Capitolo 21

Dopo quell’episodio Anna non tornò più sull’argomento, ma Marco sapeva che qualcosa era cambiato dentro di lei. Se ne accorse da come si comportava, non faceva più molte cose con lui e a volte la coglieva a fissarlo pensando che non se ne accorgesse. Era sempre stato consapevole che prima o poi avrebbe dovuto dirle la verità, ma per quante volte l’avesse pensato, agire era dannatamente difficile!
Doveva ringraziare Sofia per l’aiuto che gli stava dando. Anna adorava la sua compagnia e pensava seriamente che solo grazie a lei, fosse riuscita a non chiudersi del tutto in sé stessa. L’indomani sarebbe stato il giorno di Natale e l’avrebbero festeggiato con Sofia; sperava, con tutto il cuore, di vedere ricomparire il sorriso di sua figlia.

***

«Mancano poche ore a Natale e io non ho ancora un regalo per Marco. Sono la peggiore!» Sofia affondò il viso nella sua sciarpa di lana, ideale per quella giornata fredda.
«Andiamo, non posso credere che sia così difficile» commentò Lena, al suo fianco mentre camminavano per il paese, alla ricerca degli ultimi doni. «Deve pur esserci qualcosa che desidera.»
«Ma hai visto la sua casa? Non farti ingannare dal suo abbigliamento, in realtà è un miliardario sotto copertura.» Okay, forse stava esagerando, ma era indubbiamente benestante. Per giunta aveva provato a chiedergli cosa desiderasse, ma lui era stato evasivo, dicendole che non voleva nulla in particolare. Molto d’aiuto.
«A questo punto direi che bisogna agire in un’altra maniera» dichiarò improvvisamente Lena.
«E cioè?»
Le lanciò uno sguardo malizioso. «Un regalo che, in qualunque stagione è ben accetto.»
«Sesso?» chiese Sofia scettica.
«Sesso.»
«Guarda che quello è un regalo che condividiamo ogni volta che ne abbiamo l’occasione, te l’assicuro.»
Lena rise. «Non è detto che non lo si possa rendere diverso e… più intrigante» mormorò.
«Niente da fare, non faremo sesso a tre» considerò Sofia, in tono scherzoso, anche se dubbioso.
L’amica le diede un colpetto sul braccio. «Ma dai Sofia, vieni con me» disse prendendola sotto braccio, quasi trascinandola.
«Vedrai renderemo il tuo primo Natale con Marco unico e indimenticabile.»

***

Mancava poco meno di mezz’ora a Natale e Marco aveva tutte le intenzioni di passare la notte della vigilia con Sofia. Era più che mai curioso di scoprire il motivo del suo strano comportamento.
Spesso l’aveva vista scappare con lo sguardo quando aveva incrociato il suo, per poi arrossire; ne era rimasto perplesso, ma poi l’aveva sorpreso bisbigliandogli all’orecchio di raggiungerla a casa sua.
Sentire quelle parole aveva fatto nascere in lui diverse emozioni contrastanti. Proprio per questo, dopo essersi accertato che sua figlia si fosse addormentata, corse fuori. Neanche il freddo pungente poté disturbare il calore che sentiva dentro, al pensiero di poter stare solo con lei. Non appena fu davanti alla porta, bussò piano.
«Sofia?» la chiamò, inarcando un sopracciglio.
«Oh, si… Puoi entrare!» balbettò lei.
Varcò la soglia con esitazione e rimase a occhi sgranati: c’erano tantissime candele sparse per la stanza che rendevano l’atmosfera romantica.
«Hai di nuovo avuto problemi con la corrente elettrica?» chiese, non del tutto ironicamente. Sofia era imprevedibile. Nessuna risposta. Bene, pensò guardandosi intorno, la cosa stava diventando interessante. Abbassò lo sguardo e notò alcuni petali sparsi a terra che portavano in una direzione precisa; seguì la traccia, fremendo dentro di sé, quando comprese dove stava andando.
Raggiunse la camera da letto in pochi attimi. «Sei qui dentro?»
«Non varcare quella soglia, fino a che non sarà mezzanotte» fu la risposta.
Marco prese il suo telefono e vide che mancavano cinque minuti. «Stai scherzando vero?» chiese allibito.
«No! Non osare entrare o giuro che chiudo la porta a chiave» lo minacciò.
Marco emise un sospiro impaziente. Si dice che l’attesa in un certo senso esalta il piacere, ma lui non era di questo avviso. Nell’attimo in cui scattò la mezzanotte, stava già aprendo la porta e ciò che vide lo lasciò letteralmente senza parole. Sofia era vestita da sexy Babbo Natale.
«Buon Natale!»
Indosso a lei quel vestito trasmetteva tenerezza e sensualità, due cose che fecero impazzire Marco che si lanciò subito sulle labbra della donna, in un bacio infuocato e selvaggio. Sofia non obbiettò, anzi gli cinse il collo con le braccia. «Deduco che la sorpresa ti sia piaciuta» gli sussurrò sorridendo, tra un bacio e l’altro, poiché Marco non era intenzionato a lasciarla andare.
«Direi molto di più» le bisbigliò a fior di labbra, desideroso più che mai di avere un contatto più intimo con lei e anche Sofia sembrava del suo stesso avviso, poiché cominciò a spogliarlo.
Marco fu velocissimo a toglierle il travestimento, lasciandole solo le calze. Le alzò una gamba mettendola sopra la sua spalla, baciandole l’incavo del ginocchio e suscitando in lei un brivido di piacere. «Mi hai fatto temere il peggio stasera» le disse Marco, tra un bacio e l’altro, avvicinandosi sempre di più verso la fonte del suo desiderio, facendola rabbrividire.
«Non volevo che… che tu scoprissi… la sorpresa» gemette, riuscendo con difficoltà a dire una frase, mentre lo sentiva sempre più vicino.
«Sorpresa riuscita, allora» commentò Marco, per poi impegnare la bocca con altro, cosa che andò benissimo anche per Sofia.
Quella, probabilmente per entrambi, sarebbe stata una delle notti più eccitanti vissute insieme.

