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I corridoi dell'accademia si stavano svuotando di tutti i ragazzi che li avevano fino a quel momento affollati. Fuori la grandine cadeva violentemente, tremenda come piccoli proiettili. Il caldo emanato dal camino della biblioteca, ormai quasi vuota, dava un senso di conforto a Lavinia e Michelle, che leggevano in silenzio.

Michelle sbuffò improvvisamente e chiuse "Macbeth", poi alzò gli occhi verso quelli dell'amica e sorrise. Lavinia conosceva fin troppo bene quel sorriso furbo e quella strana luce negli occhi della ragazza. L'unica cosa che riuscì a dire fu:

- Michelle, no.

- Non mi hai fatta neanche parlare, non puoi dirmi di no a prescindere! -Rispose Michelle alzandosi dalla poltrona.

- Ti conosco da abbastanza tempo da poter capire quando hai in mente di fare qualcosa di stupido.

- Lavi, studiamo e stiamo qui tutto il santo giorno! Amo questa vita e la routine, ma ho bisogno di un po' di follia, ho bisogno di sentirmi viva! Insomma, abbiamo 15 anni, se non facciamo adesso qualcosa di impulsivo, quando ne avremo più la possibilità?

Michelle terminò il suo discorso e corse verso l'uscita della stanza. Sulla soglia della porta si girò e disse:

- Se vuoi, seguimi.

Lavinia le corse dietro e si rese conto che era quasi mezzanotte, cioè l'ora del coprifuoco, motivo per cui nei corridoi non c'era più nessuno.

L'atmosfera era un po' cupa, poiché l'unica illuminazione proveniva da piccole luminarie poste tra un quadro e l'altro. Perlomeno aveva smesso di grandinare.

A quell'ora le uniche persone ancora sveglie erano i guardiani che controllavano ogni piano dell'edificio e la bibliotecaria che chiudeva all'una per alcuni ragazzi che avevano bisogno di libri di emergenza per studiare o ripassare.

Michelle si diresse verso il grande portone d'entrata, lo scrutò per qualche secondo e poi si avvicinò alla piccola guardiola del Sr. Roberts (Il guardiano del primo piano). L'uomo se ne stava accovacciato sul suo cruciverba e dormiva beatamente. Le chiavi erano appese a un piccolo gancio proprio dietro di lui e Michelle dovette salire con un ginocchio sul bordo per riuscire ad allungarsi fino alle chiavi. Rischiò di toccare il naso dell'uomo nel tentativo di prenderle e quasi le fece cadere. Mentre quel tentativo folle era in atto, Lavinia provava ad attirare la sua attenzione toccandole il piede e sussurrandole di tornare nelle proprie stanze a dormire. Niente da fare, Michelle fece oscillare le chiavi davanti al naso dell'amica con orgoglio e tornò al portone per aprirlo. Lo scatto della serratura a Lavinia parve lo scoppiare di una bomba, il cuore le batteva così forte che credeva potesse svegliare il Sr. Roberts; afferrò il braccio di Michelle nell'ultimo tentativo di farla tornare indietro e l'amica le rispose:

- Lavinia, pensaci. A che serve studiare la filosofia di vita degli altri se noi non abbiamo la nostra?

Le ragazze si guardarono dritto negli occhi si fecero un segno di assenso, quindi corsero fuori.

Il gelo di gennaio entrò nelle membra di entrambe privandole del respiro. I neri capelli di Michelle si confondevano con la notte e le gote le erano diventate rosse come il sangue. A Lavinia fece pensare a una via di mezzo tra Biancaneve e un vampiro. Le due si rincorsero per riscaldarsi fino ad arrivare al bosco, ma rimasero sempre ai confini per non perdersi. La luna le accompagnava e le guardava come una vecchia amica. D'improvviso Michelle inciampò in una radice e Lavinia le andò addosso perché non riuscì a frenarsi in tempo. Caddero sul morbido terreno gelido e risero fino a sentirsi male, poi si calmarono e si sedettero su un tronco spezzato. Entrambe tremavano come foglie ma non gliene importava. Lavinia sorrise, con la consapevolezza che avrebbe per sempre ricordato quel momento di pura felicità.

- Grazie Michelle, avevi ragione.

- Gli amici servono anche a fare follie no? -Rispose Michelle stringendole la mano.

