VeNtEsImO cApItOlO

Sara...

Non avevo messo in conto che lui sarebbe andato avanti. Non avevo minimamente pensato che avrebbe trovato un'altra ragazza e si sarebbe sistemato con questa, iniziando a costruirsi una vita con lei.

Non avevo pensato che mi sarei sentita morire dentro.

Quando suonai a quella villetta ero talmente emozionata che vedendomi aprire la porta da una ragazza mora con gli occhi scuri sono rimasta per un attimo basita. Poi mi ricordai che doveva essere sua sorella e cercai di rimediare.

"Buonasera, sto cercando Logan... è in casa?"

"No, mi dispiace... lei chi è?"

"Ah, mi scusi. Mi chiamo Sara, sono una sua amica."

Lei mi guardò a bocca aperta per alcuni secondi, poi, come se si fosse ricordata di colpo le buone maniere, fece un passo di lato per farmi entrare. "Sei Sara... scusa, Logan non mi ha detto che saresti venuta." Borbottò mentre entravo in casa, sbattendo le palpebre.

"No, non gliel'ho detto, vorrei fargli una sorpresa."

"Ah..." Annuì confusa, guardandomi come se mi fosse spuntata una seconda testa.

"Con chi ho l'onore di...?" Chiesi timidamente. Mi aveva fatto entrare ma non mi aveva detto con chi stavo parlando.

"Oh, scusa," si risvegliò chiudendo la bocca e porgendomi una mano. "Sono Lorraine, la sorella di Logan."

"Mi fa piacere conoscerti." Gliela strinsi e notai che aveva una bella stretta, forte e prolungata. Mi diede un certo senso di sicurezza. Pur essendo molto bella e avvenente, aveva una costituzione molto robusta. Sua madre era in sovrappeso ma sono convinta che in giovane età doveva essere stata una bellissima donna, esattamente come lo era Lorraine davanti a me.

"Ehm... ma prego, accomodati." Mi disse facendomi strada lungo uno stretto corridoio verso il salotto. "Siediti dove vuoi..." mi invitò, da perfetta padrona di casa, anche se era visibilmente confusa. Evidentemente Logan le aveva parlato di me e nemmeno lei si aspettava il mio arrivo.

Mi sedei sul divano e subito mi sentii avvolgere da un intenso profumo di pulito, proprio come il divano di sua madre. Lei si sedette sulla poltrona vicina e mi sorrise. "Immagino che tu non voglia che io lo chiami per avvisarlo del tuo arrivo." Mi chiese un po' impacciata. Guardandola bene notai i lineamenti molto simili a quelli di Logan, soprattutto il taglio degli occhi, ebbi così la certezza di parlare con sua sorella.

"Preferirei di no, grazie. Mi piacerebbe fargli una sorpresa."

"Ok..." Bofonchiò giocherellando con le mani.

Rimanemmo in un silenzio impacciato per un po', lei guardava dappertutto tranne che verso di me. Anch'io mi guardavo intorno, attratta dalla presenza ingombrante di un televisore gigante appeso al muro di fronte al divano. Era enorme! La casa era molto accogliente, anche se un po' in disordine. Poi vidi un pupazzetto per neonati e sorrisi. "Logan mi disse che gli era nato un nipotino..." ammisi e lo indicai

Dopo un attimo di smarrimento mi sorrise. "Ah, sì, adesso sta facendo un sonnellino nella culla. Ma forse dovrebbe svegliarsi tra una ventina di minuti."

Il sorriso che mi rivolse mi sembrò un po' forzato, perché era così tesa?

Poi di colpo sentimmo dei rumori provenienti dalla porta di ingresso e due voci divertite arrivarci alle orecchie. Una era sicuramente quella di Logan, l'avrei riconosciuta ovunque, ma l'altra mi sembrava essere femminile il che mi fece cogliere da uno strano presentimento. Prima ancora che potessi pormi domande in merito Logan apparve sulla porta del salotto abbracciato ad una bellissima ragazza con dei lunghi capelli castani e gli occhi verdi. La baciò sulla fronte in modo affettuoso e dolce. Di colpo sembrò che il mio cuore si fosse fermato.

