TrEnTaCiNqUeSiMo CaPiToLo

"Possibile che non ti ha detto di cosa vuole parlarti?" Chiede Logan, tornato alla guida della sua macchina.

La canina è di nuovo ai miei piedi, scodinzolante e felice di essere uscita nuovamente. "No, mi ha solo detto che avrebbe avuto piacere se fossi andata a cena da lui. Secondo te c'entra qualcosa Nate?"

"Non lo so, ma non lo escluderei. Finora Dan ha sempre dimostrato di esaudire ogni minimo desiderio del suo pupillo senza batter ciglio."

"Ti stai riferendo al mio esame?"

Lui stringe le labbra. "Puoi anche averlo perdonato ma quello che hanno fatto resta un atto molto grave."

"Sì, lo so..." Ammetto guardando la canina. Come sempre mi restituisce uno sguardo affettuoso e inizia a scondinzolare più velocemente. Rido prendendola in braccio. Una volta sulle mie gambe si sposta verso il finestrino e osserva la città che le passa davanti, dimostrando l'entusiasmo di un bambino che vede il mondo per la prima volta. "Dici che avrà qualcosa da ridire se ci presentiamo con lei?"

"No... In quella famiglia i cani sono ben voluti." Mi tranquillizza. "Ad ogni modo io credo che voglia proporti di nuovo di tornare a lavorare nella sua scuola. Staremo a vedere." Conclude.

Alcuni minuti dopo Logan parcheggia davanti alla villa di Nate. Scendiamo contemporaneamente e io assicuro il guinzaglio al collare della canina. È stranamente obbediente al guinzaglio e mentre cammino mi sta al passo, credevo che avrei dovuto tirarla. Suoniamo alla porta e subito una cameriera ci viene ad aprire. È impeccabile nel suo grembiule inamidato e nella sua camicia bianca. Ritira i nostri giacconi e lancia un'occhiata un po' brutta al cane. Che problema c'è? Attendiamo alcuni secondi nel vestibolo immenso quando, dalla scalinata di marmo, vediamo scendere Nate.

"Voi cosa ci fate qui?" Chiede sorpreso della nostra presenza.

"Tuo padre mi ha invitato a cena... Non ne sapevi niente?" Chiedo basita.

"No, non mi ha detto niente."

Io e Logan ci guardiamo un po' confusi e subito appare anche il signor Washington dalla porta del salone. "Signorina Hall, sono contenta che sia venuta subito. Ciao Logan, mi fa piacere rivederti."

Rimango un attimo spiazzata dalla familiarità con cui ha salutato Logan, ma poi mi torna in mente che per Logan lui è stato come un padre, quindi è normale che lo tratti così.

"Grazie per avermi invitata, signor Washington."

Lui sorride rivolgendosi a tutti e due. "Spero che abbiate fame, per cena abbiamo l'arrosto con il purè."

Annuiamo e cortesemente ci fa accomodare in salone. Mi chiedo se adesso mi parlerà del motivo per cui mi ha fatto venire qui, ma invece lo vedo dirigersi verso la poltrona e sedersi comodamente, facendoci cenno di accomodarci sul divano o dove preferiamo. "La cena sarà servita a momenti, sentitevi liberi di sedervi dove volete." Poi finalmente si accorge della canina. "E lui da dove salta fuori?" Chiede con un sorriso benevolo.

Mi piace il tono con cui ha fatto questa domanda. "È una lei, me l'ha regalata Logan proprio oggi."

"È un bellissimo golden retrivier, quanto ha?"

"Credo due mesi." Intercede Logan.

"Glielo avete trovato un nome?" Chiede Nate, incuriosito.

"No... ancora no."

"E cosa aspettate?"

"Aspettiamo che ce lo dica lei."

Nate e suo padre si guardano un attimo e poi scoppiano a ridere. Mi sento mortificata dalla loro reazione, mi sembra che mi stiano prendendo in giro. "Ho capito cosa intendi dire." Interviene il signor Washington. "Nate, perché non porti questa canina insieme a Jake, magari si divertirà di più che a stare con noi."

Nate accetta e con gentilezza prende il guinzaglio dalle mie mani e porta la canina nel recinto dei cani. Lei lo segue senza fare storie... devono averle insegnato a stare al guinzaglio. Rimasti senza Nate mi azzardo a guardare il signor Washington. "Posso chiederle come mai mi ha fatto venire qui? Qual è il motivo per cui mi ha invitato a cena da lei?"

"Non c'è fretta, mia cara. Preferisco prima cenare e passare una bella serata, poi potremo parlare."

Non sono sicura che mi vada bene dover aspettare, ma faccio buon viso a cattivo gioco. Subito dopo la madre di Nate entra nel salone, salutandoci con un sorriso gioviale. "Signorina Hall, ben tornata. Ciao Logan."

La salutiamo con cortesia e finalmente ci avverte che la cena è pronta e ci fa accomodare in sala da pranzo. Nate ci raggiunge subito dopo e cominciamo a mangiare in un'atmosfera allegra e spensierata, anche se si avverte una certa rigidità. I genitori di Nate sono comunque molto simpatici, nonostante possano apparire un po' snob, ed è bello vedere Logan e Nate parlare amichevolmente. Sono sicura che la loro amicizia sia mancata a tutti e due. Forse ci vorrà del tempo perché tornino come prima ma sono fiduciosa.

