Parte 32

Maimone percepiva la paura e il senso di impotenza crescere nell'animo di Elias. In quel momento non poteva contrastare le sue emozioni in nessun modo, era giusto che il ragazzo comprendesse la gravosità del suo destino. Sarebbero stati al suo fianco per assisterlo, ma lui doveva apprendere cosa era chiamato a diventare per fronteggiare la sfida finale al meglio delle sue possibilità. Quindi proseguì con l'ultima parte della spiegazione.

«Trovare la nave di Ishtar per Marduk rappresenta l'unica possibilità per fare ritorno su Nibiru. Per questo i Mori stanno tornando e attaccheranno le nostre terre. Nibiru è in avvicinamento».

«La cometa».

Maimone ormai non si stupiva più della capacità intuitiva del ragazzo.

«Il passaggio in cielo della cometa, di ciò che resta della sua terza luna, lo annuncia. Ieri notte è comparsa nei cieli, presto saremo in grado di avvistare anche Nibiru. Il Toro desidera la navetta più di ogni altra cosa, l'unica speranza che abbiamo per contrastarlo è il Bronzo. Tu sei il suo portatore, l'unico che può sconfiggerlo con la magia dell'amuleto e Marduk lo sa. Per questo manda avanti i mori alla ricerca del Bronzo, come carne da macello. Non rischia la sua vita contro il Bronzo, ma se i mori dovessero avere successo e impossessarsene, nulla potrebbe più sconfiggerlo. Ha attaccato diverse volte in passato, dopo aver scoperto che le tombe degli dèi si trovassero qui. Ha intuito che in qualche modo i corpi dovessero essere stati trasportati sull'isola e che la navetta fosse rimasta abbandonata qui. Per Efis di Torres, l'eroe che ha combattuto Marduk e i mori al primo attacco, forgiammo uno scudo, fatto con il metallo della nave di Ishtar. Solo con quel materiale poteva sperare di difendersi dalle armi di Marduk. Quando il Toro ha ricevuto le prime resistenze dello scudo, ha anche avuto la conferma che la nave della cugina si trovasse qui, riconoscendo il metallo alieno.

Ha provato a conquistare la nostra terra con strategie militari e intrighi politici. Ogni volta il Bronzo è stato l'unico strumento in grado di frenarlo. Lo assemblammo in occasione di quel suo primo attacco, unendo la nostra magia a un'arma che Ishtar ci aveva affidato per proteggere la sua nave».

«Nelle mie visioni quando ero nelle rovine di Durcalis, ho visto me stesso con uno scudo con sei teste di moro raffigurate. Nelle rovine della città, su un lembo di stoffa, la stessa immagine, ma con solo quattro teste. Cosa significa? Si tratta dello stesso scudo di cui parlavi?»

«Secoli prima dell'Inondazione i mori, lanciati dal loro padrone a razziare le terre e cercare la nave di Ishtar, tentarono un attacco per accedere all'isola da nord e conquistarla. Dopo molte battaglie in mare, con l'aiuto delle popolazioni delle coste vicine, Efis di Torres, un marinaio dal cuore puro, venne prescelto come primo portatore del Bronzo e dello scudo. Sono sue le iniziali sul Bronzo. Efis riuscì a resistere all'attacco e i popoli furono risparmiati da quell'invasione. In seguito alla sconfitta che lui inflisse ai mori e a Marduk, la testa mozzata di un moro divenne simbolo di vittoria sui vessilli che danzavano al vento sugli alberi delle navi e nei porti.