Appena gli occhi di Logan si posarono su di me vidi l'ilarità scomparire dal suo viso e fissarmi a bocca aperta, completamente stralunato. La ragazza che lo abbracciava si staccò da lui con aria confusa. Saettò gli occhi tra me e lui, mentre noi ci fissavamo immobili, senza parlare. Mi accorsi che avevo trattenuto il respiro solo quando la sorella di Logan diede due colpi di tosse per stemperare la tensione.

"Logan... volevo avvisarti del suo arrivo ma lei voleva farti una sorpresa." Poi si alzò in piedi. "Io comunque tolgo il disturbo."

La vidi allontanarsi verso il corridoio, mentre io e Logan non ci eravamo mossi di un millimetro. Poi la ragazza che era con lui decise di intervenire. "Cosa sta succedendo?"

Logan si destò dall'incantesimo in cui eravamo bloccati e sbattè le palpebre, risvegliando anche me. "Eh... lei è..." Balbettò senza riuscire a risponderle.

Deglutii e mi alzai in piedi. "Sono solo un'amica... volevo... sapevo che era qui e..." Cercai di tirarmi fuori da quell'impasse ma il nodo che avevo in gola mi impedì di continuare. Senza aggiungere altro ripresi la mia borsa e uscii, correndo lungo la strada e rifugiandomi nella mia macchina.

Una volta qui, in macchina da sola, mi sono messa a piangere come una fontana.

Non posso crederci... non è vero! Mi chino sul volante bagnandolo con le mie lacrime, singhiozzo senza trattenermi. Mi passo le mani tremanti sul viso mentre un dolore forte e debilitante mi invade il petto, irradiandosi verso le braccia e le gambe, lasciandomi inerme. L'unica cosa che riesco a fare è piangere.

Perché sono venuta? Cosa pensavo di ottenere? Credevo che lui sarebbe rimasto con le mani in mano aspettando un mio ritorno? Sono una stupida. Stupida, stupida, stupida! Tutte le mie aspettative, tutta l'emozione e la gioia di rivederlo sono state infrante in un attimo. Quella ragazza... è troppo evidente che stanno insieme... nessuna ragazza abbraccerebbe così un amico, e Logan non si farebbe abbracciare in quel modo da una con la quale non sta insieme.

Ho la vista annebbiata e cerco un fazzoletto nella borsa per asciugarmi gli occhi e il viso. Mi sento come se gli avessi dato il permesso di montarmi sopra con uno schiacciasassi. Sono a pezzi... non riesco più nemmeno a respirare. Sto tremando, mentre cerco di fare dei profondi respiri per tentare di calmarmi, ma sembro non riuscirci. Sarà almeno mezz'ora che sono in macchina da sola a piangere. Fortunatamente il fato ha voluto che lasciassi la macchina un po' in lontananza, perché non riuscivo a trovare il numero civico e ho preferito parcheggiare in cima alla strada e poi cercarlo a piedi.

Chissà cosa deve aver pensato appena mi ha visto lì, seduta in salotto con sua sorella. E chissà cosa starà dicendo adesso alla sua ragazza per giustificare la mia presenza, sicuramente le starà dicendo che ormai non sono più niente per lui e che non si deve preoccupare. Deglutisco per cercare di respirare meglio, ormai sto affogando da sola nelle mie lacrime. Mi passo una mano tremante nei capelli e inizio a fare dei profondi respiri regolari... forse sto riuscendo a calmarmi un po'.

Sto ancora tremando ma dopo altri quindici minuti sono riuscita a smettere di piangere. Mi asciugo meglio gli occhi e metto in moto, allontanandomi da lui e da questo quartiere. Senza nemmeno pensare alla strada che sto facendo imbocco l'autostrada per tornare indietro, e in breve tempo sono di nuovo fuori dalla città di Houston.

Continua a farmi male il petto dalle lacrime versate, le mani continuano a tremare e il mio cuore, ormai, non sta più battendo. Ormai si è spento definitivamente.

