QuArAnTeSiMo CaPiToLo

Logan...

Tre anni dopo...

Sbatto le palpebre e mi stiracchio sotto le lenzuola, mentre sento il corpo caldo di Sara abbracciato al mio ancora addormentato. Apro gli occhi disturbato dal sole del mattino che entra dalle tapparelle della finestra e proprio in questo momento Sara si sveglia allungando le sue gambe per stiracchiarsi. Così facendo le intreccia alle mie, svegliandomi del tutto. Mi avvicino a lei e accarezzo quella pelle liscia priva di indumenti da sotto le lenzuola. Era un anno che non riuscivamo più a passare una notte come questa, ci riuscivamo solo con incontri velocissimi, e al solo pensiero avrei voglia di ricominciare tutto dall'inizio.

Quando apre gli occhi mi guarda per un attimo assonnata, poi sbadiglia e subito mi sorride, accarezzandomi il tatuaggio sul petto.

"Buongiorno." Fa con la voce impastata.

La stringo contro il mio corpo, facendole sentire quanto la desidero. "Buongiorno a te."

Lei scoppia a ridere, muovendosi contro di me con fare da gatta. "Che ore sono?"

"Ehm..." Guardo l'orologio e senza pensarci le rispondo. "Le nove e mezza."

"Le nove e mezza?" Esclama spalancando gli occhi di colpo. Si scosta le lenzuola di dosso con un gesto secco e subito si alza dal letto. "Dobbiamo sbrigarci, fra poco arriveranno Emily e Sandy per aiutarmi, è tardissimo!"

Faccio sentire un lamento, maldicendomi di averle detto l'ora esatta. "Ma perché? Alle nove è ancora presto!"

"Con tutto quello che c'è ancora da fare? È tardissimo, invece!" afferma lasciandosi ammirare in tuta adamitica solo per pochi secondi, il tempo di avvolgersi in una vestaglia leggera e sparire oltre la porta della nostra camera da letto. Subito dopo sento il getto della doccia e sospiro rassegnato ad alzarmi anch'io.

Mi incammino nudo come un verme verso il bagno dove lei si sta facendo la doccia. È già pieno di vapore e la sua voce canticchia lievemente mentre si lava. Sorrido guardando la sua figura attraverso il vetro smerigliato e appannato del box. Senza pensarci entro dentro la doccia con lei.

"Ehi, ma che fai?" mi chiede con un sorriso, presa alla sprovvista, mentre io la afferro per i fianchi e inizio a baciarla.

"Ne approfitto. Ho paura che passerà un altro anno prima che si possa stare nuovamente da soli in questa casa."

Lei sorride e appoggia le sue braccia sulle mie spalle, ma nonostante il rumore della doccia veniamo raggiunti dal suono di un clacson insistente. Sara si stacca subito da me. "Oddio, sono già arrivate Sandy ed Emily!"

Rimango spiazzato mentre si allontana ed esce dalla doccia, avvolgendosi nell'accappatoio. "Ma... di già?"

"Abbiamo da fare ancora tutto. Dato che sono venute ad aiutarmi così presto non posso farle attendere." Esce dal bagno e il rumore di due sportelli di una macchina che si chiudono mi raggiunge dall'esterno, insieme alle voci di Sandy ed Emily che chiamano Sara in modo goliardico.

Sbuffo sonoramente e finisco di farmi la doccia, poi senza fretta decido di farmi la barba avvolto nel mio accappatoio e, con tutta la calma di questo mondo, torno in camera per vestirmi.

Quando scendo in cucina si avverte già un certo profumino nell'aria, di carne, ragù e altre mille odori di cose buone che mi risvegliano una certa fame. Noto che tutte e tre sono intente a cucinare e a preparare gli addobbi.

"A che ore arrivano i tuoi nonni, Sara?"

