate mentre entravamo in casa e ridacchiavamo come due stupidi quindicenni? Di tutte le cose che avrei dovuto aspettarmi questa avrebbe dovuto essere la prima, dovevo sapere che mio padre sarebbe piombato qui prima o poi dopo la bomba che gli ho sganciato per telefono, ma non adesso. Ma che cavolo! Mica posso prevedere tutto!
"Papà... cosa ci fai qui?" Squittisco mentre mi avvicino a lui. Nate mi cammina vicino, alle mie spalle. Posso avvertire il suo nervosismo anche senza toccarlo.
Mio padre si alza in piedi con aria seria, non riesco a capire se è arrabbiato o solo spaesato come me. Mi guarda intensamente negli occhi per un paio di secondi e poi rivolge tutta la sua attenzione a Nate. "Tu devi essere Nate. Sara mi ha parlato di te, sono contento di conoscerti!" Dice allungandogli una mano.
Nate sembra totalmente confuso, se io non mi aspettavo la sua presenza, figuriamoci lui! Eppure si riprende subito, dopo un attimo di esitazione gli stringe la mano e gli sorride. "Anch'io sono contento di conoscerla, signor Hall, Sara mi ha parlato molto di lei."
Ah davvero? Strano, io non mi ricordo affatto! Non credevo che Nate potesse avere questo sangue freddo e questa malizia per accaparrarsi le simpatie di mio padre. Ma sembra aver funzionato perché mio padre lo fissa annuendo lentamente, come ad indicare che lo reputa un bravo ragazzo.
Per me sta accadendo tutto troppo in fretta. E poi, come fa a sapere che è un bravo ragazzo se nemmeno lo conosce? Su quali basi ha deciso una cosa del genere?
"Bene ragazzi! Che cosa avevate intenzione di fare?" sbotta con un eccessivo entusiasmo. Io e Nate ci fissiamo un po' smarriti. Tutto quello che avevamo intenzione di fare di certo non comprendeva lui.
"Io, beh..." balbetto cercando di rompere il ghiaccio, Nate si guarda intorno, come in cerca di qualcosa su cui appigliarsi. Di colpo Sandy interrompe il silenzio.
"È quasi ora di pranzo, che ne dite di prepararci da mangiare?" Chiede guardandoci con occhi sorridenti. Sto quasi per assentire ma mio padre mi interrompe.
"Ho un'idea migliore, vi porto fuori a pranzo." Poi guarda anche Sandy, "anche lei, signorina, è ovvio."
"Io la ringrazio tantissimo, ma..."
Oddio, non posso permettere che Sandy rifiuti questo invito. "Ma certo che verrai anche tu, non possiamo certo lasciarti a mangiare da sola quando noi andiamo al ristorante!" La interrompo afferrandola per le braccia. "Grazie, papà, accettiamo!"
"Bene!" Afferma lui. C'è uno scambio continuo di sorrisi e sguardi imbarazzati... Che situazione paradossale, mi sento in una centrifuga. Mio padre batte una volta le mani per rompere il ghiaccio. "Bene, andiamo?"
Annuiamo tutti insieme e ci dirigiamo fuori di casa. È la situazione più imbarazzante e ridicola che abbia mai vissuto, vorrei sprofondare!
§
Mi guardo intorno in questo ristorante, è elegante ma non troppo pomposo, classico dei gusti di mio padre. Le tovaglie sono bianche, inamidate e immacolate, alle pareti grandi quadri di paesaggi e di natura morta, rilassanti e immensi. È il classico ristorante italiano, se c'è una cosa che mio padre non ha dimenticato di mia madre è la cucina italiana. Questo mi riporta alla mente quello che è successo, dovrei dirglielo?
"Insomma, Nate, di cosa ti occupi?" Chiede mio padre per rompere il silenzio che si è creato appena ci siamo seduti. Vedo Nate un po' in difficoltà, cincischia con le posate, come se stesse perdendo tempo per rispondere.
"Io... mi occupo di musica..." balbetta infine.
"Di musica? In che senso?"
"Beh, ecco..." continua a balbettare, decido di correre in suo soccorso.
