1.2

SELENE

Niente panico, s'impose un bel respiro profondo, sapeva che prima o poi si sarebbe pentita di aver continuamente rifiutato la proposta della sua amica Mary di iscriversi al corso di Yoga quando viveva ancora a Lille! Doveva cercare di mantenere la calma mentre si muoveva barcollante e dolorante alla ricerca di qualcuno che potesse indicarle l'uscita. Un inquietante dato di fatto sembrava essere la mancanza di un'anima viva in carne ed ossa in mezzo a quella disinvolta sfilata di uomini di latta.

Un sospiro di sollievo le scese lungo la gola quando intravide una piccola porta di legno scuro affacciarsi timidamente tra i lucidi metalli delle armature. Dimenticò i tacchi scomodi per un secondo, inciampando nell'illusione della fine di tutti i suoi problemi, lanciandosi a peso morto sulla porticina senza minimamente badare all'accenno di movimento che stava nascendo verso l'esterno. Si accorse troppo tardi dello spostamento non preventivato della porta, esattamente quando ci finì contro con poca grazia e la sentì sbattere rumorosamente contro qualcosa, o qualcuno, dato che il gemito di dolore che vibrò nell'aria non era il suo.

- Ma che diavolo... - si accorse troppo tardi che aveva accidentalmente colpito proprio quell'anima viva che aveva tanto sperato di incontrare, mentre mortificata cercava di impiattargli qualche plausibile scusa.

- Oddio oddio mi scuso tantissimo! Non volevo darle la porta in faccia, non l'ho proprio vista! –

- Lo vedo – replicò acidamente il ragazzo. Si sembrava un ragazzo pressoché della sua età. I capelli gli ricadevano lunghi e bagnati sul viso mentre lui si tastava l'angolo dolente della fronte da cui sarebbe sbucato presto un bernoccolo. Era alto, nonostante i tacchi e la sua buona altezza poteva arrivargli poco sopra la spalla. I capelli gli ricadevano ancora grondanti sulla fronte, segnale che pioveva. Oh cavolo. Eppure i ciuffi scuri non facevano altro che mettere in risalto la luce smeraldina dei suoi occhi. Che occhi. Un sguardo truce, profondo ed intenso ed anche...triste. Cristallino era quello sguardo che sembrava tanto sicuro quanto l'amarezza che doveva portarsi dentro. Lui le rivolse un'occhiata sprezzante. Forse si era resoconto del suo esagerato interesse verso il suo viso. Era sempre le solita, scrutava le persone senza curarsi di non farsi cogliere in flagrante. E veniva sempre, sempre colta in flagrante.

- Posso fare qualcosa? – domandò titubante, lievemente in imbarazzo.

- No grazie, ha già fatto abbastanza – affermò con poco garbo, scrutandola di rimando con strana ed inaspettata curiosità.



HARRY

Harry si soffermò ad osservarla con un malcelato interesse, quasi infastidito. Non aveva mai visto una tipa simile girare per il castello. Era vestita di tutto punto, uno stile impeccabile, eppure aveva qualcosa nel modo di parlare e di esprimersi che entrava in conflitto con l'apparenza artefatta della sua figura. Decise di assecondare la curiosità – Piuttosto posso esserle io di aiuto? -

- Oh si grazie, non stavo ficcanasando in giro, cercavo solo l'uscita - dai suoi occhi trasparì tutta la sua gratitudine. Chissà da quanto tempo stava girovagando per il palazzo. Ma soprattutto, che ci faceva lì?

- Allora deve tornare indietro, da questa parte trova solo le cucine ed il giardino - alzò un sopracciglio perplesso, quella ragazza sembrava un folletto inciampato nelle fattezze pregiate di qualcun altro.

- Oh sono desolata - ed incredibilmente lo sembrava davvero.

- Era qui per? - improvvisamente sorrise per quell'inaspettato incontro, anche se un pensiero amaro si concatenò immediatamente successivo: il primo sorriso della giornata. Seppur tirato era sempre un sorriso.

- No per favore mi dia del tu, il lei mi fa sentire una vecchia derelitta – continuò ad osservare quella strana e bizzarra creatura con una curiosità crescente - Ho avuto un incontro con la regina - quella si che era una sorpresa.

- Davvero? - domandò sperando di rubarle altre informazioni.

- Si, aveva frequentato un corso alla Sorbone con mia madre anni fa ed erano sempre rimaste in buoni rapporti. Ha mandato me come ambasciatrice di ossequi, questo 15 minuti fa, ho fatto la spavalda dicendo che ricordavo l'uscita e rifiutando la scorta - spiegò rapidamente, come al solito senza nemmeno pensare di filtrare qualche informazione e tenerla per sé. Invece aveva sviscerato tutto nei più sottili dettagli. E il risultato fu che si ritrovò ad osservare quel ragazzo sghignazzare senza premura alcuna di contegno. Forse aveva esagerato con il racconto, ma cosa potesse farlo ridere era ancora un mistero - Lo trova divertente? - continuò con il lei, dato che lui non si era preoccupato di ricambiare la sua richiesta di informalità.

- Trovo divertente che ti sia persa qui dentro - ammise lui probabilmente notando il tono vagamente alterato nella sua domanda. Però lui l'informalità la stava sfruttando.



SELENE

Invece lei aveva cominciato a sudare, sembrava un interrogatorio di terzo grado, che pensasse che fosse una giornalista o peggio una ladra? Quale sarebbe stata la condanna per presunta irruzione in un palazzo reale? La pena di morte o la sedia elettrica erano state bandite già da tempo anche li? Comunque doveva porre un rimedio, e subito. Possibilmente mantenendo la calma. Maledetto corso di Yoga.

