20.

Mi allontanai bruscamente.
Panico.
"Non rovinare tutto"
Pregai me stessa di non farlo.

«Ti prego di andartene»
Notai il suo sguardo confuso, ma anche nella mia testa c'era una gran confusione.

Non potevo aver sempre paura di perdere il controllo.
Non potevo sempre aver paura di soffrire.

Ero così stanca di me stessa.

Mi sentivo come se il cuore mi uscisse dal petto, iniziai a respirare pesantemente.
Lui mi prese per le mani.

«Calmati, respira.
Io resto qui, ma faremo le cose con calma.
Lo so che hai paura, che hai perso già tanto e che hai paura di amare perché non vuoi più soffrire.
Ma affronteremo la paura insieme, perché ti assicuro che anche io sono terrorizzato, nemmeno la mia vita è stata rosa e fiori.
Faremo le cose con calma.
Adesso però respira insieme a me»

Seguii il suo respiro e il ritmo del mio corpo tornò normale.

Lui era compresivo, io tuttavia non riuscivo a fidarmi perché quando ti fidi dai in mano all'altra persona un'arma così potente, che potrebbe distruggerti totalmente.

"Non tutti vogliono distruggerti Meryem"
Pensai tra me e me.

Ed era vero, ma come potevo sapere chi non voleva farlo?

Non volevo obbligare me stessa a fare qualcosa per cui non ero pronta, mi sarei presa il tempo necessario per fidarmi e per amare di nuovo.
Avrei avuto pazienza, perché dopo una grande perdita, perdi anche te stesso e ci vuole un po' prima di ritrovarsi.
Ma io mi sarei ritrovata, sarei andata avanti, avrei iniziato a vivere ed a quel punto avrei dato il meglio di me alle persone, a quel punto avrei potuto dare tutto l'amore di cui ero capace.

Ero certa che prima o poi non avrei più vissuto con la paura costante, ad un certo punto non sarei scappata più davanti alle emozioni più belle.

Alla fine io sarei stata più forte di qualsiasi paura.

Nei giorni seguenti portai Nora a fare i controlli necessari: analisi del sangue, radiografie.
Lei era spaventata, ma quando vide quella piccola creatura che cresceva dentro di lei vidi i suoi occhi brillare e inevitabilmente sorrisi.

Non mi aveva ancora detto cosa volesse fare, d'altronde sapevo che sarebbe stato un gran cambiamento, ma io le sarei rimasta accanto.
Non aveva ancora parlato con la madre, era terrorizzata dalla reazione che avrebbe potuto avere, tuttavia avrebbe dovuto dirglielo, meritava di saperlo.

Dopo le visite portai Nora a prendere un bel gelato, speravo si rilassasse un po'.

Ci sedemmo su una panchina a parlare.
«Nora, ci sono tante cose che non mi hai detto. Iniziamo dalla più semplice, va bene?»
Lei annuì.

«Cos'è successo tra te e Mark?»
La vidi sospirare.

«Quando ho iniziato "una relazione" con quell'uomo, mi sono sentita troppo in imbarazzo per continuare a parlare con Mark.
Lui era prefetto, ma io mi vergognavo troppo e poi da quel che ha detto Hero, dopo che io mi sono allontanata, lui si è preso una cotta per un'altra e credo proprio che sia per te»

Quasi soffocai a causa del gelato quando disse quella frase.

Lei continuò:
«Ho visto anche io come ti guardava, tu sei semplicemente gentile e nemmeno te ne rendi conto, ma lui ti ammira in un certo senso»

Non avevo mai dato un segno a Mark che potesse illuderlo, non l'avrei mai potuto considerare più di un amico.

«Nora io...»

«Tranquilla, non sono mica arrabbiata con te e nemmeno con lui.
So che ci tieni alla mia felicità»

Le sorrisi, speravo ci credesse davvero.

Passarono un paio di minuti prima che parlassi nuovamente.

«Nora tua madre merita di sapere»

Vidi i suoi occhi diventare lucidi, mi avvicinai per abbracciarla.

«Lo so»
Rispose lei malinconica.

«Nora, io non ti lascerò mai sola, quando vorrai parlare con lei io sarò al tuo fianco»

Sorrise.

«Adesso basta parlare di me. Tu ed Hero?»

Sospirai.

«Nora non è un argomento importante questo»

Lei mi guardò male.

«Ok, ok... Beh mi ha baciata»

Vidi gli occhi di Nora brillare ed un sorriso enorme apparirle in volto.

«Ma è meraviglioso»

«No, non lo è. Non sono pronta ad avere una relazione o qualsiasi cosa sia.
Io non so amare»
Dissi guardando a terra.

«Meryem tu sei la persona più buona che io conosca, hai il cuore pieno d'amore da dare.
Sei una persona meravigliosa e va benissimo che tu sia spaventata, ma non impedirti di essere felice.
Fai le cose con calma, ma non rinunciare a lui perché si nota da come lo guardi e da come lui guarda te che c'è qualcosa che vi lega»

La mia piccola Nora, fin dall'inizio avevo sempre pensato di doverla proteggere ed aiutare io, ma lei era molto più coraggiosa di me.

Andammo a casa mia, la lascai riposare, era molto stressata ed il sonno la aiutava a staccare.

Dormire per non soffrire.

Non poteva continuare così per sempre però, ad un certo punto avrebbe dovuto affrontare la situazione.

"E tu quando la affronterai?"
Questo pensiero balenò nella mia mente.

"Non c'è nulla da affrontare"
Ribatté una voce nella mia testa.

"Ed invece c'è da affrontare anche troppo"

Chiamai Amalia, negli ultimi giorni l'avevamo esclusa senza rendercene conto, non spettava a me dirle ciò che stava succedendo, lo avrebbe fatto Nora.

Amalia arrivò subito, sorridente come sempre.

È davvero bello come certe persone con un semplice sorriso portino il sole dovunque vadano.

Amalia era contenta di cucinare di nuovo per noi: mi sorprendeva la sua forza, nonostante la solitudine ed il dolore la sua luce non si era mai spenta.

«Non si fa così, vieni che ti mostro»
Disse notando come tagliavo le cipolle, io risi.

«È solo una cipolla, non pensavo ci fosse un modo specifico per tagliarla»
Risposi io.

Lei scherzosamente mi lanciò un'occhiataccia.

Finimmo di cucinare le lasagne e ci sedemmo sul divano, Nora ci raggiunse: occhi appisolati, capelli arruffati, sembrava così piccolina.

«Nora, tesoro, come ti senti?»
Chiese Amalia realmente preoccupata.

«Meglio Amy»
Rispose Nora.
Che bugiarda.

Dopo un minuto di silenzio, Nora disse qualcosa di inaspettato, ed era la prima volta che lo diceva ad alta voce e ciò fece diventare il tutto più che reale.

«Sono incinta Amy»

Amalia rimase pietrificata per qualche secondo, subito dopo abbracciò Nora con tutte le sue forze.

«Oh la mia bambina, perché non me l'hai detto prima? Piccina mia, andrà tutto bene»

Guardai quella scena sorridendo ed ammaliata.

Era meraviglioso come l'amore legasse  i cuori delle persone.

Un'altra giornata passò.
Sospirai.
Il tempo passava così in fretta.
Perché mi sentivo come se la vita mi passasse tutta davanti ed io la stessi perdendo?

Stavo bene a volte, la maggior parte delle volte, ma altre volte il buio tornava, la malinconia prendeva il sopravvento, perché, in fondo, io lo sapevo che c'era ancora qualcosa che dovevo affrontare.

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