Capitolo 16

I tuoni erano inarrestabili e la pioggia sembrava non volersi fermare mai.

Ma per Marco e Sofia non era altro che un suono di sottofondo, immersi com'erano dalla passione e da una esigenza, quasi viscerale, di stare vicini.

Erano corsi in casa di lei e nel momento in cui avevano varcato la soglia, grondanti di acqua, si erano riuniti per baciarsi senza riuscire a frenarsi.

Entrambi sapevano di aver perso tempo, troppo. E adesso sentivano l'esigenza di sfogare ciò che sentivano dentro.

In poco tempo si spogliarono dei loro indumenti, nascondendosi sotto le coperte e cerando di procreare calore con i loro corpi, cosa che ben presto raggiunsero data la loro passione. Sofia ebbe un attimo d'incertezza, notando Marco intento a osservare il suo corpo. «Senza il mio pigiama con i conigli, mi sento poco sexy ai tuoi occhi» cercò di scherzare.

Marco sorrise, fissandola negli occhi, così intensamente che lei si sentì improvvisamente meglio. «Effettivamente i conigli avevano il loro perché» mormorò sorridendo sotto le sue labbra, per poi baciarla intensamente, invadendo la sua bocca ed esigendo sempre di più, creandole dei brividi sulla pelle.

«Dovrò accontentarmi» mormorò l'uomo, staccandosi dalle sue labbra e cominciando a baciarle la mascella, scendendo dalla gola e clavicola, fino a raggiungere i seni.

Da lì, Sofia emise un sospiro strozzato sentendo le sue labbra circondare un capezzolo, sentendolo sensibile al suo calore e inarcando la schiena per cercare qualcosa in più che Marco non esitò a dargli.

Quest'ultimo giocò e mordicchiò delicatamente il capezzolo roseo, facendola sussultare alla presa dei suoi denti, per poi dare le stesse attenzioni anche all'altro.

«Non avrei mai immaginato di poter stare così, con te» lo sentì mormorare sopra il suo seno.

Sofia passò una mano sulla schiena ampia dell'uomo e istintivamente artigliò le unghie sulla carne, desiderosa di sentire quel corpo solido stretto a sé. «Se per questo lo trovavo improbabile persino io» bisbigliò, gemendo di piacere sentendolo di nuovo stuzzicare il seno.

Dopo un po', Marco scese verso il suo addome baciandone e accarezzandone ogni parte e Sofia dovette sforzarsi per rilassare ogni muscolo, sentendosi in imbarazzo non sentendosi adeguata in confronto a lui.

Ma Marco notò subito il suo irrigidimento improvviso e si fermò per concentrarsi su di lei. «Che succede?» le bisbigliò, scostandole una ciocca bionda dal viso.

Sofia ebbe un attimo di esitazione, imbarazzata dal dover dire ciò che sentiva, ma notando lo sguardo calmo e così desideroso di ascoltarla riuscì a parlare. «Non credo di essere ecco... adatta ai tuoi occhi» mormorò, non riuscendo a incrociare il suo sguardo.

Il silenzio che si creò per qualche secondo mise a disagio ancor di più la donna che avrebbe desiderato con tutto il cuore non aver detto niente.

«Sei più sciocca di quanto pensavo.»

A quelle parole Sofia si voltò verso di lui, seccata. «Come?» okay, non voleva certo che le dicesse false parole, ma neanche quello e che diamine!

Marco premette la fronte contro la sua, per poi col una mano accarezzare tutto il suo corpo. «Sei sciocca se pensi che io mi sia basato solo su una questione fisica» mormorò, ispirando il profumo dei suoi capelli e di pioggia. «Ovvio, il tuo aspetto mi piace e molto. Ma l'aspetto fisico è solo una piccola cosa in confronto a quello che tu mi susciti. La tua testa, il tuo cuore, la passione che metti per il tuo sogno, per qualcosa in cui tu credi... sono cose che mi hanno fatto innamorare di te a poco a poco... inesorabilmente.»

