4. Il valore di un amico




"O cappuc'mij me da calor,
me sent protett
Ncuoll port'addor
dei quartier maledett"

Gli ultimi raggi di sole sparivano lasciando posto alla sera, la luna reclamava il suo posto nel cielo e le stelle iniziavano a brillare rendendo unico e maestoso il panorama circostante. 
La moto sfrecciava sinuosa e veloce come una pantera percorrendo gli stretti viali dei quartieri spagnoli. Le voci delle donne sedute ai balconi con una buona tazza di caffè, le risate dei bambini che giocavano a calcio, ogni cosa aveva il profumo di casa, ogni angolo raccontava la loro storia; due bambini che troppo presto hanno dovuto abbandonare il loro amato pallone per imparare ad usare una pistola, per diventare un giorno uomini d'onore perché loro erano gli eredi dei due clan che dominavano su Napoli e dovevano "imparare il mestiere" come gli ripeteva sempre suo padre.
Le urla di Nino lo fecero sorridere un ricordo affiorava nella sua mente; la prima marechella non si scorda mai e Diego non poteva dimenticare quando con il suo migliore amico avevano rubato una mela dal carretto.
Correvano felici e spensierati mentre tenevano tra le loro piccole manine il prezioso tesoro, quella mela divisa rappresentò l'inizio di tutto, da quel giorno divennero inseparabili, complici e fratelli di un destino beffardo che si divertiva a muovere le file come un marionettista fa con le sue marionette.
I bambini crescevano e così il loro mondo perfetto lasciava spazio alla cruda realtà, non c'erano più gli abbracci caldi di mamma ma il freddo abbraccio della morte che accompagnava Diego ovunque andasse mentre per Emanuele la storia era differente lui ancora non si era arreso e combatteva con le unghie e con i denti per difendere la sua libertà anche a costo di subire pesanti ripercussioni da parte degli scagnozzi del padre.

« Emanuè!» suonò il clacson della sua pantera nera aspettando che il moro si affacciasse alla finestra. Finalmente avevano un po' di tempo per loro, il lavoro gli occupava la maggior parte del tempo, ma non rinunciava mai ad una birra ghiacciata con suo fratello.

« Diego! Sei sempre il solito cazzone! Adesso scendo!» si affacciò scoppiando a ridere quando vide una scenetta alquanto comica, sua nonna stava  colpendo Diego con il battipanni proprio come quando erano piccoli mentre la risata roca si espandeva nell'aria.

« Principino non so, vuole anche il caffè? Ti vuoi muovere! Tua nonna è sempre manesca mamma mia!» si proteggeva con le braccia mentre era stato costretto a scendere dalla sua "bambina", « Nonna Anna va bene, non lo faccio più basta! Ho capito, facciamo pace?!» si avvicinò cauto alla donna come si fa con gli animali feroci. Da buon ruffiano, mise su la sua faccia da cucciolo che sapeva avrebbe fatto breccia nel suo cuore, nessuno resisteva a quella faccia di schiaffi e a quel sorriso che incatenava ogni ragazza sul suo cammino. Un diavolo travestito da angelo, ecco che cos'era Diego, un diavolo tentatore che si divertiva a corrompere angioletti per mollarli dopo aver ottenuto quello che voleva. 

« Non cambierai mai, sei sempre una piccola peste! Vieni qui diavoletto mio!» nonna Anna era stata una costante nella loro vita, ancora si ricordava le merende fatte a casa del suo migliore amico, ogni tipo di dolce era presente su quella tavola, ma la cosa più bella erano gli abbracci caldi che elargiva la simpatica anziana. Ci si perdeva  dentro quelle braccia grandi che profumavano sempre di dolci appena sfornati. Lo stritolò dandogli uno dei suoi famosi mega abbracci mentre se lo sbaciucchiava tutto, come quando erano piccolini.

