Capitolo 7

Piccola bisbetica.

Ragazzina irritante, che si atteggiava da donna vissuta con quel completo da segretaria.

Marco era riuscito a mal appena a concentrarsi dallo scrivere sul suo quaderno appunti essenziali per il suo lavoro, poiché era infastidito da una erezione che non l'aveva lasciato nemmeno dopo che Sofia si era allontanata da lui, poiché continuava a ripensare all'argomento preso e dalla inesorabile, attrazione che provava nei suoi confronti.

Era stato sul punto di baciarla, lì con altra gente e sua figlia a pochi passi da loro, senza pensarci minimamente.

Ogni volta che stava vicino a lei, ogni minima volta, capitava... questo!

Dal fastidio e irritazione, si ritrovava a desiderarla fortemente.

Non poteva e non voleva essere coinvolto in nessun approccio con quella donna. Era una distrazione che non poteva permettersi di avere.

Cercò di concentrarsi di nuovo sull'orchidea, ma gli basto guardarla per ripensare a Sofia e alla conversazione avuta per ritornare al punto di partenza. «Maledizione a quella donna!» imprecò, gettando penna e quaderno sul suo zaino. Adesso non riusciva neppur a lavorare. Grandioso!

Un altro segno che doveva mantenere le distanze.

Si diresse verso il lago, dando nel frattempo un'occhiata in giro, non vedendo Anna da nessuna parte.

Si gettò l'acqua fresca sul viso, sentendosi leggermente meglio, per poi guardare di nuovo in giro. Nulla.

Sua figlia non era nei paraggi, ma ciò non lo preoccupò molto, poiché Anna era abbastanza matura da non mettersi in pericoli e consapevole che era abituata a stare in mezzo alla natura.

Cominciò a preoccuparsi allorché non vide nemmeno Sofia e quella donna con la natura, aveva notato, non andava molto d'accordo.

«Avete visto Anna e Sofia?» chiese al trio, ancora disteso sul prato.

«Prima ho visto Anna trascinare Sofia lì infondo, probabilmente alla ricerca di altri animali» lo informò Crist, segnando un punto impreciso a poca distanza da loro.

Marco aggrottò le sopracciglia, indeciso se cercarle o lasciarle libere di esplorare da sole i dintorni. Non voleva dare l'impressione che fosse per lui importante saperla al sicuro o dimostrare una particolare preoccupazione per lei.

Poteva quasi immaginare il suo sguardo soddisfatto, non appena avrebbe notato la sua presenza.
Avrebbe pensato che, dopo le storie sulle orchidee, lui stesse in qualche modo provando un approccio con lei... cosa assolutamente falsa!

«Suvvia Marco» lo richiamò Biagio, con il suo solito sguardo allegro. «Vedrai che si staranno divertendo da qualche parte nelle vicinanze.»

Un improvviso urlo di donna attirò l'attenzione di loro e anche gente vicine a loro.

«Posso anche sentire l'urla di divertimento di Sofia» commentò Crist.

Un altro urlò alleggiò nell'aria e questa volta era più che evidente di chi fosse.
«Questo non era un urlo di gioia>> commentò accigliato Marco, correndo nella direzione della voce, seguito a ruota dagli altri.

«Accidenti proprio ora che avevo fame» commentò sbuffando Crist, correndogli dietro.


Sofia si fermò solo perché non aveva più fiato e sentiva i polmoni bruciare, ma aveva ancora l'energia per muoversi agitata con la speranza che quel animale si fosse tolto dalla sua spalla.

«Vai via! Via!!» gridò tenendo gli occhi serrati, sapendo che se lo avesse visto sarebbe stato peggio.

«Se n'è andato.»

La voce di Anna sovrastò la sua, superando il suo terrore e entrando nella sua testa affinché finalmente smise di agitarsi e aprì gli occhi lentamente.

Era vero, notò con sollievo, nella sua spalla non c'era più.

Anna fece dei profondi sospiri, notando che anche lei era ansante e aveva le guance rosse. «Corri molto velocemente quando hai paura, lo sai?>>

Suo malgrado, Sofia sorrise. «In realtà io andavo in palestra e facevo almeno un'ora di tapirulan» anche se non a una grande velocità, ma quello era un dettaglio.

Si guardò in giro, notando che erano immerse nella boscaglia.

«Dove siamo finiti?»

«Hai corso come una furia senza guardare dove stavi andando e io non ho potuto fare altro che inseguirti» spiegò Anna, guardandosi intorno, a disagio «Non ho idea di dove sia la strada per uscire da qui.»