"Papà, devo darti una notizia bellissima!" Mi intrometto nella conversazione. L'espressione di Nate si rilassa immediatamente e mio padre rivolge la sua attenzione su di me.
"Dimmi tutto, ti ascolto."
Io sorrido: "Giusto questa mattina ho tenuto il mio ultimo esame."
Lui mi guarda affascinato e schiude la bocca per lo stupore. "Vuoi dire che..."
"Beh, dobbiamo ancora aspettare i risultati ma si può dire che sono una maestra a tutti gli effetti, ormai."
Lui sorride e balza in piedi. "Ma è meraviglioso!" Esclama prendendomi per le mani e facendomi alzare, poi mi abbraccia, "Oh, tesoro, hai realizzato il tuo sogno! Sono così fiero di te!"
"Grazie papà, anch'io sono molto felice."
"E allora raccontami tutto, è stato molto difficile questo esame?" Mi chiede mentre si risiede. Ha gli occhi che brillano, sembra quasi più felice di me.
"Diciamo che era nella media, ma io ero preparata..." fortunatamente continua a farmi domande anche mentre mangiamo, non lascia nemmeno il tempo a Sandy di congratularsi con me. Io rispondo volentieri al suo terzo grado, soprattutto perché so che altrimenti prenderebbe di mira Nate e le domande le farebbe a lui. Oddio, da una parte mi farebbe piacere vederlo in difficoltà sotto il fuoco di domande di mio padre, ma ci sono ancora molte cose che dobbiamo chiarire noi due, prima che lui e mio padre instaurino un rapporto di qualsiasi tipo. A quanto pare, però, sembra andargli a genio. Nate ha l'aria da bravo ragazzo e questo sembra bastare a mio padre, almeno come prima impressione.
Nemmeno quando abbiamo finito di mangiare mio padre ha esaurito l'entusiasmo per la mia notizia, continua a parlare senza sosta, raccontando aneddoti di quando ero bambina. Sandy e Nate sorridono divertiti e imbarazzati, sia per la situazione in sé che per le storie che racconta, e quando finalmente è giunta l'ora di ritirarsi, mio padre non ha ancora esaurito l'energia.
"La signora Ferguson sarà estasiata appena glielo dirò, ti ha voluto bene come se fossi stata sua figlia. Giusto pochi giorni fa si parlava di te, quando ci siamo visti in paese..."
Sospiro mentalmente, gli voglio bene ma a volte è proprio pesante. Fortunatamente, mentre parcheggia la macchina sotto casa mia, riceve una telefonata e deve scappare di colpo. Dopo averci scaricati sul marciapiede, ci saluta e si allontana. Tre forti sospiri di sollievo si alzano all'unisono, ci guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere tutti e tre.
"Certo che è davvero un tipo impegnativo tuo padre!" Esclama Nate fra le risate.
"E lo conosci da quanto? Un'ora e mezza?"
Di colpo smette di ridere e mi fissa. "E se ti dicessi che nonostante il suo carattere... vorrei imparare a conoscerlo meglio?"
Quando mi dice queste cose mi spiazza totalmente. Cosa devi rispondere ad un ragazzo che ti dice che vuole conoscere tuo padre? Fisso i suoi occhi candidi e splendenti, pietrificata. Sandy si avvicina a me e mi mette una mano sulla spalla.
"Io vado dentro, ci vediamo dopo..." dice senza aspettarsi nessuna risposta e ci lascia da soli. Deglutisco senza smettere di fissarlo, lui si avvicina e appoggia le mani sulle mie spalle. "Io devo parlarti, devo dirti una cosa molto importante, e devo anche sbrigarmi perché quello che devo dirti potrebbe non piacerti."
Mi acciglio. "Perché dici così?" Non capisco, in che senso potrebbe non piacermi?
Lui si guarda intorno, gli vedo il pomo d'adamo salire e scendere velocemente. Perché è così nervoso? Non credevo che per lui fosse così difficile. "Il fatto è che è una cosa molto delicata, e tra le altre cose devo anche sbrigarmi perché potrei non avere molto tempo."
"Così mi spaventi, cosa stai dicendo?"
