VeNtIcInQuEsImO cApItOlO

Sara...

Salgo le scale di corsa e mi chiudo la porta di casa alle spalle con un tonfo. Ho il fiatone, non riesco a respirare normalmente, e non è per via della corsa. Stranamente Sandy non è a casa, così mi rifugio subito nella mia stanza e mi getto sul letto. Ho tanta voglia di piangere, ma sono stanca di piangere per lui. Tento di riportare il mio respiro ad un ritmo normale e strizzo le palpebre per ricacciare le lacrime indietro. Di colpo mi squilla il cellulare e il cuore mi balza in gola, ma appena vedo chi mi sta chiamando, sprofonda. Nate sta cercando di mettersi in contatto con me, forse per scusarsi di non essere venuto fuori dalla mensa quando ho finito di lavorare, ma adesso non posso rispondergli. Non voglio parlare con nessuno.

Con che coraggio Logan ha cercato di fermarmi per le scale? Ritrovarmi lì nel mezzo a tutte quelle ragazze che sono state con lui mi ha fatto capire che forse mio padre aveva ragione nei suoi confronti: non è il ragazzo adatto a me. Sembrava il classico gallo nel pollaio... Mentre il cellulare continua a squillare io prendo coscienza di averne abbastanza di questa situazione. Mi sono sentita così inutile, così stupida! Tutte quelle ragazze erano lì per lui, mentre lui sembra tenere volentieri un piede in più staffe.

Finalmente Nate ha smesso di chiamarmi e il silenzio torna a regnare nella mia stanza.

Quella Vivian sembra credere con convinzione di essere la ragazza di Logan, e inizio a pensare che sia effettivamente così, altrimenti perché si è sentita in diritto di venire fin qui? E perché la madre di Logan l'avrebbe fatta entrare? E a quanto pare Lily e Stephany hanno fatto pace. Forse hanno capito finalmente di che pasta è fatto Logan e hanno deciso che è meglio restare amiche piuttosto che litigare per lui.

Non so perché me la prendo tanto, in fondo, dentro una parte molto profonda di me, una piccolissima parte, ho sempre saputo che Logan non era quello giusto. Credo che inconsciamente ho sempre creduto a mio padre ma non volevo dargli retta. E allora perché mi sento come se mi avesse appena strappato il cuore dal petto? E perché mi sembra di toccare di nuovo il cielo con un dito ogni volta che lui mi è vicino e che quegli occhi meravigliosi mi guardano assorti, con quella luce dolce e calda che solo lui sembra possedere?

Mi metto le mani nei capelli, sconvolta. Basta, sono così stanca!

Di colpo il cellulare torna a squillare e con uno sguardo noto che è di nuovo Nate a chiamarmi. Lo prendo tra le mani e osservo il suo nome illuminato al centro dello schermo. Forse ho trovato il modo per dire definitivamente basta...

§

"Te lo ripeto, per me stai sbagliando di grosso." Mi ripete Sandy per l'ennesima volta.

Ma io la ignoro e finisco di truccarmi con il rossetto rosa. "Come si fa per fare in modo che il rossetto duri di più?"

"Stendici sopra un velo leggero di cipria... Davvero, Sara, sei sicura di quello che stai per fare?"

"Sandy, tranquilla, dai! In fondo è solo un'uscita tra amici, niente di particolare."

"Sì, con un amico che ha dimostrato più e più volte che per lui non sei solo un'amica."

Ripongo il rossetto nel mio astuccio e le sorrido. Rimetto l'astuccio nel mio cassetto e mi alzo dalla scrivania, poi le do un bacio sulla guancia. "Grazie per preoccuparti per me, ma non c'è alcun bisogno."

Lei mi guarda mentre afferro il mio giaccone e me lo infilo. "Sei bellissima, stasera."

"Grazie!"

