Capitolo 15


Raggiunse l’altra casa, ma non puntò verso la porta, bensì verso la serra. Felice, nel notare che era illuminata.
«Oh, grazie!»
Fortunatamente aveva un vicino che soffriva di insonnia.
Non appena la varcò, vide Marco con i guanti lunghi fino al gomito, alle prese con un terriccio. Ma non appena la vide spuntare dal nulla e con il fiatone, mollò tutto avvicinandosi a lei quasi di corsa e togliendosi i guanti. «Sofia!»
Quest’ultima aveva il respiro affannoso per la paura e per la breve corsa, quindi accolse con sollievo la presa forte e stabile di Marco sulle sue spalle. «Che succede?»
«Ho visto… i to… topi» balbettò col fiatone, per poi non resistere e poggiare la testa sul largo petto dell’uomo.
Quest’ultimo non la scostò, ansi, dopo un primo attimo di esitazione la circondò con le braccia, scorrendo la mano sulla sua schiena. «Va tutto bene.»
Sofia non disse niente, troppo confortata dal suo calore e solidità che emanava l’uomo. Non poteva farci nulla, in un modo o nell’altro andava sempre da lui. Ne aveva bisogno, si rese conto la donna. In poco tempo era diventato una presenza fondamentale per lei.
Dopo qualche minuto, Marco la scostò da sé, sorridendogli notando i suoi occhi gonfi pronti a versare lacrime. «Sta tranquilla, se li hai visti è probabile che siano ancora lì. Probabilmente sono gli stessi e così li prenderò in un solo colpo» le spiegò, per poi sgranare gli occhi notando le sue mani. Inarcò le sopracciglia, divertito. «Esattamente cos’avevi intenzione di fare con quello?» chiese indicando l’insetticida ancora in mano a Sofia, che arrossì imbarazzata.
«Era l’unica arma a mia disposizione»  spiegò «speravo facesse lo stesso effetto che ha con gli insetti.»
Marco rise di gusto. «Non funziona esattamente così.»
Prese poi la sua torcia dalle mani e fece per uscire.
«Resta qui, mentre guardo la situazione. Devo capire quanti sono per agire di conseguenza.»
Sofia lo vide dirigersi verso casa sua e a lei non rimase che rimanere lì a guardarsi intorno per la serra, apprezzandone i profumi di diverse intensità e i colori che primeggiavano.
Sorrise, pensando che l’uomo manifestasse la sua natura attraverso le piante, notando la cura che metteva rinunciando a parecchie ore di sonno per occuparsene.
Strinse le labbra per trattenere… cosa? Un sospiro di tristezza, un gemito di frustrazione?
Cosa c’era che non andava in lei, si chiese mettendosi le mani sul viso. Quell’uomo non la voleva, era chiaro, eppure era riuscita ad innamorarsi proprio di lui.
«Bella mossa Sofia. Proprio una bella mossa» borbottò.
«Quale esattamente?»
Sofia emise un piccolo urlo di sorpresa, voltandosi verso l’entrata della serra dove stava Marco che la fissava divertito con le mani dietro la schiena.
«Oh, niente di che… ci hai messo poco» cercò subito di sorvolare lei, avvicinandosi a l’uomo.
«Perché il problema è stato risolto abbastanza facilmente» spiegò Marco, alzando le spalle in modo enigmatico che insospettì Sofia. «Che vuol dire? I topi sono andati via?» sospirò, notandolo scuotere la testa.
«No» confermò a voce, per poi mettere le mani davanti a loro. «A meno che non ritieni questo, una nuova razza di roditore.»
Inizialmente Sofia si scostò, spaventata, notando muoversi sulle sue mani una piccola palla di pelo nera. Ma poi incrociò due piccoli occhi verdi che la guardavano spauriti. Insieme ad un paio di baffetti e orecchie a punta.
«Un… gattino» mormorò lei incredula. «Tutti quei rumori di notte… erano opera sua?»
«Molto probabile» commentò Marco, mentre con il pollice accarezzava il musetto del micio che sembrò apprezzare. «E’ quasi morto di fame, probabilmente abbandonato dalla madre, e ha cercato nei tuoi rifiuti qualcosa da mangiare in queste notti» spiegò.
«Oh, allora sei stato parecchio sfortunato, povero micetto» commentò intenerita Sofia, avvicinando la mano verso gattino che, dopo un attimo di esitazione accettò anche le sue coccole.
«E’ strano che abbia accettato che tu lo prendesti così facilmente» constatò Sofia, stranita.
«Era un po’ diffidente, ma con pazienza, ha capito che ero suo amico e si è avvicinato» spiegò Marco, per poi lanciarle uno sguardo beffardo. «Probabilmente le tue urla lo hanno spaventato, tanto da scappare.»