« Non vai a salvare il povero Diego dalla nonna?»
tutto quel trambusto aveva fatto affacciare una donna  bellissima, dalla chioma dorata e dagli occhi verdi simili alle gemme di primavera  con un sorriso dolce e caldo come le notti d'estate in costiera. La mamma di Emanuele era appoggiata al vetro e osservava la scena divertita dal salotto, quando sentì le braccia di suo figlio abbracciarla stretta. Appoggiò il capo sul suo petto mentre accarezzava le braccia di suo figlio. « dove andate di bello? Non andrete ad importunare le ragazze vero Ema?» lo guardò con la coda dell'occhio mentre rideva sotto ai baffi per aver avvertito il corpo irrigidirsi segno che la conversazione stava prendendo una piega che al figlio non piaceva. 

« Come si è fatto tardi Ma, devo andare a salvare Diego se no non ne rimarrà niente...Non mi aspettare sveglia faccio tardi!» scappò dalle grinfie di sua madre afferrando il giubbotto di pelle, le chiavi della moto e il portafoglio; uscendo di corsa da casa sotto la risata cristallina di Nunzia.

In cuor suo aveva sempre sperato che Emanuele non diventasse come suo padre anche se vederlo ridotto in quel modo ogni volta gli spezzava il cuore. Il suo bambino, il suo piccolo dagli occhi grandi e dolci, era diventato un uomo con lo sguardo spento e gli occhi tristi e di questo se ne faceva una colpa ogni santo giorno, per non averlo protetto abbastanza dal mondo oscuro di suo padre e per non riuscire a fare nulla quando Salvatore lo portava in campagna per insegnarli una "lezione di vita".
Il suo Emanuele non era fatto per quella vita, non era forte come suo padre, lui era dolce, sensibile, combatteva le ingiustizie fin da bambino, amava leggere per ore qualsiasi libro gli capitasse sotto tiro, se chiude gli occhi lo può ancora vedere seduto sulla poltrona del salotto e poggiato sulle ginocchia il grosso libro delle favole, aspettando con ansia l'arrivo di suo padre. Quando tutto questo si era trasformato in un incubo per il suo bambino?
A risvegliarla dai suoi pensieri ci pensò la voce roca di suo marito appena apparso in salotto.

« Nunzia! Ma dove se ne va Emanuele?» si slacciò la giacca, arrotolandosi le maniche della camicia fini ai gomiti sedendosi sul grande divano bianco, facendo un cenno con la testa alla moglie indicando il posto vicino a sé.

« Esce con Diego, lo sai che quei due sono inseparabili!» si accomodò accanto a lui per poi porgergli il suo bicchiere di whisky con ghiaccio, mentre per sé si tenne stretto un calice di vino rosso.

« che dici Nù, ci porterà qualche bella ragazza prima o poi?» bevve un sorso del suo drink preferito osservando incantato sua moglie. Era bella la sua Nunzia, con quelli occhi simili a due smeraldi e i capelli dorati che gli ricordavano il sole d'estate.

« Magari sta aspettando quella che gli fa il battere il cuore chi lo sa. Di sicuro con questa situazione non la porterà qui!» lo fulminò con lo sguardo subito dopo finì il calice di vino mantenendo lo sguardo fisso sul marito. « se magari i tuoi uomini la smettessero di picchiarlo ogni santa volta, forse potrebbe anche succedere!» ghignò sarcasticamente mentre osservava la mascella di Salvatore irrigidirsi.

« Nunzia! Lo sai che non mi piace ripetermi, fatti gli affari tuoi! Emanuele deve imparare! È sangue del mio sangue e farà quello che gli dirò io!» sbatté violentemente il bicchiere di cristallo incrinando il vetro del tavolino davanti al tavolo, incenerendola con lo sguardo. Non sopportava che sua moglie mettesse bocca in decisioni che non le competevano. Lei si doveva limitare a fare la mamma e a occuparsi della casa. « ci siamo capiti amore?» con un balzo le fu addosso bloccandola tra lui e il divano. Strinse con forza il suo volto di porcellana facendole capire l'antifona, sicuramente le sarebbe rimasto il segno che avrebbe dovuto coprire con il fondotinta, un' altra lezione impartita da Don Salvatore alla sua famiglia. « esco stasera non mi aspettare sveglia!» le strappò un bacio violento per poi alzarsi e lasciarla li stesa sul divano con gli occhi vitrei e le labbra tremanti.