Prendo la mia borsa e dopo un ultimo saluto a Sandy esco di casa. Scendo le scale con lentezza, ticchettando rumorosamente con i miei tacchi ad ogni scalino. Esco per la strada e subito un refolo di vento mi colpisce le gambe, regalandomi un brivido di freddo. È la prima volta che metto questo vestito, mi ero quasi dimenticata di averlo comprato. Eppure mi piaceva davvero molto ma una volta a casa mi sembrava troppo licenzioso dato che mi copre a malapena sopra il ginocchio. Mi guardo intorno per verificare che non ci sia nessuno a vedermi vestita così, e purtroppo, o per fortuna, non c'è nessuno. Faccio un respiro triste, ma proprio adesso vedo la macchina di Nate svoltare nella mia strada e man a mano che si avvicina sento anche la musica della sua radio.

Si ferma esattamente davanti a me e abbassa il finestrino al lato del passeggero. Si avvicina per vedermi meglio e io mi chino per salutarlo. Il suo sorriso è enorme. "Sei bellissima, Sara."

Gli sorrido e salgo in macchina, poi gli do un bacio sulla guancia. "Dove mi porti?" Chiedo, sfacciata ed esuberante.

Lui mi guarda, piacevolmente sorpreso. "Che cosa ti prende?"

"Perché?" Chiedo con finta ingenuità.

"Sei strana... Non fraintendermi, mi piace questo tuo lato, ma... sei strana."

Gli sorrido, civettuola. "Ogni tanto è bene anche cambiare e tirare fuori le unghie."

Lui sorride e inserisce la prima. "Ti va una serata al cinema?"

Accidenti, non sono mai andata al cinema! "Certo! Che cosa danno?"

"Uhm... sincero? Non lo so."

Scoppiamo a ridere insieme e partiamo lo stesso. Una volta dentro al cinema optiamo per una commedia divertente. Prendiamo dei popcorn e una bibita a testa, poi ci avviamo verso la sala proiezione. Ci rivolgiamo continue occhiate maliziose, e non so come ci riesca dato che non sono interessata a lui in quel senso. Ma lui non sembra avere problemi al riguardo, anzi, una strana luce di speranza aleggia sul suo viso. Mi guarda con un sorriso soddisfatto mentre prendiamo posto tra i sedili reclinabili, mi sistemo appoggiando la mia bibita sul mio bracciolo assaporando l'atmosfera che regna in questo post. Mi piace. Osservo le altre persone che si siedono attorno a noi nella sala e noto che lo sguardo di Nate è spesso rivolto alle mie gambe. Uno strano sentimento di soddisfazione e fierezza mi pervade. I suoi denti brillano nella penombra, ma appena le luci si spengono e lo schermo si illumina mi faccio prendere da un senso di colpa. Ma cosa sto facendo?

Il film comincia e iniziamo subito a sgranocchiare i nostri popcorn. A film inoltrato Nate allunga un braccio e con una scusa lo appoggia al mio sedile, avvolgendo le mie spalle. Oddio, e adesso cosa faccio? Resto in silenzio facendo finta di continuare a guardare il film, ma in realtà non riesco più a seguirlo. Poco dopo la mano di Nate si posa sulla mia spalla e io mi paralizzo. Ho sbagliato a venire qui da sola con lui. Di colpo non mi sento più a mio agio.

Il film continua come ad infischiarsene del mio stato d'animo e all'improvviso, sussurrando, Nate mi chiama.

"Sara?"

Mi volto verso di lui e mi accorgo che i nostri visi sono incredibilmente vicini, ci sarà una distanza di appena tre centimetri... I suoi occhi si tuffano nei miei, caldi e dolci, ma poi si abbassano a guardare la mia bocca. "Vorresti un altro pacco di popcorn?"

Che cosa? osservo il pacchetto che ho tra le mani e noto che è finito. Accidenti, non me ne ero nemmeno accorta. "Ehm... sì, mi piacerebbe."

Lui torna a guardarmi negli occhi, mentre allunga una mano per afferrare il pacchetto di popcorn dalle mie mani e poi alzarsi e andare a comprarne un altro. Appena si allontana tiro un sospiro di sollievo. Credevo che sarebbe stata una bella idea cercare di distrarmi con Nate, ma non ho messo in conto i sentimenti che Nate prova per me. Forse lo sto solo illudendo.

