21.

Era mezzanotte circa quando presi il telefono in mano, guardai il numero di telefono di Hero.
«Forse dovrei chiamarlo»
Dissi come se qualcuno potesse darmi una risposta.

Cliccai sul tasto chiama, ma chiusi subito.

"Sul serio? Hai affrontato cose mille volte peggiori e a te fa paura telefonarlo?"

La mia mente per una volta aveva ragione.

Lo chiamai.
Sentii la sua voce ed il mio cuore andò in tilt.

«Va tutto bene?»
Chiese lui preoccupato.

«Ahm, sì, scusa se ti ho chiamato a quest'ora ma ecco...
Non lo so onestamente perché ti ho chiamato, sentivo solo che era la cosa giusta da fare ed i pensieri mi stavano facendo impazzire e non sapevo cos'altro fare»

«Vuoi che venga lì?»

Volevo che lo facesse?
Desideravo davvero che lui fosse accanto a me?
Io che avevo allontanato tutti, io quella che avevo rinunciato a tutto, quella terrorizzata dall'amore e dall'affezionarsi desideravo finalmente qualcuno?
Volevo lui?

Silenzio.
La chiamata fu chiusa.

"Bravissima, l'hai ignorato e ha chiuso, complimenti"
Mi sentivo una stupida, una stupida parecchio confusa.

Gettai il telefono a terra.
Fissai il soffitto a lungo.

Il telefono squillò, mi alzai sperando fosse Hero e per la prima volta non mi ero sbagliata.

«Apri la porta»
Disse, ero ancora più confusa.

Mi affrettai a raggiungere la porta e lui era davvero lì.
Lui c'era davvero ogni volta che avevo bisogno.

Mi gettai tra le sue braccia, mi strinse forte a lui, mi sentivo così protetta.

Era così che ci si sentiva quando ci si innamorava?
Stavo finalmente vivendo quel sentimento che vivevano tutti gli adolescenti?

«Grazie»
Gli ero davvero grata, gliene sarei sempre stata.

Mi resi conto che non lo avevo ancora lasciato andare...

«Scusa»
Dissi imbarazzata, ma lui mi prese la mano.

«Torna qui»
Mi riportò tra le sue braccia.

Mi prese in braccio, chiuse la porta dietro di lui e si sedette sul divano con me ancora in braccio.

Durante l'adolescenza, prima del disastro, non ero mai stata con alcun ragazzo, non perché non trovassi ragazzi interessati a me o ragazzi intelligenti, dolci o carini, ma perché non volevo.
Non riuscivo a sentirmi a mio agio con i ragazzi, avevo paura avessero sempre un doppio fine, ma con Hero le cose erano diverse: con lui mi sentivo al sicuro, le sue mani non erano imponenti o invadenti, le sue erano morbide, delicate.

«Hero voglio parlarti dell'altra volta, di come ho reagito, del bacio»
Dissi titubante.

Mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi guardo dritto negli occhi.

«I tuoi occhi sono la seconda cosa più bella che io abbia mai visto»

Arrossii.

«E la prima qual è?»

Con quale coraggio lo chiesi non lo so.

«Beh... La prima sei tu»

Sentii mancare il fiato e gli occhi diventare lucidi.

«So che può sembrare una frase banale e che magari non ci credi nemmeno ma ti assicuro che sei bellissima, di una bellezza così semplice e pura.
Hai dei capelli così lunghi e morbidi ed adoro quando ti finiscono sul viso e tu soffi per spostarli.
Le tue labbra diventano di un rosa particolare quando c'è freddo e sono carnose e mi ritengo fortunato a conoscere la loro morbidezza.
Le tue guance poi, che diventano rosse ogni qual volta ricevi un complimento o quando fai una figuraccia.
Per non parlare delle tue mani che sono così piccole e delicate, quando serri i pugni perché sei spaventata o non riesci più a controllarti, anche nei momenti di debolezza sei bellissima.
Sei bella ma non solo fuori, la bellezza esteriore è transitoria, tu sei bella dentro e bella è dire poco»

Rimasi senza parole, il cuore che batteva all'impazzata.
Aveva osservato ogni piccolo dettaglio, anche quei dettagli che possono sembrare futili.
Lui mi riteneva bella.
Lui mi faceva sentire bella davvero.

Le parole non riuscivano ad uscirmi di bocca, ma forse le parole non servivano nemmeno.

Accarezzai la sua guancia, aveva una lieve barba, nonostante ciò la sua pelle era così fine.
Guardai le sue labbra e poi i suoi occhi.

Era così vicina al suo corpo che sentivo anche il suo cuore che batteva all'impazzata come il mio.

La mia mente era attraversata da tutte le domande che mi ero fatta negli ultimi giorni.

"Desideri lui?"
La domanda che mi ero fatta più spesso.
Ed avevo solo una risposta a questo.

Respirai profondamente.
Era ora di decidersi e finalmente risentii il calore delle sue labbra.

Lo baciai.
Un bacio dolce, intenso.
Le nostre labbra si completavano, era come se anche loro avessero sentito la mancanza.

Avevo le guance in fiamme, il respiro corto.

«Non immagini nemmeno quanta paura avessi che quello fosse stato il nostro primo e ultimo bacio. Avevo paura di perderti e questa cosa mi terrorizza»

«Io avevo paura di rovinare tutto, queste emozioni sono così nuove e ho passato così tanto tempo nella sofferenza, che mi ero dimenticata di poter provare qualcosa di bello»

Risposi ancora provata da quel meraviglioso bacio.

Strinse le sue mani alle mie.

«Io non sono mai stato un ragazzo amorevole e tutto il resto...
Meglio dire l'amore l'ho sempre evitato, ho perso tanto nella vita anche io, io stesso sono un gran disastro, sono pieno di problemi e non voglio rovinare anche te, ma tu mi rendi migliore.
Lo so che non abbiamo avuto il tempo di conoscerci del tutto, ma abbiamo tempo, possiamo iniziare fin da subito.
Tenerci così tanto a qualcuno mi fa paura non voglio negarlo, ma mi spaventa di più l'idea di te distante da me.
I sentimenti sono molto complessi evidentemente e provare a trovare una spiegazione forse non ha senso, so solo che è successo, che ciò che provo per te è reale»

Presi il suo viso tra le mani.

«Io non sono migliore di te.
Sono incasinata anche io e non rovinerai nulla perché anche tu rendi migliore me.
Io mi sono sempre allontanata dalle persone per paura di tenerci, ma adesso sarebbe inutile, perché ogni parte di me tiene a te e sono così stanca di rinunciare a ciò che voglio per paura, ma non sarà facile, nulla è facile e voglio che tu lo sappia»

«Lo so, ma non voglio le cose facili, io voglio te con tutto ciò che comporta»

Lo abbracciai.
Quelle braccia sarebbero diventate il mio porto sicuro.

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