Parte 21

Rianna era di fronte all'ingresso di una caverna e si apprestava a entrare. Giunta alla radura si era messa in cerca di un Pundaccio, poiché Mangrofa le aveva detto di seguire gli orecchioni. Sprecò prezioso tempo in cerca delle creature maligne dalle larghe orecchie pelose, finché udì una specie di squittio. Avvicinandosi a un albero cavo non fece in tempo a sbirciare all'interno che due plecoti dalle orecchie buffe volarono fuori e presero la direzione del mare. Rianna aveva inseguito i pipistrelli correndo più veloce che potesse, superando un bosco di eucalipti dalla pungente fragranza. I chirotteri l'avevano condotta a quella caverna ed erano scomparsi all'interno. Era giunto il momento di scoprire cosa nascondesse l'antro buio.

Concentrazione. Dopo l'esperienza con Mangrofa difficilmente avrebbe concesso poca attenzione ai particolari. Si guardò intorno, ma a parte la roccia e il guano non distinse nulla che potesse esserle d'aiuto.

Si addentrò al buio. Non fece in tempo a fare tre passi che fu avvinta da due braccia algide. Tentava di divincolarsi, ma l'aggressore non mollava la presa. Si sentì sopraffatta. Riuscì a colpire il nemico col bastone di betulla e sentì un osso schioccare, rompendosi sul colpo.

L'avversario si scostò ed emise un gemito acuto, poi contorcendosi in maniera disumana fece schioccare l'osso riposizionandolo. Era una gelida creatura dalla pelle bianca. Ripartì all'attacco spalancando la bocca e Rianna vide quattro canini lunghi e acuminati che si dirigevano verso il suo collo. Fece in tempo a schivare la creatura, nella quale aveva riconosciuto una leggendaria sùrbile, ma la vampira era già in aria tentando di afferrarla.

La colpì ancora col bastone, rompendole numerose costole, ma quella le afferrò l'arma e la scagliò via. Rianna si lanciò per recuperare il dono di Mangrofa, ma inciampando cadde a terra. La sùrbile stava per atterrare sopra di lei. Rianna allungò il braccio disperata, cercando a tentoni il bastone e la mano si posò su qualcosa di freddo. Afferrò l'oggetto e stringendolo si tagliò una mano. Era una lama affilata, la vampira attratta dall'odore del sangue che colava lungo la mano di Rianna fece un guaito di desiderio e si lanciò con la bocca aperta verso la novizia. Rianna alzò la lama e la conficco nella bocca aperta della sùrbile, che con il più straziante dei lamenti si frantumò in cenere.

Era successo tutto in un baleno, Rianna aveva dato il massimo per difendere la sua vita, consapevole che se quell'essere l'avesse morsa sarebbe stata condannata a una misera esistenza, una non vita, per il resto dei suoi giorni, come un vampiro.

Consapevolezza. La Consapevolezza della possibile sorte a lei riservata le aveva permesso di battersi lucida e al massimo delle energie, avendo la meglio sul mostro.

Si rimise in piedi, recuperò il bastone e portando con sé la lama uscì all'aperto. Osservò la lama, pensava di doverla pulire, ma era intonsa, non aveva traccia di materia cerebrale o sangue, tantomeno di cenere.

La lama era lunga e affilata, con una punta da un lato, una parte piatta e fina dall'altro. Rianna osservò il bastone di betulla. Si ricordò del taglio al centro del simbolo riportato sulla base. Inserì la parte piatta del metallo nel centro del simbolo e con un suono meccanico senti la lama incastrarsi alla perfezione. Aveva appena ottenuto il suo brandistocco.

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