TrEnTaSeIeSiMo CaPiToLo
Osservo la canina correre a perdifiato lungo il prato sotto casa, seguendola con lo sguardo attraverso la finestra della mia stanza, quella dove sono cresciuta. La vedo rincorrere una farfalla bianca per poi fermarsi ad osservarla quando questa si allontana impedendole di raggiungerla. Ma subito viene distratta da un altro gioco e torna a correre per un'altra direzione. Sorrido benignamente e mi chino per prendere lo scatolone ai miei piedi. Credo che non ci stia più niente, anche se serve ben altro che uno scatolone per portare via tutti i miei libri e le mie cose.
Ho deciso di vendere questa casa. Per me ha troppi ricordi ed è fuori mano per il lavoro. Potrei trovare lavoro qui, ma poi dovrei stare lontana da Logan e non è una buona idea, secondo me. Mi incammino con lo scatolone in mano verso il corridoio, ma prima di uscire dalla mia stanza mi fermo a guardarla. Per ora abbiamo svuotato solo l'armadio e la libreria, ci sono ancora una marea di cose da prendere. Mi volto per uscire e lo sguardo viene catturato dalla foto appesa alla parete, quella che riprende me e papà felici mentre ridiamo all'obbiettivo. Non mi ricordo in quale occasione si fece questa foto, ma ogni volta mi fa tornare alla mente mille ricordi. Ogni volta è come se mio padre fosse ancora vivo, vicino a me.
"Sei il mio orgoglio più grande..."
Le sue parole, o quelle che mi sono immaginata come tali, mi rimbombano nel cervello. So che è stato solo un sogno, ma mi ha fatto stare bene. Per me quelle parole è come se le avesse dette veramente lui. E mi basta.
Mi decido ad uscire dalla mia stanza e scendo le scale con lo scatolone in mano. Vado in cucina e lo deposito sul tavolo, subito Logan mi abbraccia in vita baciandomi tra i capelli.
"Dobbiamo al più presto trovare un nome per quella canina. Prima non sapevo come chiamarla e mi sono ritrovato a fischiettare al vento come un cretino, senza che lei mi degnasse di uno sguardo."
Io scoppio a ridere. "D'accordo, credo che tu abbia ragione."
"Quando ero piccolo Nate aveva una canina che si chiamava Peggy, che ne dici?" Lo guardo scettica... dare un nome di un cane che è appartenuto a Nate non mi sembra proprio il caso. "Ok, hai ragione. Niente Peggy." Esclama capendomi al volo.
Portiamo gli scatoloni con i miei libri nell'auto di Logan e chiamiamo la canina, ma di colpo sembra sparita. "E adesso dove s'è cacciata?" Chiede Logan. Ma poi la sentiamo guaire in lontananza e, preoccupati, ci dirigiamo velocemente verso quella direzione. Appena ci inoltriamo nel bosco la vediamo con la testa conficcata dentro un alveare mentre cerca di scacciare le api scuotendola convulsamente. Un altro guaito e un'altra ape l'ha appena punta.
"Oddio, e ora cosa facciamo?" Chiedo allarmata.
"Bisognerebbe trovare un modo per spruzzare addosso alla canina del fumo. Disorienterebbe le api e potremmo portarla via." Fa Logan.
"Sì, ma come? Non abbiamo gli strumenti di un apicultore!" Esclamo iniziando ad agitarmi. La canina continua a guaire disperata, mentre sembra che le api non vogliano lasciarla andare neanche un attimo. Cerco di avvicinarmi, ma Logan mi tira indietro.
"Sei impazzita? Vuoi che pungano anche te?"
"Ma dobbiamo fare qualcosa!"
"Aspettami qui." Ordina, e si allontana velocemente.
Io resto a guardare la canina mentre continua a dimenarsi, circondata da una nuvola di api che continuano a ronzarle attorno, senza poter fare nulla per aiutarla. Ogni tanto la sento guaire e io mi sento sempre più impotente. Dopo diversi lunghissimi minuti vedo Logan tornare con una coperta. Noto che si è messo i guanti e un cappello. Immediatamente inizia a scuotere la coperta attorno alla canina, scacciando le api che le ronzano attorno.
"Allontanati, Sara." Mi ordina mentre lavora con la coperta. Faccio qualche passo indietro mentre continuo a sentire la canina guaire. Lentamente vedo il numero delle api diminuire fino a che Logan smette di scuotere la coperta e si china per prendere la canina tra le braccia. Subito si allontana e una volta al riparo riesce a liberarla dall'alveare. Ci accorgiamo subito che un'ape l'ha punta esattamente sul naso, facendole gonfiare il muso a dismisura.
La portiamo di corsa verso l'altro veterinario della zona, quello che si è occupato del mio Zeus, e che le fa subito una puntura di cortisone e degli impacchi per farla sgonfiare. Fortunatamente il pungiglione le è venuto via senza troppo sforzo, evitando così ulteriori complicanze come delle infezioni.
Una volta che la canina è fuori pericolo ringraziamo il veterinario e possiamo finalmente tornare a casa. L'abbiamo veramente scampata bella. Il veterinario le ha fasciato il muso, dopo averle spalmato un unguento particolare, ma ci ha assicurato che è fuori pericolo. Mentre torniamo a casa rimane addormentata tutto il tempo in braccio a me. Sembra ancora spaventata, povera cucciola.
"Mi chiedo con chi potrà stare mentre sia io che te siamo a lavoro, domattina."
"Hai ragione, dovremmo pensarci." Ammette continuando a guidare. "Dici che Sandy rifiuterà di accudirla mentre non ci sei?"
"Possiamo chiederglielo, ma non credo che lo possa fare. Quel bambino non le dà nemmeno il tempo di respirare, è lei che avrebbe bisogno di un aiuto."