§

Domenica pomeriggio torno a casa del tutto stravolta, ancora non riesco a credere di come abbia potuto fare tutta questa strada da sola nello stato in cui mi ritrovo. La casa è immersa nel silenzio più totale, perfino Sandy è uscita, non ho nessuno con cui sfogarmi. Senza nemmeno lavarmi il viso mi butto sul letto a peso morto e, non paga delle lacrime che ho versato prima di partire, ricomincio a piangere e a singhiozzare come la stupida che sono. Sento i miei singhiozzi rimbombare sul muro della mia stanza e tornare indietro per prendersi gioco di me. Sento un freddo opprimente avvolgermi le spalle, mi metto allora sotto le coperte senza nemmeno togliermi le scarpe e senza smettere un attimo di piangere. Ho quasi la sensazione che il petto mi si stia spaccando dal dolore. Poi di colpo due mani fresche e minute si appoggiano su di me con dolcezza. Sobbalzo e mi guardo intorno e il viso di Sandy mi sorride con gentilezza. "Piangi tesoro... sfogati pure." Dice accarezzandomi i capelli. La sua premura non fa che alimentare il mio dolore, e ricomincio a piangere più forte di prima.

§

Ho passato gli ultimi tre giorni in uno stato catatonico. Ho continuato ad andare a lavoro solo per un senso del dovere, ma evitavo di soffermarmi dopo l'orario e di scambiare quattro chiacchiere coi colleghi. Appena uscivo dalla mensa mi infilavo in macchina e tornavo diretta a casa. L'unica nota positiva è che Lily si è trasferita momentaneamente dai suoi per una sorta di vacanza. Essendo morta la signora a cui faceva compagnia è momentaneamente disoccupata, e dato che per colpa mia ha pure litigato con la sua amica Stephany, ha pensato bene di allontanarsi per un po'. Non poteva scegliere un momento migliore.

Mia madre mi ha chiamato almeno tutti i giorni, invitandomi ad andare a cena da loro, ma io ho sempre rifiutato. Sentendo la mia voce spezzata e mogia mi ha chiesto subito cosa mi fosse successo, e dopo un po' di reticenza ho cercato di spiegarle quello che avevo fatto, come avevo trovato Logan e tutto quello che ne è susseguito. Non sono certa di essere riuscita a spiegarmi bene, ad ogni modo credo mi abbia capita lo stesso. Ma questo non le ha impedito di invitarmi a cena tutti i giorni, come ha fatto giusto cinque minuti fa, solo che questa volta mi ha lasciato la scelta aperta; anche se le ho detto di no il posto per me sarebbe rimasto apparecchiato, basta solo che, se cambio idea, mi presento lì a qualsiasi ora.

"Perché non ci vai? a tua madre farà piacere vederti." Mi sprona Sandy.

"Hai ragione, ma mi sembra di non avere nemmeno la forza fisica per farlo." Bofonchio dalla mia posizione sul letto, distesa a leccarmi le ferite.

"Male non ti farebbe. Credo che dovresti cercare di svagarti un po', stare sempre rintanata qui non ti fa bene."

Sospiro scocciata. "Lo so..."

Il baby monitor emette un pianto sommesso e prolungato, Billy si è svegliato. "Vado a vedere cosa gli è successo..." Afferma in tono esasperato mentre si alza dalla sedia, ma poi mi sorride ed esce dalla mia stanza. Le restituisco un sorriso tiepido ma che svanisce subito. Sto prendendo in seria considerazione l'idea di andare da mia madre. Effettivamente se non cerco di distrarmi almeno un po' non mi passa più.

Mi alzo dal letto con lentezza, sono tutta indolenzita... sia dentro che fuori. Mi do una rinfrescata in bagno e mi guardo allo specchio. Addosso ho una tuta nera in pile... Dovrei cambiarmi? Non ne ho affatto voglia, e poi sto comoda così. Mi stringo nelle spalle e decido che per una serata con mia madre e la sua famiglia va più che bene. È già tanto se esco di casa. Saluto Sandy affacciandomi in silenzio alla sua porta, lei mi rivolge uno sguardo sorpreso ma poi mi sorride. Mi lancia un bacio e finisce di cullare Billy.

Cercando di ignorare per l'ennesima volta la porta della casa di Logan, scendo velocemente le scale e mi rifugio in macchina. Mi viene in mente che in questo caso è un bel colpo di fortuna che sua madre lavori principalmente di notte e che la mattina dorma, così mi capita molto raramente di incontrarla per le scale.

Fortunatamente mi è successa una volta sola...