Lei si stacca dal forno dove ha appena infilato una teglia e si volta verso di me. "Mamma e Andrea li andranno a prendere all'aeroporto verso le undici. Andranno a casa di mia madre per rinfrescarsi, mangeranno e verso le cinque credo che verranno direttamente qui con Jack." Mi dice avvicinandosi alla macchinetta per farmi un caffè. Sia Sandy che Emily mi guardano un po' insistentemente.

"Qualcosa non va?" chiedo un po' intimorito dai loro sguardi.

"Buongiorno, Logan..." Esclama Sandy con una punta di irritazione.

Accidenti, sono proprio maleducato. "Scusate... buongiorno anche a voi."

"Si vede che questa mattina sei più rilassato del solito. C'entri qualcosa, Sara?" Chiede Emily con malizia.

Lei si mette a ridere. "Piantala!" Esclama porgendomi il caffè.

"Grazie." Dico afferrandolo e ringranziandola con un bacio.

"Ora basta voi due," interviene Emily. "Logan, perché non vai a sistemare i tavoli fuori e a preparare le sedie." Mi ordina. Da quando in qua mi dà degli ordini, lei?

"Appena avrò finito di bere il mio caffè." Rispondo con calma zen, e subito mi dirigo in giardino. Ormai ho imparato che per andare d'accordo con lei non devo risponderle troppo per le rime, non è un tipo che capisce quando deve smettere di ribattere.

Appena sono fuori Honey viene correndo verso di me come per salutarmi, le accarezzo la testa e lei si gode le mie carezze per un attimo, subito si allontana correndo chissà dove. Bella la vita da cani. Da quando abbiamo deciso di vivere in questa casa lei è quella che ne è rimasta sicuramente più contenta, con tutto questo verde e tutto questo spazio per correre e giocare di certo non si annoia. Quando Sara cambiò idea e decise di tenersi la casa invece che venderla non sapevo se fosse la scelta giusta per noi o no. In fondo è la casa dove ha visto suo padre morto, e dove ha vissuto un'infanzia particolare, anche se tutto sommato serena. Ma mi ha assicurato che le sarebbe dispiaciuto molto di più saperla di qualcun altro e di non poterci più venire. E poi è grande e spaziosa, e far crescere un figlio in mezzo al verde è la cosa più bella che si possa fare, se se ne ha la possibilità è bene coglierla al volo. Sembra che ci ha portato fortuna in quel senso.

Appoggio la tazza che ho in mano sul davanzale esterno della finestra e faccio il giro della casa per andare a verificare che nella mia officina sia tutto a posto. Non potevo trovare un posto migliore per aprire un'officina tutta mia, in fondo il mio ex datore di lavoro mi ha sempre detto che sono molto bravo ad aggiustare macchine, che mi veniva quasi spontaneo. Anche se non ho mai smesso di suonare ho preferito restare coi piedi per terra e tenermi un lavoro sicuro e remunerativo. Se avessi aspettato di sfondare come musicista a quest'ora sarei uno squattrinato; non ho un padre con le mani in pasta dappertutto come quello di Nate. E poi mi piace aggiustare le macchine, le conosco a menadito e potrei costruire un motore dal nulla se avessi tutti i pezzi a disposizione. In compenso do qualche lezione privata ai ragazzi del paese che vogliono imparare a suonare la chitarra... e firmo con Nate alcuni dei suoi pezzi.

Mi affaccio dalla porta dell'officina, quella che un tempo era lo studio veterinario del padre di Sara, per ammirare quella Camaro del '65 che mi hanno portato ieri. È uno splendore, non vedo l'ora di metterci le mani sopra.

Appurato che è tutto al proprio posto faccio di nuovo il giro della casa, riprendo la tazza dal davanzale e torno dentro. Le ragazze stanno chiacchierando come loro solito mentre continuano ininterrottamente a lavorare tra pentole e fornelli, sembra che non si siano nemmeno accorte della mia presenza. Mi fermo appena fuori dalla porta della cucina e mi appoggio con una spalla al muro, ascoltando la loro conversazione.

