Sogno o realtà? 🎃

Attenzione🔞:
Questo capitolo contiene scene più o meno descritte di smut.
Ne sconsiglio la lettura a chi ne è sensibile.

_Parte 3_

Tum

«Ji-»

Tum

«Jimi-»

Tum

«Jimin»

Un respiro profondo e Jimin si svegliò. Poteva sentire il sudore freddo bagnarli tutto il corpo, appiccicandoli i capelli alla pelle del volto. Il cuore batteva ancora forte e il fiatone non cessava la sua corsa forsennata.

«Amore?»

Una voce colse la sua attenzione. Voltò il capo, guardando accanto a lui e un urlo uscì spontaneo quando vide Jeongguk inginocchiato al suo fianco, a fissarlo con dolcezza e preoccupazione.

«Hai fatto un incubo?» il ragazzo provò a toccarlo, ma Jimin si scostò un po', rendendosi conto solo in quel momento che fossero su un letto matrimoniale e non in mezzo ad un bosco.

Perché non ricordava nulla? Era solo un incubo? Che stava succedendo?

Poteva ancora sentire la terra sotto le unghie e poteva ancora vedere il sangue davanti ai suoi occhi

«Taehyung...» gracchiò, allontanandosi da Jeongguk, nonostante egli non avesse nessuna maschera orrenda addosso. Prese il telefono e con le gambe tremanti si alzò in piedi, componendo il numero che oramai conosceva a memoria.

Non rispose nessuno.

«Tu... Dov'è Taehyung?» chiese con la schiena al muro.

«Amore, sono le...» le sopracciglia di Jeongguk quasi si toccavano da quanto erano aggrottate, mente voltava il capo osservando la sveglia sul comodino «Due del mattino. Direi che sta dormendo» borbottò alzandosi in piedi, mostrando il suo solito pantaloncino largo.

Si avvicinò al corpo del suo fidanzato che ancora era tremante, lasciando che i capelli scuri brillassero davanti alla finestra.

«È stato un brutto sogno Jimin...» allungò una mano, imbronciandosi quando lo vide retrocedere maggiormente «Sono io, Jeongguk. Il tuo ragazzo da sei mesi» batté un piede per terra, affermando la sua tesi.

Qualcosa sembrò muoversi nel cervello di Jimin, perché si lasciò stringere tra le braccia forti del ragazzo. Lasciò andare un sospiro pesante, allacciando le sue intorno alla vita stretta di Jeongguk. Sentendosi leggermente meglio.

Lui era Jeongguk, il suo ragazzo. Non era un coniglio pazzo e i suoi amici erano ancora tutti vivi, a dormire nei loro letti.

«Sei tutto sudato. Vuoi farti una doccia per rilassarti?» Jeongguk non gli dette tempo di rispondere. Gli lasciò un bacio tra i capelli e scomparve nella porta davanti alla camera aperta.

Jimin si guardò intorno circondandosi le braccia con le mani. Era la stanza di Jeongguk. Il giorno prima si erano messi d'accordo sul fatto che avrebbero dormito insieme. Doveva essersi addormentato mentre si guardavano quell'orribile film horror. Forse era proprio per colpa sua se in quel momento si sentiva tanto disorientato e spaventato.

Jeongguk lo aveva avvertito di non guardarlo, ma lui aveva insistito finché non aveva ceduto, come ogni volta faceva se si trattava di lui.

«Forza Minnie»

Quell'adorabile soprannome, lo invitò a fare una leggera corsa nel buio per entrare in bagno. Si scontrò contro il corpo più grosso di Jeongguk che rise dolcemente «Attento» lo rimproverò mentre gli sfilava la maglia che gli arrivava alle cosce (maglia che gli aveva rubato la stessa sera).

Lo guardò dall'alto dopo averla sfilata. Osservò i capelli disordinati e viola, gli occhi lucidi, per le lacrime che aveva versato durante il sonno e la pelle leggermente pallida. Rubò un bacio a stampo a quelle labbra che parevano boccioli peccaminosi.