Sofia inarcò un sopracciglio, da finta infastidita. «Sapesse quanto lui ha spaventato me… o lei.»
marco rise. «Sarà meglio dargli qualcosa da mangiare, casa tua è fornita?» chiese, cominciando ad avviarsi.
«Hey!» lo richiamò la donna, andandogli dietro. «Chiedi il permesso prima di autoinvitarti. Comunque credo di avere un po’ di prosciutto.»
«Spero per te che non sia scaduto» mormorò Marco al gattino con sguardo così afflitto, da far miagolare il gatto come se avesse capito e gli stesse chiedendo di fare dietrofront.
«Siete liberi entrambi di andare a casa tua» mormorò piccata Sofia, dietro Marco.
«In casa mia ho troppa gente» fu la laconica risposta dell’altro. «E poi non dobbiamo perdere tempo a decidere, sta cominciando a piovere.»
In poco tempo, Sofia stava preparando del caffè, mentre la piccola palla di pelo stava gustando un po’ di prosciutto, che sarebbe andato a male tra due giorni.
«Per un pelo» stava commentando Marco ridendo dopo, notando il gestaccio della donna.
«Non era scaduto come vedi» commentò Sofia, dandogli le spalle alle prese con la preparazione del caffè.
«Vedo… oh complimenti per l’abbigliamento da notte… noto che la moda a Milano deve essere cambiata drasticamente negli ultimi anni.»
Sentendolo trattenere una risata, Sofia lo fissò truce per poi arrossire, rendendosi conto solo ora di essersi fatta vedere da lui con un pigiama a maniche lunghe… con dei coniglietti disegnati sopra.
«E’ comodo e per di più i coniglietti sono adorabili!» cercò di difendere l’indifendibile.
Presa dalla paura non aveva riflettuto su come l’avrebbe vista.
«E comunque, questa è una dimostrazione che tu non sei di mio interesse» sbottò infine, sentendosi offesa, non riflettendo sulle conseguenze che avrebbe comportato quella frase.
Infatti notò subito lo sguardo di Marco perdere d’ilarità e i suoi tratti farsi duri.
«Sì, ho avuto modo di vedere chi suscita il tuo… interesse.»
Sofia s’irrigidì, mentre versava il liquido scuro nelle tazze. «Filippo è stato un’ottima compagnia.» Ma perché lo stava dicendo, pensò sorpresa di se stessa, non voleva dirgli quelle cose. «Sono stata bene con lui a cena, abbiamo chiacchierato di tante cose» e soprattutto di te, avrebbe voluto urlargli, ma non sapeva perché le parole che desiderava dirgli con tutto il cuore non volevano uscire.
«Ne sono… felice.»
L’ultima parola venne pronunciata in tono molto passivo da Marco, ma nonostante ciò Sofia non sapeva come interpretarlo. Poteva significare tutto, poteva significare nulla…
Sentendo il rumore della sedia strisciare, Sofia si voltò verso Marco trovandolo alzato. «Io… devo andare.» mormorò a fatica l’uomo, cominciando a camminare verso la porta.
«Come? Ma non hai preso nemmeno il caffè.» Sofia non capiva, il suo sguardo si era fatto improvvisamente freddo e distante e lei non en capiva la ragione.
«Marco…»
Venne interrotta dall’ennesimo tuono che portò questa volta un bel po’ d’acqua.
«Mi dispiace… ma io non… non ci riesco!» sbottò in fine lui, andando velocemente fuori.
«Marco» ripetè, vedendolo uscire. Si mise una mano sui capelli, sospirando profondamente. «Ma perché non riusciamo mai a trovare un punto d’incontro?» bisbigliò sentendo la voglia di piangere.
Sussultò sentendo qualcosa di caldo passargli sulle gambe e guardando giù, noto che il gatto le stava strofinando la testa sul polpaccio. Sembrava volesse consolarla.
Poi alzò il musetto verso di lei e a Sofia sembrò che, con i suoi occhioni verdi, le stesse trasmettendo un messaggio.
Non sapeva se era vero, ma Sofia volle interpretarlo come un messaggio che la portò ad uscire di corsa da casa, ignorando la pioggia. Si guardò intorno, correndo poi verso la serra.
Lì vide improvvisamente le luci spegnersi e fuori uscire Marco, anche lui bagnato dalla testa ai piedi come lei.
Lo vide chiudere la porta della serra, poi voltarsi e incrociare il suo sguardo, sorpreso.
«Ma sei pazza?» le chiese, sgranando gli occhi «sta piovendo a dirotto e tu stai qui sotto come se nulla fosse?»
Sofia non disse nulla, fino a che lui non le si avvicinò. «Si può sapere che ti passa con la testa?»
