VeNtIsEtTeSiMo CaPiToLo

Logan...

Le mie dita pizzicano le corde della chitarra come se mi leggessero nel pensiero, come se la chitarra fosse un'estensione della mia anima. Come ho fatto a stare senza di lei per tutto questo tempo? Sento le note che mi escono dalle dita come se le avessi inventate io, come se le avessi evocate con la forza del pensiero. Faccio l'ultimo assolo che chiude la canzone, e mentre l'ultima nota si disperde nell'aria, anche gli altri ragazzi smettono di suonare fino a raggiungere il silenzio. Un silenzio assordante, un silenzio ingombrante e fastidioso. Un silenzio che dura solo pochi secondi, il tempo che le mie orecchie avvertano di nuovo il brusio della gente nel pub. Butto fuori l'aria dai polmoni e guardo verso il nostro tavolo. Ovviamente ci sono tutti... tranne lei.

Risistemo la chitarra nella sua custodia mentre un caldo applauso dalla sala ci fa capire che abbiamo fatto un buon lavoro, anche se in questi posti è difficile emergere. E, ovviamente, tra chi applaude c'è Vivian. Chi lo avrebbe mai immaginato che potesse trasformarsi in un simile parassita? Non la sopporto più.

Scendo dal palco e mi dirigo verso il tavolo, dove Drew si è già sistemato a parlare con Stephany. Credo che Step abbia capito finalmente che ormai per me è acqua passata e ha deciso di rivolgere tutta la sua attenzione su Drew. Menomale. Mi avvicino ad una sedia ma appena Vivian mi chiama indicandomi la sedia accanto a lei che ha tenuto per me ci ripenso e mi avvio al bar. Qualcuno mi salvi da lei! Non la sopporto! Eppure sembra che a Leonore e Susan stia simpatica. Lily invece sembra non scalfirla niente, le scivola tutto addosso. Ma ultimamente sembra diversa, come se avesse capito di essere troppo superficiale e si è data una regolata. Mi fa piacere... forse la litigata con Step le è servita.

Quando torno al tavolo con la mia acqua tonica in mano mi siedo in un posto a caso, ma mi sono già stancato di stare qui, sto prendendo in seria considerazione l'idea di andare via. Vivian si siede vicino a me e mi sorride. "Sei stato bravissimo a suonare."

Le faccio un sorrisetto tirato ma non le rispondo. Lei sembra ignorare il fatto che non la stia calcolando, resta tranquillamente seduta accanto a me a parlare con Leonore e Susan. Cosa devo fare? più di dirle che per me è finita come faccio a levarmela dalle scatole? Poi di colpo Leonore fa una domanda che attira la mia curiosità...

"Qualcuno ha visto Emily? Sarebbe dovuta essere qui con noi, stasera."

Tutti la guardano scuotendo il capo e tornano alle loro conversazioni, ma io le rispondo: "Io l'ho vista con Sara, saranno state le quattro. Mi ha detto che stavano andando in banca." E che in pratica sono un coglione, ma questo non lo dico. Ho paura di essermi giocato l'ultima chance che avevo con lei. Ha ragione... io stesso avevo detto a Sara che non usavo il sesso come valvola di sfogo... sulla ruota panoramica.

"Sì. Le avevo dato il bollettino per pagare il nostro affitto. In effetti non è nemmeno tornata a casa per mangiare, ora che mi ci fai pensare. Ma non è la prima volta che resta fuori a cena senza avvisare quindi non ci ho fatto caso."

Ancora un attimo di silenzio... forte, ingombrante. Ho uno strano presentimento.

Mi alzo e mi allontano dal tavolo, sotto gli occhi vigili di Vivian, recupero il mio cellulare dalla tasca e compongo il numero di Sandy. Mi risponde al terzo squillo, un po' trafelata.

"Pronto?"

"Ciao Sandy, sono io... Scusa se ti disturbo, ma... Sara è più tornata a casa?"

"Logan, sto cercando di far addormentare Billy, se mi hai chiamato solo per un colpo di gelosia, io..."

Sento Billy mugolare di disappunto. "Mi dispiace... il fatto è che l'ho vista con la sua amica Emily verso le quattro, mi ha detto che stavano andando in banca ma nemmeno lei si è più vista tornare."

"Non so cosa dirti... Ma sono entrambe grandi e vaccinate, avranno deciso di passare la serata insieme."

Stringo la bocca, deluso. "Sì... forse hai ragione."

"Ok, ciao." Mi saluta sbrigativa e subito chiude la telefonata. Quel bambino è bellissimo ma le sta rubando tutte le energie. Torno al tavolo con una vaga preoccupazione addosso. Di solito la sento attraverso la porta quando Sara torna a casa, ho imparato a riconoscere i suoi passi e i rumori che fa per aprire il suo portone d'ingresso... ma ripensandoci oggi non l'ho proprio sentita tornare. E poi nemmeno io avevo notato la mancanza di Emily al pub... ma adesso mi sembra una strana coincidenza. Però ha ragione Sandy... sono entrambe adulte, non devono rendere conto a nessuno di quello che decidono di fare. Ho paura che sto inziando ad avere una fissazione per lei.