- Le assicuro che stavo cercando l'uscita, non la cucina, solo che devo aver confuso la destra con la sinistra uscendo ed entrando ed ho finito col perdermi - lui sghignazzò ancora.

- A chi non è mai capitato – la nota sarcastica che uscì dalla bocca di quell'individuo le rimbalzò con prepotenza nelle orecchie. Probabilmente non aveva incontrato spesso persone che, per lo meno, ammettessero di confondere destra e sinistra.

- Mi sta prendendo in giro? – non si preoccupò di nascondere la nota stizzita della sua voce. Ecco ancora il suo famoso accento acido, come lo definiva sua sorella. Eppure in realtà veniva fuori solo quando si sentiva indispettita e quel sentimento si rispecchiava immediatamente nella voce.

- Posso indicarti la strada e giuro che non cercherò di prendermi il merito -

Quel pallone gonfiato sembrava divertirsi vedendola barcollare tra i tacchi troppo alti, il dolore ai piedi e l'imbarazzo di ammettere che si era persa nel palazzo. La cavalleria era davvero decaduta, pensò con amarezza, e quel babbuino spelacchiato sembrava non voler muovere alcun dito per aiutarla ad uscire con un minimo di decenza, anzi, sembrava godere della sua goffaggine.

- Posso procedere da sola, grazie – era quel briciolo di orgoglio ribelle a parlare ma sperò in cuor suo che le potesse almeno indicare la direzione giusta.

- Non volevo offenderti – ridacchiò al pensiero che quella ragazza avesse qualcosa di evidentemente strano e strampalato nel suo atteggiamento. Voleva offrirle una sorniona proposta di aiuto mentre si appoggiava con un braccio sull'armatura in acciaio del 1400 poco distante da lei, avvicinandosi appena, quasi conscio di voler esercitare volutamente il suo fascino su di lei. Cosa che però non fu minimamente notata.

- Certo ed io sono la bisnonna della regina, lei per caso è il principe ereditario? - esclamò sarcastica chiaramente decisa a porre una drastica fine a quella presa in giro. Che poi non la stava prendendo in giro, si stava solo godendo quell'accenno di divertimento - Non si scomodi, posso trovare la stra... - il suo movimento fu brusco e, nel chiaro tentativo di dargli velocemente le spalle ed allontanarsi, sbatté con violenza contro la stessa armatura su cui lui si era poggiato nel tentativo di estendere la sua aura affascinante, ma questa per l'impatto perse prima la lancia, poi lo scudo, che volarono intorno a loro prima di finire per terra con un sonoro tonfo, ed infine l'elmo che rischiò quasi di accomodarsi sulla sua testa con una precisione matematica. Altro che fascino.



HARRY

I pezzi dell'armatura finirono a terra uno dopo l'altro con un rumore acuto che probabilmente fece venire la pelle d'oca ad entrambi e, per fortuna, i suoi riflessi furono più veloci nel pararsi la testa con un braccio un istante prima che l'elmo gli arrivasse effettivamente addosso. Tornò a posare gli occhi su quella strana creatura, che continuava ad osservarlo imbambolata con gli occhi sgranati ed entrambe le mani a coprirle la bocca, solo quando decretò concluso il pericolo di quella specie di goffo attentato alla sua vita. Prima la porta in faccia e poi un elmo in testa. Che l'avesse mandata qualcuno? Ma giusto un pazzo poteva affidarsi ad una killer così maldestra e traballante.

- Ma stai cercando di uccidermi?! - voleva suonare serio e infastidito ma un altro spontaneo sorriso colorò il suo viso quel giorno, guardando arti e attrezzi dell'armatura giacere per terra come segnale del suo passaggio.

- Mi dispiace! Io non... - le sembrò evidentemente in forte imbarazzo, mentre osservava gli stessi pezzi di metallo per terra ed ancora gli occhi sgranati per lo spavento.

- Miss - il suo tentativo di scuse fu interrotto da Alfred, fedele maggiordomo di famiglia, che vantava una carriera con la sua famiglia da prima che lui nascesse - Mi permetta di accompagnarla. Mi sembra in difficoltà - si rivolse mestamente mentre lei liberava un sospiro di sollievo.

- Direi che è un'ottima idea - non riuscì a frenare l'entusiasmo, anche mentre si rivolgeva a lui con un veloce saluto ed infine affrettandosi ad inseguire Alfred, senza attendere alcuna risposta.

Inciampando tra i resti di quella povera malcapitata armatura, era rimasto come un idiota in mezzo al corridoio, a domandarsi ancora chi fosse quello strano essere, aspettando stranamente che la sua figura sparisse in fondo al lungo corridoio, lasciandolo solo in compagnia dei resti di un'armatura scomposta per terra. Restò sorpreso che fosse riuscito a non pensare alla sua condizione, anche solo per un istante, grazie a lei e ad un'armatura. 




Spazio Ila

Come promesso: velocissima! 

Come prima cosa vorrei ringraziare le ragazze che hanno già cominciato a leggere ed apprezzare questa storia, per tutto il sostegno che, in questo momento, significa moltissimo per me <3 

Domanda extra da appassionata di moda: qual'è il vostro outfit di oggi? Da me minaccia pioggia quindi stivali, jeans neri e golf verde per dare un tocco di colore. 

A prestissimo!

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