X - IL PROGETTO (vol. 1 Saga XYZ)
Nell'ultimo periodo della mia vita sono stata completamente assorbita dall'inferno che ogni studente, in teoria, deve affrontare dopo le superiori se vuole proseguire gli studi: l'università. Questo mostro accademico, a causa dei suoi obbligati libri, noiosi e pesanti come macigni, mi ha allontanato per anni dalla lettura di romanzi narrativi per il semplice e puro piacere personale. Le mie sporadiche letture erano serializzazioni manga che leggevo solo per monetizzare rivendendole (il mercato dell'usato dei manga è più fiorente e facile di quello dei libri usati).
A ogni modo, perché questa premessa? Semplice: la storia che andrò a recensire oggi tratta di un genere a me completamente nuovo; un genere letterario che intorno all'anno 2009 è tornato alla ribalta come novità per un pubblico prevalentemente giovane. Sto parlando del romanzo distopico.
Piccolo momento "spiegazione" on: il concetto di distopia intende mettere in evidenza l'immagine di "utopia negativa", ossia l'ambientazione narrativa è descritta come uno scenario indesiderabile e spaventoso; una società in cui nessuno di noi vorrebbe mai vivere. Solitamente predice un futuro inammissibile, ma che serve per veicolare un messaggio ben chiaro al lettore sui rischi che determinati comportamenti messi in atto dall'uomo potrebbero portare, un giorno.
La prima opera distopica da me letta, quindi, non è stato uno dei capisaldi della distopia - ad esempio, 1984 di George Orwell o la più "recente" saga di Hunger Games - ma "X – Il progetto" di Sara'sread, facente parte della trilogia XYZ.
La trama, a livello di sinossi, in un primo momento mi ha catturata: quello che rimane della Terra è un cumulo di macerie e desolazione dopo la conclusione della terza Guerra Mondiale. Dalle ceneri del conflitto, come una fenice, in corrispondenza dell'attuale America del Nord è sorto un nuovo Stato: l'Ordine di Clock; territorio suddiviso in sessanta settori.
Le conseguenze della guerra non si sono limitate a ridurre all'osso la popolazione terrestre, ma attraverso le radiazioni delle armi nucleari utilizzate sono nate nuove specie di umanoidi, definiti mutanti (ad esempio troll, vampiri e stregoni: specie di cui abbiamo descrizioni basilari, poco approfondite, ma che ben chiariscono che non siamo davanti alle classiche creature dell'immaginario collettivo). L'umanità, tuttavia, non si è lasciata intimorire da questo disastro e per anni ha condotto ricerche per individuare una soluzione all'orrore delle radiazioni, ma a pochi passi dalla realizzazione di un siero per salvare innumerevoli vittime, il desiderio di potere di uno dei tre monarchi fa sprofondare l'Ordine di Clock in una prima guerra di depurazione.
Nel 3455, anno corrente, il governo si accinge a progettare una seconda "depurazione della razza". Questa volta, però, non è contemplato il fallimento: l'Ordine di Clock ha deciso di formare una nuova milizia d'élite, reclutando per ogni settore tre giovani soldati per entrare nel famigerato Progetto X.
Tra i soldati selezionati troviamo anche la nostra eroina: Xenya Cass Thompson.
Un altro elemento della storia che ho ritenuto altrettanto interessante è il prologo costituito principalmente da un'importantissima lettera che il nonno di Xenya le ha lasciato come eredità. All'interno della missiva, infatti, ci viene fornita un'informazione che io avrei in qualche modo inserito anche nella sinossi/retro di copertina, poiché è un elemento che verrà ripreso e ricordato all'interno della trama: il cosiddetto "anno della discordia". Nel 3456, l'anno successivo agli eventi narrati, l'umanità rischierà la sua estinzione a causa di un'eclissi solare e solo un giovane dal cuore puro potrà riuscire a impedire il verificarsi di questo evento astronomico, salvando il pianeta da questa ennesima catastrofe.
E da qui in poi si toccano i punti dolenti. Ammetto di non essere stata in grado in grado di realizzare una recensione come me la immaginavo; però per essere il più obiettiva possibile ho scelto di leggere due distopici editi: Hunger Games (vol. 1), apprezzatissimo sia come narrazione che come storia tanto che alla conclusione del primo volume mi è venuta voglia di rivedere il film; e Maze Runner - il labirinto. Tra le due opere, secondo il mio parere, "X – Il progetto" sia a livello della struttura della trama che come sensazioni che mi ha suscitato durante la lettura, l'ho trovato decisamente più affine all'opera di James Dashner, ovvero Maze Runner.