***

La mattina di Natale non poteva iniziare in modo migliore: sentiva dei rumori provenire dalla cucina, Marco le stava preparando la colazione. Il ricordo della notte appena trascorsa si fece strada nella sua mente ma lo squillo del telefono interruppe quel momento. Era una videochiamata da parte della madre.
«Va bene Sofia, fai un bel sorriso» mormorò, indossando la maglia di Marco, la prima cosa che poté afferrare velocemente, prima di rispondere.
«Sofia! Quanto ci metti a rispondere, santo cielo!» esclamò la madre.
«Buon Natale!» replicò lei, con eccessivo entusiasmo.
«Tesoro, buon Natale anche a te! Come stai? Ti vedo dimagrita. Mi spieghi perché non chiami spesso? Non ho tue notizie da giorni…»
Sofia fu investita da una valanga di domande alle quali la madre non voleva davvero una risposta, il suo era solo un modo per esprimere tutto il suo disappunto e lei, da brava figlia, ascoltò in silenzio.
«Il Natale sembra così strano senza di te…» continuò la madre. Poi vide suo padre. «Ciao tesoro!»
«Ciao papà!» lo salutò con affetto.
«Stai bene? I lavori stanno andando per il meglio?» le chiese, ma venne frenato dalla moglie che spostò la telecamera verso di lei. «Non avevo ancora finito!»
«Ma se non hai smesso un attimo» commentò il consorte.
«Ho solo fatto qualche domanda!»
«Vorrei chiedere anch’io qualcosa a mia figlia, se permetti.»
«Allora torna tra mezz’ora!»
Sofia emise un gemito, sprofondando la fronte nel cuscino. Non si smentivano mai. Un urlo improvviso di sua madre le fece alzare la testa verso lo schermo. «Che succede?» Si erano forse presi per la gola? Sua madre aveva, praticamente, appoggiato il viso allo schermo e Sofia aveva una chiara immagine di ogni ruga.
«Non credo ai miei occhi» disse, con occhi sgranati.
«Cosa?» chiese il padre, dietro di lei.
«Non posso crederci» ripeté la madre.
«Non riesco a capirti così, donna!»
«Mamma ti si vedono tutte le rughe» commentò con voce pacata Sofia.
La donna si scostò immediatamente e mantenne una distanza di sicurezza. «Sofia, non voglio spaventarti, ma credo di aver visto un uomo attraversare il corridoio, dietro di te.»
Sofia ebbe un sussulto rendendosi conto che la madre aveva visto Marco. «Mamma credo che tu ti stia sbagliando…» disse con difficoltà. Finora non aveva accennato nulla ai suoi di Marco e non credeva fosse ancora arrivato il momento.
«Ma cosa vai a pensare» disse il padre, rivolto alla moglie. «Sei forse impazzita?»
«Ti dico che l’ho visto! Era anche nudo con solo un asciugamano ai fianchi!»
Sofia mise una mano sul viso rosso.
«…Okay, ora sono proprio convinto, sei impazzita» concluse il padre, scuotendo la testa.
«So ancora riconoscere un uomo ben fatto, anche se non lo vedo da parecchio tempo!»
«Che vorresti insinuare?!»
«Devo proprio andare adesso, vi voglio bene!» quasi urlò Sofia, chiudendo la videochiamata.
Emise un sospiro di sollievo, premendo il viso sul cuscino. Aveva solo rinviato una guerra, ma almeno così aveva preso tempo per escogitare un buon piano.