Anni dopo, i mori tentarono l'occupazione delle terre iberiche a ovest, al di là del mare. Desideravano avere una base d'appoggio da cui tornare all'attacco, per la ricerca della navetta e del Bronzo. Quella volta Marduk non li accompagnò, impaurito dalle forze soprannaturali che aveva visto in azione in precedenza. Per gli ispanici, abitanti di quelle terre a ovest, non fu difficile sconfiggerli, non dovendo combattere il Dio in persona. A celebrazione di quelle vittorie contro i mori, quattro comandanti mori vennero decapitati e le loro teste esposte su delle picche. Il signore di quelle terre decise di assumere, come vessillo, una bandiera con rappresentate le teste di quattro mori. Le sue genti occuparono la nostra isola e la loro bandiera venne sostituita a quella con un moro, dei tempi di Efis. Rimase in uso fino ai tempi dell'Inondazione, come tu hai visto presso le rovine di Durcalis. Sullo scudo hai visto più teste perché, dopo l'Inondazione, per altre due volte Leon, un tuo avo, ha affrontato e respinto con coraggio i mori con l'ausilio del Bronzo. La quinta e la senta testa sullo scudo rappresentano le vittorie delle sue battaglie. Se la visione si avvererà, sarai destinato a raggiungere l'ultima pietra, recuperare lo scudo e guidare la prossima difesa contro i mori. È più chiaro adesso qual è il tuo ruolo in tutto questo?».

«Non capisco perché non possiamo dare a Marduk la nave e perché non lo lasciamo andare via per sempre sul suo pianeta?».

Maimone raccolse i suoi pensieri, facendo cenno a Elias di seguirla. Si incamminò e attese che Elias afferrasse dalla tavola un pugno di fichi freschi e maturi e la seguisse. Lo vide affrettarsi a raggiungerla per camminarle accanto. Lesse il suo pensiero che la fece sorridere. A volte dimenticava l'importanza che le religioni avevano dato alla nudità e al senso del pudore per impedire agli uomini il piacere della carne. Solo così sarebbero rimasti energici e produttivi. Il sesso doveva avere solo la funzione di procreare al momento giusto, per generare altra forza lavoro. La nudità era una distrazione. Gli dèi erano scomparsi da millenni, ma certe convenzioni radicate non sarebbero scomparse con facilità. Maimone concluse il suo lungo racconto.

«I nibiruani non possono sapere cosa sia successo su Ki dalla loro ultima visita. Credono che gli Anunnaki stiano ancora camminando e governando sulla Terra; che i Giganti intercedano per loro e che gli uomini, schiavizzati, lavorino incessantemente per la ricerca dell'oro. Si apprestano a rifornirsi nella loro miniera. Avranno una brutta sorpresa al loro arrivo. Questo Marduk lo sa e vuole sfruttarlo a suo vantaggio. Cerca la nave di Ishtar perché ne ha bisogno per fare ritorno di soppiatto su Nibiru, con la possibilità di utilizzare le armi aliene della navetta contro suo nonno».

Maimone ascoltando i pensieri di Elias si accorse che i suoi ragionamenti lo stavano portando sulla giusta strada. «Anu vedendo la navetta avvicinarsi, immaginerà che sua nipote, la prediletta, stia correndo da lui, impaziente di riabbracciarlo. Cadrà nella trappola, Marduk riuscirebbe a ucciderlo sfruttando il fattore sorpresa».

«Le tue conclusioni corrispondono alle nostre previsioni. Se ciò accadesse, la Terra diventerebbe il luogo d'esilio di tutti i nemici di Marduk. Ucciderli per lui sarebbe una punizione priva di penitenza. Vorrà sottoporli alle sofferenze, alle limitazioni a lui imposte, abbandonato qui e dimenticato. Se invece dovesse essere intercettato in tempo e fermato, giunti sulla Terra i nibiruani non troverebbero l'oro indispensabile alla sopravvivenza di Nibiru. Scoprirebbero il fallimento della missione di Enki ed Enlil. Organizzerebbero una nuova spedizione terrestre che per la fretta di procurare l'oro potrebbe annientare il pianeta intero. Rispedirebbero infine qui Marduk, in esilio, abbandonato a una vita solitaria come punizione per aver messo a rischio la sopravvivenza di Nibiru. Noi temiamo la sua follia distruttrice a discapito del nostro pianeta già annichilito da Anu e i suoi».

«Ma è solo un'ipotesi...»

«La più probabile, secondo le nostre visioni. A questo sei predestinato: utilizzare il Bronzo e difendere non solo la nostra terra, ma tutto il pianeta, le razze umane e animali. Finché Marduk non otterrà il Bronzo, non si azzarderà a mettere a rischio la sua vita e a reclamare la nave di Ishtar».

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