"Credo che Billy sia più felice di Jack per il suo compleanno. Appena ha aperto gli occhi, stamattina, è corso nel nostro lettone svegliandoci all'alba chiedendomi di portarlo con me anche adesso." Sandy ha la voce melodiosa quando parla di suo figlio.

"Menomale che non lo hai fatto, invece! A parte che si sarebbe annoiato, ma sicuramente avrebbe combinato anche qualche guaio." Interviene Emily. Sempre molto simpatica, devo dire.

Sandy la guarda un po' risentita. "Cosa vuoi pretendere da un bambino di quattro anni?"

"Niente, sono solo contenta che non sia qui." Ribatte lei.

"Però lo vedo molto affiatato con Eli, vero?" Interviene la mia Sara, evitando una discussione inutile.

Il viso di Sandy si illumina. "Sì! Eli ha una pazienza innata con lui. Ci ha messo un po' ad affezionarsi, Billy, ma si può dire che sono stata fortunata ad aver incontrato Eli."

"Più che fortunata, vorrai dire! Dopo il ritorno di quel cretino del tuo ex marito sembrava che la situazione stesse andando a rotoli." Rettifica Emily con il suo classico modo di fare. "Menomale che non era così furbo come credeva di essere, altrimenti il piccolo Billy non lo rivedevi più."

"Non mi ci far pensare. Se non fosse stato per Eli..." Esclama Sandy lasciando il discorso in sospeso.

Devo ammettere che è vero, quale poliziotto incaricato di indagare su Victor, Eli è arrivato al momento giusto, sia per catturarlo con le mani nel sacco che per far breccia nel cuore di Sandy. Quel cretino stava rapendo il povero Billy per chissà quale motivo! Menomale che la famiglia di Sandy aveva seguito le vicende in silenzio e aveva già allertato la polizia, grazie anche alla loro posizione sociale... non sapevo che il padre di Sandy fosse il direttore dell'ufficio immigrazione. Sapevo che erano benestanti ma non fino a questo punto. Forse nemmeno Victor ci aveva pensato che un suo eventuale ritorno non sarebbe passato inosservato.

"Diciamo pure che Eli è risultato essere una scelta interessante da parte tua, dato anche le tue scelte precedenti." La punzecchia Emily. Ma come la sopportano?

"Direi che non ti conviene parlare di questo argomento..." Ribatte Sara nuovamente guardandola in modo ironico. Poi i suoi occhi si spostando su di me. "Logan, che stai facendo lì?"

Tre paia di occhi mi guardano all'unisono, mi sembra di essere un alieno. Mi avvicino a Sara poggiando la tazza nel lavandino e dandole un bacio sulle labbra. "Mi divertivo ad ascoltare i vostri sproloqui."

Emily si mette a ridere. "Sì... come se voi uomini faceste solo discorsi sensati."

Sto iniziando a non sopportarla più. "D'accordo, vado fuori a fare quello che mi avevate detto."

"Vuoi dire che finora sei stato fuori a gingillarti?" Chiede Sandy.

"Non mi sono gingillato," ribatto risentito, "ho fatto un giro nella mia officina."

Lo sguardo sfuggevole che mi rivolgono tutte e tre mi fa capire che dovrei darmi una mossa. Rinuncio a combattere contro di loro e mi dirigo nuovamente in giardino, dove Honey sta placidamente sdraiata al sole di primo mattino. Sento il rumore di un motore avvicinarsi e da dietro l'albero di fico vedo spuntare la macchina di Nate.

Lo osservo parcheggiare e scendere da quel macchinone e subito Honey gli corre incontro scodinzolando per fargli le feste. Lui le accarezza la testa e poi mi saluta. Ah, prima lei e poi me...

"Buongiorno, amico. Ti sei svegliato bene stamattina?" Mi chiede con il suo classico sorrisetto da schiaffi.

"Tu che ci fai qui a quest'ora?"

