QuArAnTuNesImO cApItOlO
"Che dite, sto bene così?" Ci chiede Lily per l'ennesima volta, mentre si guarda davanti allo specchio truccata e vestita di tutto punto, pronta per andare a questo benedetto ricevimento. "La Limo che ho noleggiato verrà a prenderci tra un quarto d'ora, voglio essere impeccabile."
"Verrà a prenderci?" Chiedo confusa, "verrà a prendere tu e chi altri?"
Lei mi guarda sgranando gli occhi, sembra in difficoltà. "Ma no... ho sbagliato a parlare, volevo dire verrà a prendermi, no a prenderci. Sono un po' tesa..." ridacchia per stemperare la tensione, e atteggiando le labbra come se desse un bacio, si fa un selfie con il suo cellulare, "sono proprio uno schianto!"
Mi era quasi venuto un colpo, per un attimo ho pensato che intendesse me oltre che lei. Ma lei non sa che andrò anch'io a questo ricevimento... e non ho intenzione di dirglielo. Non voglio certo rubarle la scena!
Quando finalmente la famosa Limo arriva per scortarla al ricevimento, che si terrà in un palazzo di proprietà del comune, lei scappa raggiante in tutta fretta, in un turbinio di stoffa rossa e tacco dodici, lasciando dietro di sé una scia di profumo dolce e muschiato. Appena chiude la porta io e Sandy tiriamo un grosso respiro di sollievo. Ma non c'è altro tempo da perdere, Sandy si dirige subito al mio armadio e ne estrae il mio vestito.
"Coraggio, non abbiamo molto tempo."
Nel giro di mezz'ora indosso il vestito bianco e le scarpe abbinate che abbiamo comprato insieme questo pomeriggio. Hanno un tacco dieci e tra le altre cose mi stanno anche un po' strette, ma il motto di Sandy è "per belle apparire bisogna soffrire", e non ho voluto lamentarmi oltre. Dopo essermi vestita mi ha messo addosso un pezzo di carta per non macchiare il vestito, e poi mi ha truccata e acconciata, formando un'acconciatura complicata con dei riccioli lasciati sciolti per incorniciare il viso. Quando alla fine mi guardo allo specchio rimango sbalordita.
"Sono veramente io?" Chiedo a bocca aperta, mi avvicino al mio riflesso per esaminare meglio i dettagli del mio viso. Non mi riconosco, sono bellissima!
"Sembri quasi una principessa. Lo so, sembra banale, ma è vero!" Risponde lei orgogliosa del suo operato.
La guardo con sguardo dolce, è lo stesso modo in cui mi chiama Logan. Ma lei lo sa perché mi sorride complice. La abbraccio stretta. "Grazie, sei una vera amica."
"Mi è sempre piaciuto tanto truccare le altre persone, è su di me che non riesco molto bene."
Rido. "Mi dispiace che non posso invitare nessuno, vorrei tanto che tu venissi con me."
"Ah! Io invece son contenta, non fanno per me queste serate!"
Mi volto di nuovo verso lo specchio che riprende per intero la mia figura, sono ancora basita dalla trasformazione che ho subito. Mi piacerebbe che Logan mi vedesse conciata così. Mi immagino la sua espressione attonita, mi figuro quegli occhi blu che mi scrutano e mi regalano emozioni sconosciute. Vedo le sue labbra schiudersi in un'espressione di sorpresa e poi... Di colpo il cellulare mi avvisa dell'arrivo di un messaggio, strappandomi dal mio sogno ad occhi aperti. Quando apro il messaggio mi manca un battito.
"Sono sotto casa tua che ti sto aspettando. Non vedo l'ora di vederti. Nate."
Sospiro per farmi forza e mi avvio alla porta. Sandy mi mette in mano una piccola pochette bianca con una catenella dorata, "per tenerci i tuoi effetti personali," afferma infilandoci dentro il mio cellulare, le chiavi e il portafoglio. "L'ho comprata a Parigi, non l'ho mai usata." Ci scambiamo uno sguardo affettuoso e la abbraccio nuovamente, "sembra che stai andando al patibolo."
Ridacchio nervosamente. "È più o meno così che mi sento."
Senza avvisarmi fa un passo indietro e col suo cellulare mi fa una foto di sorpresa. "Sei venuta benissimo!" Afferma entusiasta.
"Chi non verrebbe bene nelle foto con questo vestito e così truccata?"
Mi guarda scuotendo la testa, poi mi sospinge fuori dalla porta e mi saluta.
Appena esco dal portone del palazzo mi ritrovo a fissare un Nate emozionato, in un elegante vestito nero, addirittura con panciotto e papillon. Camicia rigorosamente bianca e capelli con il gel tirati all'indietro, come detta la moda... almeno credo. In volto ha stampato un sorriso radioso, ma appena mi vede la sua espressione muta in qualcosa di sorpreso."Sei un incanto!" Borbotta.