Sofia incrociò il suo sguardo, sentendosi più sensibile del solito, perché a quelle parole gli venne ancora una volta da piangere.

Era così emozionata, così innamorata da non riuscire a trattenere la gioia che provava dentro di sé.

Marco le sorrise. «A questo punto mi domando se per te non è lo stesso... ma lo credo impossibile dato che in caso avresti scelto mio fratello» disse e Sofia notò una piccola sfumatura di gelosia nella sua voce.

Sofia scosse la testa con decisione, circondandogli il collo con le braccia e stringendosi a lui. «Assolutamente no. Io amo ogni singola cosa di te, anche i tuoi difetti e il tuo essere eremita.»

lo sentì ridere. «Bene, perché non credo mi farebbe piacere fare l'amore con una donna che mi crede solo un eremita, senza un briciolo di sentimento.» E dopo quello non ci fu più tempo per le parole.

L'uomo esigette nuovamente le sue labbra, creandosi un varco in mezzo alle sue gambe. Marco incrociò ancora una volta il suo sguardo, volendo ancora una volta la certezza di ciò che aveva visto e ebbe l'ennesima certezza nel momento in cui vide i suoi occhi verdi brillare d'amore. Per lui.

Entrò in lei, consapevole che non si era mai avvicinato così tanto al paradiso come in quel momento.

La penetrò con passione, amore e frenesia, godendone ogni attimo. Assaporò ogni suo gemito e ogni respiro di Sofia, lasciandosi trasportare anche lui.

Prese la sua mano, tenedola stretta, Intrecciandole con le proprie dita volendo raddoppiare ancor di più il loro contatto, sentirla sempre più vicina. Quella era una gioia che si era imposto di non provare mai più, ma niente poteva competere e se fin'ora aveva negato di averne bisogno ora, guardandola, capì di essere stato presuntuoso a pensare di poter vivere senza l'amore che una donna non poteva darti solo con il sesso, ma con il cuore.

Un amore che Marco era deciso a tenersi stretto e che non avrebbe più permesso al suo passato, alle sue paure di fermarlo. No, pensò mentre entrambi stavano per raggiunge il culmine del piacere entrando in lei con foga, adesso avrebbe lottato fino alla fine per tenere ciò che il destino gli aveva concesso.

E non l'avrebbe mollato.


Sofia si svegliò con la sensazione che qualcuno le stesse camminando sopra. «Mmmh, chi sei?» borbottò, muovendo la mano a caso. Ma non appena sentì una zampetta batterle contro, aprì gli occhi confusa. Si sollevò dal letto a sedere e vide un gattino nero dai grandi occhi verdi fissarla altrettanto. In poco tempo realizzò tutto ciò che era successo ieri notte, portandosi le mani al viso. «Allora è tutto vero» mormorò, notando poi che era completamente svestita e poi guardare di nuovo il gattino che si avvicinò a lei. Sofia lo prese in braccio, coccolando e beandosi del suo pelo morbido contro la sua pelle nuda. «E' successo davvero...» mormorò ancora incredula, per poi guardandosi in torno e notando che il pavimento, prima pieno dei loro abiti, adesso libero da ogni ostacolo e che il suo pigiama era su una sedia. Sofia si alzò mettendosi una vestaglia e andando verso la cucina, vide che una delle tazze di caffè versate quella notte era vuota e vicino un biglietto.

Devo andare, Anna deve prepararsi per la scuola e non volevo svegliarti dato le poche ore spese per dormire.

Ma non temere, dobbiamo ancora chiarire molte cose, tra cui la tua "conoscenza" con Filippo che, spero per te, chiarirai al più presto con lui (cioè entro questa mattina).

Marco.