Sofia chiuse per un attimo gli occhi, dandosi dell'idiota da sola. «Okay, niente panico» cominciò, gesticolando con le mani.

Anna, che era molto più tranquilla della sua compagnia, non fece commenti lasciandola fare mentre si guardava in torno.

«Non preoccuparti Anna» stava dicendo la donna, muovendosi in modo trafelato «ti riporterò fuori di qui in un batter d'occhio.»

«Sofia, forse potremmo...» la ragazzina venne interrotta, da un grido di gioia della donna che sollevò da terra un ramoscello dalle misure di un cucchiaio di legno. «Ah! Questo ci servirà se qualche altra bestiaccia provasse a considerarci il suo pasto.»

Anna mise una mano sulla testa, perplessa. «Eehm, non credo che ci siano animali così feroci in giro di giorno e comunque non credo nemmeno possa essere utile.»

Sofia emise una risata, muovendo la nuova arma con sicurezza. «Ti sorprenderebbe come riesco a sfruttare degli oggetti, all'apparenza insignificanti, in armi. Chiedilo a tuo padre.»

L'altra, incuriosita da quell'ultima informazione, fece per chiederle altro, ma non riuscì a farlo poiché un rumore poco più in là, in mezzo ai cespugli, attirò la loro attenzione.

«Cosa è stato?» chiese Anna a Sofia, che si era irrigidita all'istante.
«Forse è un piccolo coniglio selvatico che saltella fra i cespugli» provò a suggerire Sofia, ma un suono acuto come un richiama di un animale, fece sussultare entrambe. Anna le si gettò addosso, adesso spaventata anche lei. «I conigli fanno questo verso?»

«N-non ne ho id-idea» balbettò Sofia, cominciando a tremare, ma all'ennesimo rumore, prese la mano di Anna «ma non ho particolar voglia di scoprirlo» e con questo la incitò a correre, senza fermarsi.

Anna scivolò a causa di una radice fuoriuscita di un albero e Sofia l'afferrò per i fianchi, non fermandosi. «Posso camminare, dammi un secondo per reggermi sola!» le disse agitata, rischiando di cadere una seconda volta.

«Non abbiamo tempo per le cadute e i rialzi, dobbiamo correre!» Anna l'avrebbe trovata una situazione quasi comica, con lei che quasi saltellava, mentre Sofia continuava tenerla e sollevarla a tratti, se non fosse per la situazione.

Si fermarono solo nel momento in cui videro un enorme masso abbandonato nella zona più rocciosa della riserva. Si nascosero dietro esso e solo allora ripresero respiro.

O almeno lo fece Anna, allorché Sofia si guardò in torno con ansia.

«Te lo già detto, è difficile che qualche animale feroce possa camminare per la foresta di giorno.»

«Ah sì? E che mi dici di quell'animale che ha emesso quel suono e che ci stava inseguendo?» chiese Sofia, guardando oltre la roccia con il suo ramo sempre sotto mano.

«Poteva essere qualsiasi cosa, non è detto che fosse un animale... o almeno non feroce» si corresse dopo, notando lo sguardo dubbioso di Sofia.

Quest'ultima sospiro, strisciando a terra e sedendosi sulla morbida terra. «Oh, sono un disastro. Non sono nel mio elemento e tutto per me è così diverso che tendo a farmi prendere dall'agitazione.» Fissò Anna con sguardo dispiaciuto. «Perdonami Anna. Ci siamo perse a causa mia...» non riuscì a continuare allorché l'altra scosse la testa. «Non dire così, a me diverte molto la tua compagnia. Con te non ci si annoia mai!» esclamò con entusiasmo, facendo suo malgrado sorridere Sofia.

«Ne sono felice» mormorò con finto compiacimento, pensando a come doveva essere preoccupato Marco, non vedendo la figlia. Ebbe un tremito a immaginare la sua furia non appena avrebbe scoperto quale fosse stata la causa.

Forse essere uccisa da un animale della foresta sarebbe stato meglio che subire le sue ire, pensò non del tutto scherzando.

Un rumore improvviso, questa volta molto vicino a loro, le fece alzare come molle da dov'erano sedute.

«Stavo scherzando, stavo scherzando!» emise allibita la donna, sotto lo sguardo confuso della sua piccola amica.

Il rumore si fece sempre più vicino, portando impulsivamente Sofia a tenere con fermezza il suo pezzo di legno e a farsi avanti.

«No Sofia, corriamo via!» le bisbigliò Anna, spaventata.

L'altra scosse la testa. «Non abbiamo il tempo, è troppo vicino. Questo bastone dovrà pur spaccargli almeno la testa» commentò, pregando che fosse così.