Lei sospiro. «Okay, non sono la donna più razionale del mondo» cominciò «ho lasciato un lavoro che mi avrebbe dato un futuro sicuro e un fidanzato apparentemente perfetto…»
«Cosa? Un fidanzato? Di cosa stai parlando?» chiese confuso Marco, cercando di seguire quella raffica di parole, sotto la pioggia scrosciante.
«… e sono arrivata qui non sapendo nemmeno che luogo fosse. Monteferrante! Il paese più piccolo d’Italia!» sbottò, ridendo per poi tornare seria d’un tratto. «E ho conosciuto il vicino più odioso che qualcuno possa mai incontrare, scorbutico e per niente amichevole…» poi sulle sue guance cominciarono a sgorgare gocce calde e comprese che erano le sue lacrime. «Hai rovinato le mie scarpe di marca, razza di bastardo!»  sbottò piangendo e colpendolo sul petto.
«Tecnicamente sei stata tu a lanciarmele» commentò Marco, non riuscendo a trattenere un sorriso per quella assurda situazione.
«Dettagli, brutto bifolco» continuò l’altra ad insultarlo. «Vedi? Non riesci nemmeno a stare in silenzio mentre qualcuno ti sta aprendo il proprio cuore» borbottò piangendo, provando inutilmente ad asciugare le guance di lacrime e pioggia.
«Dovrei mandarti al diavolo e invece sono qui sotto la pioggia, con un pigiama con dei conigli!» Accidenti quanto poteva umiliarsi una donna, si chiese Sofia incrociando lo sguardo di Marco che fortunatamente non sembrava avere una espressione di scherno. Tutt’altro, i suoi occhi scuri sembravano concentrati su di lei.
«Cosa stai cercando di dirmi, Sofia?»
Quest’ultima si diede un ultima botta di coraggio mentale, prima di confessare. «Sono innamorata di te, nonostante tutto, mi piaci e provo questi sentimento solo per te e nessun’altro…»
«Cosa hai detto?» chiese Marco, avvicinandosi a lei e Sofia si ritrovò a dover ridirlo per la seconda volta, senza notare il luccichio negli occhi dell’uomo.
«Accidenti ho detto che sono innamorata di te e che…» la sua voce venne frenata dalle labbra dell’uomo che assaltarono le sue con esigenza febbrile. Improvvisamente si sentì stringere al corpo solido dell’uomo e Sofia, anche se non capiva non le importava in quel momento. Voleva stringersi a lui e finalmente, dopo tanto tempo, poter sentire il suo calore e il sapore della sua bocca. Niente era importante in quel momento se non quello.
Ebbe un gemito di fastidio allorché l’uomo scosto le labbra da lei, anche solo per qualche centimetro.
«Per la cronaca, aveva già sentito la prima volta, solo che volevo esserne sicuro» le mormorò.
«Sei proprio un bastardo» mormorò anche se non seriamente, «Far penare una donna che sta dichiarando il suo sentimento a cuore aperto.»
L’uomo sorrise avvicinando il viso a quello della donna, in una lieve carezza. «Bè, si dia al caso, che il bastardo qui di fronte ricambi il sentimento della donna.»
Sofia sentì il cuore battere il cuore all’impazzata e non le importava niente se la pioggia ormai li aveva bagnati fino al midollo, era immensamente felice. «Davvero?» chiese incredula.
Marco poggiò la fronte alla sua, incrociando lo sguardo di Sofia.
«Ho provato, non sai quanto, a negare questo sentimento. Non hai idea di quanto ci abbia provato, fino a soffrire interiormente quando ti ho visto insieme a Filippo…»
«Un giorno di questi mi spiegherai perché hai provato a reprimerli» bisbiglio lei, avvicinando le labbra alle sue.
«Sì» rispose l’altro, stringendola più a sé. «Ci proverò. Ma adesso voglio soltanto sfogare con te tutto il sentimento e la passione che ho tenuto represso dentro di me da quando ti conosco.»
«Sì, ti prego…»

PICCOLO SPAZIO A ME!!!

Eh già, ci siamo! Forse questa è la volta buona che qui scoppia l'amore! Sofia, come avete visto, non si smentisce mai, ma questa volta la sua energia e impulsività hanno davvero afferrato il cuore del bel botanico! A proposito di Marco, che ne pensate di queste nuove info? Cosa è successo realmente?
Per saperne di più, non dovete fare altro che manifestare entusiasmo per questi capitoli e aspettare il prossimo!!!
Per ora vi auguro una buona giornata! Alla prossima!!!

Ciao ragazzi!!!!!

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