Ci siamo incrociate di fronte al portone d'ingresso. Lei stava uscendo mentre io ero appena tornata dal lavoro. Appena mi ha visto mi ha sorriso dolcemente e mi ha salutata. Con il cuore in gola ho cercato di essere il più gentile possibile e ho restituito il saluto con un sorriso di convenienza. Non sapendo cosa sa e cosa non sa su di me preferisco non soffermarmi troppo a parlare con lei, non saprei minimamente cosa dirle. A quanto pare anche lei è in evidente imbarazzo di fronte a me e non ha tentato di attaccar bottone, mi ha salutato una seconda volta con un sorriso dolce e poi si è allontanata lungo la strada. Io mi sono subito rintanata in camera e sono scoppiata a piangere.

Mmm... ripensando alla mia reazione emotiva credo di aver fatto bene ad accettare l'invito di mia madre.

Ho intenzione di ringraziare Andrea un'altra volta per questa macchina... voglio chiedere quando sarà il suo compleanno, voglio fargli un regalo che lo colpisca. Mi sembra il minimo.

Parcheggio di fronte al loro vialetto d'entrata e, prima ancora di voltarmi verso la villa di mia madre, la voce di Nate mi raggiunge dolcemente.

"Bella macchina!"

Mi volto e vedo che sta camminando verso di me con le mani in tasca ed un sorriso dolce. Ha la barba incolta, ma gli sta bene. "Ciao Nate."

Il sollievo compare sul suo volto. "Pensavo che non mi avresti più rivolto la parola dopo l'ultima volta."

"No... è acqua passata. Non ha importanza." Quasi non mi ricordo più a cosa si riferisce.

Lui rimane in silenzio scandagliando ogni centimetro del mio viso. "Tu com'è? Come stai?"

Il suo interessamento mi imbarazza un po'. "Bene."

"Come mai da queste parti?"

"Sono venuta a trovare mia madre. Abita qui."

Lui spalanca gli occhi e guarda verso la villa di mia madre. "Tua madre è la moglie di Andrea Bartoli?"

"Lo conosci?"

"Se lo conosco?! Mio padre è un suo grande fan. Adora il tennis."

Non lo avrei mai immaginato. "Mi fa piacere." Poi gli faccio un sorrisetto tirato. "Allora... ci vediamo, ok? Mi stanno aspettando."

Lui sembra spaesato. "Ah, ok... Ciao."

"Ciao."

Mi allontano da lui di qualche passo, ma poi mi richiama.

"Sara?"

Mi volto a guardarlo. "Sì?"

Lui resta un attimo in silenzio, poi si morde un labbro e si avvicina. "Stai bene? Mi sembri strana... posso fare qualcosa per te?"

Il cuore mi balza nel petto. Come ha fatto ad accorgersene? "Ehm... sì, voglio dire... cose che capitano."

"Se ci fosse qualcosa che potrei fare per te me lo faresti sapere, vero? Qualsiasi cosa. Voglio farmi perdonare, e poi non posso vederti così triste. Non so cosa ti sia successo ma mi piacerebbe aiutarti a ritrovare il sorriso... Sei così bella quando sorridi." Sussurra dopo alcuni istanti. "Mi dai la possibilità di aiutarti?"

La sua richiesta mi commuove, e i suoi occhi sono così sinceri. Come potrei dirgli di no? "Ok."

Un largo sorriso si dipinge sul suo viso. "Ok?" Annuisco. "Ok! Allora aspettati di vedermi domani quando esci da lavoro." Mi avvisa e poi si allontana, mentre cammina si volta un'altra volta per sorridermi, compiaciuto, e poi sparisce lungo la strada.

Mi ritrovo a sorridere spontaneamente per la prima volta da quando sono tornata, mi volto verso la villa sempre con quel sorriso sulla faccia. Sono contenta di aver incontrato Nate.


Spazio Autrice:

Ebbene sì... ho ceduto alle suppliche di DeboraSilvestri9 e ho pubblicato un altro capitolo... Lo so, credevate che dopo che Sara avesse beccato Logan con un'altra sarebbe successo qualcosa... non so, che si sarebbe arrabbiata, che avrebbe dimostrato la sua gelosia, che Logan rinsavisse di botto, e invece niente... Quella piaga d'Egitto di Sara è solo scappata per andare a piangere...

Ma restate sintonizzati... e se credete che me lo merito, regalatemi una stellina... 

XO XO.

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