Da rumore si accorse che era alle loro spalle, dietro la loro roccia, e Sofia si mise sulla difensiva pronta a coglierlo di sorpresa.

Non appena vide l'ombra, nonostante ebbe un sussulto di paura, emise un grido e si fece avanti pronto a colpirlo.

Il ramo non riuscì nemmeno a raggiungerlo poiché venne bloccata a mezz'aria.

E' finita, pensò Sofia tenendo gli occhi chiusi spaventata, sarò sbudellata e sbranata da quella creatura... che aveva un approccio particolarmente delicato.

Accorgendosi che a tatto la presa sul suo braccio non poteva essere di un animale, aprì gli occhi.

Incrocio lo sguardo verde e tempestoso di Marco.
«Oh, dio grazie...» stava per dire Sofia, sollevata di vederlo, ma venne bloccata dalla voce imperioso dell'uomo. «Si può sapere che cosa vi è saltato in mente?» le urlò fin quasi a trapassarle i timpani.

Anna, riconoscendolo, uscì dal suo nascondiglio, con sguardo colmo di sollievo. «Papà...»

«Con te parliamo dopo» la indicò l'uomo con tono molto più lieve, ma altrettanto severo, puntando poi di nuovo sulla donna.

«Cos'hai in quella zucca che ti ritrovi come testa? Inoltrarti in una foresta che per quanto protetta, è piena di rischi da ogni parte.» Il suo tono era duro e le tracce di calore di prima era scomparse, o almeno non era lo stesso calore.

«Sapevo che eri una pazza incosciente, da quando ti ho visto su quel dannato tetto, ma pensavo ci fosse un limite al tuo essere folle...»

«Okay, time aut!» lo fermò con decisione l'accusata, sentendo di aver raggiunto un limite di sopportazione alle sfuriate.

«E' stato un incidente, non era prevista questa passeggiata inoltrata nei boschi» cercò di spiegare sapendo che avrebbe rischiato l'ennesima umiliazione.

«Una specie di mostriciattolo nero...» iniziò Sofia, volendo spiegare cos'era successo.

«Salamandra.» le venne in aiuto Anna, dietro di loro.

«...Grazie, una salamandra mi stava addosso e io per la paura o cominciato ad agitarmi e senza pensarci ho corso con la speranza che si staccasse.»

«Sofia» cercò la sua attenzione Anna, ma a quel punto lei era troppo concentrata a spiegare, soprattutto sotto lo sguardo scettico dell'uomo.

«E tu saresti scappata in mezzo alla boscaglia, insieme a mia figlia, per un piccolo animale sulla spalla? Sei seria?» Gli disse a quel punto l'uomo, più che mai sconcertato.

«Papà...»

«Ovviamente!» gli rispose l'altra, «e, tecnicamente, non era un piccolo animaletto ma era molto grosso e poi, sempre tecnicamnte...»

«Scusate...» provò ancora Anna.

«Anna mi è corsa dietro, non l'avrei mai portata con me» volle specificare la donna.

«Quindi mi stai dicendo che è colpa sua se si trova qui?»

«Non ho detto questo!»

«Papà, Sofia voltatevi!»

Entrambi si voltarono verso la bambina, che stava segnando con mano tremante un punto in un cespuglio poco lontano.

Entrambi sgranarono gli occhi allorché notarono una coda piena di peli muoversi con eleganza e il cespuglio far rumore con le foglie in movimento.

Fulmineo, Marco prese Anna e la tirò verso la roccia, portando con sé anche Sofia. «Hey!» urlò l'altra, sentendosi afferrare improvvisamente e spinta dietro la roccia.
«Fai silenzio per una volta e sta giù!» le ordinò bisbigliando, guardando oltre la roccia.

Quest'ultima, anche se preoccupata, si accigliò per il suo tono di comandante e si sollevò al suo fianco per guardare oltre la roccia, ottenendo un'occhiataccia da Marco. «Non sai proprio stare al tuo posto» la beccò.
«Potrebbe esserci qualsiasi animale e tu non riesci a comprendere quand'è il momento di stare buon e zitta.»

L'altra non si fece mettere i piedi in testa, incrociando il suo sguardo sprezzante. «Bè, in tal caso, non sarò di certo da te che imparerò a farlo.»

«Guardate» bisbigliò Anna, anche lei sollevandosi come loro per guardare.

«Anna» fece l'uomo, contrariato che nemmeno la figlia avesse eseguito le sue indicazioni. «Almeno tu potresti...»

