TrEnTaSsEtTeSiMo CaPiToLo

Chi l'avrebbe mai detto che dopo tutto questo tempo il marito di Sandy si sarebbe fatto rivedere?

Ho visto Sandy letteralmente senza parole quando è andata ad aprirgli. È rimasta impietrita a guardarlo per non so quanto tempo, impalata di fronte a lui, mentre lui cercava di spiegargli il motivo della sua visita con sorrisi dolci e frasi ad effetto. Io e Logan tentavamo di guardare senza dare troppo nell'occhio, senza capire fino in fondo il discorso che lui le stava facendo. Parlava talmente piano che non avremmo potuto comprendere niente nemmeno se ci fossimo avvicinati. Ma dopo quasi un quarto d'ora di discorsi e sguardi imploranti Sandy ha fatto un passo indietro e gli ha chiuso la porta in faccia.

Con il suo modo di fare da sciroccata è tornata in cucina senza aprire bocca, senza battere ciglio. Ha ripreso a cucinare senza degnarci di una parola, evidentemente sotto shock, ed io e Logan non abbiamo avuto il coraggio di dirle niente. Se noi non ci aspettavamo il ritorno del suo ex marito, figuriamoci lei.

Ci siamo rifugiati in camera mia, non sapendo cosa fare... ma una volta lì abbiamo trovato Lily intenta ad ascoltare musica con gli auricolari, seduta alla sua scrivania, mentre sfogliava una rivista. Dopo un breve scambio di battute abbiamo deciso di prendere la canina e andare da mia madre. Speriamo che almeno lei abbia la possibilità di tenerci Honey mentre siamo a lavoro.

"Cosa pensi che sia venuto a fare il marito di Sandy?" chiedo preoccupata per la mia amica, mentre Logan sta guidando in direzione di casa di mia madre.

"Non lo so, ma la reazione di Sandy non mi è piaciuta molto, sembrava essere tornata per un attimo quella che era appena arrivata dalla Francia, quella assente a tutto ciò che la circondava perché troppo intenta ad affrontare il dolore che la lacerava dall'interno. Siamo sicuri che lui non c'entrasse niente con la vendita del bambino?" Non credevo che Logan si fosse accorto di quanto Sandy stesse soffrendo.

"Sandy dice di no. Può darsi che non ne sapesse niente."

"E non sembra un caso troppo grosso che sia tornato proprio ora che Sandy ha riavuto la custodia di suo figlio?"

Resto in silenzio alla sua domanda. Effettivamente sembrerebbe che fosse tornato proprio adesso apposta per il bambino. Ma come faceva a saperlo se lui e Sandy non si erano più sentiti?

§

"Certo che la mattina puoi lasciarla qui. Mi metterò a scrivere in soggiorno mentre lei gioca davanti al divano, non c'è nessun problema." Mia madre sembra entusiasta di darmi una mano con Honey.

"Grazie."

"Rimanete a mangiare qui? Iris ha cucinato l'arrosto con le verdure."

Io e Logan ci guardiamo in faccia, non possiamo dire di no a mia madre, soprattutto dopo che ha accettato di aiutarmi con Honey... a quanto pare la ricerca di intimità è più difficile di quanto sembri.

"D'accordo, restiamo volentieri." Rispondo io.

"Benissimo, vado a dire a Iris di preparare la tavola anche per voi."

Appena si allontana verso la cucina Logan mi guarda scocciato. Gli restituisco uno sguardo altrettanto scocciato, anche se dentro di me sto ridendo per la sua espressione.

A tavola veniamo raggiunti da Andrea e Veronica, che appena mi vede si getta tra le mie braccia e inizia a raccontarmi della sua vita scolastica e di quello che le ha insegnato la sua maestra. Sono arrivati a fare le moltiplicazioni e le addizioni in colonna, dove lei ha preso un bel 9 nell'ultimo problema che hanno fatto. Sorrido, orgogliosa.

La cena è deliziosa e mi piace stare in compagnia di mia madre, di Veronica e di Andrea. Mi sento come a casa, e l'aggiunta della presenza di Logan rende la situazione ancora più vicina al mio cuore.