****
La luna quella sera sembrava essere più grande e vicina del solito, il lungomare brulicava di gente, gruppi di ragazzi seduti sul muretto chiacchieravano e bevevano allegramente. Emanuele e Diego percorrevano quella strada in sella alle loro moto cercando il loro posto preferito lontano dagli schiamazzi e dalla musica. Parcheggiarono le loro bimbe, per poi andarsi a prendere due birre ghiacciate e sedersi sugli scogli bianchi mentre Diego fece un'occhiolino al gruppetto di ragazze seduto a pochi metri da loro.

« Ma la vuoi smettere una buona volta?! Sei sempre il solito!» scosse la testa rassegnato al comportamento del suo migliore amico. Diego e le donne erano come il pane e la nutella non potevano esistere gli uni senza gli altri.

« Dai Emanuè non rompere le palle e saluta anche tu dai! Magari svoltiamo le serata!» ghignò malizioso verso l'amico che non gli diede retta e accese la prima canna della serata.

« Prendi e stai zitto! Che ancora non abbiamo iniziato a fumare e già stai sparando cazzate a non finire!» gli passò la sigaretta, mentre si sdraiava portando le mani dietro la nuca, perdendosi ad osservare il cielo stellato sopra di loro.

« Mamma mia simpatia portami via, bro hai bisogno di una donna fattelo dire!» il fumo fuoriusciva dalle sue labbra mentre il mare per un attimo scompariva sostituiti da un paio di occhi azzurri come il cielo e un volto di porcellana che gli fecero mancare un battito. « Sofia..» il nome della bionda uscì in un sospiro e un sorriso dolce comparì sul suo viso.

« Fermi tutti! Che cos'è questa faccia da pesce lesso che hai fatto, ma soprattutto chi è Sofia?» gli rubò la canna alzando il sopracciglio con un ghigno malizioso osservando il suo migliore amico in difficoltà.

« Una bionda che ho visto quando stavo andando a controllare la piazza...» cercò di dissimulare le sue vere emozioni ma quello che aveva davanti non era un estraneo, ma suo fratello.

« solamente una bionda? E ovviamente tu pronunci il suo nome con quel sorriso da idiota ed io devo anche crederci vero!?» Gli diede un pugno sulla spalla sinistra ridendo di cuore. Non avrebbe mai rinunciato a queste serate dove erano solamente dei semplici ragazzi con una birra in mano e una canna tra le dita.  « non mi dire che il re da una "botta e via" ha una cotta?! Credo di non reggere a questa rivelazione!» scoppiò a ridere tenendosi la pancia sentendo le imprecazioni dell'amico, era così raro vederlo in difficoltà e quest'occasione non se la sarebbe lasciata scappare tanto facilmente.

« che rompi palle che sei! ti preferivo silenzioso principino!» lo spinse amichevolmente di lato per poi afferrare la sua bottiglia di birra e berne un generoso sorso pensando a quella ballerina che da un po' notti colorava i suoi incubi. Che mi stai facendo Sofi...

« Diego, ho incontrato una ciclone sai...» osservava quella distesa calma e placida davanti a loro, il mare aveva sempre avuto un potere rilassante, i problemi sparivano e lui poteva trovare un po' di pace all'interno della sua vita burrascosa. « capelli rossi, occhi verdi brillanti e una carattere tremendo!» sorrise pensandola, non sapeva niente se non che amava i classici tanto quanto lui e aveva un tatuaggio particolare sulla spalla.