"Grazie dell'accoglienza... ho visto Emily e Sandy venire qui e mi sono detto che avresti gradito un po' di compagnia maschile, in mezzo a tutte queste donne..."

"Credevo che saresti apparso all'ultimo, troppo preso dalla tua nuova carriera di presentatore di quello show musicale."

"Lo sai che le puntate le registriamo la sera." Ribatte inacidito. "Se non mi vuoi posso sempre tornarmene a casa."

"No, dai... mi fa piacere averti qui. Almeno mi darai una mano a sistemare il giardino per la festa."

Lui sgrana gli occhi, sbalordito. "Che cosa? Devi addobbare ancora il giardino?"

"Sì, perché, hai qualche problema?"

"No no..." Risponde titubante. Gli si legge in faccia che non ha voglia di fare niente, peggio di me. Ma dato che è qui può anche darmi una mano.

"Bene... aiutami a pulire intanto il tavolo e a tirare giù le sedie."

"Potrei andare prima a salutare Sara? O non mi vuoi nemmeno offrire una tazza di caffè?"

Sbuffo, spazientito. "Sì, certo... entra pure."

"Grazie!"

Cammina disinvolto verso la porta, ma prima di entrare lo blocco. "Quella ragazza che ci hai fatto conoscere il mese scorso... Aisha... Amisha..."

"Alyssa." Mi corregge lui.

"Va tutto bene con lei, vero?"

Lui mi guarda nauseato. "Sì, Logan, va tutto bene con Alyssa. La tua Sara è salva con me." Risponde piccato.

Sorrido compiaciuto e lo guardo sbuffare e poi entrare in casa. Credo che proverà sempre qualcosa per Sara, non me la dà a bere, anche se finora si sta dimostrando un bravo amico... ma non mi fiderò mai fino in fondo, anche se dovesse fidanzarsi.

La giornata continua frenetica tra i preparativi della festa. Dopo aver mangiato un boccone veloce, io e Nate iniziamo finalmente a sistemare il giardino e ad addobbarlo con festoni, palloncini e scritte colorate. Fortuna che siamo a luglio. Sara, Sandy ed Emily emergono dalla cucina quando sono le quattro del pomeriggio, appena un'ora prima che inizino ad arrivare tutti gli altri.

"Mi immagino che capolavoro di torta avete fatto per stare tutte queste ore in cucina." Le dico avvolgendo le braccia attorno alla sua vita.

"Oh... sì. Diciamo che ce la siamo anche presa comoda. Ci siamo divertite a farla."

"Ah sì, eh? Mentre io e Nate ci spaccavamo la schiena a preparare il giardino tu e quelle altre due vi stavate divertendo a giocare in cucina." La stuzzico baciandola sulle labbra. "Dovrò decidere come fartela pagare."

La sua risata strappa un sorriso anche a me. "Accetto tutto quello che tu voglia farmi." Ribatte baciandomi.

Certo che dice così, in due anni di vita matrimoniale l'ho minacciata spesso in quel senso, e alla fine ci divertivamo insieme come la prima volta. Anzi, forse di più.

Lentamente iniziano ad arrivare tutti i nostri invitati, i primi sono il nuovo compagno di Sandy con suo figlio. Credo che con lui lei abbia vinto la lotteria. Si vede che stravede per lei, e adora il piccolo Billy. E poi è il suo eroe...

Dopo arrivano i ragazzi della band, mia madre, che non poteva assolutamente mancare, e anche alcuni alunni di Sara, insieme ai rispettivi genitori. Piano piano il giardino si affolla, e quando vedo arrivare la macchina di Andrea avverto subito Sara.

"Sara, sta arrivando tua madre!"

Lei corre subito accanto a me ad accoglierli. Appena Andrea parcheggia, dallo sportello posteriore scende la madre di Sara con il nostro piccolo Jack in braccio. Lo vedo dimenarsi tra le sue braccia finché Laura non lo mette a terra e caraccollando ci corre incontro. "Mamma!" esclama con la sua vocina.