Sembrava ancora disorientato. Il suo dolce Jimin era ancora perso in quell'incubo forse misterioso. Arpionò le mani sotto le cosce sode e lo alzò, aiutandolo a sfilarsi il resto degli indumenti, lasciando entrambi nudi dato che lui si era spogliato poco prima che lo raggiungesse. Un bacio sul naso e guidò entrambi nella vasca da bagno, sedendosi nella medesima posizione, dato che Jimin sembrava non volerlo lasciare grazie al volto nascosto nel suo collo.

Le mani di Jeongguk portarono una buona dose d'acqua, sulle spalle del più basso. I muscoli tesi della schiena si rilassarono sotto i massaggi che precedettero la schiuma. Jimin non notò però, della terra scorrere giù dai suoi capelli, così come non notò il liquido vermiglio leggermente sbiadito, colare giù dalle mani ruvide di Jeongguk, e fondersi con l'acqua, diventando praticamente invisibile.

«Cos'hai sognato?» chiese Jeongguk baciandogli una tempia, forse consapevole. Attento a non farlo voltare.

Jimin finalmente si staccò dal suo collo e lasciò cadere all'indietro la testa, fissando il soffitto celeste chiaro. Alzò le spalle, non avendo davvero voglia di rispondere.

Il ragazzo dal braccio tatuato sembrò capire quella muta richiesta. Toccò con le labbra l'ugola esposta e riprese a pulire il corpo pallido e muscoloso, il giusto da fargli venire ogni volta l'acquolina in bocca.

Jimin sistemò meglio le gambe intorno al suo bacino quando riprese a pulirlo con premura.

«Mi hai spaventato» borbottò Jeongguk osservandogli la pancia ricoperta di pelle d'oca « Era da un po' che cercavo di svegliarti, ma tu continuavi ad agitarti e non sentirmi» lo tirò dal collo verso di lui, per rubargli un altro bacio. Dipendente com'era da lui e dal suo tocco.

Jimin schiuse le labbra, consentendo alle loro lingue di toccarsi. Intrecciò le mani bagnati, nelle ciocche leggermente lunghe, umide sulle punte.

Jeongguk apprezzò quel gesto, in risposta lo tirò più vicino, facendo combaciare i loro petti.

«Va tutto bene Jimin?» si staccò per sussurrargli sulle labbra, sinceramente provato per lo spavento.

«Tutto bene. Scusami se ti ho spaventato» rispose Jimin, sorridendo leggermente. Strofinò i loro nasi, affondando in quegli occhi tanto grandi. Il suo cuore era completamente sciolto, schiacciato da tutta quella preoccupazione «Era solo un incubo... uno piuttosto lucido» disse convinto, lasciando che le dita corressero veloci sul petto del suo ragazzo. E che petto... amava le sue forme. Così ben delineate e allenate da farlo rimanere incantato.

Questa volta fu Jeongguk ad affondare nel suo collo «Non stuzzicarmi così Jiminssi» prese la mano che ancora correva sulla sua pelle. Ne baciò le nocche, saggiandone la morbidezza con le labbra.

«Così come Jeon?» Jimin sembrava essersi completamente ripreso, riprendendo in mano le redini della situazione. Era ritornato il suo solito fare civettuolo e piccante. Usò la mano ancora libera per giocare con le unghie lungo le sue spalle sino al collo, il suo punto debole.

«Sei un dannato» ridacchiò Jeongguk spingendolo in avanti dalle natiche, facendo strusciare i loro membri.

Scariche elettriche corsero lungo i loro ventri, portandoli a guardarsi negli occhi con ardente passione.

L'incubo e la paura oramai lontani mentre Jeongguk lo alzava come se fosse una piuma, scavalcava il bordo della vasca e portava entrambi nella camera da letto.

«Bagneremo le lenzuola» si lamentò Jimin, nascondendo un gemito quando Jeongguk gli leccò la mandibola affilata.

«Chi se ne frega. Le cambieremo dopo» affamato lo gettò sul letto, raggiungendolo subito per congiungere le labbra. Iniziò un lungo scontro tra denti, saliva e lingua, che non dava spazio al respiro.

Le mani di Jimin scivolavano sulla schiena di Jeongguk, graffiandolo e baciando con i palmi tutti quei muscoli.

Jeongguk invece era già occupato a studiare la pelle delle cosce con le dita, mentre vezzeggiava quel collo troppo chiaro. Morse un lembo di pelle «Sei mio Jimin?» chiese, chiudendogli senza preavviso il membro in mano.