« Ah principino, non mi dire che ci siamo già innamorati eh ... ma ce l' ha un nome questa ciclone rosso oppure no?» lo sfotté prontamente preparando una nuova canna. Ormai gli veniva naturale prepararle, avevano iniziato quando erano poco più che adolescenti per emulare i ragazzi più grandi e adesso non riuscivano a farne a meno, gli aiutava a liberare la mente, far volare i cattivi pensieri e trovare un po' di pace da quella pressione che provavano da sempre a causa del loro ruolo all'interno della famiglia.

« Veramente non lo so...» si grattò la nuca imbarazzato sorridendo mesto. Era scappato quando la ragazza aveva visto i lividi sullo zigomo, si era vergognato di quello che era, non si meritava la felicità lui meritava di soffrire da solo quella vita a cui era stato destinato « sono andato via prima di chiederglielo..» abbassò il viso completamente verso il basso e le ciocche di capelli scuri come la notte scesero a coprire gli occhi lucidi.

Diego aveva capito tutto senza bisogno di continuare a parlare, era sempre stato così tra di loro per loro parlavano i gesti non le parole. Aveva compreso il malessere che aveva stretto il cuore di Emanuele e così senza preavviso si avvicinò e lo abbracciò forte, uno di quei rari abbracci che il moro donava, quegli abbracci che stritolavano le ossa ma curavano le ferite.

« Bro! Ascoltami bene tu meriti di essere felice! Non osare pensare il contrario mi hai capito! Domani andrai in quella biblioteca e gli chiederai il suo nome senza se e senza ma! Adesso staccati che le belle signorine ci stanno guardando!» gli scompigliò i capelli ridendo alla sua espressione innervosita ; odiava quando gli toccavano i suoi capelli e lui ogni volta dispettoso glielo faceva apposta.

Ad interrompere quel momento di ilarità ci aveva pensato lo squillo del telefono del moro e dalla faccia scura di Diego sicuramente non erano notizie buone. Ecco che la realtà era tornata prepotentemente a bussare e la loro spensieratezza aveva lasciato il posto alla solita pressione a cui erano sottoposti i due ragazzi. Entrambi si guardarono negli occhi e con un cenno del moro, Emanuele buttò la canna e si diressero alle loro moto; la famiglia aveva chiamato e quel posto aveva perso il sapore di libertà che pochi secondi prima aveva.

Angolo autrice...

Buonasera splendori!
Come state? Come procede la vostra vita con questa pandemia in corso? Io sto bene e sono contentissima finalmente ho finito la mia tesi e a marzo mi laureo! 🎉🎉
Vabbè lasciamo l'angolo autrice alla commento capitolo XD scusate ma dovevo dirlo a qualcuno.
Capitolo molto intenso e pieno di avvenimenti importanti. Per prima cosa, abbiamo dato un volto al temuto boss di Napoli, Salvatore Esposito vestirà i panni del padre di Emanuele, mentre la nostra Carolina Crescentini  è Nunzia, moglie del boss e mamma del nostro Bambi. Una donna che all'interno della "famiglia" conta pochissimo e il suo posto è quello di stare accanto al marito e occuparsi della casa. Ma sarà sempre cosi?
Finalmente ritornano i nostri ragazzi e lo fanno con il botto, un capitolo dove il loro passato da bambini mescola al presente. Dove anche una semplice birra e una canna costituiscono un momento di pace e relax tra i due fratelli. Ma come tutti i sogni anche la loro bolla esplode e la realtà bussa prepotente mostrando loro il conto. Che sarà successo?
Fatemi sapere le vostre teorie che leggo sempre molto volentieri. Come sempre vi ringrazio per il tempo che dedicate alla storia e vi invito a seguire la pagina
Il_codice_dell_innocenza su Instagram.

Alla prossima

Mari

P.s sotto vi lascio le foto dei due nuovi protagonisti della storia.

Salvatore Esposito aka Don Salvatore
(padre di Emanuele)

Carolina Crescentini aka Nunzia
( la mamma di Emanuele)

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top