Decisero di tronare indietro, il suolo in alcuni punti era coperto di ghiaccio, quindi dovettero fare attenzione. Fortunatamente arrivarono davanti all'Accademia sane e salve, ma quando aprirono il portone, trovarono una brutta sorpresa ad attenderle:

Il Sr. Robertson, Il preside Rossi e la professoressa Allen erano in piedi di fronte a loro e le guardavano con gli sguardi severi e sconvolti, di sicuro non si aspettavano di trovare due delle migliori studentesse della scuola in quella situazione. Michelle e Lavinia rimasero bloccate, sembrava facesse più freddo lì dentro che nel bosco.

Il preside ruppe il ghiaccio (nel vero senso della parola) dicendo:

- Signorina Harrow, Signorina Schwarz, sono molto deluso del vostro comportamento indisciplinato e irresponsabile. Comunicheremo ai vostri genitori ciò che avete fatto e riceverete una punizione molto severa. Non ricorrerò alla sospensione, ma solo per via della buona condotta e del livello di maturità che avete ,fino ad oggi, dimostrato di avere e che esigo continuiate ad avere. Non vi aspettate di passarla liscia signorine. Adesso andate nei vostri dormitori, ne parleremo meglio domani.

Le due studentesse tornarono nelle loro camere a testa bassa e in silenzio. Quando furono arrivate al punto dove si dovevano separare Michelle disse:

- Scusami.

- Per cosa ti scusi?

- Per averti messo nei guai, è tutta colpa mia. Tu mi avevi avvertita.

- Michelle, questa notte mi sono sentita la protagonista di un libro. I momenti così sono rari; ti prego, non scusarti.

Dopo aver finito di parlare Lavinia sorrise all'amica e andò verso la sua stanza.

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Il giorno successivo non c'erano lezioni perché era domenica. Gabriel, Ruby, Lavinia e Michelle si trovarono in sala per fare colazione verso le nove di mattina. Lavinia e Michelle raccontarono ai due amici di cosa gli era successo quella notte. Gabriel sgranò gli occhi e Ruby impallidì, ma quando si guardarono scoppiarono a ridere per lo stupore.

- La prossima volta vengo anche io! - Gridò lui-

- L'idea è stata di Michelle, ci metterei la mano sul fuoco! – disse Ruby a seguire, con la faccia rossa dopo le risate.-

- Avete detto che vi hanno scoperte. – disse Gabriel- che punizione vi hanno dato?

Lavinia aprì la bocca per rispondere, ma non fece in tempo. La professoressa Allen si era avvicinata al gruppo e aveva detto, riferendosi a Lavinia e Michelle:

- Signorine, il preside desidera parlarvi.

Ruby scambiò un'occhiata preoccupata con entrambe, e le due ragazze seguirono la donna in silenzio.

Il preside Rossi le stava aspettando nella presidenza: una grande stanza arredata con mobili di legno scuro, probabilmente ebano, una grande lampadario e premi della scuola incorniciati e attaccati al muro. Lui se ne stava seduto su una grande poltrona nera, dietro a una scrivania dove teneva pile e pile di fogli.

Le ragazze si sedettero e l'uomo gli fece un lungo discorso su quanto rischioso e imprudente fosse stato il loro atto e che non sarebbe dovuto accadere mai più. Aggiunse anche che essendo loro due studentesse modello era sicuro che non lo avrebbero deluso un'altra volta. Infine assegnò le punizioni a entrambe: Lavinia avrebbe dovuto mettere in ordine l'enorme archivio degli studenti, mentre Michelle avrebbe aiutato nella mensa per tutta la settimana. Per concludere gli fu assegnato un tema di 2000 parole su un argomento a piacere del programma scolastico.

Quando l'incontro fu terminato le due uscirono dalla presidenza e, quando furono nel corridoio, poterono finalmente parlare delle rispettive punizioni.

- Lavorare nella mensa per tutta la settimana? Almeno il tuo lavoro è più breve!

- Più breve? Mentre tu starai cucinando io dovrò spolverare registri impilati che nessuno tocca da anni! E pensare che sono anche allergica alla polvere!

Le amiche continuavano a discutere su quale delle due fosse stata più sfortunata fino a quando arrivò Gabriel con un amico, Frank, che salutò per avvicinarsi a Michelle e Lavinia. Tutti e tre andarono in camera di Ruby a vedere un film. 

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