Quando torna mi porge il nuovo pacchetto di popcorn e mi sorride. Il sorriso che gli restituisco è molto più tiepido del suo. Ho sbagliato tutto!

Finiamo di guardare il film in silenzio, rotto solo dal rumore delle nostre mandibole che masticano i popcorn, e quando finisce il film non ci ho capito niente. Come prima esperienza al cinema non me la sono goduta affatto. Lui afferra il mio giacchetto e mi aiuta ad indossarlo, poi appoggia le mani sulle mie spalle, accarezzandomi le braccia. "Ti è piaciuto il film?" Mi chiede.

"Sì..." se solo mi ricordassi qualcosa della trama.

"Bene." Sorride. Si infila il suo giacchetto, poi mi porge il braccio e mi scorta verso l'uscita del cinema.

Una volta fuori riprendo a rilassarmi. Non essendo costretti a restare al buio in un posto simile mi sento meno sotto pressione. Nate inizia a blaterare di cose senza senso e io sono già stufa di questa serata. Non vedo l'ora di tornare a casa. Non so nemmeno io perché ho deciso di uscire con Nate un'ultima volta, so solo che speravo che la nostra uscita si rivelasse migliore, che servisse a qualcosa, invece credo di aver fatto un grosso errore. Nate ha l'aria felice, rilassata, e questo perché crede che io sia di nuovo interessata a lui, per questo mi sto rimproverando mentalmente. Non voglio illuderlo.

Mi apre galantemente lo sportello della sua macchina e mi fa accomodare, poi fa il giro per montare al posto di guida e facciamo una passeggiata per le strade. Guida per la città continuando a blaterare sul suo lavoro, sul successo ottenuto dal suo ultimo singolo e sulla prospettiva di partecipare ad un nuovo reality la prossima estate, anche se più si va avanti e meno ha possibilità di farlo, ma non perde le speranze. Io mi ritrovo invece a pensare a Logan e a tutto il tempo che abbiamo passato insieme in macchina prima di Natale... e a quanto vorrei passarne dell'altro.

Sto cominciando ad odiarmi da sola, sto continuando a sognare e rivivere ad occhi aperti quello che ho vissuto in passato con lui, ormai è il mio chiodo fisso, e sono nettamente disgustata da me stessa quando mi accorgo che Nate mi sta osservando in evidente attesa. "Scusa... cosa hai detto?"

"Volevo sapere se ti andava di fare un salto a casa mia. Volevo farti sentire il mio ultimo singolo... non credo che hai avuto la possibilità di sentirlo."

Rimango spiazzata dalla sua richiesta, e adesso cosa gli dico? "Beh... se devo essere del tutto sincera mi sento un po' stanca, sai... il lavoro alla mensa è molto intenso... a volte mi uccide." Borbotto. Spero tanto che la beva, a raccontare frottole sono una vera frana.

"In realtà è stato anche mio padre a chiedermi di te. Credo che abbia intenzione di parlarti, ma non mi ha detto di cosa."

Rimango un attimo confusa da questa notizia. Perché mai il preside Washington dovrebbe parlare con me? Sarà qualcosa a che fare con la scuola? E se volesse ridarmi il posto? No... non riuscirei più a entrare in quella scuola come maestra. Anche se l'esame l'avevo passato ero riuscita a darlo prima del tempo grazie alla mia amicizia con Nate, non voglio che qualcuno possa pensare che sono stata riassunta sempre per lo stesso motivo. "Posso immaginarmi quello di cui vuole parlarmi tuo padre. Digli che lo ringrazio ma che ormai è tardi."

Lui mi fissa in silenzio per diversi istanti ma poi annuisce. "Va bene." Concede, poi mette in moto e riparte.

Durante il tragitto mi vergogno profondamente di me stessa. Ripensandoci non so più perché son voluta uscire con lui, forse inconsciamente speravo che sarei riuscita a dimenticarmi di Logan... o forse di farlo ingelosire, invece sto solo rischiando di illudere Nate per poi deluderlo.

"Sara?"