Dopo una mezz'oretta ho finito la mia lattina e decido di andarmene. Spero solo che Vivian non decida di seguirmi e imporre la sua presenza anche a casa mia. Una sola volta ho fatto l'errore di farla entrare, continuava a dirmi che voleva parlarmi, ma sapendo che mia madre non c'era ha cercato di sedurmi un'altra volta. È consapevole della sua bellezza e la usa come arma, mi rimprovero solo di essere stato tanto sciocco da voler stare con lei mentre ero da mia sorella. In realtà non è una cattiva ragazza, ma è una di quelle che se le dai una mano si prendono tutto il braccio... una cosiddetta "vampira emotiva". Ecco, direi che come termine la descrive alla perfezione.

Sto quasi per abbandonare la mia lattina e alzarmi quando il cellulare inizia a squillare. Lo afferro dalla tasca e rispondo senza badare a chi sia, ma la domanda che Sandy mi porge mi lascia stranito. "Sai a quale banca si stavano dirigendo Sara ed Emily?"

"No. Perché, c'è qualche problema?"

"La banca che sta a due isolati da qui... hanno dato ora la notizia in televisione, è in corso una rapina..."

§

Mi sembra di vivere all'interno di una puntata di C.S.I., oppure in una notizia di cronaca nel telegiornale. La via di fronte alla banca è in pieno fermento, un caos impossibile da comprendere per chi non sa minimamente cosa stia succedendo. La polizia ha transennato ad alcuni metri dall'entrata, barricando la strada con le macchine e rifugiandosi dietro alle auto usandole come scudo. Secondo il telegiornale una coppia di uomini armati ha fatto irruzione nella banca per una rapina, prendendo in ostaggio tutte le persone che vi erano dentro. Non potevo crederci quando Sandy me lo ha detto.

"Sei sicura che sia la banca a due isolati da casa nostra?" le ho chiesto con un vago senso di smarrimento. Lei ha ribadito il nome della banca.

"Io spero che non sia quella dove sono andate Sara ed Emily, ma le coincidenze sono troppe... è una delle poche banche a rimanere aperta dopo le quattro. Le altre alle quattro chiudono."

Per non rischiare di farmi prendere dal panico ho guardato Leonore: "Scusa, qual è la banca dove Emily è andata a pagare l'affitto, la sai?"

"La National Bank, quella sulla tredicesima. È quella dove Jensen ha il conto corrente." A queste parole di conferma ho sentito defluirmi il sangue dal viso. Ho chiuso immediatamente la comunicazione con Sandy e sono corso a prendere la macchina. Ho guidato il più velocemente che potevo, sono arrivato alla banca in cinque minuti ed ho trovato il finimondo.

Un poliziotto, ben protetto dalla sua auto, cerca di patteggiare con i rapinatori all'interno della banca con l'aiuto di un megafono: "Non tentate di tirare troppo la corda, ma se ci venite incontro potremmo darvi una mano e trovarci a metà strada... Fate uscire almeno le donne e i bambini!"

Un grido strozzato e arrabbiato arriva da una finestra della banca. "Non abbiamo intenzione di venirvi incontro! Se volete che a queste brave persone non succeda niente dovete lasciarci la possibilità di andarcene!"

Tento di guardare dentro la finestra dalla quale quel tizio col viso coperto sta parlando, ma ha messo fuori solo la bocca, la finestra è completamente oscurata dalle tapparelle, e poi sono troppo lontano, non c'è modo di verificare se ci sia qualcun altro con lui.

Il poliziotto col megafono tenta ancora di farlo ragionare, anche se sembra una causa persa. Io non riesco più a sentire quello che gli dice, il caos che ho in testa mi impedisce di comprendere la loro discussione. Perché non irrompono nella banca e li fanno fuori? Sto iniziando a sudare... sapere che Sara è là dentro e non poter fare niente per aiutarla mi manda in bestia.

Di colpo la voce di Drew mi risveglia dal mio torpore. "Logan... allora è vero, Sara ed Emily sono là dentro!"

Quando mi volto verso di lui vedo che è qui con Stephany... quando sono arrivati? Non rispondo e torno a guardare verso la banca, da dove non arriva più nessun segno di vita. La gente è tutta accalcata attorno alle transenne, pur rimanendo lontana dalla polizia che sta cercando di mettersi in contatto con i rapinatori con un telefono. Faccio qualche passo aggirando la folla, mi sento come un leone in gabbia... ma in gabbia c'è lei, non io! Un'altra voce femminile mi risveglia dal mio inferno privato.

"Logan!"