Sofia rise, nel percepire attraverso il biglietto la gelosia di Marco, per poi fissare il gatto. «Che ne pensi? Dovrei obbedire a ciò che mi ha, in un certo senso, imposto?»
Il micio le miagolo in risposta, muovendo sinuosa la coda.
«Hai ragione, faremo prima colazione. Poi ho diverse incombenze da fare, tra cui sistemare casa, trovarti un nome e poi andare a lavoro...»


«Oggi sembri fuori da questo mondo. Più del solito, fratello.»

Le parole di Filippo portarono Marco alla realtà incrociando lo sguardo di Filippo, insolitamente neutro.

Niente traccia della sua solita ironia o battute di spirito da quando era arrivato alla serra.

Marco, con grande sforzo di volontà, aveva lasciato il calore di Sofia per raggiungere casa e preparare il tutto per la figlia.

Adorava la vita con Anna, avevano da tempo creato la loro routine tra cui il risveglio per la scuola, ma per una volta avrebbe preferito rinunciare.

Per una volta, aveva realizzato Marco, avrebbe preferito essere egoista e stare ancora con Sofia. Percepire il suo calore e i suoi baci.

Quella notte era stato qualcosa di unico, per lui. Non credeva, dopo tutto quegli anni, potesse provare qualcosa di nuovo come farsi amare da una donna.

Conosceva l'amore di una figlia e, in modo presuntuoso, aveva pensato che fosse abbastanza e anche di più di quanto lui potesse desiderare e lo credeva ancora!

Ma avere la fortuna di essere amato da una donna era qualcosa di più carnale e che Marco aveva dimenticato col tempo.

Non era rimasto in astinenza, ma tutto si era concentrato su una questione fisica. Mentre con Sofia era successo qualcosa di più profondo.

Il reprimere quello che sentiva era stato solo una sofferenza e ne era rimasto incredulo, l'altra notte, vedendola correre da lui sotto la pioggia con quel pigiama con i conigli, che adesso trovava dannatamente sexy su di lei, dichiarando il suo amore per lui.

L'amava, realizzò ancora con il cuore stretto, aveva cercato di reprimerlo ma la realtà era quella e il sapere che lei provava la stessa cosa per lui lo faceva emozionare al punto da sentire le gambe cedergli per la felicità.

Adesso non vedeva l'ora di stare con lei, di baciarla, di bisticciare e parlarle, di cose sensate o completamente prive, com'era successo la notte scorsa.

Ma la presenza del fratello lo riportò al presente, a ricordare che c'era ancora una questione da chiarire. Ma non ebbe modo di aprire bocca, allorché parlo lui.

«Sei stato con lei, vero?»

La laconica frase di Filippo, lo destabilizzò per un attimo, bloccandolo.

«L'ho dedotto» stava dicendo nel frattempo l'altro, «dal fatto che non ti ho sentito entrare in casa ieri notte.»

Marco, dopo un iniziale sorpresa, riprese il controllo delle sue emozioni fissando il fratello senza trasparire nessun tipo di emozione. «Mi stavi aspettando?»

L'altro scosse la testa, sorridendo per la prima volta e distendendo i tratti irrigiditi del viso, guardandosi in giro per la serra.

«I tuoni mi hanno lasciato sveglio e così ho notato che mancava il solito rumore che spesso crei quando torni dalla serra» il suo sorriso scomparve. «Dovrei essere furioso, rimanere sorpreso da ciò... ma in realtà non lo sono» lo stupì fissandolo. «Me l'aspettavo. Per la prima volta dopo... ormai dodici anni? Ti ho visto davvero innamorato... se possiamo considerarlo amore ciò che provavi per Roberta.»

Al solo sentire quel nome, il corpo di Marco s'irrigidì e si maledisse per questo. Ancora, dopo tanti anni, quella donna riusciva ancora a suscitagli quelle reazioni. Ma ciò che lo stranì ancor di più e sentirlo dalle labbra di Filippo.

Non avevano mai parlato, seriamente, di Roberta.