Non posso fare a meno di sorridere. Mi lusinga stare accanto ad un ragazzo bello come lui, dopo tutto se ha tutto questo successo il suo aspetto fisico sicuramente avrà avuto il suo peso, altrimenti tutte le ragazzine non gli sbaverebbero dietro. Gli sorrido grata e cammino verso di lui, lasciandole un bacio sulla guancia. Leggo una lieve delusione sul suo viso, e me ne dispiace, ma non posso fare altrimenti. Senza aggiungere altro mi apre lo sportello di una Jaguard nera come la pece. Questa macchina la conosco, chi non la conosce? È impossibile con quel piccolo felino in piedi sul cofano anteriore. Mi accomodo sui sedili posteriori, e mi accorgo che uno chaffeur mi guarda attraverso lo specchietto retrovisore.
"Signorina." Mi saluta compito.
Io sorrido e ricambio con un lieve cenno della testa. Appena Nate si accomoda accanto a me, il rombo del motore mi fa accelerare anche il battito cardiaco, e subito partiamo senza remore.
Nate mi prende una mano e la stringe, in un gesto rassicurante ed estremamente dolce. Ma invece di farmi sentire meglio mi fa sentire peggio, ma come potrei dirglielo? La situazione è molto tesa, fortunatamente Nate decide di fare conversazione. "Ti ho parlato di questa serata, vero?"
Scuoto la testa. "Veramente no."
"Pensavo di sì. Comunque sia, ufficialmente è una serata per beneficienza, ma alla fine è solo un modo per fare un po' di soldi extra da chi è nel mestiere, non so sen capisci cosa intendo."
"Credevo che chi lavora nel ramo dell'intrattenimento guadagnasse bene."
"Sì... molto bene." La sua espressione mi fa capire che è una cosa che non potrei capire, quindi preferisco non fare ulteriori domande. Ho sentito parlare di questo mondo e certi aspetti non mi piacciono un gran che. "Comunque è molto probabile che io debba esibirmi ad un certo punto."
Lo guardo in viso di scatto. "Davvero?"
Annuisce e riporta l'attenzione davanti a sé. Io mi concentro sulla strada, cercando di capire che tipo di ruolo dovrei ricoprire una volta là. E se si aspetteranno qualcosa da me dato che sono arrivata con Nathan Washington, il cantante rivelazione del momento? Sbuffo interiormente, ho una gran paura che qualcosa vada storto.
Quando la Jaguard si ferma davanti ad un imponente edificio, dal finestrino noto un capannello di fotografi fermi davanti all'entrata. In mano hanno svariate macchine fotografiche, pronte a scattare foto al primo vip che appare. Lo chauffer scende dall'auto e viene ad aprire lo sportello a Nate, che scende con disinvoltura e subito si volta per aiutarmi a scendere. Prima ancora di aver messo piede fuori dalla vettura sento gli scatti delle macchine fotografiche a raffica. Appena sono fuori vengo accecata dai numerosi flash, e mi copro il viso con le mani, non vedo più niente.
"Ehi, non puoi coprirti il viso, tutti devono vedere con quale bellezza sono arrivato."
Mi scosta le mani e io cerco di abituarmi a tutti quei flash, ma non posso fare a meno di strizzare gli occhi. Fortuna che il percorso dalla macchina al portone è breve, e subito posso rilassare i muscoli del viso. Appena entriamo attraverso questo portone mi sembra di varcare il portale di un'altra dimensione. Ovunque posi lo sguardo vedo gente elegante e raffinata sorseggiare bollicine da lunghi bicchieri col gambo alto, in atteggiamenti pomposi ed esageratamente chic. Tutte le donne hanno vestiti sontuosi e raffinati, gli uomini tutti in giacca e cravatta o farfallino. Alcuni più audaci al colletto non portano niente, anzi, hanno i primi bottoni della camicia sbottonati, ma in compenso portano un fiore o un foulard all'occhiello o infilato nel taschino della giacca. Di colpo mi sento tremendamente in soggezione. Questo posto non è adatto a me, cosa ci faccio qui?
Nate sente che il mio passo si è rallentato e mi afferra meglio per il braccio. "Sara, che ti prende? Non dirmi che ti senti intimidita."
Lo guardo spaesata. "Non è propriamente l'atmosfera in cui mi senta più a mio agio."
Lui ridacchia. "So benissimo come ti senti, anch'io mi sentivo così all'inizio. Farai presto ad abituarti. Tieni in mente che per queste persone è più importante apparire che essere, quindi è probabile che tu possa trovare persone estremamente eleganti e raffinate nel vestire, ma povere nei modi di fare."