"Potresti lasciare Honey direttamente qui stasera, almeno per oggi, così domattina non hai bisogno di portarla prima qui di andare a lavoro." Propone mia madre ad un certo punto.

"Sì... se non vi dà fastidio per una volta lo posso anche fare. Non credo che potrebbe creare problemi."

"Direi che è una canina abituata a stare in casa. Si è già trovata il suo posto preferito vicino al termosifone, credo che stanotte non darà alcun problema." Aggiunge Andrea.

La situazione è veramente gioviale e rilassata se non fosse per mia madre che all'improvviso viene fuori con una nuova proposta: "Se guardi bene, però, potresti anche evitare di fare su e giù ogni mattina per portarla qui prima di andare a lavoro e poi tornare per riprenderla."

"Che cosa vorresti dire?" chiedo sospettosa. Forse so già dove vuole andare a parare.

Mia madre fa una piccola pausa come a creare suspence, poi finalmente dice quello che avevo già capito. "Sai già che qui avresti una tua camera da letto pronta per te. Potresti venire a vivere qui... in fondo sei mia figlia."

Alle sue parole smetto di mangiare e la fisso, senza spiccicare parola.

"Saresti anche più vicina alla mensa... e poi non dovresti dividere la camera con nessuno." Aggiunge Andrea.

"Non lo so... è una scelta importante." Borbotto. Guardo Logan che ovviamente non si pronuncia. Pensa che negli affari tra me e la mia famiglia lui non ha ancora nessun diritto di mettere bocca... e invece vorrei tanto che desse una sua opinione.

"Non voglio che tu decida subito," riprende mia madre. "Hai ragione, è una scelta importante. Prenditi tutto il tempo che vuoi, nessuno ti insegue. D'accordo, tesoro?"

La guardo un po' spaesata e le sorrido, annuendo.

Dopo mangiato ci fermiamo con loro a chiacchierare per un'oretta, è difficile respingere un loro invito, mentre Veronica viene spedita a letto presto noi ci attardiamo in salotto a chiacchierare. Prima di andarsene, però, viene da me per salutarmi con un bacio e prende l'occasione per farmi sapere quanto sarebbe felice se io venissi a vivere qui. "Pensa che bello, potremmo giocare tutti i giorni e potremmo dormire insieme!" Esclama con entusiasmo prima di voltarsi e salire le scale di corsa. Forse era meglio se mia madre mi avesse fatto quella proposta senza la presenza di Veronica. Ho paura che già stia fantasticando sull'avermi qui, e se decidessi di no potrebbe rimanerci molto male.

Quando finalmente decidiamo di andarcene mi chino per salutare la mia piccola Honey. La fasciatura al musetto non le impedisce di mangiare o bere, né tantomeno di lavarmi il viso per manifestare il suo affetto.

Una volta in macchina, prima ancora di mettere in moto, Logan si china su di me per baciarmi appassionatamente. "Perché non vieni a dormire da me?" Mi sussurra sulle labbra, tornando a baciarmi senza darmi il tempo di rispondere. "Tanto mia madre è a lavoro, e nessuno dei due deve alzarsi troppo presto domattina... Ti prego, di' di sì." Mi supplica accarezzandomi le labbra con le sue.

Subito il mio cuore partire in quarta e rispondo al bacio, chiudendo gli occhi e lasciandomi trasportare dalla sua magia. "Va bene..." Rispondo con un sussurro.

Lui si stacca da me per guardarmi sorridendo, poi mette immediatamente in moto e parte verso il nostro stabile.

Mentre guida mi prende una mano e me la stringe, poi se la porta alle labbra per baciarmi le nocche. "Tutto bene?" Mi chiede con premura.

"Sì, certo. Perché?"

Mantiene la mia mano sul suo grembo e continua a guidare con una mano sola. "Vorrei sapere cosa intendi fare con tutte queste proposte che ti stanno piovendo addosso. Hai pensato a quello che ti ha detto Dan?"