«Ma stai tranquillo, non mi aspetto che tu voglia parlarne. Deduco allo stesso modi di quanto hai voglia di parlare di nostro padre» stava continuando Filippo. «Anche se, a cuor mio, spero che un giorno tu abbia il coraggio di abbattere le barriere che ti sei creato per così tanti anni e che finalmente tu taccia col tuo silenzio sostenuto. Forse Sofia sarà la persona giusta...»

«Sofia non dovrà mai sapere niente di questa storia!» Marco parlo per la prima volta, sentendo un brivido al solo pensiero di coinvolgerla. Sofia non avrebbe saputo niente.

Filippo lo fissò con sguardo rabbioso. «Ah è così che funziona? Decidi di far entrare una persona nella tua vita, nascondendogli il tuo passato? Bella mossa fratello!» emise alla fine con sarcasmo. «Bè, sai che c'è? Non meriti una donna come lei, se queste sono le tue opzioni.»

Marco strinse gli occhi, sentendo quella frase. Sofia adesso stava con lui e non avrebbe permesso a nessuno, nemmeno a suo fratello, di portargliela via.

Filippo lanciò uno sguardo fuori. «Adesso dovrebbe essere a lavoro non è vero?» domandò distrattamente.

«Cosa t'importa saperlo?» la voce di Marco era ancora più feroce di prima. Che diavolo aveva in mente?

Filippo gli sorrise, un sorriso furbo che spesso da piccoli li aveva messi nei guai.

«Che ne dici di una prova dimostrativa?»

Allo sguardo sorpreso dell'altro, Filippo rise spiegandosi meglio. «Correremo da qui fino al Ritrovo» iniziò, facendo qualche passo, ignorando lo sguardo stupito di Marco. «Il primo che lo raggiunge, non solo l'altro dovrà arrendersi, ma potrà dirle tutto ciò che vuole. Senza vincoli» volle specificare alla fine.

«Io e Sofia abbiamo già le idee chiare sui nostri sentimenti» sbottò a quel punto Marco, incredulo di fronte a quella dimostrazione d'immaturità del fratello. «Non ho intenzione di fare questo giochetto con te...»

«Hai paura di non essere informa e che io possa essere superiore a te?» lo interruppe Filippo. «Infondo hai sempre vissuto con questo senso d'inferiorità» la sua voce era neutra e Marco sapeva che non era serio, che stava solo cercando d'istigarlo ma, maledizione a lui, ci stava riuscendo!

«O hai paura di ciò che potrei dire?» stava continuando ad infierire Filippo, al punto che Marco sbottò. «Dannato bastardo, va bene! Accetto la sfida.»

Notando lo sguardo soddisfatto di Filippo, si sentì il dovere di chiarire. «Sappi che se ho accettato e, oltre al fatto che Anna è ancora a scuola, non voglio che dalla tua boccaccia escano cose che devono rimanere private.»

l'altro alzò le spalle. «Bene. Allora iniziamo...» in un lampo Filippo mosse una mano verso un sacco di semi facendolo rovesciare in mezzo a loro. «...da adesso!» urlò, correndo fuori dalla serra.

Marco, dopo un iniziale sorpresa, si riprese in fretta. «Non hai mai saputo giocare pulito!» gli urlò, correndo e scavalcando facilmente il sacco.

Non poteva credere a ciò che stava facendo, ma stava davvero correndo dalla loro casa verso il centro del paese!

«Dannato idiota!»

PICCOLO SPAZIO A ME!!!

Bene, la situazione si fa sempre più interessante!
Vedremo adesso come Marco e Sofia vivranno la loro storia d'amore. Forse troveranno l'occasione giusta per confessare cose del passato, ancora tenuti sotto chiave... vedremo.

Scusate il ritardo ma sono appena tornata dalla mia vacanza, spero voi abbiate passato un bel ferragosto!

Per oggi è tutto, vi aspetto la prossima settimana per un nuovo capitolo!

Ciaooo!!!



Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top