***

L’anno nuovo era arrivato portando con sé enormi cambiamenti sia per Sofia che per Marco.
Lei si sentiva leggera e nemmeno i timori di aprire un’attività sembravano poterla rabbuiare, perché era felice. Ed era consapevole che buona parte di quella felicità era dovuta all’uomo che in quel momento stava osservando con occhi brillanti. Erano in pasticceria a verniciare le pareti; era riuscita a risparmiare abbastanza per acquistare l’attrezzatura e ora il locale cominciava ad avere forma. Dopo parecchie insistenze, aveva ceduto alle richieste di Marco di aiutarla e ora stavano lì, fianco a fianco, a verniciare le pareti di color verde acqua.
Marco, sentendosi osservato, si voltò verso di lei regalandole poi un sorriso che riusciva a scioglierle il cuore. Ormai ne era diventata dipendente, dato che non aveva spesso la fortuna di vederlo illuminare il suo volto. Il più delle volte lo sorprendeva perso nei suoi pensieri, non proprio felici deduceva, dato che il suo sguardo era scuro e freddo, a volte persino preoccupato.
«Cosa guardi con tanta attenzione?» le chiese, con uno scintillio malizioso dei suoi occhi verdi.
«Oh niente che già non conosca» emise Sofia, volendo giocare.
Marco alzò un sopracciglio facendo un’espressione arrogante che tanto le piaceva. «Oh, mi stai dicendo che ti stai già stufando del mio corpo?»
Sofia alzò le spalle. «Mmh… non proprio, ma forse per renderlo di nuovo di mio gradimento dovremmo aggiungere un po’ di colore…» Detto questo tentò di avvicinare il pennello al viso dell’uomo, ma Marco, perspicace, fece una mossa veloce per deviarlo e con agilità le afferrò le spalle. «Troppo lenta signorina» mormorò con uno sguardo di vittoria. Non contento fece ciò che aveva pensato lei: le verniciò metà guancia fino a raggiungere la base del naso.
«Oh!» esclamò Sofia sgomenta, fulminandolo con lo sguardo. «Sei proprio un…»
«Adorabile uomo, non è vero?» finì lui per lei, ridendo di gusto.
Sofia scosse la testa, non riusciva a rimanere offesa con lui, soprattutto quando poteva gustarsi la vista del suo sguardo così allegro che lo rendeva ancora più affascinante di quando era serio. Gli mise una mano sul viso per poi avvicinare il suo. La risata dell’uomo scemò non appena capì le sue intenzioni. Era sempre così, si rese conto Sofia lasciandosi travolgere dal piacere che provava sentendo la sua lingua giocare con quella di lui, un susseguirsi di giochi, risate e subito dopo passione. Ogni volta finivano per gettarsi l’uno nelle braccia dell’altra. Non avrebbe mai immaginato che potesse essere così.
Marco era diventato più di un amante, era un amico con cui parlare e a cui chiedere consigli, era la persona con cui scherzare e giocare, con lui era sé stessa senza riserve.
Marco sgranò gli occhi quando sentì qualcosa di freddo e liquido passargli metà zigomo per poi salire all’orecchio e ai capelli. Staccò le labbra da Sofia, notando il suo sguardo birichino. «Sei davvero…» Non riuscì a finire perché la donna continuò a pitturarlo.
«Okay donna, te la sei cercata!»
Sofia lo guardò con un’espressione di sfida. «Fatti sotto, uomo» lo prese in giro.
Fu una vera guerra; Marco riuscì a incastrarla sotto di lui sul pavimento, con uno sguardo vittorioso e il pennello in mano.
«Ti scongiuro fermati» lo pregò Sofia, senza fiato. «Sappi che dovrai ricomprarmi la vernice.»
«Ti comprerò tutte le lattine che ci sono in negozio se in cambio potrò scattarti una foto in questo stato» le disse ridendo.
«Stop! Fermiamoci, non ne posso più» esclamò esausta, cominciando ad avvertire fastidio agli occhi a causa della vernice.
«Vado a prendere dei panni da bagnare, che avevo portato con me» disse subito Marco, dirigendosi nell’altra stanza dove avevano lasciato le loro cose.
«Certo che sei proprio equipaggiato» lo prese in giro Sofia, mentre si stropicciava gli occhi e andava verso l’uscita. L’odore era diventato insopportabile. Accidenti come brucia, pensò infastidita mentre strofinava gli occhi.
«Mi scusi» disse una voce alle sue spalle. «Avrei bisogno di alcune informazioni.»
«Sì certo, se posso aiutarla…» rispose agitata e imbarazzata, cercando di pulirsi alla meglio con la felpa che indossava, mentre continuava a dare la schiena allo sconosciuto. Non poteva certo farsi vedere in quello stato.