Le due opere, infatti, hanno lo stesso sottogenere, quello distopico–fantascientifico; al centro del conflitto narrativo c'è sempre una sperimentazione tecnologica per il "bene" dell'umanità e un protagonista in qualche modo predestinato a sovvertire l'ordine del mondo sin dalla prima pagina. Le due storie si lasciano leggere senza difficoltà, entrambe annoverano al loro interno domande che avranno risposte più chiare e coerenti nei volumi successi al primo.
Addentrandoci però nel mondo di X – il progetto devo ammettere di non saper come scrivere questa recensione: non sono sicura di quali elementi toccare essendo una storia che si configura come "un virare da un genere all'altro". Non ho trovato nessun collegamento tra i due obiettivi che l'eroe della storia deve perseguire: salvare il pianeta Terra dall'eclisse e realizzare il siero anti-mutante; mi sono sembrati due fulcri che danno origine a due storie distinte. Tuttavia, Sara avrà le idee chiare e in Y o Z magari ci verrà fornito questo legame "celato". Prima salvi la popolazione, poi salvi il mondo?
Devo ammetterlo: la storia pensata da Sara, con il proseguo dei capitoli, non mi ha catturata e ciò non significa che non mi sia piaciuta, ma non mi ha lasciato niente anche se sono arrivata fino all'ultima pagina. La storia si lascia leggere senza difficoltà, ma nulla di più. All'interno della narrazione sono presenti aspetti che non mi hanno convinta perché mi sembravano troppo forzati per sostenere il concetto di "predestinazione" di Xenya.
Al compimento dei cinque anni della nostra protagonista, l'Ordine di Clock ha affrontato un primo tentativo di rovesciamento dell'equilibrio governativo. Due anni dopo, senza che la piccola potesse capire i motivi, i suoi genitori vengono giustiziati ed etichettati come traditori. Visti questi due fatti, più un altro tassello che non posso svelarvi per evitare spoiler importanti, continuo a pensare che il terreno su cui si basa la rivelazione dell'identità di Xenya sia una forzatura. Soprattutto con un passato così importante alle spalle! Avrei gestito probabilmente in maniera diversa il modus operandi di come la protagonista viene a conoscenza della sua predestinazione. Se questo aspetto, alla fine, può anche essere una forzatura di poco conto che non intacca né la trama né la scorrevolezza della storia (ammettiamo magari che mi sono persa io agganci essenziali in una lettura che non mi ha incollata alle pagine); più grave, almeno per me, è stata la costruzione dei personaggi.
Siano essi schierati per il bene o per il male, sembrano tutti agire come se dovessero spianare la strada alla protagonista verso l'obiettivo che l'autrice si è prefissata per lei. Normale direte voi, però, a me, è sembrato che tutte le peripezie e le difficoltà che dovrebbero rendere avvincente la storia si risolvano come per "fortuna". Non so spiegarlo bene... ma Xenya, a mio gusto personale, mi ha ricordato la tipica Mary Sue, agli antipodi di una Katniss Everdeen. Sarasread, comunque, le ha fornito una buona, anzi, ottima caratterizzazione: Xenya è una giovane diciassette dal temperamento forte e con una caparbietà veramente eccezionale; i suoi dubbi, le sue insicurezze sono ben mascherate e sarebbe stato anche un ottimo personaggio se l'autrice non le avesse riversato addosso un sacco pieno di "predestinazione" sin dalla prima pagina. Ecco, è come se i problemi glieli risolvessero gli altri personaggi e lei stesse a guardare e raccogliesse alla fine i risultati degli sforzi altrui. Xenya, infatti, è l'unica donna a essere divenuta una soldatessa in questo mondo distopico dell'ordine di Clock, in una rappresentazione dove non è negato alla figura femminile di intraprendere la carriera militare. Xenya quindi è LA soldatessa. Un giorno, di punto in bianco, scavalcando le pratiche burocratiche, qualcuno decide di addestrarla a essere un soldato secondo il volere dei suoi – defunti – genitori. Motivo: perché lei ha una missione.