Jimin ansimò sulla sua fronte per la posizione «Sono tuo Gguk» bofonchiò ai movimenti che presero a fargli girare la testa.

«Sei mio per sempre Minnie» sussurrò, quasi non facendosi sentire, mentre con un movimento lo faceva girare di pancia.

Il sedere rotondo era pienamente in vista e si leccò le labbra mentre gli apriva le natiche con entrambe le mani.

Si puntò sulle ginocchia e sputò nell'apertura rosea e stretta del ragazzo.

Jimin tremò alla sensazione e si dimenò quando sentì delle dita insinuarsi in lui, agevolate dalla saliva.

Jeongguk sembrava non voler perdere tempo perché «Ggukie» Jimin gemette appena gli venne toccato il suo punto debole.

Jeongguk fu costretto a tenerlo fermo con una mano sulla schiena «Stai buono gattino» soffiò sulla sua nuca, piegandosi contro di lui.

Jimin voltò la testa di profilo, alla ricerca di uno scomodo bacio che non gli fu negato «Mi ami Gguk?» sussurrò poggiando la fronte sul materasso, rinunciando al bacio per la fitta al collo.

Jeongguk però gli afferrò la gola, alzandogli ancora una volta il volto «Dio se ti amo Jimin» ringhiò entrando in lui dopo aver sfilato le dita.

«Jeongguk» Jimin lasciò andare uno dei suoi acuti, accarezzando così le orecchie del ragazzo su di lui.

Le dita delle mani, afferrarono le lenzuola.

«Girati amore. Fammi vedere il tuo bel visino» sogghignò come un predatore, aiutando il suo ragazzo ad eseguire i suoi ordini.

Poi gli afferrò i polpacci e, aiutato dalla sua flessibilità, gli piegò le gambe, sino al suo stesso petto.

Prese a penetrarlo in quella posizione, facendosi sentire completamente dentro di lui, che intanto, con gli occhi socchiusi, la testa girata all'indietro e le labbra spalancate, si lasciava fare qualsiasi cosa.

Jeongguk poteva sentire il cuore esplodere, mentre ascoltava quella musica incessante.

Jimin. Il suo piccolo Jimin. Solo e soltanto suo. Di nessun altro.

Vennero dopo minuti infiniti, con le fronti congiunte e la pelle a contatto.

«Ci sei Chim?» chiese a bassa voce Jeongguk, conoscendo benissimo i suoi bisogni dopo il sesso.

Jimin non rispose, completamente stremato, lasciò ricadere le gambe sul materasso, sentendo solo in parte Jeongguk scomparire e riapparire per ripulirlo per bene «Ti amo Kook» sussurrò, quasi a labbra chiuse.

Se Jeongguk non fosse stato sempre attento ad ogni suo movimento, neanche avrebbe colto quelle parole.

«Ti amo anch'io Jiminssi» sorrise mentre lo alzava e lo poggiava comodamente alla poltrona della stanza. Mantenne la sua promessa e cambiò velocemente le lenzuola.

Sicuramente avrebbe odiato vedere Jimin ammalarsi per una sua stupida svista.

«Buonanotte pulcino. Dormi bene» quando furono nuovamente entrambi a letto, se lo strinse al petto. Notando che si fosse già addormentato, gli baciò il capo assicurandosi di coprirlo completamente per non fargli prendere freddo «Dormi bene amore, dormi che domani sarà un nuovo giorno. Un nuovo giorno per amarci più di oggi» e calò anche lui le palpebre, sentendosi rilassato nel sapere Jimin con lui.

Nel buio della stanza, nel silenzio e nella quiete apparentemente tranquilla, qualcosa scintillò. Forse quel coltello sotto i cassetti, buttato velocemente sul pavimento.

Fine.

Grazie infinite per aver letto e apprezzato tanto questa piccola FF, sulla nostra spettrale Jikook...

Scusate, sono cattiva, ma sto ridendo per il finale ahahaha
Datemi le vostre conclusione se le avete>>>>

Spero vi sia piaciuta, nonostante la brevità del racconto. Infondo doveva essere una ✨One shot ✨
Per farmi perdonare vi lascio qualche chicca 🌹🥴


Lol, l'ultima foto ahahah




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