Non so se credergli ad occhi chiusi, ma decido di dargli il beneficio del dubbio. Mi guardo intorno e veniamo subito raggiunti da un signore vestito molto simile a Nate, di circa trentacinque anni.
"Nathan, ben arrivato, tutto bene?" Chiede con fare amichevole stringendogli la mano.
"Tutto bene, grazie Mark. Lascia che ti presenti la mia ragazza, Sara. Sara, questo è Mark, il mio agente."
Il modo in cui mi ha presentata al suo agente mi mette in imbarazzo... avrei dovuto aspettarmelo che avrebbe usato questo termine per presentarmi agli altri.
Mark intanto mi stringe la mano con una stretta poderosa e mi sorride con fare amichevole, sembra gentile. "Mi fa molto piacere conoscerti, finalmente. Nathan mi ha parlato molto di te." Io sorrido senza spiccicar parola. Mi sto accorgendo che sto facendo la figura della scema, ma sono totalmente paralizzata. Evidentemente lui è abituato a persone come me, perché il suo sorriso sembra genuino e sincero. "Rilassati e divertiti, qui tutte sono persone normalissime, non farti mettere in soggezione dalla situazione. Mi ha detto Nathan che sei una maestra alla Rolling Ridge."
"Sì... io insegno a una classe seconda."
"E ti piace lavorare con i bambini?" Sembra sinceramente interessato.
"Sì, molto."
Poi guarda Nate. "Potrebbe essere un buon punto per migliorare ulteriormente la tua immagine."
Nate sbuffa. "Per favore, per stasera non parliamo di queste cose, vorrei rilassarmi."
"Mi dispiace deluderti, ragazzo, ma sai che tra poco dovrai esibirti, vero?"
Vedo Nate guardare verso il fondo dell'enorme sala, dove, tra tutta la folla e i vari tavoli dei rinfreschi, si nota un palco con degli strumenti musicali. "Sì... fammi sapere quando sarà il caso."
"Credo che dovresti iniziare a prepararti già da adesso," risponde Mark guardando il suo orologio al polso.
"Ma come, sono appena arrivato!"
"Mi dispiace, ma non ho fatto io la scaletta. Dai, vieni!"
"Sì, sì... tu vai avanti, ti raggiungo subito."
Mark mi saluta nuovamente e poi si allontana sparendo tra la folla.
Nate si volta verso di me e mi mette le mani nelle spalle. "Mi rincresce doverti abbandonare subito dopo essere arrivati, ma devo montare su quel palco, e prima la direzione vuole che vada dietro le quinte e sistemi gli strumenti e tutto quanto... mi capisci, vero?"
Annuisco guardandolo negli occhi. "Sì, certo... capisco. In fondo è il tuo lavoro."
"Grazie," mi sorride e mi lascia un bacio sulle labbra, "non preoccuparti, tornerò da te appena sarò libero." E subito si volta e si allontana verso la direzione presa da Mark. In due secondi si confonde tra le persone e non lo vedo più.
Rimasta sola, mi guardo un po' in giro e cerco di ambientarmi. Cammino tra la folla, sentendomi un pesce fuor d'acqua, continuo a chiedermi cosa ci faccio qua. Per apparire più disinvolta prendo un bicchiere di champagne da uno dei tavoli disseminati qua e là e gironzolo tra le persone. Senza volerlo ascolto i discorsi di una donna che non fa altro che lamentarsi del marito... non voglio sentire oltre e mi allontano. Mamma mia!
Ad un certo punto mi ritrovo di fronte ad una porta finestra semi aperta, dalla quale entra una piacevole brezza fresca. Dato il gran numero di persone presenti effettivamente l'aria è diventata un po' opprimente. Esco subito fuori, ritrovandomi in un giardino rigoglioso e curato, con un prato verde fresco di tosatura e due aiuole piene di fiori colorati; un profumo intenso aleggia tutto intorno a me; si sta da Dio qui fuori. Faccio qualche passo sul tappeto d'erba e sento i miei tacchi affondare nel terreno umido. È difficile camminare così. Decido di tagliare la testa al toro e di togliermi le scarpe. Di colpo, una musica che non conosco arriva da dentro la sala e una voce femminile si diffonde, melodiosa e dolce. Mi piace, decido di lasciarmi cullare da queste note mentre gironzolo in questo giardino incantato.
Mentre ammiro i fiori delle aiuole, una voce maschile, con tono lievemente derisorio, mi sorprende dalle spalle: "Hai intenzione anche di berlo, quello?"
Mi si mozza il respiro. So già a chi appartiene questa voce!
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