«Guarda» ripeté la bambina, con occhi sgranati, portando per l'ennesima volta entrambi a eseguire.

Rimasero entrambi sconvolti.

La coda era stata sostituita da una testa felina. Precisamente, testa larga e massiccia, muso corto e grandi occhi ellittici verde-oro.

«Il gatto selvatico» bisbigliò Anna, affascinata, mentre la coppia era più che mai sconvolta da quella apparizione.

Il gatto selvatico era praticamente impossibile da vedere, poiché era per lo più un animale notturno. E adesso loro avevano l'occasione di ammirarlo in tutta la sua bellezza.

Il gatto, ignaro dello sguardo affascinato e sconvolto del trio, dopo averli osservati con i suo profondi occhi, sembrò non trovarli interessanti poiché uscì allo scoperto mostrando il suo corpo dal pelo lungo, come le sue orecchie. La coda cilindrica era lunga almeno la metà del corpo e gli arti erano robusti e i vistosi anelli e la punta nera della coda, insieme alla fascia nera sul dorso che si interruppe va alla base della coda, erano i suoi caratteri più distintivi.

«E' bellissimo» mormorò estasiata Sofia, con gli occhi che brillavano.

«Bellissima» disse improvvisamente Marco, attirando la sua attenzione, sorpresa.

Quest'ultimo fece un gesto con testa in un punto più roccioso dove, con impegno della vista, Sofia riuscì ad intravedere un buco tra le rocce.

Da lì vide qualcosa che le sciolse il cuore. Un piccolo micetto selvatico stava uscendo dalla tana, percependo forse la presenza della madre.

Riuscì a mal appena a sentire il suo suono, simile a un miagolio. Ma la madre, dall'udito decisamente più fine, lo percepì immediatamente scattando verso il piccolo.

In pochi secondi, com'era apparso, il gatto selvatico scomparve dentro la tana con suo piccolo, lasciandoli come se avessero sognato la sua presenza.

«Ditemi che l'avete visto anche voi e che non me lo sono immaginato» chiese Sofia, fissando i due.

«Era davvero il gatto selvatico e non solo, c'era anche il suo piccolo» confermò Anna, entusiasta come lei.

Marcò camminò intorno alla roccia, per poi dare un'occhiata sul terreno. Prese un ramoscello con delle foglie e lo spazzò in torno alla zona dove prima era stato l'animale.

«Cosa stai facendo?» chiese stranita la donna, raggiungendolo.

Marco non alzò nemmeno il viso, mentre si adoperava nel suo compito. «Smaschero le impronte per far sì che nessun'altra pazza possa mai percorrere questa zona, così da trovare la tana.

Sofia strinse i denti, infastidita dal suo solito cinico sarcasmo. «Senti tu, razza di...» ma poi si fermò, analizzando la sua frase. Il suo sguardo era rimasto concentrato e il suo tono di voce non rimasto fermo, senza alcuna traccia di sarcasmo.

Emettendo un sospiro, passò oltre a lui e con la scarpa strisciò sul terreno dove prima c'erano state le impronte, fino a raggiungere i cespugli dove le tracce finivano.

Percepì solo per qualche istante i suoi occhi su di lei, ma Sofia continuò col suo compito mantenendosi concentrata.

Ancora una volta, era rimasta spiazzata dal comportamento di Marco.

E non sapeva cosa pensare. 

PICCOLO SPAZIO A ME!!!!

Ciao a tutti!
Manco da molto tempo, ne sono consapveole e mi dispiace. Parecchi impegni mi hanno costretta ad occupare il mio tempo e uno in particolare è OLTRE LA MASCHERA. Infatti vi comunico che dal 29 Maggio, Oltre la maschera è stato pubblicato da una Casa editrice! Ovviamente la vecchia versione rimarrà su wattpad, ma se vi fa piacere leggere una nuova versione con diversi particolari del romanzo, potete trovarlo online in diverse piattaforme! 
Tornando invece al capitolo di oggi, IL CORAGGIO DI RICOMINCIARE ritornerà fino alla fine, infatti questo tempo l'ho occupato anche per terminarlo e quindi poter pubblicare i capitoli con maggior frequenza!!! Spero ne siate felici!
Io non vedo l'ora di ripubblicare per voi e di sentire di nuovo il vostro calore e incoraggiamento che da sempre mi ha caricato per le mie storie!
Per ora è tutto ragazzi, alla prossima!

P.S. se preferite un giorno in particolare per la pubblicazione dei capitoli, lunedì, mercoledì o venerdì scrivetemi sui commenti e chi andrà per la maggiore sarà quella segnata. CIAO!!!

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