«Sto cercando Sofia Vitali.» Mentre pronunciava il suo nome, riconobbe la voce, ma non riusciva a crederci. Si volse nella sua direzione e anche attraverso litri di vernice verde acqua avrebbe riconosciuto la persona di fronte a lei: Lorenzo!
Il suo ex ragazzo la stava fissando incuriosito dalle sue condizioni, era evidente che non l’aveva riconosciuta. Era vestito di tutto punto con uno dei suoi completi su misura. Con i capelli biondo scuro sapientemente spettinati e la barba rasata di fresco aveva l’aspetto di uomo d’affari sicuro, giovane e affascinate. Si tolse gli occhiali da sole, mostrando i suoi occhi dal colore marrone chiaro, che in quel momento la stavano fissando con aria di sufficienza. Decisamente, lo stronzo di sempre.
«Capisce la mia lingua?» le chiese, con tono ironico credendo di essere divertente.
«Credo di poterti aiutare» disse a quel punto Sofia, mettendosi dritta e mostrando una certa sicurezza, ignorando le sue condizioni. «Ciao Lorenzo» lo salutò, con tono apatico.
Lui impiegò qualche secondo per comprendere la situazione; la sua espressione era sconvolta.
«Sofia? Sei davvero tu?» le chiese mentre scuoteva la testa incredulo. «Cosa… che… perché sei vestita… e perché sei conciata in questo modo?» balbettò, in difficoltà. Sembrava sinceramente sconvolto, tanto da farle quasi pena. Quasi.
«Oh, non far caso a questo» fece lei con tono disinvolto, come se fosse abituata a gettarsi sotto la vernice. «Sono cose che capitano quando si lavora.»
«Lavora?» mormorò Lorenzo. «Ed esattamente in cosa consisterebbe il tuo lavoro?»
Sofia indicò la pasticceria. «Sto risistemando la pasticceria di mia nonna, rammenti che te ne avevo parlato?» chiese in tono cinico. «Cosa ci fai tu qui, piuttosto?»
«Mi sembra evidente» commentò, avvicinandosi a lei. Istintivamente, Sofia fece tre passi indietro. Notando la sua mossa e il suo irrigidimento, Lorenzo si fermò. «Scusami» sospirò. «Non volevo iniziare in questo modo. Ho sempre pensato che nel momento in cui ti avrei rivista, ci saremmo abbracciati e ti avrei detto quanto mi manchi» mormorò con sguardo sconsolato. «Mi sei davvero mancata in questi mesi.»
«Chi ti ha detto che ero qui? Oh, non importa! Posso immaginare…» lo fermò, pensando ai suoi genitori.
«Non puoi sorprenderti se adesso sono qui e viste le tue condizioni ho motivo di credere che venire a cercarti sia stata la scelta giusta» commentò Lorenzo inarcando un sopracciglio.
«Ho trovato tutto l’occorrente.» Quando sentì la voce di Marco smise di essere così tesa e rigida e il suo respiro rallentò. Era come se, nell’attimo in cui si era trovata faccia a faccia con Lorenzo, fosse ritornata a Milano. Ma non era più così, si ricordò, mentre Marco si avvicinava.
«Ecco, pigialo delicatamente sugli occhi» le consigliò dandole un panno umido, lanciando sguardi curiosi e allo stesso tempo sospettosi a Lorenzo.
Sofia prese subito il panno ringraziandolo, ma comprese che doveva immediatamente presentarli e mai compito le era sembrato così complicato e imbarazzante.
«Marco, ti presento Lorenzo …… mio ex collega di lavoro e anche…» disse con esitazione.
«Ex fidanzato» intervenne sorprendentemente lui, sorridendo. «Anche se possiamo dire che sia una cosa temporanea, se capisci cosa intendo» continuò, con la sicurezza che l’aveva sempre distinto anche al lavoro, alzando il braccio verso Marco e tendendogli la mano curata.
«Credo di capire. Io Sono Marco Rossini, l’attuale fidanzato.»
Il cuore poteva smettere di battere, anche solo per qualche secondo? Sofia era sicura che il suo l’avesse fatto.


Buona sera, buona sera!

Non credo esistano scuse valide per la mia scomparsa, anche se giustificate!
Devo dire che il sollecitamento da parte di alcune lettrici hanno accelerato il mio ritorno😂.
Comunque sia adesso sono qui! Non posso promettere di esserci ogni tot giorni, ma cercherò di essere comunque regolare con le uscite e far concludere come si deve la lettura di questo romanzo.
Detto questo vi auguro una buona serata e alla prossima!

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