Sara lo prende subito in braccio per coccolarlo. "Ciao amore mio! Come hai dormito da nonna? Sei stato bravo?"

Lui annuisce sorridendo, mentre si gode i baci di sua madre, poi allunga le braccia verso di me.

"Papà!"

Lo prendo dalle braccia di Sara e me lo godo un pochino. "Auguri, campione. Oggi è il tuo compleanno, eh?"

Per ora dice solo mamma e papà, non parla tantissimo, ma per avere un anno è molto precoce. E ovviamente non gliene frega più di tanto che oggi sia il suo primo compleanno. Vuole solo andare a giocare. Si dimena tra le mie braccia per essere lasciato a terra. Mentre Sara saluta i suoi nonni lo accontento e lo vedo avvicinarsi a Honey con la sua andatura impacciata e barcollante. Subito viene raggiunto da Sandy e Billy che se lo portano via dopo avermi sorriso per tranquillizzarmi. Lo osservo giocare col piccolo Billy finché non si confonde tra la folla. A quel punto riesco a tornare da Sara per salutare i suoi nonni venuti apposta dall'Italia.

"Ed ecco tuo marito." Mi indica sua nonna. "Come stai, Logan?" Mi chiede con quel sorriso caldo e rassicurante.

"Bene, signora Lucia, benvenuta a casa nostra."

Lei annuisce, contenta della mia educazione, poi è la volta del nonno di Sara. Si avvicina per stringermi la mano, ma è un tipo molto più serio rispetto a sua moglie.

"Logan... mi fa piacere vedere che state bene."

"Grazie, signore. Mi fa piacere vederla qui."

Lui annuisce compiaciuto e subito Laura e Sara li prendono a braccetto per portarli in casa ed offrire loro qualcosa da bere.

Resto ad osservare la situazione dal mio punto di vista. A soli 28 anni posso dire di essermi sistemato. Ho un lavoro che mi piace e che mi permette di mantenere la mia famiglia, arrotondando con le lezioni di chitarra e le canzoni scritte a quattro mani con Nate. Sinceramente mi sarebbe andato bene anche se Sara avesse deciso di restare a casa invece di lavorare, ma di fare la casalinga proprio non se la sentiva.

E nemmeno di accettare la proposta di Dan.

Quando lui ha chiesto a Sara di decidersi se accettare o no la sua offerta di lavoro Sara lavorava ancora alla mensa, e anche se lavorare con i bambini è sempre stato il suo sogno, diventare famosa per farlo non era mai stato il suo scopo, così ha rinunciato. Però ha fatto in modo di ricevere la licenza che le avrebbe permesso di insegnare come maestra a tutti gli effetti. In fin dei conti era già sua. Anche se un po' contrariato per il suo rifiuto, Dan ha accettato. Non ho mai capito se lo ha fatto perché effettivamente sapeva che era giusto così o solo perché aveva scoperto che Sara era in qualche modo la figliastra di Andrea Bartoli. Fatto sta che poi tutte le cose si sono sistemate nel loro giusto ordine come un gigantesco puzzle. Un posto di lavoro come insegnante elementare si era appena liberato nella scuola elementare dove la stessa Sara aveva studiato... Quale posto migliore per esercitare la propria professione se non quello dove hai mosso i primi passi? Con questa frase tra le labbra ha fatto subito domanda per venire assunta. Inutile dire che l'hanno accettata immediatamente.

Un anno dopo ci stavamo sposando nella chiesa di San Bernardino, circondati dai nostri amici e parenti. Dopo una luna di miele in Italia, ospiti dei genitori di Laura, siamo venuti a vivere qui. Abbiamo sistemato la casa come meglio si avvicinava al nostro stile, trasformando l'ambulatorio veterinario nella mia officina e iniziando la nostra vita insieme.

Un anno fa è nato il nostro piccolo Jack...

"Logan?"

La voce di Veronica mi risveglia dal mio mondo personale.

