24.

Il cielo divenne arancione e il sole pian piano andò via.
Hero tuttavia non tolse quasi mai il suo sguardo da me.

«Perché mi guardi così?»
Chiesi incuriosita.

«Mi piace vederti entusiasta per questi dettagli, ti brillano gli occhi quando vedi qualcosa che ti affascina»

Sorrisi non sapendo cosa dire.

Arrivò la sera, era il momento di andare.

Mi porse la mano.
Lo guardai confusa.

«Ti aiuto ad alzarti»

Gli porsi la mano e a quel tocco dei brividi attraversarono il mio corpo.
Era come se lui fosse un magnete.

Mi alzai, ma lui non lasciò andare la mia mano e ad essere onesti non volevo che lo facesse.

Aveva una presa di mano rassicurante, dolce ma al contempo decisa.

Salimmo in macchina e proprio in quel momento il mio telefono squillò, era Nora.

«Mery sei con Hero?»

«Sì, perché?»

«Potete venire per favore?»
La sua voce era tremante.

«Nora siamo distanti, proviamo a sbrigarci ma ci vorranno un paio d'ore.
Tu aspetta a casa»

Ero preoccupata.

«Credi che sia andata male con sua madre?»
Chiese Hero.

«Non lo so, è probabile. Nora mi ha raccontato che sua madre è molto severa e conservatrice»

Hero mi accarezzava la mano per calmarmi.

Arrivammo da Nora, le luci erano spente.
Bussai alla porta, ma nessuno rispose.

Hero chiamò Nora al telefono più volte.

Aspettammo davanti alla porta più di trenta minuti prima che una signora di circa 45 anni aprisse la porta.
Era alta, sembrava abbronzata, ma probabilmente quella era la sua carnagione naturale.
Aveva i capelli di un castano chiaro ed un espressione severa.

«Buonasera signora, ci dispiace disturbarla, siamo amici di Nora, vorremmo parlarle»
Disse Hero, io mi ero bloccata.

«Amici eh, tu devi essere quel maledetto che ha lasciato incinta mia figlia!»
E si gettò addosso ad Hero.

«Signora si fermi, si sbaglia!»

Provai a mettermi in mezzo, ma la signora mi spinse a terra e improvvisamente sentii un forte dolore alla testa.

Gli occhi si Hero cambiarono, inizialmente aveva provato a rimanere impassibile per calmarla, quando vide me a terra i suoi occhi si rabbuiarono, la sua mascella si serrò.

Presa la signora e la fece sedere a terra, senza il minimo sforzo.
Lei rimase sorpresa.

Hero la lasciò a terra e si avvicinò frettolosamente a me.

«Stai bene?»
Dissi preoccupata e controllando che non mi fossi fatta male.

Mi girava leggermente la testa, ma feci cenno di sì.
Mi toccai la testa nel punto dolente e quando tolsi la mano vidi del sangue.

Vidi la sua espressione spaventata.

«Stai tranquilla, adesso disinfettiamo e si risolve. Tranquilla»

Forse era una rassicurazione più per se stesso che per me.
Mi baciò la fronte, mi prese in braccio.

«Mi ascolti attentamente, io non ho nulla a che fare con sua figlia.
Sono un collega di lavoro.
Quindi prima di gettarsi addosso alla persona chieda»
Disse rivolgendosi alla mamma di Nora.

«Adesso mi dica dov'è il bagno»

La signora ci sorpasso, ci portò nel bagno e ci diede il necessario per disinfettare.

«Mi dispiace tanto di aver reagito così. Ero turbata, non so cosa mi sia preso»

«Nora... Dov'è Nora?»
Chiesi in una smorfia di dolore.

La signora non rispose, andò al piano di sopra e sentii girare una chiave.

Nora corse in fretta sulle scale e si gettò tra le mie braccia.

Quando notò il sangue impallidì.

La rassicurai che andava tutto bene, che sua madre pensava Hero fosse il papà del bambino.

Nora e la madre andarono nel salotto, lasciarono me ed Hero soli, sotto mia richiesta.

Lo vidi preoccupato.

«Sto bene, calmati»
Gli dissi dandoli un bacio sulla guancia, lui ricambiò baciandomi la fronte.

Raggiungemmo Nora e la madre.
I loro visi erano cupi.

Andai ad abbracciare Nora, Hero rimase in piedi pensieroso.

«Perché mi hai chiamata? Sembravi molto scossa»
Sussurrai all'orecchio di Nora.

La madre non le permise di parlare e le tolse le parole di bocca.

«Vedo che sei sua amica e accetti ciò che ha fatto. Io non posso, quindi se hai un posto dove stare anche per lei le faresti un favore»

Io ed Hero ci rivolgemmo uno sguardo perplesso.

«Signora, si rende conto di quello che sta dicendo?»
Chiesi trattenendo la rabbia.

«Sì, io le ho insegnato a guadagnarsi le cose, a lottare e non ad andare a letto col primo che passa.
Aveva dei sani principi una volta, non so cosa le sia preso»

Aveva gli occhi lucidi, capivo anche il suo dolore.

«La prego di ascoltarmi: io capisco che lei sia delusa adesso e ne ha tutto il diritto, Nora ha sbagliato, ma non lo ha fatto con brutte intenzioni.
Sua figlia si sentiva un peso per lei, voleva provare a cavarsela da sola.
So che non ci crederà ma è stato un gesto d'amore.
E dovrebbe essere fiera di lei, si sta prendendo le sue responsabilità, è coraggiosa e sta affrontando tutto a testa alta»

Vidi delle lacrime scendere dal suo viso, provo a coprirle in fretta.

«Ma la prego non faccia qualcosa di cui potrebbe pentirsi, sua figlia adesso più che mai ha bisogno di lei e so benissimo quanto dolore provochi l'assenza ed il sostegno dei propri genitori.
Mio padre è morto, mia madre mi ha come abbandonato dopo la sua morte, me la sono cavata da sola e ciò mi ha distrutto più di qualunque altra cosa.
Non abbiamo una vita eterna, il tempo che abbiamo a disposizione è meno di quel che pensiamo e spetta a noi decidere come utilizzarlo.
La prego non rinunci a sua figlia, perché la mancanza se la porterà dentro per sempre sia lei signora che Nora.
Questo dolore non svanirà mai, sarà sempre una ferita aperta...
Ma se lei decidesse, con un po' di tempo, di rimanere accanto a Nora, a quella bambina che lei ha cresciuto, quella donna che rimarrà sempre vostra figlia, la delusione svanirà e verrà riempita questa casa di tanto amore, di quel amore che solo un nipote può andare»

Senza rendermene conto anche le mie guance erano bagnate dalle lacrime.

La mamma di Nora si avvicinò a me.

«Sei cresciuta troppo in fretta tu, lo vedo dai tuoi occhi»

Successivamente abbracciò Nora, la quale si lasciò andare in un pianto.

«Mi dispiace tanto mamma»
Disse Nora tra le lacrime.

Io mi alzai e uscii fuori, avevo bisogno di aria.
Era la prima volta che parlavo dei miei genitori a qualcuno, al di fuori di Hero.

*Spazio autrice*
Vorrei ringraziare chi ha letto la storia fino a questo punto, spero che questi giovani ragazzi (Amalia è giovane dentro 😂) stiano conquistando il vostro cuore e che vi stiano facendo sentire meno soli perché nel mondo qualcuno si sente esattamente come voi❤️


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