"Hai ragione, l'ho notato anch'io. Mia madre purtroppo la mattina dorme, dopo aver fatto il turno all'ospedale non credo abbia le forze per badare ad un cucciolo." Fa una piccola pausa, poi mi guarda. "Lily?" Gli restituisco uno sguardo sconcertato e fortunatamente non ho bisogno di dire niente. "Ok... hai ragione."
Avrà anche capito come stanno le cose ma non è ancora diventata la mia amica del cuore.
Una volta sotto casa, Logan parcheggia e poi mi prende la canina dalle braccia. "Sai, credo di aver trovato un nome adatto per la nostra cucciola." Afferma scendendo di macchina.
Lo seguo per strada, curiosa. "E quale?"
"Beh... guardala." Fa, alzando la testa della canina e mostrandomi il muso. Non riesco a capire, allora mi avvicino e finalmente lo vedo. Tutto il mento e il collo della canina ha il pelo completamente impiastricciato di miele.
"Accidenti, è tutta sporca di miele!"
"Non l'avevamo visto perché ha il pelo più o meno dello stesso colore, al massimo ci sembrava sporco di terra, invece è miele."
Accarezzo la canina, lasciandomi leccare la mano. "Quindi che nome le vorresti dare?"
"È logico, no? Honey!"
Lo guardo spalancando la bocca. "È vero! Perché non ci ho pensato prima?"
Come se avesse capito il nostro entusiasmo, anche la piccola Honey inizia a scondinzolare, felice. Logan si avvicina e mi dà un bacio. "Che dici, io credo che dovremmo festeggiare." Mi chiede mantenendo la bocca vicino alla mia. E come sempre, quei due specchi blu così tremendamente vicini non mi fanno capire più niente.
"Ah... beh... direi che... che hai ragione."
Lui mi regala un altro bacio sulle labbra e poi sorride. "Prima però dobbiamo lasciare Honey a qualcuno di fidato, almeno per le prossime due ore." Sento le guance prendere fuoco, mentre il suo sguardo si fa rovente. "E direi che per questo Sandy è perfetta."
"Sì, dovrebbe tenere la canina... cioè, non credo che avrà problemi..." Balbetto confusa. "Anche se penso che se festeggiamo il suo nome dovrebbe esserci anche lei..."
"Dimentichi che in pratica è da quando sei uscita dall'ospedale che non siamo più stati sdraiati insieme in un letto, e direi che quello dell'ospedale non vale." Ammicca.
"Oh..."
Lui ridacchia e mi fa strada oltre il portone e lungo le scale. Una volta in casa troviamo Sandy intenta a preparare la cena per sé e suo figlio, appena ci vede ci sorride. "Ehilà, com'è andata? Restate entrambi a cena qui?"
Entriamo in cucina e Logan poggia Honey a terra, dove subito si allontana per andare nella sua cuccia. "Ehm... in realtà avremo altri impegni. Però prima volevamo chiederti un favore." Esordisce Logan.
Ma lei non sembra considerarlo nemmeno, guarda Honey un po' preoccupata. "Ma cosa ha fatto al muso? È tutta gonfia."
"Ehm... ha ficcato la testa in un alveare e un'ape l'ha punta. O forse due."
"O povera cucciola!" Bofonchia con la voce infantile, chinandosi per farle due coccole. Billy si allunga dalla sua posizione nel seggiolone per guardare la mamma coccolare la canina.
"Per lo meno abbiamo trovato il nome adatto a lei; dato che è golosa di miele l'abbiamo chiamata Honey."
Lei ci guarda e scoppia a ridere. "Direi che è proprio un nome azzeccato!" Finisce di coccolarla, poi si rialza per lavarsi le mani e tornare al suo lavoro. "Allora, cosa volevate chiedermi?" Chiede.
Decido di farmi avanti io. "Sì, ecco... vedi, avremmo bisogno di qualcuno che possa tenere Honey per almeno un paio d'ore, stasera. Ci chiedevamo se per te ci sarebbero dei problemi o no, in fondo la conosci già, e lei conosce te..."
"Oh... sì, certo. Dovete andare da qualche parte?"
Sento le guance farsi di nuovo di porpora. "In realtà..."
Lascio la frase in sospeso e Logan si avvicina con un sorrido da ebete stampato in faccia.
"Oh..." sospira Sandy. Ma con un tempismo perfetto qualcuno suona alla porta. Sandy ci regala un sorrisetto accondiscendente e si asciuga le mani su uno strofinaccio. "Guardatemi Billy per un attimo." Ci ordina mentre va ad aprire la porta.
Io e Logan ci scambiamo uno sguardo impacciato, vergognandoci della nostra richiesta. Guardiamo Billy che ci restituisce invece uno splendido sorriso, facendo cadere a terra il suo cucchiaio di gomma. Ma dalla porta d'ingresso sentiamo la voce di Sandy sospirare, confusa e incredula.
"Victor... sei tornato?!"
Spazio Autrice:
Vorrei chiedere scusa alle mie lettrici per l'ora tarda in cui mi sono ridotta a pubblicare questi due capitoli. Purtroppo ho avuto dei piccoli impedimenti e non ho potuto farlo prima.
Spero comunque che siano di vostro gradimento, anche se ormai giungiamo alla fine della storia e le cose ancora da risolvere sono veramente poche. Sto tirando i remi in barca per creare la giusta fine di questa storia. Spero di non lasciarvi deluse e che possa essere degna di ciò che ho scritto finora, se pur nata senza troppe pretese, l'amore che mi avete mostrato per Sara e Logan mi ha commosso e lusingato.
Cercherò di fare del mio meglio solo per voi che mi seguite fin dall'inizio.
Un bacio immenso!
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