Alzo la testa di scatto al suono della sua voce e mi accorgo di essere fermi davanti al mio portone, la strada scura e deserta e il motore spento. Lo guardo, vergognosa. "Scusami."

Sto quasi per aprire lo sportello quando lui mi blocca: "Aspetta, posso farti una domanda?"

Ritraggo la mano dallo sportello e lo guardo. "Certo."

"Mi diresti perché sei voluta uscire con me, stasera?"

Alla sua domanda resto un attimo senza fiato. Non posso fare finta di niente, devo dirglielo. "Mi dispiace, io credevo che..."

"Che Logan ci avrebbe visto e si sarebbe ingelosito?" Mi chiede di botto, impedendomi di fatto di inventare una scusa.

Lo guardo negli occhi e vi noto una luce delusa, incredula, ma soprattutto triste. "Mi dispiace tanto."

Lui sospira e gira la testa, caracollando incredulo. "Mi sembrava troppo strana questa uscita improvvisa, specialmente dopo che mi avevi detto di volere essere solo amica... e dopo il ritorno di Logan."

"Non volevo ferirti, credimi. Credevo di riuscire a dimenticarlo... e..." feci un grosso respiro. "Devo darti ragione, speravo di farlo ingelosire."

Uno sbuffo incredulo sale dalla sua gola e di colpo apre lo sportello e scende dalla macchina, prendendo a camminare su e giù sul marciapiede. Lo seguo subito fuori, pronta per farmi perdonare. "Nate, devi credermi... sono profondamente desolata, mi faccio schifo da sola, io..."

"No... ti capisco. Sono io che ho voluto illudermi, sapevo benissimo che non era per uno strano ritorno di fiamma da parte tua che sei voluta uscire con me, ma ho voluto crederci lo stesso. Ho sbagliato."

"Credimi... non avrei mai voluto ferirti."

Lui si volta verso di me scuotendo la testa. "Non importa. Ma ti ringrazio per la sincerità. Io lo sapevo, solo che ci speravo. In fondo sono stato io a chiederti di aiutarti per farti stare meglio, e in passato sono stato io a farti del male, quindi in parte me lo merito. Mi dispiace solo di non essere quello che può effettivamente farti ritornare il sorriso."

Io mi avvicino a lui e poso una mano sulla sua guancia. "In realtà ci sei riuscito. Sei riuscito a strapparmi un sorriso nonostante non me lo meriti."

"No, in realtà quello che non ti meriti è di essere lasciata sola. Solo che a questo punto credo che sia evidente che non posso esserti solo amico."

Le sue parole mi colpiscono. Mi mettono tristezza, ma in fondo ha ragione, cosa farei se Logan mi dicesse che vuole solo essermi amico? Non so se ce la farei. Eppure Nate ci era riuscito, finora. Se adesso non ce la fa più è solo colpa mia. Mi allungo guardandolo negli occhi e gli do un bacio a stampo sulle labbra. "Grazie della tua preziosa amicizia. La conserverò per sempre nel mio cuore."

Mi fissa rapito per alcuni secondi, ma poi annuisce e si allontana, accennando un sorriso. Prima di salire in auto mi manda un bacio con la mano, poi mette in moto e parte. Lo vedo allontanarsi con la macchina fino a sparire lungo la strada, solo allora apro il portone e salgo le scale. Una volta arrivata al mio pianerottolo, però, la voce beffarda di Logan mi blocca prima ancora che inserisca le chiavi nella porta.

"Sai, ci sono delle voci che girano sul tuo conto, alcune dicono che tu mi hai lasciato per poter tornare con Nate." Il cuore mi balza nel petto e mi volto verso di lui. È in piedi sul ciglio di casa sua, appoggiato allo stipite con un braccio alzato, che mi fissa guardando le mie gambe scoperte. Una leggera luce di apprezzamento appare nei suoi occhi ma sparisce subito appena risale sul mio viso. "Convincimi che non è così, perché da quello che ho visto stasera mi resta difficile credere che non lo sia."

"Perché, che cosa hai visto?"

