Parte 41

Elias, dopo lo spettacolo a cui aveva assistito prima di andare a dormire, non aveva trascorso affatto un sonno tranquillo. Aveva sognato di accoppiarsi in qualunque modo, con qualunque fata, in qualunque forma. La mattina svegliandosi, manteneva un vago ricordo dell'ultimo sogno in cui era abbracciato a Thalàna e si stavano baciando. Il giaciglio e i tessuti che aveva usato per coprirsi durante la notte erano bagnati. Dopo il panico iniziale, andò a prendere un po' di acqua al catino per pulire tutto; poi si sciacquò il viso, le ascelle, le parti intime ancora umide e si vestì per uscire. Quel giorno avrebbe dovuto salutare tutti e partire per Tisc-al.

Durante la colazione Gologon e Coarba erano intente a mangiare una dalle mani dell'altra, sembrava che non avessero mai smesso di crogiolarsi dalla sera prima.

Nel vederlo, entrambe gli sorrisero. Andò a sedersi accanto a loro, prese della frutta fresca, un succo di uva e cominciò a mangiare, pensieroso; era troppo imbarazzato per essere il primo a iniziare una conversazione.

«Sai che possiamo leggere nel tuo pensiero, quindi è come se la conversazione fosse già iniziata». Coarba sollevò le sopracciglia con comprensione. Gologon proseguì:

«Quello a cui hai assistito ieri alla fine della serata è il nostro rituale d'amore in onore di Ki. Ci accoppiamo per il piacere di farlo, con chi desideriamo in quel momento. Nessuno ha l'esclusiva su un altro, ci amiamo tutti allo stesso modo. Il rituale della Festa d'Autunno è sempre stato il momento più fecondo per noi fate. Viviamo una vita molto lunga, siamo più longevi degli dèi, ma stiamo perdendo la fecondità. Rigeneriamo la Terra utilizzando i nostri corpi come veicolo dell'essenza di Ki; a volte non è sufficiente e dobbiamo cedere una parte della nostra energia individuale. 

Questo con il tempo ci sta logorando, fino a farci diventare evanescenti e scomparire. Rischiamo di ridurci allo stato di sola energia e tornare a far parte dell'essenza di Ki. Possiamo morire, se ferite gravemente, ma è raro che accada. Restiamo nascoste alla vista di chi non è come noi. Nessuno di noi è mai morto attaccato da qualcuno della nostra specie, è inconcepibile anche solo formularne il pensiero. Gli animali ci rispettano perché noi li amiamo e curiamo, con gli dèi e gli uomini abbiamo smesso di correre il rischio, proteggendoci con l'isolamento e l'anonimato. 

Ma siamo preoccupati: da quando abbiamo fatto ritorno, dopo la lunga permanenza nel mondo parallelo, dove sono custoditi i corpi degli dèi feriti, le nostre uova non sono più feconde. Dovremmo riposarci, per rigenerare al meglio noi stessi; invece, siamo impegnati senza tregua a rigenerare la Terra. Non si schiude un uovo da prima della grande Inondazione, ora con le nuove minacce di Marduk sarà anche peggio. Ki subirà molti danni in battaglia, dovremo impegnarci ancora di più per sanarla. Se continuiamo a morire, la nostra specie rischia l'estinzione». Detto questo una lacrima scese dagli occhi delle fanciulle nello stesso istante.

Elias, con il cuore sottosopra, disse senza pensarci:

«Oggi stesso partirò per trovare la pietra gialla, Maimone mi ha spiegato che è una pietra taumaturgica. Non appena l'avrò trovata, tornerò, imparerò a utilizzarla e vi aiuterò».

«Quando avrai trovato la pietra gialla, il Bronzo sarà completo; sarà giunto il momento di affrontare Marduk. Se tutto andrà bene, quando il pianeta sarà salvo dalla sua minaccia, potrai tornare qui e aiutarci tutti, Figlio di Eleonora».

Dicendo ciò, Coarba gli diede un bacio sulla guancia, poi andò via.

«Siamo sicuri che ci riuscirai, Elias. Riponiamo la nostra fiducia in te. Sai, il nostro popolo ha una profezia: i Caddos Birdes aspettano l'arrivo del Re Pastore, per essere da lui cavalcati. Un portatore di pace, che verrà chissà quando. Noi crediamo che tu sia il Re Pastore. Tu hai cavalcato Thomes».

«Beh, diciamo che io mi sono aggrappato a lui per non cadere, mentre lui andava al galoppo. Chiamarlo cavalcare mi sembra un po' pretenzioso».

«Non capisci, mai nessuno aveva cavalcato uno di noi, se non un'altra fata. Thomes ha intuito che tu possa essere il Re Pastore, quando hai avuto la visione nelle rovine di Durcalis. Anche lui ha visto le immagini a te profetizzate. Era Thomes che cavalcavi in battaglia, con lo scudo. Per questo ti ha voluto mettere subito alla prova e ti ha fatto salire in groppa, lanciandosi al galoppo verso casa di tua nonna. Ora sta a te scegliere se vuoi accettare questa chiamata. Noi ci affideremo a te, non ci siamo mai intromessi nelle guerre degli uomini, ma questa volta saremo disposti a seguirti in guerra e morire per il nostro pastore».

«Io... io... sono solo un contadino. Deve esserci un errore, non può riferirsi a me la profezia».

«Non ci si aspetta che il pastore porti pecore o capre al pascolo. Il Re Pastore pascola e cavalca i Caddos Birdes. Un pastore mantiene il gregge intatto e protetto dai predatori, li assiste nella riproduzione, nella maternità, si prende cura di ognuno di loro. Questo farai con la pietra gialla».

«Non penserai di fare tutto senza di noi?» disse Jacu, uscendo fuori da dietro una colonna.

Thalàna lo seguiva «Lo so, lo so, non avremmo dovuto origliare, scusateci. Ma ringraziaci per averlo fatto. Senza di noi non hai speranze».

«Certo che non ha speranze, non sa nemmeno nuotare, quando si parte?».

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