"Veronica, ciao." Le sorrido. È diventata una fantastica bambina, crescendo.

"Sara mi ha mandato a chiamarti, mi ha detto di salire in camera di Jack perché voleva parlarti."

Strano. "Ti ha detto di cosa?"

"No." Rispondendo scuotendo la testa. "Ma non mi sembrava molto normale." Aggiunge, poi si volta e si allontana, avvicinandosi a Jack e prendendolo dalle braccia di Emily.

Decido di entrare in casa e salire al piano di sopra. La porta della stanza di Jack è accostata, la spingo per aprirla e vedo Sara davanti alla finestra, che mi dà le spalle.

"Ehi... mi hai chiamato?" Chiedo avvicinandomi.

Lei si volta per un attimo verso di me e mi sorride, allungando le braccia per farsi raggiungere. Poi torna a guardare fuori dalla finestra tutta la gente riversa nel nostro giardino. "Ti rendi conto che il nostro bambino ha già un anno?" Mi chiede avvolgendo le sue braccia magre attorno al mio corpo.

La abbraccio a mia volta, stringendola forte. "Già... passa veloce il tempo. Non vedo l'ora di insegnargli a suonare la chitarra."

Lei resta un attimo in silenzio, pensierosa, poi chiede: "Come si chiamava tuo padre?"

Che strana domanda. "Richard. Tenente dei vigili del fuoco Richard Garrett. Perché?" Chiedo a mia volta. Le avevo già parlato di mio padre. Morto durante l'esercizio della sua professione in un'esplosione, quando io avevo appena dieci anni.

"Niente... ho pensato di chiarire le possibilità che abbiamo."

Non capisco. La volto verso di me per guardarla in viso. "Di cosa stai parlando?"

Il suo sguardo si fa dolce e caldo. "Dato che abbiamo dato il nome di mio padre al nostro primo figlio... mi chiedevo che nome dare al secondo."

La guardo per un attimo in silenzio, confuso e allibito dalla sua dichiarazione. Quando finalmente realizzo quello che mi ha detto un sorriso estasiato si dipinge sul mio viso. "Un figlio?" sospiro.

Lei annuisce, sorridendo con gli occhi lucidi.

Osservo il suo viso perfetto in ogni dettaglio... è così bella! Una gioia incontenibile esplode nel mio cuore. La abbraccio con foga, stringendola a me quasi fino a farle mancare l'aria, poi torno a guardarla in faccia. "Un altro figlio!" Lei annuisce di nuovo.

"E se fosse una femmina?" Chiede.

"Sarà la mia principessa." Esclamo estasiato, baciandola e stringendola nuovamente a me.

FINE

Spazio Autrice:

Ed eccoci arrivati alla fine. Come avevo detto, ultimamente ero entrata un po' in crisi e i penultimi capitoli sono stati difficili da scrivere, ma con questi ultimi due credo di aver risolto un po' meglio la situazione. Spero solamente che non li troviate un po' troppo sdolcinati... spero di non dovervi pagare il conto del dentista. eheheh

E comunque, come ad ogni storia che si rispetti anche con questa siamo arrivati alla fine. Non mi resta che ringraziare tutte le mie assidue lettrici che mi hanno seguito sin dall'inizio e mi hanno sostenuto con i loro commenti e le loro stelline, ma soprattutto che mi hanno fatto capire che sono stata capace di farle emozionare, e questo per me è un grandissimo successo. Per questo vorrei citare quelle più importanti che mi hanno accompagnato in questa avventura.

Manu298 DeboraSilvestri9 _Tavi01_ BenedettaRigolassi e molte altre che adesso mi sfuggono. Non me ne vogliano ma spero che sappiano che siete tutte davvero molto speciali per me.

Vi adoro e vi saluto, sperando vi ritrovarvi alla mia prossima storia, dove, ovviamente, siete tutte invitate con posti in prima fila. ;-)

Un bacio a tutte.

Laura

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