"Ho visto che lo hai baciato!" Esclama alzando la voce e facendo un passo verso di me. "E poi ti vedo vestita così, truccata e succinta, dimmi cosa dovrei pensare?"

A dispetto del tumulto che sento nel mio petto decido di non soccombere per una volta. Il suo tono di voce mi fa solo arrabbiare, non è nessuno per parlarmi così. "Direi che a questo punto quello che è successo non sono affari tuoi, quindi quello che pensi o no non mi interessa."

Oddio, l'ho detto davvero? Cerco di mantenere il suo sguardo, con un'espressione seria. Non voglio farmi mettere i piedi in testa. "Credevo che tu fossi tornata la dolce Sara di un tempo... invece mi sbagliavo."

"Sei tu che sei cambiato, non ti riconosco più. Il Logan che ho conosciuto non starebbe mai insieme ad una ragazza per poi rincorrerne un'altra, non illuderebbe mai una ragazza se ne ama un'altra... e soprattutto non se ne andrebbe lontano da lei senza nemmeno avvisarla."

"Tu non sai niente di quello che ho fatto in questi mesi... è stato difficile tentare di andare avanti, mi hai lasciato in un modo schifoso, cosa avrei dovuto fare?" Si avvicina a me di due passi e io ne faccio istintivamente due indietro. Vedo che la cosa gli da fastidio ma tenta di ignorarla. "Sono andato da mia sorella per tentare di dimenticarti, poi è arrivata Vivian che ha saputo ridarmi un attimo di respiro... e io volevo solo stare bene. Sei tu che mi hai lasciato, non io!" Aggiunge alla fine con più fervore.

"Certo... e questo ti dà il diritto di prendere e lasciare le persone come meglio credi solo a tuo piacimento? Di dirmi quello che non devo fare solo perché a te non va bene? Non ti facevo così, Logan. Credevo tu fossi più rispettoso... e più dolce."

"Sei tu che mi hai reso così!" Sbraita prendendomi per un polso. "Io ti amavo, ma tu mi hai lasciato solo perché... non lo so, credevi che non ti avrei capita? Perché volevi restare sola?"

Deglutisco cercando di liberarmi dalla sua presa, ma non mi lascia andare. "Mi dispiace... ma invece di capire che stavo solo attraversando un momento di crisi tu te ne sei andato, e..."

"Perché stavo soffrendo!" Urla interrompendomi. "Non avrei sopportato di vederti tutti i giorni e dormire a pochi metri di distanza da te senza poterti parlare o toccarti... o baciare." Sussurra accarezzandomi una guancia con l'altra mano. Lo vedo spostare i suoi occhi sulla mia bocca e dopo un attimo di esitazione mi bacia.

Una marea di fuochi d'artificio mi esplodono nel petto, chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dalle sensazioni che mi regala. Quando si stacca e riapro gli occhi ho il fiatone, esattamente come lui. "Non mi piace che esci con Nate. Non mi piace che ti vesti così per lui, e che ti trucchi per lui. Non mi piace che mi respingi." Il suo respiro mi solletica la pelle del viso. Ho il cuore in gola, ma non posso dimenticarmi che, dopo appena un paio di settimane, era già tra le braccia di un'altra.

Chiudo gli occhi e mi libero dalla sua mano. "Nemmeno a me piace un ragazzo che dice di amarmi ma non ci mette molto a consolarsi con un'altra... Quando lo stesso ragazzo mi aveva assicurato di non usare il sesso come valvola di sfogo o per consolazione."

La sua espressione sconvolta mi colpisce come un pugno allo stomaco, ma non ci casco. Mi volto velocemente e apro la porta, richiudendomela alle spalle... e chiudendolo fuori. Non ha ribattuto alle mie parole. Non ci deve aver messo molto a intrufolarsi nel letto di Vivian... ma poi viene a dire a me che non devo uscire con Nate. Amareggiata mi dirigo in bagno per prepararmi per dormire, con un terribile senso di sfiducia e malinconia nel cuore, non lo facevo così ipocrita. Mi passo le mani sul viso e ricaccio indietro le lacrime.

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