Mi volto con i nervi a fior di pelle e incontro gli occhi della madre di Sara, insieme ad Andrea. Subito si avvicinano a me. Sono entrambi con la faccia tirata, visibilmente preoccupati. "Sai niente, Sara è riuscita a mettersi in contatto anche con te?"

"Io... no, perché le avete parlato?"

"No, non le abbiamo parlato, ma è riuscita a mandarci un messaggio avvisandoci di essere rinchiusa là dentro insieme ad Emily. Ha scritto che gli uomini hanno il viso coperto e uno di loro ha una pistola..." Fa Andrea terribilmente serio, una profonda ruga gli divide la fronte in mezzo alle sopracciglia. Parla con la voce terribilmente profonda, mentre tenta di sostenere la moglie, tenendole un braccio sulle spalle. Lei ha gli occhi lucidi e sgranati, mentre mi fissa con il viso pallido.

"Abbiamo parlato con la polizia..." interviene lei con voce tremante. "Abbiamo detto loro che mia figlia è là dentro, ma non hanno saputo dirmi niente. Le telecamere interne di sorveglianza sono state staccate, non abbiamo modo di sapere come sta." Si porta una mano alla bocca soffocando una lacrima. Andrea la stringe a sé per cercare di consolarla.

Mentre io mi struggo per questa situazione vedo che tra la polizia c'è un certo fermento. Senza nemmeno pensarci mi avvicino il più possibile a loro nonostante la folla, ma sono sempre troppo lontano per sentire cosa stanno dicendo. Vedo solo un sergente parlare al telefono con chissà chi, e poi dà degli ordini a quello davanti a lui, che subito vedo camminare fino ad una macchina parcheggiata nella via vicina e allontanarsi lungo la strada. Ma non sono il solo ad aver notato questo fermento. Anche Andrea e Laura lo hanno fatto, infatti li vedo avvicinarsi al sergente facendosi largo tra la folla. Ma non sembra che riescono ad avere molte informazioni da lui. Decido di avvicinarmi a mia volta come hanno fatto loro.

"Cosa ha intenzione di fare la polizia? Là dentro c'è la mia ragazza!"

Il sergente mi guarda con la solita aria da duro tipica delle forze dell'ordine. "Stiamo facendo tutto il possibile. Al momento ci sono settantasei ostaggi tra il personale della banca e i normali cittadini, non possiamo rischiare che qualcuno rimanga ferito, quindi ci stiamo andando cauti."

"Ho visto prima uno dei suoi uomini allontanarsi in macchina da qui. Cosa avete intenzione di fare?"

"Mi dispiace ma non posso darle queste informazioni."

"Sì ma dovete fare qualcosa! Non potete aspettare che quei delinquenti la passino liscia!" Insisto con più fervore. Ma il sergente non sembra minimamente intimorito dal mio tono di voce.

"Non si preoccupi, signore, stiamo facendo il nostro lavoro. Per favore, ci lasci lavorare." Dice, facendomi cenno di allontanarmi. Ma non posso andarmene.

"No, voi dovete entrare e disarmarli! Se hanno delle pistole potrebbero ferire qualcuno!" Sono sempre più nervoso, ormai sono ore che la situazione è ad un punto di stallo. Perché non fanno niente?

"La prego gentilmente di allontanarsi da qui, altrimenti dovrò prendere provvedimenti." Mi avverte con troppa calma. Come fa ad essere così calmo?

"Ma non capisce, non posso andarmene! c'è la mia ragazza là dentro!" sbraito con troppo fervore. Sento Andrea mettermi una mano sulla spalla come per calmarmi, ma lo ignoro. Questo sergente non può trattarmi così.

Per tutta risposta fa un gesto a qualcuno dietro alle mie spalle e poi si volta tornando ai suoi affari. Subito due paia di mani forti e insistenti mi afferrano per le braccia spostandomi di peso.

"Ehi, no, fermi! Perché mi portate via?"

"Tu vieni con noi!" Dice uno dei due agenti. Cerco di liberarmi ma sono davvero forti. Noto di nuovo Drew e Stephany guardarmi spaventati e preoccupati. Vicino a loro c'è anche Vivian che mi sta fissando con gli occhi sgranati. Cavolo, anche qui? Poi finalmente vedo che ci fermiamo davanti ad una macchina della polizia. "Sei un tipo problematico, per ora te ne starai qui comodo comodo mentre noi facciamo il nostro lavoro. Vero?"

"Che cosa? No! Non potete rinchiudermi in macchina!"

"È solo una precauzione, stai tranquillo. Non sei in stato di fermo. Starai qui almeno finché non ti sarai calmato."

"Io sono calmo!" Sbraito in preda alla rabbia.

Ma prima che uno dei due agenti possa rispondermi sentiamo uno sparo forte e nitido provenire dall'interno della banca. Sento il cuore perdere un battito. Sara!

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