Quando abbiamo finalmente finito di mangiare il signor Washington si decide a parlare.

"Bene, signorina Hall, le avevo promesso che una volta finito di cenare le avrei svelato il motivo per cui l'ho invitata qui." Annuncia.

"Mi scusi, mi farebbe piacere se mi desse del tu, lo preferirei." Sentirmi dare del lei da un uomo come lui mi fa sentire vecchia.

"Come vuoi. Posso chiamarti per nome, suppongo."

"Certo."

"D'accordo. Allora, Sara, so che mio figlio ti ha già proposto due volte di tornare a lavorare come maestra nella Rolling Ridge Elementary, ma hai rifiutato entrambe le volte."

"Sì..."

"Capisco il motivo del tuo rifiuto, e non posso fare altro che accettarlo. Mi chiedevo se dopo il tuo lavoro di maestra hai altre aspirazioni nella vita."

Sono letteralmente spiazzata da questa domanda. "Beh... veramente non ci ho ancora pensato. Voglio dire, dopo tutto quello che è successo non ho ancora ripreso a lavorare nemmeno alla mensa, e quindi..."

"E se ti offrissi un nuovo lavoro ma che ha sempre a che vedere con l'insegnamento e i bambini?" Mi chiede prendendomi alla sprovvista.

Lo guardo confusa sbattendo le palpebre. "Che tipo di lavoro?"

Mentre la cameriera inamidata sparecchia la tavola il signor Washington congiunge le mani davanti a sé, come se si preparasse ad affrontare un discorso estremamente serio, poi mi guarda e sorride. "Come ben sai ho molte conoscenze nel mondo dello show business, e una di queste mi ha parlato di un suo progetto per sviluppare un programma televisivo dedicato all'insegnamento e all'educazione dei bambini piccoli." Tutti gli occhi sono puntati su di lui, compresi quelli di Nate e di sua madre, anche loro ignari di questa faccenda.

"E cosa dovrei fare, io?"

"C'è un nuovo format televisivo in cui si prendono in esame i vari problemi che le famiglie moderne possono riscontrare nella gestione di uno o più figli. Si parla dell'educazione e del supporto scolastico... tu saresti perfetta come didatta."

Restiamo tutti esterrefatti dalla sua proposta, io non riesco a credere alle mie orecchie. "Cosa vorrebbe dire? Che dovrei apparire in televisione?"

"In pratica sì... un gruppo creativo creerebbe situazioni classiche che si possono verificare nella maggior parte delle famiglie con bambini piccoli e tu, in base alla tua esperienza, daresti consigli ai genitori su come è meglio comportarsi per loro."

Resto in silenzio per un bel po', a fissarlo incredula. Non sono sicura di aver compreso davvero... mi sembra un gigantesco scherzo architettato alle mie spalle.

"Non sono sicuro che questo sia un lavoro adatto a lei. Non è una di quelle ragazze che ama diventare famosa e fare la televisione." Esclama Logan all'improvviso.

"Con questo lavoro non diventerebbe certo una di quelle showgirl bellissime ma senza cervello. Avrebbe un ruolo molto serio all'interno del programma, e poi non sarebbe sola, verrebbe affiancata da altri pedagogisti e insegnanti in modo da poter dare il miglior aiuto possibile alle famiglie." Risponde lui.

"Ma perché proprio io?" Chiedo di botto. "Chissà quante ragazze magari anche più belle di me desidererebbero intraprendere una carriera in questo mondo, e che magari hanno anche una maggiore esperienza rispetto a me."

"Ma nessuna di loro ha appena rischiato la vita prendendosi una pallottola in pieno petto per salvare una bambina di sei anni." Risponde pacato.

Io e Logan ci guardiamo negli occhi, increduli. "Non credevo che un simile gesto potesse attirare l'attenzione su di me."

"Stai scherzando? Dopo la tentata rapina tutti i principali TG ne hanno parlato. E anche se hanno cercato di placare subito le curiosità, la gente ne è rimasta molto colpita. Potresti diventare in breve tempo molto popolare e guadagnare uno stipendio che la maggioranza delle ragazze della tua età non si sogna nemmeno."

Tutto questo ha dell'incredibile. "Non lo so... non ho mai pensato di lavorare per il mondo della televisione, non so minimamente come dovrei comportarmi, cosa fare..."

"Logicamente non sarai mandata allo sbaraglio, dovrai sostenere un provino e ti verrà insegnato quello che dovrai fare durante lo show. Niente sarà lasciato al caso."

La prospettiva di un guadagno superiore alle mie aspettative mi attira... mentirei se dicessi di no, ma sono molto confusa. "Signor Washington, io sono davvero molto lusingata, ma..."

"Hai ragione, ti sto mettendo alle strette." Esclama interrompendomi. "Facciamo così, non dovrai rispondermi adesso, ma voglio che mi prometti che ci penserai. Prenditi tutto il tempo che ti serve per valutare tutti i pro e i contro, e poi mi risponderai. Mi prometti che ci penserai?"

Di colpo mi sento nuovamente sotto pressione...

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