E ciò mi ha quasi infastidito. In un mondo distopico come questo, in una guerra di depurazione, perché il governo non recluta altri soldati donna? Credo che fino allo scoppio della terza Guerra Mondiale il lavoro del soldato sia una professione per ambedue i sessi; sempre a meno che prima non si sia passati per il distopico VOX di Christina Dalcher (romanzo interessante, ma la seconda parte è poco ben strutturata). Questo aspetto non viene minimamente accennato nel racconto, quindi alla mia richiesta di chiarimenti mi è solo stato espresso che alle altre donne era consentito intraprendere tale carriera, ma che nessuna era interessata. Secondo me, sarebbe stato meglio spiegare che poche erano le donne, in un mondo distopico come questo, che si sentivano coraggiose abbastanza da affrontare le minacce dei mutanti e, di conseguenza, diventare soldatesse. Infine, avrei aggiunto che tra di esse, un numero per l'appunto abbastanza esiguo rispetto ai soldati uomini, SOLO Xenya in tutti i sessanta settori è stata selezionata per il progetto X in quanto si è distinta particolarmente. Spiegazione, inoltre, che mi sono data per tutti i selezionati. Anche se ancora non mi è chiaro su quali basi siano stati scelti i centottanta giovani per costituire questo esercito d'élite (ma questo è un dettaglio di poco conto, rispetto al Xenya unica soldatessa al mondo).
Gli antagonisti della storia - sempre per il concetto "semplifichiamo la vita alla protagonista" - sono stati, sempre secondo il mio parere, ridicolizzati. Le motivazioni dell'antagonista sembrano poco coerenti, poco valide. Il nemico principale, il Signor S., ci viene presentato con le caratteristiche che al lettore di distopici ricorderebbe molto il presidente Snow di Capitol City; ma a differenza di quest'ultimo, le sue motivazioni di sete del potere sembrano fiacche. Il suo personaggio non è studiato bene: il Signor S. agisce come lo stereotipo dell'antagonista bramoso di tenere il potere nelle sue mani e nient'altro... sia le minacce velate che le azioni orchestrate contro Xenya sono realizzate più per un'esigenza di trama che secondo la logica dell'antagonista. Mi aspettavo un Signor S. subdolo come Snow, non la sua parodia.
Accorgendomi di aver detto il mio parere quasi senza tatto, mi sono riservata come conclusione di questa recensione un altro aspetto che ho veramente apprezzato, ovvero la ricerca e il lavoro dietro ai messaggi metaforici della simbologia usata: nel racconto, infatti, è molto evidente il concetto della cifra "tre", definito dai Celti, come si sa, il numero perfetto. Vediamo, ad esempio, il potere oligarchico distribuito su tre figure di potere (salute, forza e pace); per il progetto X vengono selezionati tre giovani per settore e il titolo stesso della saga riprende le tre dimensioni dello spazio. Interessante è anche l'accostamento dei colori: i predominanti nero e bianco degli indumenti dei vari personaggi, il viola delle visioni a cui non ho potuto dare un significato che si potesse correlare con i personaggi o la trama e in ultimo, ma non meno importante, il rosso.
Cosa dire alla fine di queste tre lunghe pagine di recensione? Consiglierei la storia ad altri?
Da un lato no perché, per gusto personale, non mi ha fatto entusiasmare allo stesso modo di Hunger Games: Xenya non è riuscita a farmi sentire in sintonia con lei e, di conseguenza, non mi ha trasportato tra le pagine della sua storia. Si è rivelata una lettura fine a se stessa, una lettura che puoi fare tranquillamente per passare il tempo. Ciò non significa che la storia sia brutta e da evitare, anzi, una possibilità gliela darei comunque. Probabilmente, potrebbe piacere a chi ha letto e apprezzato tutti i distopici per ragazzi come Hunger Games, Maze Runner e Divergent (questo non l'ho letto, ho visto solo i film). Dall'altro lato, invece, sì consiglierei a un lettore di provare a leggere X – il progetto perché comunque è solo il primo volume di una trilogia: una trilogia che alla base ha un elemento avventuroso e interessante da sviluppare e che potrebbe rivelarsi come una carta vincente. Sono sincera, probabilmente si è capito chiaramente che non ho apprezzato moltissimo il primo volume, ma alla fine... devo ammettere che restano aperte le domande giuste, quelle che ti invogliano comunque a dare una seconda possibilità al seguito. Alcuni esempi sono: come finirà la storia tra Xenya e David? Il mondo destinato al declino raggiungerà la pace? Ma soprattutto... l'anno della discordia come sarà evitato?
Ecco, illuminazione dell'ultimo minuto! Il romanzo non è un distopico, secondo me.
Infine, voi, l'avete letto e cosa pensate di quest'opera?
Vi informo comunque che Sara ha ricevuto una proposta editoriale e nei prossimi mesi il libro sarà edito da una casa editrice.
Giudizio personale: ★★★☆☆ (Tre stelle su cinque)
Giudizio libri cartacei citati e letti:
Hunger games - vol. 1 (Suzanne Collins) ★★★★★
Maze Runner - il labirinto (James Dashner) ★★★☆☆
Vox (Christina Dalcher 2018) ★★★☆☆
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