"Andiamo in un posto tranquillo, in mezzo alla strada non mi piace."
"Vuoi salire o..."
"No, è meglio..." all'improvviso il suo cellulare inizia a squillare, una canzone orecchiabile dalle note graffianti ma piacevoli arriva dalla tasca dei suoi pantaloni. È la prima volta che sento questa canzone, mi piace. Lui sbuffa sempre più innervosito e lo recupera, guardando lo schermo.
"Mi dispiace ma devo rispondere. Mi aspetti un attimo?"
Annuisco, lui sorride e subito si allontana per rispondere. Lo vedo gesticolare e parlare in modo agitato, ma che gli prende? Sembra contrariato, chiunque sia dall'altro capo della conversazione non gli sta dando buone notizie. Dopo alcuni minuti di conversazione agitata, chiude la telefonata con gesti agitati e torna da me. "Mi dispiace tanto Sara, ma purtroppo devo scappare."
Mi sento cascare le braccia. "No... perché?"
"Era il mio... era un collega, devo lavorare stasera e hanno bisogno di me."
"Questa settimana ci sarà qualche concerto importante?" Chiedo con aria maliziosa, non sono completamente ingenua sul suo lavoro, anche se me ne ha parlato poco.
Alle mie parole lui mi guarda disorientato, preoccupato. "Come... che vorresti dire?"
La sua reazione mi insospettisce. Vuoi vedere che non si occupa di montare i palchi? "Immagino che ci sarà un qualche concerto se ti chiamano per montare il palco. Sto sbagliando?"
Lo vedo rilassarsi in un batter d'occhio: "Sì! Certo, hai ragione..." risponde, ma resta un po' preoccupato.
"Nate, tranquillo, qualsiasi cosa vorrai dirmi me la dirai la prossima volta. Non scapperò."
Lui fa un piccolo sorriso, ma non cambia espressione. "Ok, senti, è molto probabile che questa settimana sarò molto occupato, ma cercherò in tutti i modi di ritagliarmi del tempo per te. Ora che ti ho ritrovato non voglio perderti!"
Le sue parole mi fanno arrossire. "Perché dovresti perdermi?"
Lui si morde le labbra e distoglie lo sguardo. "Perché tutte le cose belle che mi capitano, spesso finiscono troppo presto. Tu sei la cosa più bella che mi sia mai capitata," aggiunge tornando a guardarmi negli occhi, "per questo ho paura che tu possa allontanarti da me. Io... mi sono innamorato di te, Sara."
Che cosa? "Dici sul serio?" Chiedo a bocca aperta. È la prima volta che qualcuno mi dice di essersi innamorato di me, sono senza parole.
"Sì Sara, sento di amarti..." sussurra avvicinandosi. Ma quando è talmente vicino da sfiorare le sue labbra con le mie si ferma, come per chiedermi il permesso di baciarmi. O forse aspetta che sia io a coprire il resto della distanza. Come potrei dirgli di no? Il mio cuore sta impazzendo, Nate mi ama! Mi allungo verso di lui e appoggio le mie labbra sulle sue. Subito un bacio appassionante e sconvolgente ci travolge. Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dalle sensazioni che mi pervadono, non ci posso credere, Nate mi ama!
Quando si stacca da me mi sorride. "Per favore, aspettami", dice baciandosi il dito e appoggiandolo sulle mie labbra. Poi scappa via, monta sulla sua auto e se ne va. Lo osservo allontanarsi totalmente imbambolata, a bocca aperta e immobile. Mi sfioro le labbra con le dita, mentre il cuore continua a martellarmi nel petto.
Nate si è appena dichiarato... e io sto toccando il cielo con un dito!
Spazio Autrice:
Scusatemi per la foto che ho messo... non ho resistito! Nate ha dichiarato il suo amore, e Sara ne è pure felice... no comment!
Lo so che voi tifate per Logan, ma a quanto pare la nostra principessina non resiste a quegli occhi dolci dolci... che ci vogliamo fare?
Ad ogni modo, se lo ritenete opportuno, potreste anche regalare una stellina, basta cercarla...
Un bacio!
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