"Dan?" Chiedo un attimo perplessa, lui mi guarda un attimo sconcertata e subito mi torna in mente. "Ah, sì, il padre di Nate! No... non ho deciso riguardo a quello che mi ha chiesto."

"E riguardo alla proposta di tua madre?"

"Non ne ho la più pallida idea. Tu cosa ne pensi?"

"Non vorrei condizionare la tua decisione. Certo è che ci sono i pro e i contro, ma devi comunque pensarci tu."

"Uno dei contro è sicuramente quello che non abiteremmo più dirimpetto. Sarebbe più difficile vedersi."

Lui torna a baciarmi la mano. "Questo sì, però non dovresti più pagare un affitto, e non dovresti più dividere la camera con Lily."

"E questi sono i pro. C'è di contro anche che sicuramente non avrei la stessa libertà che ho a vivere per conto mio."

"Anche questo è vero..." aggiunge.

"Insomma, tu cosa mi consigli?"

Sospira. "Fossi in te ci andrei."

Sbatto le palpebre, confusa. Non mi aspettavo che mi consigliasse di andarci. "Davvero?"

"Sì... in fondo potresti anche riprendere tutto il tempo perso della tua vita con lei."

"Sei sicuro che non me lo stai consigliando solo perché credi che io non sia capace di badare a me stessa?"

"Di cosa stai parlando?"

"Del fatto che tu creda che io non sono capace di vivere da sola."

"Non mi sembra di aver detto questo. Direi che alla tua età ormai sai come si vive da soli."

"E allora perché quando stavo per partire per New York sei venuto a prendermi alla stazione dicendo che non sapevo quello che stavo facendo?" Ecco... non so come mi è uscita questa domanda ma ho sempre voluto chiederglielo, tanto per capire in che modo mi vede.

"Ma cosa c'entra questo?"

Sospiro, spazientita. "Tu mi hai rapita dalla stazione dicendo che il viaggio che stavo per fare era troppo pericoloso per me."

"Beh... è vero."

Non ci posso credere, lo ha ammesso! "Ah, quindi credi che io non sia capace di badare a me stessa!" Esclamo adirata.

Lui sbuffa. "Non è quello che ho detto."

Nel frattempo trova parcheggio sotto casa e inizia a fare manovra per posteggiare.

"E allora spiegamelo, perché da quello che mi risulta mi hai fatto intendere chiaro e tondo che per te non ero capace di fare un viaggio simile da sola."

Finalmente si ferma e spegne il motore, poi si volta per guardarmi in faccia. "Quello di cui avevo paura era che tu potessi fare dei brutti incontri"

"Quindi stai insinuando che io non so capire le persone."

Lui sospira. "Non sto dicendo questo!"

"Sì, invece! Stai dicendo che io sono talmente ingenua che mi faccio imbambolare da tutti."

Lui mi guarda senza rispondere. Questo indugiare mi fa capire tutto. Adirata gli lancio uno sguardo incendiario e scendo dalla macchina, sbattendo lo sportello.

"Sara, che fai?" Mi chiama inseguendomi per strada.

"Sto andando in casa mia, dove potrò incontrare persone che non vogliono farmi del male e non perderò tempo con chi invece mi considera una bambina ingenua!" Gli rispondo entrando nel portone.

Ma ovviamente lui mi tallona cercando di farmi ragionare. "Andiamo, Sara, ti stai comportando da stupida!"

"Ah, adesso sarei anche una stupida!" Inveisco iniziando a salire le scale.

"Sai che non è così, perché mi metti in bocca parole che non penso?"

"Perché non è vero, tu le pensi, caro mio! E le hai pensate dalla prima volta che mi hai vista. Di' la verità." A questa domanda mi fermo davanti alla porta del mio appartamento e mi volto per guardarlo. Lui mi restituisce uno sguardo perso, apre la bocca per rispondermi ma non dice niente. Questo per me vale più di mille risposte.

Mi fiondo in casa e gli chiudo la porta in faccia. Sento che bussa alla porta. "Dai, Sara, apri. So che sei lì dietro." Ma lo ignoro e mi rifugio in camera mia.

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